Vento di burrasca oggi, ma non come quello che imperversava fuori dalla nostra casa e lasciava cadere a terra grossi scrosci d'acqua e piegava i rami ormai coperti di foglie verdi e gemme a causa della primavera ormai inoltrata.
Si tratta di uno strano vento, che non ti sveglia di soprassalto per costringerti a correre ai ripari, ma che è ciclico e puntualmente cronometrico e si presenta ogni martedì e giovedì pomeriggio.
E' il vento tempestoso dei compiti a casa.
S'alza poco dopo pranzo e continua ad abbattersi impietoso fino a pomeriggio inoltrato, ma oggi... oggi qualcosa è cambiato.
E' tornato il vento, ma il vascello ha gloriosamente resistito ad ogni mareggiata e a sera ha veleggiato sicuro in porto su acque ormai calme.
La simbologia potrebbe far sorridere, ma è chiaro che sto parlando dell'unico fra i miei figli che frequenta le scuole elementari, e al quale settimanalmente è richiesto l'impegno dei compiti che da quest'anno si è gravato anche delle materie di studio.
Già dalla prima volta in cui gli fu assegnato un compito in prima elementare (completare qualche esercizio di pre - grafismo) ho capito che il "mio" compito sarebbe stato arduo.
Giunti ormai al termine del terzo anno mi son proposta, visti gli scarsi risultati di indurlo ad un approcio più serio, ordinato e meno dispersivo nel portare a termine questo impegno, di renderlo più autonomo e... di lasciarlo andare.
Certo, come in tutte le cose, occorre dosare bene gli ingredienti perché lo stimolo all'autonomia non venga subito come un abbandono, e il supporto concesso non diventi dipendenza.
Il tentativo di lasciare che porti a termine quanto assegnato in camera, e non in cucina con me, come è stato fino alla scorsa settimana, non posso ancora dire che abbia dato buoni esiti.
Di fatto, credo che con oggi stia nascendo in lui la coscienza che il tempo inutilmente perso lo sfianca, perché il lavoro che potrebbe essere terminato in tutta tranquillità nel giro di un paio d'ore al massimo, si prolunga per tutto il pomeriggio. Oggi, occhi gonfi e arrossati per il pianto arrivato in seguito ad una crisi di stanchezza, per consentirgli una mezz'ora di riposo assolutamente necessaria, ho dovuto lasciare che non partecipasse all'allenamento di Judo, e la cosa, credo gli sia costata.
Quest'anno però, il nostro ex piccolo che sempre più diventa grande, e al quale è giusto dare tutta la possibilità di maturare, anche soffrendo, si è accostato per la prima volta al sacramento della confessione, il che vuol dire che sta compiendo un cammino per riconoscere e distinguere il bene dal male, e decidersi per il bene. Così, ho ritenuto opportuno invitarlo, una volta solo con sé stesso, a ripensare alla giornata passata in questi termini, in intimità con Gesù, con l'unica condizione della maggior onestà possibile, e di un proposito finale per migliorare.
E' come aver messo un cartello stradale con l'indicazione di una direzione: "Per di là".
Il vento si è abbattuto, dicevo prima, ma non mi ha trascinato via con sé. Nel pomeriggio, ora dopo ora, ho fatto delle scelte, cercando di padroneggiarmi al meglio per non innervosirmi e non far sentire mio figlio inadeguato. Rimanendo con lui, ho lasciato che da solo si rendesse conto che forse è arrivato il momento di un cambio di rotta, e che non fosse la mia voce petulante e ripetitiva a costringerlo a farlo. Al termine della pausa che gli ho concesso, con un bacio e un abbraccio consolatorio e d'incoraggiamento l'ho invitato a rimettersi al lavoro, e prima di cena i compiti erano terminati.
Al rientro dal lavoro mio marito ha trovato una moglie assolutamente sorridente e soddisfatta della giornata.
Amare è come mantenere una rotta, navigando in acque tranquille o fronteggiando turbolenze. Il sentimento nasce ma è come la corrente per la chiglia o il vento per le vele, ti può portare alla deriva o lasciare a lungo in secca. L'amore è fatto di scelte, di esercizio continuo del dominio di sé, di sapienza nel trattenere e lasciar andare. L'amore è un seme gettato, e in me credo sia caduto molto in profondità, ma a volte non sai di che pianta si tratti fin che non vedi i primi germogli. Nel Vangelo Gesù parla del seminatore e le scelte nelle mie mani sono la vanga e la zappa per il contadino che impediscono alle spine di crescere e soffocare il buon seme.
Scegliere di amare purifica il cuore al punto che ancora senti soffiare il vento del sentimento che ti fa volare alto e gonfia le vele.
Che miracolo queste relazioni che impediscono al cuore di morire, che ti tengono viva, perché come madre devi rimanere sempre in piedi, sempre pronta, sempre lucida, mai accasciata o ripiegata su te stessa.
Oggi ho scelto, pur nella prova, di amare mio figlio, tutti i miei figli, e di amare mio marito.
Una piccola grande giornata, che potrebbe far parte del vissuto di molti, è stata consegnata alla memoria.
Dio doni pace agli uomini di buona volontà, la buona volontà d'amare.
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la mamma
martedì 4 maggio 2010
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