venerdì 30 dicembre 2011

Quest'anno abbiamo scoperto come sia bello poter addobbare la propria casa con dei semplici addobbi fatti in casa.

E' possibile ad esempio ricercare in Internet qualche immagine natalizia e con la collaborazione dei bambini passare qualche ora del pomeriggio colorare utilizzando pastelli e pennarelli.

Riporto un'immagine della Sacra Famiglia di Nazareth colorata e appesa su una delle finestre della nostra abitazione.


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il papà

mercoledì 14 dicembre 2011

Ho un mal di testa feroce, scoppiato all'improvviso subito dopo pranzo, ma è decisamente una buona cosa che Elisa si sia già addormentata.

E' probabile che si svegli durante la notte, ma almeno per il momento dorme e non sono nemmeno le 22.

E' l'ora strana questa, quella in cui tutto si addormenta, si deposita il polverone delle cose da fare e si risvegliano i sentimenti, soprattutto quelli buoni. Quando t'inganni, e pensi di non aver amato abbastanza quelli di casa tua, basta attendere di giungere finalmente al momento in cui tutto tace per accorgerti di quanta tenerezza tieni ancora in serbo per loro.

Li abbracceresti uno alla volta e a lungo per dire loro in quell'abbraccio tutto l'amore che le parole non sono riuscite a dire. Per dire il desiderio della loro presenza, la piacevolezza dello stare insieme, l'ammirazione per ciò che sono e che diventano e molto altro ancora.

Davide a cena è scoppiato in un pianto dirotto contrariato dalle lenticchie che vedeva fra i chicchi del suo risotto e il mio mal di testa non mi ha consentito di far altro se non di attendere pazientemente che la crisi passasse. Grazie a Dio il papà, oggi stranamente più condiscendente del solito anche sugli orari della ritirata, è venuto in mio soccorso.

Passata l'ondata di crisi, ridotta solo un po' la porzione, il piatto è stato svuotato e credo anche con gusto.

Emanuele invece era esaltato per aver terminato di costruire la sua navicella di Guerre Stellari, attività per concludere la quale ha rinunciato ai cartoni e non finiva più di descriverne i particolari.

Anche Davide s'è poi messo all'opera col papà per costruire la sua autobotte ed è stata la ragione per cui abbiamo tardato a metterli a letto.

Tutto sommato però la giornata è andata bene. Elisa si è messa "ai fornelli" prestissimo, ma più tardi, mentre spolveravo la sua camera, è pure riuscita a dipingersi la lingua di nero con un pennarello scarico!

Faceva davvero un brutto effetto. Ho cercato di lavare via il colore più che potevo utilizzando dell'acqua tiepida e il resto se n'è andato da solo.

Si sta dimostrando una bambina volitiva e a volte ho davvero bisogno di raccogliere tutte le mie energie per tenerla a bada.

Non c'è molto altro da aggiungere. Non abbiamo ricevuto visite, solo due o tre telefonate e qualche immancabile sms. Sono uscita solo per portare e prendere Davide a scuola con tappa in un piccolo market per comprare della ricotta da lui richiesta.

Nonostante la pioggia e il grigiore si sente il Natale nell'aria ed è bello perché scalda il cuore, spinge ad amare più che in altri periodi dell'anno, ad accorgersi del bene intorno a noi.

Non dovremmo scordarcelo quando sarà passato, ma farne tesoro per riviverlo ogni giorno.

Per il momento.... buona notte naviganti.

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la mamma

martedì 13 dicembre 2011

Dopo giorni di assenza provo a riannodare i fili degli ultimi accadimenti, ma non sarà facile! E' davvero strano, per esempio, trovarmi a quest'ora già seduta sul divano davanti al computer (un computer peraltro di recupero, visto che quello normalmente usato in famiglia sembra essere colato a picco da ormai due giorni!).

Elisa ci ha creato qualche problema. E' molto raffreddata e nonostante le solite cure faticava a prender sonno. Non voleva saperne di rimanere sdraiata tranquilla ad attendere di addormentarsi. Rimaneva perlopiù in piedi, saltando, roteando, improvvisando capriole e acrobazie varie.

Ho anche provato ad andarmene in bagno per lavare i denti lasciandola sola con la porta socchiusa e la luce accesa della scala, ma al mio ritorno la trovavo perennemente in piedi attaccata alla sponda in vigile attesa.

Non mi rimaneva che stare seduta al suo fianco e attendere pazientemente che lo show finisse.

Peccato davvero, anche perché un capitano di vascello vero, credo ponga mano al suo giornale quotidianamente e io comincio a ricordare a malapena il tempo in cui lo facevo.

La nostra imbarcazione attraversa alti e bassi, a volte stenta a dominare le correnti, altre volte viene dalle stesse sorretta.

Oggi è il 13 dicembre e dalle nostre parti non è una giornata qualunque. In tutte le chiese si fa memoria di Santa Lucia, morta martire poco più che bambina e invocata a protezione degli occhi.

Da queste parti è la Santa che nella notte tra il 12 e il 13 dicembre, la notte più lunga dell'anno, porta doni ai bambini buoni e carbone ai bambini cattivi.

Già da giorni Emanuele e Davide avevano provveduto a scrivere ciascuno la propria letterina e ad appenderla alla porta perché lei potesse passare a prenderla e conoscere i loro desideri. Desideri che quest'anno sono stati in gran parte rispettati.

Davide ieri sera ha riordinato tutti i giochi disseminati in giro per la casa e sparecchiato senza batter ciglio, mentre Emanuele era emozionato più che negli anni passati. Ho davvero temuto che non si addormentasse e ci raggiungesse in sala ad orari per lui improponibili, considerato che non è prevista alcuna sospensione delle lezioni per l'occasione.

Grazie a Dio, invece, s'è addormentato rapidamente, ma, onde evitare spiacevoli inconvenienti, dopo aver sistemato i giochi sul tavolo, li ho coperti con una tovaglia.

Questa mattina, mentre mi lavavo la faccia ancora parecchio assonnata, Davide mi ha raggiunta in bagno già sveglio e pimpante, desideroso di vedere cosa fosse arrivato per lui. Così gli ho dato il permesso di svegliare anche suo fratello e insieme sono scesi.

Non hanno nemmeno avuto la curiosità di vedere se l'asinello, che tirando il carretto trasporta Santa Lucia nella sua notte di consegne, avesse mangiato il fieno lasciato davanti alla porta.

Avendo scuola solo la mattina, Emanuele è riuscito poi a godersi almeno un po' i suoi giochi, mentre Davide ha dovuto attendere il tardo pomeriggio.

Siamo stati anche dalla nonna, dove Elisa e la sua cuginetta hanno trovato piattini, tazzine, pentolini, un lettino per le bambole tutte vestite di nuovo.

Davide ha ricevuto dolci, un libretto e un molla colorata anche a scuola e subito a deciso di condividere questo piccolo tesoro anche col fratello. Bambino generoso!

La piccola ha preparato caffè tutta la giornata e me li ha serviti. Grazie a Dio tutto era finto, altrimenti adesso sarei in ospedale con un'intossicazione da caffeina!

Adesso che anche questa è passata, riprenderemo a concentraci sull'attesa del Natale che si avvicina a grandi passi. Insieme stiamo addobbando la casa, e la prossima settimana dovrò seguire i bambini nei loro spettacoli e cori destreggiandomi in mille peripezie.

Lunedì Emanuele servirà la sua prima Messa. Che emozione!

Per il momento, naviganti, buona notte.

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la mamma

domenica 11 dicembre 2011

Dai primi di novembre sto lavorando ad un progetto di una certa complessità: costruire una cucina giocattolo per mia figlia Elisa (la terzogenita).

Parecchi mesi fa, in un grande magazzino di casalinghi, mi ero per caso soffermato ad osservare una piccola cucina giocattolo di legno (si trattava di forno + fornello) che ha attirato la mia curiosità. Ho fatto un paio di foto, ma nulla di più...

Recentemente in un negozio di giocatolli ho di nuovo visto una cucina di legno ed allora con mia moglie ci siamo detti che sarebbe stato un bel gioco adatto a nostra figlia.

Il costo di queste cucine giocattolo non è proprio contenuto, si passa dalle 70-80 Euro di quelle in plastica alle 100-150 per quelle in legno, ma al di là del prezzo ho pensato che sarebbe stato un bel gesto costruirla con le mie mani.

Girovagando un po' in internet si trovano parecchi spunti sulla costruzione di cucine giocattolo fai-da-te, poi come spesso mi capita, ho preso qualche suggerimento, ma ho cercato di mettere parecchi elementi del tutto originali.

Così, dal disegno realizzato con l'ormai collaudato Google SketchUp, ho ideato una struttura 60 x 80 cm, da costruire utilizzando travetti di legno di abete 4 x 4 che poi avrei ricoperto con fogli di compensato di 4mm di spessore.

Ho comprato il legno in un centro Brico a noi vicino, da cui ho fatto tagliare i travetti in quanto volevo ottenere una struttura di base solida e mi servivano dei tagli il più possibile diritti e precisi.

Il resto del legno ho cercato di tagliarlo da solo (non con poche difficoltà, data la mancanza di strumenti adatti allo scopo) dato che il costo del taglio non è proprio contenuto 0,5 € a taglio!

Il legno sarebbe poi stato ricoperto con fogli di carta stampati e incollati con la tecnica del decoupage.

Per la realizzazione delle stampe ho utilizzato Powerpoint, con cui ho simulato le piastrelle, i fuochi del fornello e persino il lavello di acciaio (invano ho cercato una bacinella di metallo da poter utilizzare e rendere così più credibile la cucina).


Man mano che la cucina prendeva forma, cresceva anche la curiosità dei miei bambini, che premevano per vederla finire in fretta e devo dire che era anche un po' il mio desiderio, dato che per il compleanno, Elisa aveva ricevuto parecchie pentole, e non vedevo l'ora di vederla all'opera.

Ora dopo qualche settimana di lavoro serale posso dire di aver raggiunto un buon risultato (mancano ancora alcune rifiniture, ma il grosso è stato completato), di seguito alcune foto dell' opera :-)




I bambini ora ci giocano ed Elisa ha cominciato a prendere confidenza con la sua nuova cucina, tanto che si reca in studio, accende la luce da sola e comincia a spadellare per poi portarci un piatto da lei cucinato :-).

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il papà

mercoledì 30 novembre 2011

La nebbia ci avvolge. E' una nebbia persistente e fitta, che non ricordo così da quando ero ragazzina.

Un'aria lattiginosa che la mattina, quando accompagno a piedi Davide a scuola, mi spinge a coprirmi anche la testa col cappuccio e che col suo gelido manto e la sua umidità penetrante mi ricorda ad ogni passo che è indiscutibilmente iniziata la stagione fredda.

La stagione che piacevolmente ti rinchiude dentro casa, ma che non per forza dev'essere connotata dalla tristezza.

E' allegro, per esempio, vedere i bimbi che il mattino si dirigono a scuola imbacuccati e sorridenti, con berretti, sciarpe o paraorecchie. Loro trovano sempre un motivo di divertimento ed ogni incontro con un compagno è un'esplosione di gioia.

Sono settimane in cui l'inverno sembra una coperta gelida gettata su un'attesa intima e dolce: quella del Natale.

Anche qui, in casa nostra, è iniziato l'Avvento. I bambini ci hanno spinti a tirar fuori in fretta e furia gli scatoloni degli addobbi natalizi in cerca della corona con quattro candele. La tradizione vuole che se ne accenda una per ogni domenica fino a Natale, in segno proprio dell'attesa.

La sera ci raduniamo attorno al tavolo e illuminata dalla fioca luce dell'unica fiammella insieme preghiamo.

Sono momenti buoni. Qualche passo del Vangelo, una preghiera, la verifica circa il mantenimento dell'impegno del giorno.

Elisa e Davide, purtroppo, un po' bisticciano perché entrambi vorrebbero starmi vicini e finisce che si infastidiscono a vicenda. E' un tentativo di aggregare la nostra famiglia e già mi ha portata a nuove idee anche per il futuro.

Emanuele ci sta un po' mettendo alla prova, e io non sono del tutto serena perché faccio veramente fatica a mantenere un proposito: ma è perché lui possa crescere.

Stasera mi ha chiesto di aiutarlo a contare le monete del suo salvadanaio e la cosa, almeno un po', ci ha riavvicinati.

Vedremo nel prossimo futuro come si evolverà la situazione.

Per il momento buona notte naviganti.

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la mamma

mercoledì 23 novembre 2011

Di nuovo a pesca. Proprio così. Dovrei di nuovo andare a ripescare nei fondali più profondi i pensieri degli ultimi giorni e dare loro un ordine per tenerne una seppur minima traccia che disegni una rotta ripercorribile sulla mappa della vita.

E' tornato, per esempio, il pettirosso. Saranno stati un paio di giorni fa. Zompettava nel cortile e me ne sono accorta perché un passero comune è andato a sbattere con le ali contro il vetro della nostra camera da letto.

Sto iniziando a chiedermi se sia il caso di conservare per loro delle briciole di pane. Una mia carissima amica sarebbe sicuramente d'accordo e mi esorterebbe a non indugiare. Ma si... forse lo farò.

Gli ultimi due giorni sono stati a dir poco vorticosi. Nella mattinata di ieri ho dovuto purtroppo prendere parte a un funerale. E' morta improvvisamente una maestra, prossima alla pensione, che insegnava alla classe parallela a quella di Davide.

Ho ritenuto opportuno dirlo io a mio figlio e aiutarlo ad esternare almeno un po' le sue emozioni. I suoi sei anni non gli consentono ancora di rendersi perfettamente conto di quello che è accaduto. Davide però è un cercatore e non si accontenta di risposte minime, mentre il fratello, per tanti versi più diffidente, ha già una fede più sicura, meno dubbiosa.

Davide chiede perché questa maestra si sia ammalata e perché poi è morta e io ho provato a spiegargli che non sempre la malattia ha come conseguenza la morte, ma che questo succede quando Gesù ci chiama a tornare con Lui in paradiso.

A volte chiede se Gesù e Dio esistano veramente e, appunto, nonostante io gli confermi di credere, lui dimostra di essere in cerca di certezze.

Comunque, già è bello che abbia dentro delle domande che riesce ad esternare.

La sera dello stesso giorno poi, sono stata al colloquio con la sua insegnante di religione che è contenta di lui, ma rimarca ciò che già aveva notato la sua insegnante dell'asilo: una certa tendenza ad isolarsi.

Davide è Davide. A volte la sua chiusura, il suo timore, gli impedisce di fare esperienze che lo renderebbero contento. A volte invece semplicemente sceglie di essere ciò che vuole essere o con chi trascorrere il tempo dell'intervallo a scuola per esempio.

Non dev'essere per forza che stia con i bambini più esuberanti, e quindi ripiega sul cercare la compagnia di sé stesso.

Di contro questa sera sono stata a sentire le altre sue insegnanti che hanno invece dimostrato soddisfazione su tutta la linea e mi hanno comunicato, rinfrancandomi notevolmente, i progressi di questi primi due mesi di scuola.

E' un bambino dal lessico ricco, che sa dare risposte originali e non scontate, partecipa ai discorsi e comincia a stare anche con gli altri. Non ama molto colorare e non riesce ancora a scrivere rispettando gli spazi, ma imparerà. Occorre solo dargli tempo, anche se questa volta mi sembra che il suo recupero sia stato davvero più rapido.

Sono stata anche dalle insegnanti di Emanuele, sempre questa sera, che hanno evidenziato solo una scarsa attenzione in classe. Resta un bambino dalle enormi potenzialità, che non sfrutta e non impiega al massimo regime. E' un bambino estroso e dalle soluzioni innovative che difficilmente sopporta l'inquadramento della scuola.

Il problema più serio è che ha una situazione di classe davvero disastrosa, in conseguenza della quale le sue maestre, persone veramente in gamba e amanti del proprio lavoro, non riescono a portare avanti la propria opera in un clima sereno.

Vivono in costante tensione e ogni giorno devono fronteggiare mancanze di rispetto gravi.

Non capisco come, immerso ogni giorno in questo clima, Emanuele riesca comunque ad essere tutto sommato sereno, ad essere cercato e invitato ai compleanni (gli inviti ormai non vengono più estesi a tutti), e, dopo un lungo periodo di sbandamento lo scorso anno, a rimanere nei ranghi del rispetto e della buona educazione.

Ho davvero sentito una stretta di dolore al cuore quando ho chiesto alle insegnanti notizie circa l'andamento generale della classe e ho visto i loro volti tesi, come mai in cinque anni.

Cosa ci aspetta domani se i bambini di oggi sono così?

Lascio in sospeso la domanda.

Nel frattempo, dato che proprio Emanuele ha ritrovato un bel fascicoletto nella libreria circa la nascita dei bambini, con sette domande ad hoc, stiamo pensando come affrontare con lui questo argomento facendo anche passare le emozioni. L'educazione alla sessualità deve essere prima di tutto educazione all'affettività e sembra presentarsi l'occasione giusta per fornirgli in maniera semplice le motivazioni circa le nostre scelte di vita.

Né abbiamo parlato un po' tra Maurizio e me, per aggiustare il tiro e adesso resta solo da trovare il momento proprizio.

Ancora riguardo a Emanuele. Sembra aver stretto amicizia con un compagno che ha qualche difficoltà nel parlare, e con un altro che gli altri tendono a escludere anche in modo pesante, con alcuni risvolti dubbiosi. Sembrava assumensse col primo la parte del tentatore, ma, approfondità la questione, credo si tratti solo di sana complicità. Forse lo inviteremo a casa.

Oggi è andato al primo incontro del corso per chirichetti.

Insomma, Emanuele è uscito già da un bel pezzo dal mio ventre, dove ha potuto formarsi il suo corpo e la sua psiche, ma a me sembra di non aver ancora smesso di assolvere quella funzione. Mi sembra che ancora io lo stia tenendo dentro, nel mio cuore, lì dove in tutta tranquillità può continuare a crescere e a formarsi.

Solo un piccolo pensiero prima di augurare a tutti voi, naviganti, la buona notte.

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la mamma

mercoledì 16 novembre 2011

Sono sul divano ad attendere che Maurizio termini il suo lavoro di falegnameria. Sera dopo sera, infatti, sta costruendo una cucina per Elisa e, siccome la sottoscritta gli ha messo purtroppo fretta con una sciocca battuta, sta prolungando un po' l'orario delle attività.

Ho letto il giornale, risposto ad alcune mail ed ora eccomi qui a raccontare una cosa che mi ha incuriosita e colpita.

C'era un pettirosso! così avrei aperto il diario di bordo ieri se la stanchezza e l'ora tarda non mi avvessero respinta, come una sorta di risacca, là, nel fondo delle idea dalla quale provenivo.

Nel nostro cortile, ieri mattina, c'era un pettirosso che zampettava tra le foglie non ancora raccolte in cerca probabilmente di un po' di cibo.

L'ho proprio notato. Mi capita, tra una faccenda e l'altra, di accostarmi alla finestra, appoggiare le mani sul termosifone tiepido e sbirciare fuori e così l'ho visto.

Ci ho fatto caso perché volevo proprio rendermi conto se si trattasse di un passero infreddolito dalle penne arruffate come tutti gli altri, o proprio di un pettirosso.

Ho considerato quasi un privilegio scrogere quelle piume vermiglie e un ricordo nostalgico si è affacciato, tornando su dal fondo più fondo di un baule dimenticato in un recondito angolo della stiva.

E' stata la mia maestra delle elementari infatti, più di trent'anni fa, a raccontarmi la leggenda di questo uccellino le cui piume si sarebbero irrimediabilemente macchiate nel tentativo di estrarre un spina dal capo martoriato di Gesù sulla croce.

Sono rimasta lì qualche istante a guardarlo becchettare, finché poi non l'ho perso di vista quando è andato a nascondersi tra i rami di un albero.

Il resto della giornata invece è stata tutto sommato inconcludente. Solo a sera, approfittando del fatto che avremmo cenato un po' più tardi a causa degli allenamenti di Emanuele, sono riuscita a recuperare stirando qualcosa.

Nel forno già era lievitata la pasta per la pizza e occorreva solo farcirla e cuocerla.

Elisa, che ci diverte con i suoi modi buffi di atteggiarsi, si sta svegliando presto e anche il pomeriggio non dorme un granché.

Balla, fa capriole, salta sul letto o sul pavimento e fa la lotta con Davide rischiando in ogni secondo di farsi male.

Il resto, più o meno, solita routine per cui, dato che mio marito mi è tornato vicino....

Buona notte naviganti.

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la mamma

lunedì 14 novembre 2011

Naviganti, la nebbia e il freddo sembrano aver avvolto ogni cosa.

Prima sono uscita per buttare la spazzatura e mi son ritrovata a dare il benvenuto all'aria gelida e all'inverno, non con dispiacere, ma quasi con una sorta di sommessa contentezza.

L'atmosfera è differente, come lo è il profumo dell'aria che cambiando annuncia l'avvicendarsi delle stagioni e il freddo, quando si fa rigido, costringe a cercare il calore altrove.

Ci si fa tutti più vicini, alla ricerca di un'intimità migliore. Condividere gli spazi, non potendo più per esempio usufruire del cortile, può essere faticoso, ma costringe a ripensare al modo di vivere le relazioni.

Questa mattina ho portato Davide a scuola e al rientro ho accettato il passaggio di un'amica, che poi si è fermata da me con suo figlio, più piccolo di qualche mese rispetto ad Elisa, a bere un bicchiere di latte e caffè: giusta ricompensa dopo aver pensato a tutta la famiglia lasciando in fondo sé stessi.

Per la prima volta ho dovuto rendermi conto di quanta grinta possieda la mia piccola femminuccia che, bandita ogni dolcezza, non ha per nulla rinunciato al suo giochino per lasciare che anche il suo amichetto, evidentemente interessato, ci si trastullasse almeno un po'.

E' proprio vero: non ci si può mettere contro una femmina.

Il resto della giornata è trascorso tranquillo. I miei due maschi non sarebbero rientrati se non verso le 17, per cui non c'era motivo di controllare continuamente l'orologio.

Rimaste sole, Elisa ed io, siamo salite e le ho dedicato il piacevolissimo momento della sua toilette quotidiana prima di dare avvio, in tutta calma alle faccende. Che pranzassimo alle 12 in punto, o mezz'ora dopo non avrebbe creato nessun problema, tant'è vero che siamo anche riuscite a stendere la biancheria.

Strano ma vero alle 13 già avevo acceso il ferro. Era presto per portare la piccola a riposare, così mi ha fatto compagnia un po' giocando e un po' guardando i "Teletubbies" in tv.

Non ha dormito poi molto, ma la cosa non mi ha creato particolari problemi, anzi. Le ho anche dedicato del tempo esclusivo sfogliando e guardando le figure di un libro per bambini e poi colorando, fino a quando abbiamo deciso di preparare la merenda in vista del rientro dei fratelli.

Sono arrivati poco dopo, infatti, decisi a rilassarsi davanti a un cartone più che a intrattenersi con me. Nonostante la cosa non mi piaccia, li ho lasciati fare per circa un'ora e poi ci siamo ritrovati nella stanza accanto, davanti al musical sulla vita di Padre Pio.

Elisa e Davide hanno giocato tra loro. Se non si indispettiscono a vicenda riescono a star davvero bene insieme.

Alla fine, riemerso dalla nebbia, è arrivato anche papà. Cena, qualche racconto del giorno appena trascorso e tutto come da routine.

Davide è crollato sul cuscino ed io mi sono intrattenuta col più grande a leggere qualche pagina di un libro per poi addormentare la più piccola.

Chissà! speriamo domani torni a splendere almeno un po' il sole che ieri illuminava così bene ogni cosa.

Per ora però buon notte e buon inverno.

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la mamma
Se ne va a quest'ora della sera quel po' di lucidità rimasta, ma alcune riflessioni ronzavano nella mente e davvero sarebbe un peccato non condividerle.

E' sceso nel frattempo il freddo, ragion per cui siamo dovuti ricorrere a giubbotti più pesanti, e anche ora son qui sul divano avvolta nella mia inseparabile coperta di pile.

Abbiamo trascorso una bella domenica, complice il sole  e il ritrovo con gli amici il pomeriggio. Anche coi bambini, dopo un sabato catastrofico per litigate, piagnistei e turbamenti vari, siamo stati bene.

La catechesi quest'oggi era stata anticipata al mattino, ragion per cui abbiamo potuto rallentare i ritmi nel primo pomeriggio. Sarà per quello che ho avuto del tempo per pensare....!

Va bé, è ironica la cosa. I miei pensieri in realtà non si fermano mai e girano sempre vorticosi nell'angusto spazio della mia mente.

Fatto sta che l'altra sera, in attesa del nuovo numero del settimanale "Famiglia Cristiana", leggevo quello vecchio e sono incappata in un trafiletto nel quale si parlava dell'importanza dei giochi come quelli in scatola, ma in un altro trafiletto parlavano di un gioco che credo un po' tutti abbiamo giocato da bambini: nascondino.

Così pensavo, e pensavo e pensando ho trovato il filo col quale son riuscita a cucire insieme diversi pensieri come riquadri all'uncinetto in un plaid.

Pensavo che sarebbe tremendo se un bambino riuscisse a farsi piccino, piccino per raggomitolarsi nel suo nascondiglio perfetto e rimanesse lì, in attesa di qualcuno e quest'attesa cominciasse a farsi lunga, fino a capire che nessuno più si era preoccupato di andarlo a cercare.

E' un gioco che anche i miei bimbi hanno fatto e fanno, prendendosi pure qualche sgridata per evitare che rischiassero di farsi male, ma ultimamente l'ho rivalutato perché l'ho visto con gli occhi della fede.

Quando uno ama uno dei sentimenti che nasce nel cuore è sicuramente l'ansia di sentirsi desiderato e cercato, e che grigiore e tristezza quando questo non succede o, dopo i primi momenti non succede più.

A mio avviso ci sono volte in cui anche Gesù si nasconde, e si nasconde dentro alle persone che amiamo, giusto per vedere se, quando succede loro qualcosa, quando sembrano scontrose o addirittura ostili, ci prendiamo la briga di andarle a cercare, perché, sotto quello strato di ostilità, secondo me, ci sono ancora loro e, soprattutto, c'è Lui!

Gesù si nasconde, anche nelle persone che la malattia sfigura, quelle che vien spontaneo dire che non riconosciamo più e così mi son chiesta se Maria avrà riconosciuto il volto di suo figlio in quello dell'uomo crocifisso che noi contempliamo nella sindone.

Neppure gli apostoli, i suoi amici più intimi, hanno saputo riconoscerlo quando è apparso loro risorto e rivestito di gloria.

Insomma, forse vale proprio la pena di allenare lo sguardo, per ritrovare chi amiamo e soccorrere in loro Gesù abbandonato.

Da otto minuti è lunedì, meglio ritirarsi...

Buona notte naviganti e buona settimana.

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la mamma

mercoledì 9 novembre 2011

Ancora pioggia. La mattinata è iniziata così, con me e Davide che camminavamo ciascuno sotto il proprio ombrello diretti a scuola cercando per di più di riparare anche lo zaino perché non s'inzuppasse.

Poi però il tempo meteorologico ha preso un corso diverso e a tratti sembrava persino che uscisse il sole, ma quando ho aperto la porta per accogliere Davide di ritorno (erano le 16.40 circa) di nuovo aveva iniziato a diluviare e stava pure tuonando.

Comunque sia, la settimana è iniziata in maniera abbastanza produttiva. Ho pulito due stanze, rimesso al loro posto le scatole del cambio di stagione e stirato nonostante Elisa continui a non dormire poi molto il pomeriggio.

Oggi a pranzo abbiamo avuto la compagnia di Emanuele ed è stata l'occasione per una bella e inaspettata chiacchierata. Questo, non so come, mi fa tornare in mente che ieri sera, invece, è scoppiata una lite furibonda tra i maschi. Differenza di opinioni sul cartone da vedere dopo che entrambi era rientrati stanchi dalla giornata scolastica.

Le reazioni sono state esplosive e lì per lì non ho trovato di meglio che spegnere la tv in modo che nessuno avesse la meglio, anche se, non so come, il grande rinfacciava al piccolo di averla sempre vinta. Uno digrignava i denti inviperito e l'altro piangeva come una fontana.

Ho lasciato che l'incendio si estinguesse e poi li ho presi uno alla volta cercando di farli ragionare su come avrebbe potuto risolversi in modo diverso la questione, ma... credo che durerà fino alla prossima.

Trovare il modo giusto di trasmettere i giusti valori non è semplice, a volte mi sento un mamma un po' priva di risorse, o soluzioni da tirar fuori dal cilindro. Ci sono i giorni che passano, le cadute dalle quali rialzarsi e qualche momento buono, senza illudersi di dover essere eletta nell'imminente: "mamma dell'anno!".

Per ora, naviganti, buona notte.

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la mamma

domenica 6 novembre 2011

Come tre gatti in un giorno di pioggia! così. Questo sembrano i nostri figli quando inseriamo nel lettore uno dei dvd dei musical che stiamo collezionando e si immobilizzano davanti allo schermo.

Escono con "Famiglia Cristiana" e raccontano storie di Santi o parti di storia sacra. Abbiamo iniziato col famosissimo "Forza Venite Gente" che racconta la vita di San Francesco d'Assisi dalla conversione alla morte.

L'hanno visto e rivisto tante di quelle volte da imparare a memoria tanto i brani musicali quanto le parti recitate e al momento della cena tutti e tre davano sfoggio della loro bravura suscitando in tutti noi un sano divertimento misto a stupore.

Anche Elisa, si, anche Elisa è una perfetta "Cenciosa", una delle protagoniste che simboleggia i poveri, e la imita nel momento in cui il padre di Francesco, dopo averla chiamata un paio di volte con modi bruschi e ricevendo una boccaccia per risposta, finalmente decide di rivolgersi a lei in modo gentile e gongolando si avvicina.

E ancora così, di sera in sera, abbiamo scoperto quanto fosse lacunosa la conoscenza del papà che esclamava interrogativo: "Ma quando hanno detto questo!? e quando è successo quest'altro!?" e dopo aver ricevuto delucidazioni si alzava da tavola per reinserire il dvd e ridare così avvio all'intero teatrino.

La sera della domenica, normalmente, è quella in cui ci concediamo questo momento di vera aggregazione stando tutti insieme davanti allo schermo per vedere almeno una parte dell'ultimo acquisto, ma ce ne sono alcuni che non abbiamo ancora scartato.

Poco fa è stata la volta della Vergine Maria.

Alcuni ritornelli rimangono più di altri nella mente così, come accade con qualsiaisi altra canzonetta, ti capita involontariamente di canticchiarli già a colazione o mentre si va o si torna da scuola, e dalla mente scendono nel cuore e nell'anima e qualcosa sicuramente cambia, qualcosa si trasforma in noi.

Canti e riguardi con gli occhi della fede luoghi e momenti visti e rivisitati più volte, ma mai totalmente conosciuti.

Quanti strascichi ha lasciato in noi, per esempio, la storia di San Francesco! profondi quanto il nostro innamoramento per Assisi, che sicuramente rivisiteremo ancora con uno sguardo più sincero.

Adesso è ora di chiudere, si avvia al termine questa domenica piovosa, ma tranquilla. Una domenica di riposo come da tempo non capitava, quel riposo di cui si ha bisogno per affrontare con energia la settimana che inizia.

Buona notte naviganti e buona navigazione.

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la mamma

sabato 5 novembre 2011

Oggi piove. Benedetta pioggia!

E' il primo sabato da quando è iniziata la scuola che riesco a trascorrere serenamente, senza far correre i pensieri a ciò che dovrò fare appena terminata la colazione e a come riuscire a portare a termine tutto.

Si prospetta un fine settimana tutto sommato tranquillo, normale. Messa al mattino e catechesi per Emanuele e Davide nel primo pomeriggio, ma nulla di più. Sul fornello campeggia il pentolone dentro il quale già abbiamo cotto un cotechino e una salamella che domani gusteremo per pranzo con polenta e delle verze.

Finalmente è arrivata la prima di una serie di cassette con verdura invernale, frutto di un progetto che ci assicurerà ortaggi biologici con scadenza quindicinale per tutta la stagione. Tanto ieri per cena, quanto oggi per pranzo quindi abbiamo preparato due insalate tanto per gradire, oggi arricchita con tonno e noci.

I bambini, tranne qualche inevitabile screzio, sono stati tutto sommato tranquilli. Mi è sembrato davvero strano fare ogni cosa con una calma straordinaria, godermi Elisa seduta sulle gambe mentre leggevo un paio di articoli sul giornale dopo la colazione e le preghiere.

Nessun: "Dai, sbrigati! non c'è tempo! muoviti!", o altre similari espressioni hanno intercalato le attività della giornata.

Dopo pranzo e i suoi compiti da ultimare Davide ha aiutato papà in un lavoro di falegnameria del quale è meglio che vi parli lui. Io ho stirato giusto quattro cose e steso le lenzuola.
Poi merenda tutti insieme ed è iniziata la rotazione per fare il bagno e lavare i capelli.

La pioggia ha provocato anche l'annullamento della partita di pallone di Emanuele all'oratorio e questo ha grandemente contribuito a rallentare i ritmi di tutti noi e a regalarci una tranquilla giornata tutti insieme.

Quanto mi mancava un sabato così!

E' arrivato il papà, reduce anche lui dal suo bagno rilassante.

Vedremo un po' domani come andrà.

Buona domenica naviganti e buona notte.

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la mamma

lunedì 31 ottobre 2011

Giornata davvero tremenda! tremenda davvero se si considera che se avessi scritto il giornale ieri sera avrei iniziato in tutt'altro modo, scrivendo di quanto sono belle quelle sere della domenica in cui so che il giorno dopo tutti saremo a casa.

Qualcosa invece s'è messo di traverso fin da subito. Sapendo di avere il lunedì a disposizione con Maurizio già da tempo avevamo programmato di approfittarne per acquistare nuove paia di scarpe per lui e la sottoscritta, ma i maschi non erano d'accordo con quanto deciso.

Nonostante non ci siamo svegliati tardi, cosa che ci avrebbe consentito di affrontare l'uscita con la massima calma, ho perso il conto delle volte che ho dovuto ripetere loro di vestirsi.

Lele è rimasto con la nonna per avere la possibilità di fare i compiti e Davide chiedeva di poter rimanere anche lui. Permesso negato e per affrontare la noia che gli provocava la situazione non ha trovato di meglio che rincorrere sua sorella fra gli scaffali dell'esposizione.

Rientrati è stato un problema metterli a tavola, non farli litigare, e poi, e poi, e poi... fino a sera che ancora le corde vocali ci fanno male.

In momenti come questo sembra che nulla sia rimasto degli sforzi fatti, del cammino percorso per arrivare fin qui, di un briciolo di armonia che prima esisteva e poi pensi che l'unica cosa da fare è archiviare l'accaduto, cercare col lumicino quel bene che c'è stato e ricominciare da capo.

Ieri invece è stata una giornata molto intensa, ma migliore. Avevamo un incontro che ci impegnava in oratorio e ci siamo fermati per pranzo. I bambini hanno giocato con altri bambini e quando, intorno alle 14, siamo rientrati, loro si sono fermati da amici.

Ho steso le maglie della squadra di calcio di Lele che, per il passaggio del turno, dovevo lavare e stirato un po'. Prima delle 16 siamo di nuovo usciti per riprendere almeno Davide e con lui partecipare a un compleanno di nuovo in oratorio.

La sera eravamo sfiniti, ma contenti.

Il sabato pomeriggio ho cucinato preparando i tipici dolcetti dei morti e delle lasagne il tutto con la presenza di Elisa che con un cucchiaio da minestra staccava pezzetti dalla pasta per mangiarseli, mentre tentavo di stenderla con il matterello.

Da quando ha avuto il raffreddore non son più riuscita a darle orari regolari e questo sta creando qualche problema, ma andiamo avanti.

Per il momento meglio aggiornarsi a domani se pigrizia o stanchezza non l'avranno vinta, come ultimamente spesso accade, sulla mia volontà.

Buona notte naviganti
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la mamma

martedì 25 ottobre 2011

Mio marito mi ha appena portato il pc con la scusa che deve terminare gli appendini progettati per la cameretta dei bambini, ma... io non ho molte idee.

Incredibile ma vero ero già seduta sul divano avvolta nella mia copertina di pile che ancora non erano scoccate le 22.

Credo sia proprio questo il problema, il fatto che la mia testa lavora meglio quando sono sotto pressione.

Quella appena trascorsa, eliminando l'evento pioggia, è stata una giornata tutto sommato tranquilla, senza troppi affanni.

Elisa ci ha annunciato il suo risveglio piangendo già alle 7, così l'abbiamo dovuto portare in cucina assieme a noi ancora mezzo addormentata.

Poi sono arrivati anche i maschietti, prima Davide, che essendo aiutato da Maurizio scende prima e poi anche Lele. Dopo aver bevuto la loro tazza di latte si son posizionati ciascuno in una stanza diversa ad armeggiare coi Lego nuovi in attesa dell'ora di uscire per andare a scuola.

Domenica abbiamo festeggiato infatti, e sono arrivati nuovi giochi, tanto che lunedì sembrava il giorno di Santa Lucia. Davide due sabati fa ha raggiunto il traguardo dei sei anni ed Elisa raggiungerà quello dei due la prossima domenica.

Ho trascorso il sabato in un modo che solitamente ritengo piacevole: preparando dolci.

Maurizio è uscito alle 14 per portare Lele alla partita di pallone, fortunatamente giocata in casa e siamo riusciti a convincere Davide ad aggregarsi. Valida alternativa a rimanere davanti ai cartoni animati. Già si lamentava di non saper che fare.

La sorella ha dormito pochissimo e così, lei ed io, ci siamo ritrovate entrambe in cucina con le mani in pasta.

Ha pigiato le formine dei biscotti nella frolla e le ho lasciato l'ultimo ritaglio per giocare un po'. Ha provato e riprovato a metterci dentro le dita lasciando le impronte concave dei suoi polpastrelli e poi... e poi ha pensato bene di mangiarsela.

Ho infornato una prima parte di biscotti lasciando la restante sul tavolo ad attendere il momento della cottura e quando la tipa ha terminato di mangiarsi la sua parte di pasta cruda, zitta, zitta, approfittando di un mio breve allontanamento, s'è presa una "stella" e già stava per farne scempio.

Il cielo ha voluto che riuscissi a fermarla in tempo.

Per lei sono finalemente arrivati i giochi "da femmina", quelli che ho sempre sognato per poter condividere con lei piacevolissimi momenti, momenti da donna a donna, quelli che il papà già da tempo condivide con Emanuele e Davide.

L'evento più importante della domenica, comunque, non è stato la festa, ma la caduta del primo dentino di Davide.

A pranzo abbiamo scoperto che dondolava e alle sedici già, senza alcun trauma, l'aveva tolto. Immancabile il passaggio della fatina dei denti che ha lasciato la sua bella monetina.

In vista ci sono le mini vacanze per Ognissanti e vedremo come trascorre al meglio questa giornate dando il giusto posto alle celebrazioni.

Nel frattempo, dato che non riusciamo, per evidenti motivi di famiglia, a partecipare quotidianamente alla Messa e alla novena in Chiesa, ho deciso di proporne loro una "formato famiglia" scaricata prontamente dalla rete e riadattata alle nostre esigenze.

Sembra piacere...

Questo è quanto... quanto riesco per ora a dire, perché di riflessioni avrei a dire il vero colme le stive del vascello ma... pian, piano condividerò con i mei fidatissimi naviganti.

Per ora, come direbbe Elisa, "Buona nanna".

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la mamma

giovedì 20 ottobre 2011

Giorni un po' vorticosi. Si tenta di evitare l'azione di risucchio dei mulinelli e molto difficilmente si resiste.

Devo purtroppo confessare nuovi momenti d'affanno. La scorsa settimana non sono nemmeno riuscita a fare il pane, abitudine settimanale nella nostra famiglia ormai da diverso tempo e ieri sera ho rinfrescato il lievito per evitare che morisse nel frigorifero.

Stasera quindi non poteva mancare la piazza sulla nostra tavola, accompagnata dall'ultima bottiglia di birra della precedente produzione.

In questo periodo è inevitabile dover affrontare il cambio di stagione che sto facendo ad una velocità supersonica selezionando velocemente cosa tenere e cosa scartare. Ho finito giusto ieri con il guardaroba di Lele e Davide in attesa che la lavatrice restituisca gli ultimi indumenti estivi da sistemare nelle scatole, permettendomi così di impilarle di nuovo al loro posto.

Tutto pronto insomma per attaccare coi cassetti di Elisa.

La scorsa settimana Davide ha compiuto sei anni, ma lo festeggeremo degnamente solo domenica per unire al suo anche il compleanno della sorellina.

Nel frattempo condividono un raffreddore potente che nemmeno i ripetuti aerosol sono ancora riusciti a smorzare.

Si, sono un po' così le cose in questi giorni. Vorticose quasi da non lasciarmi il tempo di pensare, ma il desiderio è di tornare a racconti più calmi e puntuali della nostra vita di famiglia.

Buona notte naviganti

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la mamma

mercoledì 19 ottobre 2011

Eccoci di nuovo, dopo una settimana esatta dopo aver riposto il "mosto" a dimora nella nostra cantina ed aver controllato periodicamente che dal gorgogliatore fuoriuscisse l'anidride carbonica prodotta dai lieviti (segno evidente che il processo di fermentazione è avviato), siamo giunti alla fase di imbottigliamento.
Prima di tutto dobbiamo procedere con la sanificazione (con la solita soluzione di acqua e metabisolfito di potassio) delle bottiglie.

Importante, prima dell'imbottigliamento, è il travaso del "mosto" in un secondo fermentatore (anch'esso sanificato con il metabisolfito sciolto in acqua) allo scopo di eliminare parte dei lieviti che nel frattempo si sono depositati sul fondo e fornire un ulteriore carica di zucchero ai lieviti rimasti in sospensione al fine di aggiungere la caratteristica schiuma alla birra.

Le bottiglie, una volta riempite e tappate, verranno riposte in cantina per altri 10-15 giorni per garantire la seconda ed ultima fase di fermentazione.
A quel punto è possibile stappare la prima bottiglia, anche se si consiglia di mantenere ancora qualche mese la birra a riposo (dicono che migliora il gusto...).

Non ci resta che attendere e mi riprometto di scrivere un Post al primo assaggio.

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il papà

martedì 11 ottobre 2011

Molto si stupiscono quando mi capita di raccontare che in casa nostra produciamo la birra artigianale (vedi i Post contenenti la parola "domozimurgo") e di solito la domanda che mi sento rivolgere è sempre la stessa: "ma come si fa la birra in casa?".

Ora, lungi da me scrivere un "trattato" sull' Homebrewing (l'arte di produrre la birra in casa), per questo in rete sono disponibili parecchie guide pratiche molto complete e sicuramente scritte da persone più autorevoli di me.

Il tentativo in questo mio Post è quello di raccontarvi, senza tante pretese, come ho passato la prima parte della mattina di Sabato scorso (dalle 7:30 circa fino alle 9:00) alle prese con la preparazione della nostra terza produzione di birra artigianale.

Prima di tutto è importante SANIFICARE tutto gli strumenti che verranno a contatto con il mosto (così viene chiamato il preparato di malto, ovviamente prima che diventi birra) con una soluzione di acqua e potassio metabisolfito. La pulizia è importante per evitare di introdurre batteri che potrebbero rovinare la fermentazione della nostra bevanda.


Passo successivo è quello di far intiepidire a bagnomaria la latta contenente il composto di malto e luppolo (acquistabile in Internet dai siti specializzati) e contemporaneamente portare ad ebollizione circa 2,5-3 litri di acqua.


Nel frattempo dobbiamo pesare il "combustibile" per i lieviti che aggiungeremo al termine. Questa volta ho optato per 450gr di malto e 550gr di zucchero bianco.


Una volta  che l'acqua bolle, si spegne il fuoco e si riversa dentro il composto della latta e lo zucchero+malto.


Quando si è sciolto completamente lo zucchero+malto si deve procedere con il raffreddamento del composto  (ho utilizzato allo scopo delle mattonelle refrigeranti)


Ultimo passaggio, mettere il mosto nel fustino per la fermentazione aggiungendo acqua fino a raggiungere i 23 litri indicati sulla confezione e aggiungere la bustina di lievito. Lasciare idratare per 15 minuti il lievito e mescolare con energia il tutto.


Come vedete la schiuma  promette bene...
 

Chiudere con l'apposito tappo + gorgogliatore, riporre il fustino in cantina e attendere che i lieviti consumino gli zuccheri disciolti per produrre alcol e anidride carbonica.

Ecco fatto!

La prossima puntata è l'imbottigliamento e ci sarà da divertirsi... :-)

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il papà

giovedì 6 ottobre 2011

Navigando il nostro vascello lascia la sua scia e guardandosi indietro ancora la si vede spumeggiare sulla superficie dell'acqua.

Così, tra i recenti ricordi, rilevo le tracce che hanno lasciato sul cuore le emozioni.

E' bellissimo poter accompagnare Davide in questa sua nuova esperienza da scolaro. E' bello percorrere mano nella mano con lui il tragitto da casa a scuola nonostante non siano ancora finiti i piagnistei, soprattutto i giorni in cui sa che non ritornerà a casa per il pranzo.

Oggi leggeva la sua scheda di vocali tenendo il segno con il dito ed era quasi come quando assisti a certe immagini pubblicitarie che per convincere ad acquistare un prodotto inteneriscono.

Le difficoltà maggiori gli derivano dal suo carattere a volte un po' schivo. Non so di cos'abbia paura... coi compagni sembra andare d'accordo, anche se certamente non sarà sempre tutto un idillio, le maestre gli vogliono bene e non appena si presenta l'occasione lo gratificano.

Penso proprio sia solo questione di tempo, il tempo che gli servirà (che potrebbe essere molto) per prendere fiducia in sé stesso.

Oggi intanto li hanno portati in campagna a scoprire il territorio in cui vivono e hanno chiesto aiuto alle mamme per gestirli durante la camminata che prevedeva il passaggio su una strada trafficata.

La maestra in classe ha fatto notare, partendo dalla loro esperienza delle vacanze, che noi abitiamo in un ambiente pianeggiante, che si chiama Pianura Padana e ha mostrato loro alcune coltivazioni tipiche di queste zone (riso, mais...).

Io, con l'aiuto di una vicina e della nonna che si sono prestate a stare con Elisa, ho dato la mia disponibilità e ho così potuto partecipare a questo momento e godermenlo fino in fondo.

Apprezzo tanto le campagne dell'Umbria quando abbiamo l'opportunità di trascorrervi qualche giorno e ammirare la brillantezza di tutte le tonalità di verde, ma anche la nostra, proprio a un tiro di schioppo da casa nostra, ha le sue bellezze e le sue brutture.

Ci siamo fermati ad ammirare dove il nostro fiume taglia i campi col suo ramo morto costeggiato da una folta alberatura che in passato, per quanto era pulita l'acqua, veniva chiamato "mare dei poveri", e la maestra l'ha ricordato usando la tipica espressione del nostro dialetto.

Peccato mortale l'inquinamento derivato dall'era industriale e... dall'inciviltà. Sul ciglio abbiamo trovato infatti diversi sacchetti di immondizia e persino un divano.

Poi la passeggiata è proseguita, ci siamo addentrati in un campo dove i contadini avevano preparato le balle di fieno per gli animali, e i bambini si sono divertiti a raccogliere da terra quel che restava e a sentirne l'odore. Che esperienza!

Siamo poi passati tra i muri ormai cadenti di un'antica e bellissima cascina, la cui architettura incanta ogni volta che ci si trova a passarci in mezzo. Non si può non notarla, situata com'è all'imboccatura di uno degli ingressi in città.

Le maestre han fatto notare ai bambini la fantasia con la quale sono state composte le greche coi mattoni che riempiono le ampie finestre, e l'armonia generale delle linee. E' davvero un incanto.

L'ultimo tratto abbiamo proseguito per una strada sterrata, finalmente lontano dalle macchine, ma costeggiata da un ampio pericoloso fosso, lungo gli argini del quale abbiamo potuto notare le tane (vere e proprie e impressionanti voragini) scavate dalle nutrie.

Hanno raccolto menta, mais, soia e una pianta della quale ancora devono indagare il nome.

Adesso è tardi e devo bruscamente interrompere.

Non appena avrò occasione terminerò il racconto con qualche altro commento e cose sugli altri membri della famiglia e dintorni.

Buona notte naviganti, continuate a seguire la scia bianca!

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la mamma

giovedì 29 settembre 2011

Non so più se stiamo navigando per l'Oceano sconfinato, o per il lago di lacrime che Davide versa ogni mattina che sa di dover rimanere a scuola fino alle 16.30.

Non ha fatto eccezione nemmeno questa mattina e la cosa è stata aggravata dal fatto che sua sorella piangeva dall'altra parte per non voler rimanere con la adoratissima vicina di casa.

Lele è uscito a prendere il pulmino cinque minuti prima del solito perché non sopportava il piagnisteo di suo fratello e minimizzava tutto.

Quando sono passata dalla fermata con Davide, che un po' si stava calmando perché lo stavo facendo giocare a indovinare l'iniziale delle parole, se n'era già andato.

Alle 8.30 il mio primino è stato inghiottito dalla portineria della scuola gremita di bambini vocianti mano nella mano al miglior amico di Emanuele, che per la seconda mattina di seguito si è mostrato davvero gentile, e l'ho ritrovato all'uscita con un sorriso smagliante stampato sul volto.

Era stato gratificato dalla maestra per aver portato a termine tutto il lavoro e a cena ci ha cantato la compilation delle canzoni imparate in questi giorni dimostrando di avere una memoria da elefante.

Ha già portato a casa i quaderni un paio di volte e ieri ha letto gruppi di vocali per compito come uno studente consumato.

La giornata, comunque, è prosegita per il meglio. Il sole era ancora estivo e la cosa ha contribuito a tener su il morale.

Siamo stati dalla nonna per il consueto giovedì. Elisa ha dormito purtroppo poco, ma nonostante questo sono riuscia a stirare la cesta di panni che mi son portata nel bagagliaio dell'auto assieme alla borsa dei pannolini e alla sacca con il cambio per Lele che in serata avrebbe avuto gli allenamenti.

Elisa... passerei ogni minto a fotografarla per le cose strane che fa con quell'espressione a metà fra il furbo e il compiaciuto! L'altro giorno, mentre sfaccendavo, s'è sistemata sul letto di Davide. S'è coperta le gambe col lenzuolo, s'è sdraiata con la testa ben appoggiata al cuscino e in questa posizione ha iniziato a sfogliare un libretto.

Oggi ho avto l'occasione di vedere per un poco le mie nipotine e mia cognata e di scambiare quattro chiacchiere con mia mamma.

Domani è venerdì e il fine settimana non si preannuncia male. Riprenderà la catechesi per i ragazzi, Davide vivrà un seconda prima volta e noi avremo il primo incontro del grppo famiglie, ma sono appuntamenti quasi desiderabili.

Forse riuscirò anche a vedere i miei fratelli, ma per ora...

buona notte naviganti

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la mamma

mercoledì 28 settembre 2011

Lo scudo medievale (2)

Mostrando il nostro Blog a dei nostri amici, mi sono accorto di non aver ancora pubblicato un Post riguardante il secondo scudo medievale di nostra produzione (dall'idea del disegno alla realizzazione).

Tutto ha avuto inizio parecchi mesi fa, quando ho chiesto al mio secondogenito Davide di scegliere un tema per il suo nuovo scudo. Come al solito ci siamo messi davanti al portatile connesso ad Internet ed abbiamo cercato qualche immagine che ci potesse ispirare.
Davide ha scelto uno stemma araldico con un leone rampante che si prestava bene ad essere trasformato anche in uno scudo.

Abbiamo quindi recuperato il materiale necessario (legno compensato, colori acrilici, etc.) ed abbiamo iniziato con tanta calma a progettare e a pensare le migliori tecniche da utilizzare per la sua realizzazione.

Davide ha partecipato a colorare parti dello scudo e devo dire che ha seguito tutte le fasi della lavorazione, tanto che appena tornavo a casa mi chiedeva a che punto fosse il suo scudo :-)

Abbiamo creato il profilo per renderlo simile ad un vero scudo (abbiamo anche aggiunto nella punta inferiore una conchiglia per abbellirlo ulteriormente), aggiunto delle cinghe posteriormente per garantirne la presa ed ecco fatto!


Lascio a voi giudicare il risultato...

Alla prossima (abbiamo già in cantiere una spada medievale).

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il papà

martedì 27 settembre 2011

Quasi ci siamo riusciti a navigare.

Ieri, complice la splendida giornata di sole ancora estivo, siamo stati a trovare una coppia di amici di lunga data che ha scelto di vivere poco distante dalle rive del Lago di Garda.

Essendo riusciti ad incastrare diverse incombenze durante il sabato, siamo partiti intorno alle 9.30 per arrivare alle 11.

Lungo la strada non abbiamo incontrato traffico e il viaggio è filato via liscio. Elisa ha schiacciato un pisolino e Davide e Lele hanno ammazzato il tempo ascoltando musica. Anche Maurizio ed io abbiamo un po' approfittato dell'occasione per chiacchierare tra noi.

Non appena arrivati siamo stati accolti dall'abbaiare dei cagnolini di questi nostri amici e non so come, i nostri bambini hanno subito socializzato con loro e col dondolo posizionato sotto un bel pergolato.

I saluti, l'aperativo, i primi scambi di battute, una sosta obbligatoria al bagno e poi siamo saliti su un'altura dalla quale si godeva la vista sul Lago. C'era il tavolo, ma non le panchine così abbiamo apparecchiato con tutto ciò che c'eravamo portati dalle rispettive abitazioni e ci siamo arrangiati a mangiare un po' in piedi, un po' seduti sull'erba.

Elisa, comodamente seduta sul suo passeggino, ha onorato la cucina mangiando più del consueto.

Poi siamo saliti in cima alla rocca percorrendo una passatoia a strapiombo sull'acqua, ma la vista era mozzafiato.


Dato che il caldo era a dir poco fastidioso siamo scesi a riva e i bambini hanno potuto bagnarsi i piedi e tirar sassi nell'acqua mentre noi, seduti sulla ghiaia, ci siamo confrontati su diversi temi.

Quando il pomeriggio volgeva ormai al termine abbiamo dovuto interrompere i giochi di Davide che in perfetta autonomia aveva stretto amicizia con un suo omonimo e altri bambini e nemmeno si sognava di venirci a cercare.

Siamo tornati a casa loro e abbiamo terminato di mangiare gli avanzi del pranzo in perfetta armonia gli uni con gli altri.

Davvero, non ce ne saremmo più andati.

Un po' di traffico al ritorno ma per le 22 i bambini erano tutti a letto.

Questa mattina... sorpresa! crisi di pianto di Davide che non voleva andare a scuola. Non ha smesso di piangere per tutto il tragitto e una volta arrivati a destinazione ha dovuto venirci incontro la bidella perché non riuscivo a staccarlo da me.

eh! adesso la nostra serie tv è finita e non mi resta che augurare a tutti voi buona notte.

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la mamma

mercoledì 21 settembre 2011

Sono già diversi giorni che non scrivo, e mi piacerebbe davvero tornare ad essere più costante.

L'inizio delle scuole ha portato con sé tante novità e pian piano stanno riprendendo anche le attività parrocchiali, ragion per cui su più fronti si organizzano riunioni per la programmazione.

Elisa però, credo a causa del cambio di stagione, non ci sta lasciando molto tranquilli. Nonostante stia bene in salute, durante la notte si sveglia piangendo e la mattina scende in cucina con noi alle sette.

Questo è un vantaggio perché quando rientro dopo aver accompagnato Davide sono già pronta per le attività domestiche, ma non riesco più a trovare uno spazio di preghiera personale e la cosa comincia a mancarmi.

Se solo tento di recuperare la piccola mi si arrampica in braccio rendendo impossibile ogni tentativo di raccogliemento e quindi ripiego sul rosario appena possibile.

Davide racconta sempre molto di ciò che fa a scuola. Stanno imparando le vocali e già iniziano a scrivere, copiando dalla lavagna, le prime parole. Sembra molto interessato. Mentre percorriamo il tragitto casa - scuola gioca a indovinare l'iniziale delle parole e quando esce, nonostante sia contento, mi dice di aver fatto un bel po' di fatica.

Il suo problema è la resistenza. Quando ci sono schede da colorare difficilmente le porta a termine, proprio come accadeva all'asilo, ma la scuola è la scuola. Qualche volta ci ha confidato che è scappata pure qualche lacrimuccia, anche se la maestra non l'ha ripreso.

A tavola abbiamo affrontato nuovamente il discorso alla presenza del papà, cominciando dal mettere in risalto le positività, come il fatto che con un po' di sforzo riesce a vincersi e ad alzarsi dal letto per tempo la mattina. Davvero notevole per un bambino che ama dormire.

Così ho cercato di fargli capire che come al mattino riusciva a vincere nella gara tra sé stesso e la fatica, così poteva essere anche a scuola.

Mentre camminiamo cerco sempre di incoraggiarlo, dicendogli che è davvero un bravo scolaro e che se continua così riuscirà sicuramente a realizzare il suo sogno di diventare dentista.

Ha proprio bisogno di un'iniezione di fiducia, anche per superare la malinconia che ogni tanto lo prende dopo avermi lasciato.

Emanuele invece ieri è tornato a pranzo con un compagno di classe ed è stato un piacere ospitarlo. Credo sia davvero una buona compagnia per lui, l'ho sentito ridere e divertirsi in modo sano e sembra che anche i compiti in due siano stati fatti meglio e un po' più rapidamente.

Spero proprio di ripetere presto l'esperienza. Continua anche a giocare a pallone e per il momento il divertimento sembra assicurato. E' quello che volevo, un momento in cui potesse rilassarsi e divertirsi senza pensare ad altro.

Questa mattina intanto è uscito arrabbiato. Conta i cereali come Zio Paperone conta i dollari e si arrabbia se i suoi fratelli né consumano più di una certa quantità, accampando la scusa di un costo eccessivo.

E' proprio strana questa cosa, ma io comincio a pensare che sia legato a qualche ricordo delle vacanze di Assisi del quale è geloso e nemmeno lui sia stato ancora capace di vedere chiaro nelle proprie emozioni.

Ne parlerò con Maurizio e vedremo di aiutare anche lui.

Forse domenica avremo la possibilità di andare a trovare una coppia di amici. Vedremo se il sole e le temperature ci assisteranno....

A presto naviganti

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la mamma

venerdì 16 settembre 2011

Con oggi è finita la prima settimana di scuola e sulle vele del vascello soffia più che mai il vento delle novità.

Davide è come se stesse lentamente decollando e ogni giorno torna contento, carico di tanti nuovi racconti che poi dispensa quasi centellinandoli fino all'ora di cena, momento in cui dà il meglio di sé.

Racconta dei giochi che le maestre si inventano per insegnargli le vocali, le elenca, è già pronto ad andare da un compagno nuovo a giocare, colora schede e le matite sono sempre in bell'ordine nell'astuccio (novità assoluta per noi!) e soprattutto esclama: "E' proprio bella questa scuola!".

Anche per me è proprio bello vivere questa avventura accanto a lui e partecipare delle sue emozioni. E' anche bello poterlo accompagnare e andare a riprenderlo. Sembra che l'organizzazione che ho architettato, alternando viaggi a piedi e in macchina, stia in piedi, almeno per ora che ancora non fa freddo e comunque finché anche lui non sarà pronto per prendere il pulmino con suo fratello.

Ogni mattina ci sono mamme con cui scambiare quattro sane chiacchiere prima di iniziare con la solita routine.
Anche Lele ha già iniziato, ma il suo decollo è stato un po' più rapido. Essendo all'ultimo anno della scuola elementare le maestre già hanno iniziato ad assegnargli pagine di ripasso dai testi dell'anno precedente.

La novità che lo riguarda è che ha inizato gli allenamenti di calcio, sport che ha scelto in sostituzione del judo. Torna stanco, ma contento e dicendo di essersi divertito e l'ambiente sembra proprio buono.

Domenica verrà celebrata una Messa in oratorio per tutta la società sportiva. Ci si fermerà a pranzo e nel pomeriggio sono programmate delle partite.

Ammetto che sono stata sempre molto restia a questo genere di sport per gli aspetti di competitività spinti all'eccesso e per gli impegni che comporta. Allenamenti due volte la settimana e poi al sabato partita. Gli orari però sembrano decenti. I giorni previsti combaciano con quelli in cui torna per pranzo, così, se si impegna, riesce a gestire anche lo studio e quando rientra sono le 19.30 e non le 20.30. Il che significa che riusciamo a mettere tutti a letto per tempo.

Elisa... è sempre Elisa. Vorrei riuscire a toglierle il pannolino e non sarebbe neppure cosa ardua se solo riuscissi a rimanere in casa per una settimana per poter essere costante.

Altre cose poi si sono messe in mezzo questa settimana, riguardano incontri con tante persone diverse, ma non riesco a raccontare tutto per cui per ora..

Buona notte e, nel caso non riuscissi più a scrivere, buon fine settimana.

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la mamma

lunedì 12 settembre 2011

Mi sento proprio bene e non avrei mai pensato di dirlo al termine di una giornata vorticosa come quella di oggi.

Sono iniziate le scuole e io ho passato gli ultimi giorni a etichettare quaderni, pennarelli, pastelli, matite, temperini, qualsiasi cosa passerà nella mani dei miei figli per i prossimi nove mesi è, da quest'anno, moltiplicato per due.

Sono serena e fiduciosa riguardo il futuro nostro e dei nostri bambini, ma il caldo ancora soffocante e l'energia che stiamo spendendo "per ingranare" mi hanno veramente sfinita.

La giornata è iniziata davvero molto presto, dopo una domenica trascorsa quasi interamente fuori casa. Siamo stati a pranzo da mio fratello e poi a cena da amici. Non è stato possibile passare nemmeno la serata in tranquillità, come avrei desiderato, per preparare lo spirito all'apertura delle scuole.

Tutti eravamo un po' agitati e ognuno di noi ha manifestato a suo modo il proprio stato d'animo. I bambini in particolare, nonostante la stanchezza accumulata ieri, erano svegli già alle 7. Svegli e ciarlieri già di primo mattino, tanto è vero che con Maurizio, rimasto a casa su mia richiesta per l'occasione, con difficoltà siamo riusciti a recitare le lodi.

Dopodiché la macchina delle attività previste fino a sera si è messa in moto. Siamo stati a portare a scuola Lele che inizia ormai il suo ultimo anno alle elementari. L'abbiamo accompagnato in classe come consuetudine il primo giorno e le maestre, dopo i saluti, ci hanno brevemente aggiornati circa le novità.

Uscendo e percorrendo il tragitto a piedi per tornare a casa ci siamo fermati in banca ad acquistare quattro blocchetti di buoni mensa e per le 9.30, puntuali con il programma, eravamo nel cortile della scuola di Davide dov'era stata organizzata una bellissima festa d'inizio anno con tutti gli alunni, il corpo docente, la dirigenza e le autorità.

L'hanno denominata "Festa delle bandiere" e a nostro avviso è stato un bel modo di accogliere i bambini. Davide era sereno, in parte ansioso di iniziare e di entrare in classe e in parte intimorito da ciò che lo attendeva.

Quando ce ne siamo andati, dopo che anche le sue maestre hanno distribuito a loro volta modulistica e informazioni dandoci poi appuntamento per una riunione nel pomeriggio, ci ha salutati con un bel sorriso.

Siamo risaliti in macchina nonostante il caldo e le proteste di Elisa un po' stranita per quel che le accadeva intorno e per essere stata buttata già dal letto in anticipo rispetto al suo solito e siamo passati in municipio per la richiesta di un certificato occorrente per l'iscrizione di Emanuele a calcio.

Di nuovo a casa ho preparato la tovaglia per il pranzo, predisposto la pentola con l'acqua per la pasta sul fornello, fatto i letti, mi sono lavata e cambiata la maglietta e poi via di nuovo a riprendere il nostro remigino la cui uscita era prevista per le 12.

Non appena ci ha visti ha esclamato a gran voce, provocando una risata in tutti i presenti: "Oggi non ho fatto proprio un bel niente!".

E questo credo sia il ricordo più sincero dell'intera giornata che conserverò nella memoria.

A casa di nuovo, preparando pasta e poi le freselle, abbiamo atteso che papà rientrasse con Emanuele. Il suo istituto, essendo più vicino, permette che lo si vada a prendere più facilmente a piedi, anche per evitare di impazzire cercando un parcheggio!

Dopo pranzo Maurizio è stato di nuovo in banca per questioni a cui non si riesce mai a dedicare tempo, Elisa ha dormito, Lele e Davide han guardato un po' i cartoni e io ho proseguito col preparare il materiale scolastico.

Per le quattro abbiamo accompagnato i bambini dalla nonna e siamo stati di nuovo alla scuola di Davide per la riunione di inizio anno in cui vengono fornite tutte le informazioni organizzative. Siamo usciti storditi più che mai dalla stanchezza e dal gran caldo e, approfittando della gentilezza della nonna, abbiamo terminato di acquistare copertine e l'occorrente ancora mancante.

Forse c'è stato del nervosismo di troppo in tanta concitazione e avremmo potuto o dovuto goderci di più il momento, ma davvero meglio di così non avremmo potuto fare e la serenità che avverto ora mi rassicura molto circa il fatto di aver vissuto questa giornata irripetibile al meglio.

Spero proprio che sia un buon anno scolastico per i nostri bambini e per tutti coloro che a vario titolo sono coinvolti nella scuola.

Ora, essendo terminato il tempo estivo, quasi sicuramente non riucirò più a scrivere post al mattino, e dovrò ritornare all'attività serale, per cui torno ad augurare a tutti voi, miei naviganti, una buona notte.

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la mamma

martedì 30 agosto 2011

Mi sono resa conto che è già qualche giorno che non scrivo. Il tempo vola, altre incombenze si affollano ed è facile rimanere indietro.

Forse anche perché di avvenimenti straordinari non se sono accaduti poi molti e quindi di che scrivere?

Sto cercando di togliere il pannolino a Elisa, che mi sembra già in grado di contenersi, ma dopo i primi successi raccolti ora sembra di tornare indietro. In fondo non ha ancora due anni, quindi, almeno su questo fronte posso procedere con la dovuta calma.

Davide ed Emanuele hanno ripreso le loro scaramucce e non sempre mi sembra di riuscire ad essere giusta nei loro confronti. Lo scorso giovedì, ultima data di pubblicazione del post, poco prima dell'ora di pranzo sarei voluta tornare indietro (stavo per strada per andare dalla nonna) e riaggiornare subito il diario.

Davide si era fatto invitare a pranzo da alcuni miei zii, uno dei quali, essendo appassionato di trenini, né tiene una vetrima colma in una stanza con la recente aggiunta di binari elettrici sui quali poterli mandare.

Ripreso il cammino, dopo gli ennesimi battibecchi, Davide si è spogliato del suo abito remissivo e con uno scatto di orgoglio ha gridato: "Voglio stare proprio un po' da solo, lontano da quello lì che mi fa arrabbiare!".

Non è certo il tipo di sentimento che vorrei i miei figli provassero uno per l'altro, ma mi ha fatto piacere vedere Davide nel suo sforzo di rimettersi in piedi.

Domenica, nel pomeriggio, abbiamo invece avuto l'occasione di passare alcune ore sulle colline qua vicino a cogliere fichi e a godere dell'aria di campagna. I bambini si divertivano e l'unico "inconveniete" è stato rappresentato dalle suole delle scarpe da ripulire da tutto quanto era rimasto attaccato, lavoro che peraltro devo ancora fare.

Poi siamo scesi nella piazza del paese a gustare un gelato per una merenda, e anche in quest'occasione, complice la presenza di un palco di legno piuttosto grande, i bambini hanno trovato modo di divertirsi e i grandi, nonostante un po' allarmati dal pericolo incombente che qualcuno saltando si facesse male, di chiacchierare.

Ora davanti agli occhi c'è l'imminente riapertura delle scuole e tutto ricomincerà secondo nuovi ritmi. Davide si appresta ad iniziare la prima elementare in un istituto diverso da quello del fratello e questo compicherà un po' la gestione, ma, si guarda avanti!

Non sto vivendo l'avvenimento con la pesantezza che sentivo lo scorso anno e sto cercando di recuperare un po' dovunque l'ottimismo che mi occorre.

Ho chiesto a Maurizio di prendersi le ferie per il primo giorno di scuola e questo non potrà che aiutare.

Ora vado. Se tutto va bene ho ancora quasi un'ora di tempo prima che i bambini si sveglino e magari riesco a fare il mio letto.

Poi non so... vorrei uscire questa mattina.

Buona giornata naviganti.

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La mamma

giovedì 25 agosto 2011

Giro di boa. Passaggio stretto. Lo si chiami come meglio si crede, fatto sta che se da un lato sul vascello il viaggio sembra proseguire senza troppi intoppi, uno dei componenti della nostra famiglia prosegue a fatica per un cambio di pelle da ciò che è stato a ciò che sarà.

Si tratta di Davide. E' davvero un momento di sofferenza per lui. Vedere il fratello più grande, al quale dimostra di volere un bene dell'anima, crescere e separarsi da lui anche se per brevi momenti, lo mette in crisi.

Ieri Emanuele è stato invitato al cinema da un amico e Davide.... Davide è rimasto a casa. Si sarebbe trattato della prima esperienza per entrambi, ma uno è andato e l'altro è rimasto.

Il tutto è accaduto in un momento difficile da gestire, ma tralasciamo i particolari. Nel giro di qualche minuto è esploso un pianto dirotto, e la ripetizione di poche parole: "Voglio andare anch'io".

Ripescare tutto dal fondo delle anime, avere un visione il più possibile nitida di ciò che si agita nel cuore di tutti i figli, non trascurare nulla, non è semplice. Si rischia di ridurre tutto ad un mancanza di sensibilità da parte dell'uno, che teme solo di essere frenato nel suo desiderio di esperienze nuove, e a semplici capricci da parte dell'altro.

Capire che lasciare andare l'altro a cui si vuole bene, anche solo per un po', non è una perdita, ma un guadagno è una sfida per tutti e se è difficile per un adulto, tanto più per un bambino.

Davide piange e il suo pianto, manifestazione di un dolore, spazza via tutte le nubi fino a far tornare il sereno.

Passata la crisi è stato comunque gentile col fratello. Non ha più cercato di trattenerlo. Quando l'amico è giunto a prenderlo l'ha salutato senza altri "capricci", ed è rientrato in casa a costruire maschere col papà: una per lui e una per Lele.

Al rientro gli ha chiesto com'era andata, se si era divertito e l'ha fatto con tanta amorevolezza. Era veramente interessato a capire se a Emanuele era piaciuto, se si era trovato bene e non ha più pensato alla sua esclusione.

Davide sa amare ed Emanuele ha bisogno di accorgersi di questo amore stupendo che suo fratello gli riserva, senza secondi fini, ma con gratuità.

Nel pomeriggio è venuto un amichetto a giocare con lui, e inizialmente si è mostrato scontroso. Non è contento che siamo noi ad ospitarlo. Dice che ha brutti giochi, ragion per cui preferisce andare a casa sua.

Poi nel giro di poco, grazie alle capacità di coinvolgimento di questo bambino, ha lasciato i cartoni e si è messo a giocare, e han giocato coi giochi che con tanta pazienza e insieme ai suoi bambini ha costruito Maurizio.

Dimostrazione del teorema che l'ingrediente essenziale per giocare è la fantasia.

Nel gioco è ulteriormente venuto in superfice un'altro aspetto della sua personalità. Davide, nonostante noi non l'abbiamo mai abituato ad averle tutte vinte nel gioco, difficilmente accetta di perdere, così reclina la chiglia e vira e con tanto di broncio rifiuta di partecipare al gioco.

Questo amico ha raccontato che anche all'asilo, quando si rincorrevano in cortile cercando di prendersi a vicenda, si comportava alla stesso modo.

Ieri la scusa era: "Corrono tutti più forte".

Nei nostri dialoghi notturni con Maurizio abbiamo parlato di tutto questo e di altro ancora. Davide avrà solo bisogno di vicinanza perché superi da sé le paure che gli impediscono di vivere tante esperienze belle, o bisogna che qualcuno espliciti ciò che sta avvenendo dentro di lui?

Quello che io ho cercato di fare, lì per lì, nella crisi del momento, è stato aiutarlo a recuperare un'immagine positiva di sé, tanto è vero che poi ha voluto aiutarmi a lavare i piatti.

Quante volte perde sé stesso e i suoi desideri nello slancio di andar dietro al più grande!

Nel frattempo stanno risaltando anche tutte le qualità più belle di uno e dell'altro, e al nostro cuore assieme alle preoccupazione arrivano anche tante soddisfazioni.

Arrivino pure i venti ad agitare le onde, ma la fatica del viaggio accresca la nostra fede e ci porti ad approdi ancor più meravigliosi.

Buona giornata naviganti

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La mamma

mercoledì 24 agosto 2011

E' festa! è festa! è festa!

Avrei iniziato così la redazione del giornale se solo fossi riuscita ad aggiornarlo tre giorni or sono, quando Emanuele è rientrato a casa dopo più di quindici giorni di assenza.

Abbiamo trascorso la giornata ad addobbare il cortile con i festoni preparati con le nostre mani nei giorni precedenti e finalmente ultimati. Margheritoni di cartoncino rivestito con i ritagli di carte da regalo riciclate e bandierine di quasi tutte le nazioni, o almeno credo.

Abbiamo dato un colpo di colore fantastico e, come giustamente ha commentato una mia vicina, solo vedendo tutto questo Emanuele avrebbe capito l'attesa che c'era nel nostro cuore per lui.

Mentre Maurizio con Davide armeggiava per la preparazione chiedendomi di tanto in tanto consiglio, io in cucina preparavo torte e biscotti, immancabili ad un festa.

Lui è poi arrivato verso le 18, accompagnato da una famiglia amica di ritorno dalle vacanze alla quale abbiamo strappato un passaggio, e subito si è diffusa l'allegria tipica di quando ci si ritrova dopo un po' di tempo.

Emanuele dopo gli abbracci a ciascuno di noi si è trastullato Elisa per un bel po', il membro della famiglia del quale, a suo dire, ha avvertito di più la mancanza.

Quando siamo rimasti soli ha iniziato a tirar fuori roba che assolutamente dovevamo vedere dalla valigia, mentre Maurizio e Davide facevano una scappata in gelateria. Con quel caldo, e nessun'altra idea, abbiamo ripiegato velocemente su una cena a base di gelato.

I racconti giungevano a sprazzi e un po' confusi, così dopo un po' l'ho mandato a farsi una doccia rigenerante e ben volentieri ha accolto l'invito.

Il giorno dopo siamo stati a Messa insieme e nel pomeriggio... festa!

Abbiamo accolto parenti e amici, qualcuno dei quali, proprio come Emanuele, era rientrato il giorno prima dalle vacanze ed è stata una bella occasione per ritrovarsi.

E' proprio strano perché non abbiamo fatto nulla di particolare o diverso rispetto agli anni precedenti, eppure già due persone ci hanno fatto i complimenti. Probabilmente si deve al fatto che la festa era nel nostro cuore e presto si è diffuso il contagio.

L'aver condiviso il compleanno con un coetaneo di Emanuele ha raddoppiato la gioia, e tutti siamo arrivati a sera stanchi, ma contenti.

Ora vado, mi aspetta un'intera giornata insieme ai bambini, e solo Dio sa cosa ne sarà di me!

Buona giornata naviganti.

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La mamma

giovedì 18 agosto 2011

Ci riprovo... Sono da poco passate le otto e sembra che i miei bimbi ancora dormano.

Elisa ha un po' sfasato il sonno pomeridiano e dimostra d'essere leggermente più eccitata del solito, non vorrei fossero quel paio di biscotti al cacao che mangia per colazione o a merenda. Sembra proprio che su di lei cacao e cioccolato abbiano effetti devastanti, ragion per cui cerco sempre di dargliene col contagocce.

La notizia più rilevante di oggi, giovedì 8 agosto, è che Emanuele compie dieci anni e la mia nipotina tre.
Per ciò che riguarda mio figlio, ancora per quest'anno è prevista una festa in cortile con parenti e amici, ma inizia ad esser grande e non so se il prossimo anno vorrà cambiare stile. Ci penseremo...

Ieri intanto è stata una giornata per certi versi critica che ha stimolato diverse riflessioni in me, riflessioni che la sera ho tentato di condividere con mio marito.

Non mi è stato purtroppo possibile permettere che Davide avesse un compagno di giochi, nonostante abbia provato a contattarlo. E' così anche nella vita, non sempre è possibile subito ciò che desideriamo ed è bene imparare fin da piccoli a ritrovare la serenità dopo una frustrazione.

E' dura per chiunque "riprogrammarsi", tanto più per un bambino, ma queste diventano anche occasioni preziose per un lavoro educativo in vista di una crescita sana.

Davide si è in sostanza impigrito, oscillando tra la richiesta di guardare cartoni e quella di giocare con me.

La prima è stata semplicemente e come sempre limitata, la seconda...

Alle 10.30, dopo aver comunque fatto quattro cose in casa, ero con lui sul divano e la piccola che saltava sulle ginocchia a sfogliare un paio di volumi dell'enciclopedia del corpo umano, attività alla quale è seguita la visione di due dvd. Dopo pranzo nuovo momento di gioco insieme con macchinine e l'indicazione precisa che, una volta addormentata Elisa, ci saremmo messi insieme a completare il lavoretto con la carta che avevamo in corso.

Qualche brontolamento ma ero decisa.

Quando sono scesa erano ormai le14.30 e Davide stava guardano, col mio permesso, una puntata del cartone che aveva scelto. Ho lasciato che terminasse e poi, come preannunciato, gli ho chiesto di spegnere perché mi raggiungesse in cucina dove avevo già iniziato a ritagliare cartoncino.

E' scoppiato un pianto terrificante che ha provocato quello della sorella oltre all'interruzione a quel punto forzata del lavoretto.

La riflessione che facevo poi con Maurizio è che forse sto esagerando con il mio mettermi a disposizione dei bambini. Quando ha semsso di piangere, Davide si è sdraiato sul divano con l'intenzione di rimanere in quella posizione fino a quando io non mi fossi decisa a giocare con lui.

Così però non è possibile. Con tutta la calma e l'amorevolezza, ma anche con tutta la determinata fermezza che sono riuscita a sfoderare, ho cercato di spiegargli che il papà e la mamma trovano sicuramente piacevole intrattenersi a giocare con lui, ma che per tante ragioni non sarebbe giusto se trascorressimo l'intera giornata giocando perché a lui, come ai suoi fratelli, non verrebbero garantite alcune cose fondamentali.

Giocare con mamma e papà è bello appunto perché diventa un'occasione speciale durante il corso della giornata e non la normalità.

Devo tornare a insegnare a mio figlio una cosa che ha sempre saputo: che ci si può amabilmente trastullare anche da soli, usando la fantasia e senza impigrirsi.

Sarà un lavoro duro, anche perché ultimamente Davide è più ombroso del solito, facilmente s'imbroncia e forse non è nemmeno giusto che siamo noi genitori a risolvere i problemi dei nostri figli. Forse a volte conviene semplicemente rimanere loro accanto e guidarli perché trovino al loro interno le forze per riguadagnare l'isola della serenità.

Mi rendo conto che pretendo tanto da me stessa come madre e che ho ancora tutto un lavoro di conversione da portare avanti su di me, un lavoro che mi consenta, a volte, di cadere per sperimentare la presa di quella mano forte, che per me è Cristo, che mi tira su e mi salva per poter rendere a Lui grazie.

Oggi, brontolamenti o non brontolamenti, saremo dalla nonna e stasera festeggeremo la mia nipotina nell'attesa che, da Assisi, ritorni il nostro atteso e amato Emanuele.

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La mamma

mercoledì 17 agosto 2011

Quasi ci siamo. Sabato Emanule tornerà a casa e noi, ancora una volta alle prese con i nostri sentimenti ed emozioni, siamo intenti ad organizzargli un bella festa di compleanno.

In realtà il suo compleanno cadrà domani, ma non riusciremo a festeggiarlo insieme fino a domenica, anzi, devo cominciare a organizzarmi per gli inviti di quei pochi che ancora sono a casa.

Chissà come sarà riabbracciarlo e averlo di nuovo intorno? sarà un po' cambiato? sarà sempre lo stesso? E' come se non sapessi cosa aspettarmi, ma intanto... sono felice che torni.

Davide sembra aver superato la fase acuta della nostalgia, ma un po' è caduto in quella della noia. La Provvidenza ha voluto che anche lui nei giorni scorsi, e credo anche in quelli a venire, trovasse almeno un compagno di gioco. Già un paio di volte si è trattenuto a casa sua a mangiare, e, se otterrò il permesso della madre, anche lui tornerà da noi oggi per la seconda volta.

E' un modo anche per Davide di riscoprire l'interesse per i suoi giochi e di far emergere, qua e là, la sua difficoltà a condividerli. Ho provato a spiegargli che se riusciamo ad essere ospitali con un amico che viene a casa nostra lasceremo um buon ricordo di noi e volentieri tornerà a trovarci.

Mentre glielo dicevo, ieri pomeriggio, pensavo che perdiamo di vista il percorso che fanno alcune delle cose che noi diciamo ai nostri figli. Sembrano non ascoltarle, o addirittura rifiutarle per poi, in alcune occasioni, accorgersi che invece sono cadute nel profondo e hanno prodotto un piccolo germoglio.

Davide è in quella fase in cui non è più piccolo, ma non è nemmeno grande e non sempre, con lui, si riesce ad usare il ragionamento.

Devo abbandonare... Elisa si è svegliata e piange.

A presto naviganti e buona giornata.

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la mamma

venerdì 12 agosto 2011

E' parecchio che non scrivo un Post descrivendo i lavoretti che faccio con i miei figli.

Lo scopo principale è quello di passare del tempo con loro, ma un obiettivo non meno importante è quello di mostrare loro (più con l'esempio che con le parole) quanto può essere piacevole e gratificante realizzare un oggetto partendo da materiali semplici.

Si inizia con l'immaginare l'oggetto (ci si può aiutare anche con un disegno su carta o con un modello 3D di Google Sketchup), si deve pensare un modo per costruirlo (l'importante è rendersi conto se è fattibile) e solo a quel punto si può procedere con l'acquisto del materiale necessario.

Un aspetto fondamentale è non avere fretta di finire subito, perchè si sa "la fretta è cattiva consigliera" e in questo genere di lavoretti è facile commettere degli errori che possono far fallire l'intero progetto.

Insomma la domanda è: "possono i nostri <lavoretti> contribuire nel far passare un messaggio educativo ai nostri figli ? ... beh io lo spero tanto :-)

Dopo questa premessa vi presento l'ultima nostra fatica: "la seggiolina di Elisa" (anche se per ora la utilizza ancora poco): 


Di seguito un dettaglio dei nanetti applicati con la colla vinilica:


Alla prossima sfida...

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il papà