giovedì 18 agosto 2011

Ci riprovo... Sono da poco passate le otto e sembra che i miei bimbi ancora dormano.

Elisa ha un po' sfasato il sonno pomeridiano e dimostra d'essere leggermente più eccitata del solito, non vorrei fossero quel paio di biscotti al cacao che mangia per colazione o a merenda. Sembra proprio che su di lei cacao e cioccolato abbiano effetti devastanti, ragion per cui cerco sempre di dargliene col contagocce.

La notizia più rilevante di oggi, giovedì 8 agosto, è che Emanuele compie dieci anni e la mia nipotina tre.
Per ciò che riguarda mio figlio, ancora per quest'anno è prevista una festa in cortile con parenti e amici, ma inizia ad esser grande e non so se il prossimo anno vorrà cambiare stile. Ci penseremo...

Ieri intanto è stata una giornata per certi versi critica che ha stimolato diverse riflessioni in me, riflessioni che la sera ho tentato di condividere con mio marito.

Non mi è stato purtroppo possibile permettere che Davide avesse un compagno di giochi, nonostante abbia provato a contattarlo. E' così anche nella vita, non sempre è possibile subito ciò che desideriamo ed è bene imparare fin da piccoli a ritrovare la serenità dopo una frustrazione.

E' dura per chiunque "riprogrammarsi", tanto più per un bambino, ma queste diventano anche occasioni preziose per un lavoro educativo in vista di una crescita sana.

Davide si è in sostanza impigrito, oscillando tra la richiesta di guardare cartoni e quella di giocare con me.

La prima è stata semplicemente e come sempre limitata, la seconda...

Alle 10.30, dopo aver comunque fatto quattro cose in casa, ero con lui sul divano e la piccola che saltava sulle ginocchia a sfogliare un paio di volumi dell'enciclopedia del corpo umano, attività alla quale è seguita la visione di due dvd. Dopo pranzo nuovo momento di gioco insieme con macchinine e l'indicazione precisa che, una volta addormentata Elisa, ci saremmo messi insieme a completare il lavoretto con la carta che avevamo in corso.

Qualche brontolamento ma ero decisa.

Quando sono scesa erano ormai le14.30 e Davide stava guardano, col mio permesso, una puntata del cartone che aveva scelto. Ho lasciato che terminasse e poi, come preannunciato, gli ho chiesto di spegnere perché mi raggiungesse in cucina dove avevo già iniziato a ritagliare cartoncino.

E' scoppiato un pianto terrificante che ha provocato quello della sorella oltre all'interruzione a quel punto forzata del lavoretto.

La riflessione che facevo poi con Maurizio è che forse sto esagerando con il mio mettermi a disposizione dei bambini. Quando ha semsso di piangere, Davide si è sdraiato sul divano con l'intenzione di rimanere in quella posizione fino a quando io non mi fossi decisa a giocare con lui.

Così però non è possibile. Con tutta la calma e l'amorevolezza, ma anche con tutta la determinata fermezza che sono riuscita a sfoderare, ho cercato di spiegargli che il papà e la mamma trovano sicuramente piacevole intrattenersi a giocare con lui, ma che per tante ragioni non sarebbe giusto se trascorressimo l'intera giornata giocando perché a lui, come ai suoi fratelli, non verrebbero garantite alcune cose fondamentali.

Giocare con mamma e papà è bello appunto perché diventa un'occasione speciale durante il corso della giornata e non la normalità.

Devo tornare a insegnare a mio figlio una cosa che ha sempre saputo: che ci si può amabilmente trastullare anche da soli, usando la fantasia e senza impigrirsi.

Sarà un lavoro duro, anche perché ultimamente Davide è più ombroso del solito, facilmente s'imbroncia e forse non è nemmeno giusto che siamo noi genitori a risolvere i problemi dei nostri figli. Forse a volte conviene semplicemente rimanere loro accanto e guidarli perché trovino al loro interno le forze per riguadagnare l'isola della serenità.

Mi rendo conto che pretendo tanto da me stessa come madre e che ho ancora tutto un lavoro di conversione da portare avanti su di me, un lavoro che mi consenta, a volte, di cadere per sperimentare la presa di quella mano forte, che per me è Cristo, che mi tira su e mi salva per poter rendere a Lui grazie.

Oggi, brontolamenti o non brontolamenti, saremo dalla nonna e stasera festeggeremo la mia nipotina nell'attesa che, da Assisi, ritorni il nostro atteso e amato Emanuele.

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La mamma

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