sabato 26 febbraio 2011

Sembra quasi irreale la pace che a quest'ora già è calata sulla nostra casa. La televisione è spenta e mio marito, spossato forse come me dall'imminente arrivo della primavera, non riuscendo a tenere gli occhi aperti, dorme sul divano accanto a me.

Anche venerdì, Elisa ed io, tornando da una visita al cimitero, ci siam sedute un quarto d'ora sul divano ad ascoltare quattro canzoncine per riprenderci. Fuori il sole era invitante, ma l'aria era ancora fredda e già sulla via del ritorno, dopo la lunga passeggiata, sentivamo le mani insopportabilmente gelate. Io, per solidarietà con mia figlia, non ho voluto indossare i guanti pur avendoli con me e dopo un po', con giusta ragione, lei s'è messa a piangere.

Per tutta la giornata, anzi, già dalla sera prima, questa strana spossatezza mi ha accompagnata e più volte son stata tentata di recarmi all'erboristeria per acquistare qualche prodotto energetico. Oggi però è andata meglio.

Il sole ci ha concesso una minor intensità di luce e già si lasciava oscurare dal grigiore delle nuvole che si prevede portino pioggia nel fine settimana.

La navigazione sembrava procedere tranquilla. Come ogni sabato abbiam fatto colazione più tardi con tutta calma. Lele, sveglio prima di noi, ha giocato per un po' con la sorellina facendola ridere e anche Davide, svegliato da un'urgenza fisiologica, s'è presto aggiunto alla combriccola.

Cercava qualcuno con cui poter giocare, ma ognuno di noi aveva già altro in mente. Lavare le tazze e poi i capelli io (non potendo farlo al pomeriggio per un invito ad un compleanno), uscire per le commissioni Maurizio e studiare Lele.

Alla fine ha sfogliato un po' da solo i suoi disegni dietro una barricata costruita avendo la libreria a sinistra e una poltroncina di gommapiuma capovolta a destra, optando di lì a breve per un cartone.

Tutto insomma filava secondo copione o quasi, finché nel pomeriggio non è scoppiata l'ennesima violenta litigata fra maschi nella vasca da bagno. Davide inisteva per cambiare posto e Lele non voleva cedere finché non è esplosa la rabbia.

Mentre la lite infuriava con il più piccolo in lacrime e il più grande che sputava fuoco da orecchi, naso e bocca, ho provveduto con tutta la dolcezza di cui sono stata capace a lavare loro i capelli senza intervenire.

Per una volta ho provato a non reprimere un emozione, a lasciare che venisse sfogata finché si è trasformata in un pianto nervoso del più grande.

Davide già piangeva, mentre Lele insisteva nel chiedergli ragione del suo pianto con modi sempre più bruschi e voce sempre più alterata e più lui urlava, più Davide piangeva.

Son riuscita a tirarlo fuori dalla vasca, asciugarlo, tagliargli le unghie, mentre Lele, ancora dentro all'acqua, continuava a lanciare le sue invettive.

Nel frattempo è salito Maurizio che ha preso in consegna il maggiore, mentre io asciugavo i capelli al fratello che aveva trovato modo di calmarsi. Spento il phon, in camera mia sola con lui, gli ho chiesto di provare a dare a me una risposta alla domanda insistente e rabbiosa di Emanuele. "Perché piangi se hai ottenuto quello che volevi?".

E lui mi ha risposto, come già sospettavo: "Perché mi ha trattato male". Non volevo essere io a spiegare a Emanuele le emozioni provate da Davide in quel frangente, lui doveva cercare di dare loro un nome e poi comunicarle al fratello. Subito dopo, infatti, insieme siamo tornati in camera loro, dove Lele tra le lacrime si stava rivestendo, ed ha ottenuto la sua risposta. Ciò nonostante ha continuato a montare giustificazioni che dimostrassero la sua ragione e il torto altrui.

Aiutando Davide a riconoscere la sua emozione e a comunicarla al fratello, senza sostituirmi, avevo fatto solo metà del lavoro, ma dovevamo uscire e non avevamo tempo.

In quel momento è pure squillato il mio cellulare. Era una cugina che vive lontano alla quale sono molto legata, e che vive un periodo "non buono", per usare un eufemismo, della sua vita. Mi ero proposta di dedicarle attenzione in qualsiasi momento mi avesse chiamata e così ho fatto.

E' stata una delle occasioni di far delle bene che ci si sono presentate oggi.

In tutto questo anche le mie emozioni di mamma, che fatica ad accettare ed amare gli aspetti pià impervi del carattere di uno dei suoi figli, sono state coinvolte e chiamate in causa, ma... le ho messe sottovuoto e mi son presa tempo per riflettere.

Mi dava una sensazione non buona vedere Emanuele, di fronte ad un evidente disagio e difficoltà del fratello, accanirsi ancora di più invece di placarsi e lasciar perdere.

Nella mia testa e nel mio cuore frullava questa domanda: "Perché non è capace di pietà?".

Il discorso è stato poi ripreso stasera. Davide già dormiva e lui è salito per lavarsi i denti e mettersi a sua volta sotto le coperte. Elisa ed io avevamo appena finito di fare il bagno.

Ci aspettava il momento della preghiera, ma come mettersi in comunione con Dio senza prima aver rasserenato il cuore?

Per esperienza so che i regionamenti con lui non portano a nulla, ma ho voluto comunque provare. Ho ripreso col lavoro di riconoscimento delle proprie emozioni, cercando di esaltare le positività e di far intravedere alternative possibili. Dopo quindici, venti minuti di dialogo non ho visto l'ombra di un ripensamento. Emanuele non cede, non cede, non cede!

Abbiamo raggiunto una sorta di rappacificazione sommaria, ma non ero (e non sono) arrivata ad un vero cambiamento della coscienza, per cui non potevo dire che era tutto a posto. Elisa, che ha voluto rimanere tra le mie braccia invece che affidarsi come ogni sera a papà, faticava a prender sonno, e Lele attendeva che gli leggessi una parte del libro.

Mi sono spostata in camera della piccola in cerca di una maggior tranquillità e in pochi attimi si è addormentata, cullata forse dalla mia mente che recitava Ave Maria in cerca di consiglio e, nella preghiera, un consiglio l'ho trovato.

Non potevo essere, o comportarmi, come una tecnica del mestiere, un psicologa. Dovevo essere teneramente una mamma. Mi è tornato alla mente il salmo 8 in cui, riferendosi al Creatore, si legge: "... con la bocca dei bimbi e dei lattanti affermi la Tua potenza contro nemici e avversari...".

Dovevo essere disarmante, e l'unica arma di fronte all'ostinazione è la dolcezza. Adagiata Elisa nel lettino ho attraversato di nuovo il pianerottolo delle scale per accedere alla camera dei bambini, dove ho trovato Lele ancora sveglio e in attesa.

Volentieri mi sono seduta accanto a lui e gli ho letto il libro e, accettando un po' di fatica in più nella lettura perché la posizione mi impediva una corretta illuminazione, mentre leggevo gli ho accarezzato le guange come solo una mamma sa fare.

E' un tentativo di seguire le ispirazioni che mi vengono dallo Spirito e, in fin dei conti, sono solo una mamma.

Buona notte, naviganti, e in assoluto sia una buona Domenica.

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la mamma

mercoledì 23 febbraio 2011

Si procede a singhiozzi ed è una situazione per me davvero odiosa. Quanti frammenti persi dall'ultimo aggiornamento del giornale a qui. Solo qualche giorno ed è come aver attraversato l'Oceano e ritorno.

Sto nuovamente accumulando stanchezza, ma prima credo che sia doveroso registrare che le preghiere chieste stanno facendo il loro bene. Anche se la situazione non è di fatto mutata, ci sono attimi di sollievo e in un mare salato anche una goccia d'acqua dolce è preziosa e confortante.

Detto questo... l'ultimo fine settimana non è stato dei migliori. Nelle ultime settimane, ad essere precisi, si sono accumulati una serie di impegni che non ci stanno dando tregua.

In realtà sono delle occasioni a volte di riflessione, a volte di condivisione e quindi desiderabili, ma che, inevitabilmenti, creano scompensi ed accumuli. Va bè, tutto è dono.

Del pomeriggio di sabato però ho un luminoso ricordo. Grazie a Dio arrivano, in tanto incomprensibile e disorientate buio, i momenti di luce. Lele, in un momento vuoto (per lui...) della giornata, ha recuperato dalla memoria della sua macchina fotografica qualche fotografia scattata dentro e fuori casa e ha chiesto a Davide, e poi a me, di dire una frase, da lui stesso pensata, a corredo dello scatto, registrandola. Si ascolta la voce e si vede l'immagine.

Questo non solo mi ha una volta di più confermato la sua confidenza con la tecnologia, ma anche il suo buon potenziale creativo. In quel momento io ho sgombrato la mente dai dubbi che la corrodevano, e sono semplicemente riuscita ad apprezzare mio figlio.

Domenica invece è stato un giorno da dimenticare, portato via da troppi impegni che non ci hanno consentito di vivere né la famiglia, né la comunità come avremmo desiderato fare.

Ho ritrovato mio marito solo dopo cena ed ho trovato una piccola oasi di ristoro nei pochi minuti in cui sono rimasta sul tappeto con Elisa e Davide poco prima di merenda.

La sera ero stravolta, ma soprattutto contrariata per quel qualcosa di prezioso che ci era stato strappato via e, pregando con Maurizio e i bambini, ho ringraziato Gesù per esserci stato e perché, se avessimo potuto o voluto, lui si sarebbe lasciato trovare.

Ieri, ci siamo riuniti con la commissione che in parrocchia si occupa della formazione delle famiglie e oggi, mentre Elisa ballonzolava intorno a me mettendo a soqquadro ogni stanza in cui soggiornassi nel tentativo di fare ordine e pulizia, pensavo e ripensavo ai discorsi fatti passandoli in rassegna.

E' nato un sentimento nuovo dentro di me, un sentimento bello che col tempo si rafforza e oggi è riaffiorato. Meno di un mese fa, dovendo partecipare in quanto catechista battesimale alla celebrazione del suddetto sacramento, e dovendo rinunciare a incontrare uno dei miei fratelli, mi è capitato di pensare, spontaneamente, che in fondo anche loro (le persone della mia comunità) erano la mia famiglia.

Oggi poi, tornando all'incontro col Vescovo con gli operatori di pastorale familiare della scorsa settimana e alla riunione di ieri, mi dicevo che i valori ai quali abbiamo imparato a credere, non possono essere solo oggetto di riflessione, condivisione e nuove proposte, e che è ora di cominciare a viverli, a intrecciarli col proprio quotidiano, con le proprie quotidiane relazioni. Subito a questo pensiero se ne è aggiunto un altro. "Io non sono qui - pensavo - nella mia comunità, perché una volta l'anno mi si chiede, assieme a mio marito, di meditare su un brano della Parola e declinarla in una riflessione di vita vissuta nella nostra famiglia. Io sono qui per amare la nostra comunità!".

Se tra noi ci sono poveri, ammalati, disoccupati, disagiati di ogni tipo, coppie in stato di separazione, il problema, la sofferenza, sono mie, nostre e non del gruppo parrocchiale che se ne occupa cosicché noi possiamo lavarcene le mani.

Il gruppo famiglie non dovrebbe esistere perché tutti dovremmo essere famiglia.

Il nostro stile di vita incide sempre su chi ci è accanto, ma anche su chi sta dall'altra parte del mondo.

E poi... ieri sera i miei bimbi mi sono mancati e mi è mancato mio marito, rimasto a casa con loro e tornando ho sentito un grande amore pervadere il mio cuore e la nostra famiglia.

Credo sia stata fruttuosa la pesca di pensieri stasera, quindi adesso mi concedo (bimbi permettendo) la pace del riposo e la pace sia con voi tutti.

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la mamma

sabato 19 febbraio 2011

E' tardi questa sera rispetto al solito, e già gli occhi si stanno chiudendo appesantiti dalla stanchezza.

Non volevo però non tenere traccia di quanto sta accadendo a bordo del vascello ultimamente, perché è un turbinare di pensieri e riflessioni continuo che crea vorticosi mulinelli nell'acqua.

Gli impegni in parrocchia, che aprono per noi il sipario su un panorama grazie a Dio più ampio, si incrociano con la nostra storia personale.

La situazione Emanuele, comportamento a scuola, liti col fratello, nonostante i miei continui esami di coscienza e i tentativi di modificare man mano il mio atteggiamento nei suoi confronti, non è ancora mutato. Me l'hanno confermato ieri le sue maestre e se prima si trattava "solo" delle chiacchiere fuori luogo, ora s'è aggiunto lo spirito polemico.

Sono sempre stata portata a concludere che qualche sofferenza a casa lo condizioni a scuola e invece, dato che comincio a capire che la situazione in classe a causa di alcune problematiche sia abbastanza tesa, ho ragione di credere che sia tutto il contrario.

Ieri sera, partecipando a un incontro in oratorio circa la pastorale familiare nel vicariato, faticavo a concentrarmi sulle parole dei relatori, tra i quali figurava niente meno che il nostro Vescovo. In mente avevo lui.

Una delle sensazioni che ho, mettendomi in relazione con mio figlio, è quello di avere in mano un mazzo enorme di chiavi tutte sbagliate perché neanche una, dopo innumerevoli e diversificati tentativi, mi ha aperto l'accesso al suo cuore.

Questa mattina a colazione, con il preciso intento di mostrarmi solidale con lui per una situazione che potrebbe essere difficile da sostenere, considerati i suoi nove anni, ho avanzato la richiesta che mi raccontasse qualcosa di più circa ciò che avviene in classe.

Volevo sederemi (e l'ho fatto, rimandando la recita delle lodi a più tardi) e ascoltarlo e poi, di fronte al suo laconico e stentato racconto, ho dovuto impugnare le tenaglie e sfilargli le parole di bocca una alla volta.

Lì per lì, il giovedì sera, parlando con Maurizio, avrei voluto togliergli il computer per una settimana, ma stamattina a lui, prima che uscisse, dicevo che non voglio parlare il linguaggio delle punizioni, che ormai è grande e che delle varie questioni si può parlare.

Nel frattempo, per correggere la sua vena polemica, gli abbiamo chiesto, la sera, al termine delle preghiera, di trovare ed esprimere un motivo di ringraziamento per ogni componente della sua famiglia, perché veda e si accorga del bene attorno a sé.

E' emersa poi un'altra questione. Il fatto che dica a Davide: "Sparecchia perché è tuo dovere!", da dove gli sarà derivata? Non è nostra consuetudine rivolgerci a lui in questi termini, né per il servizio in famiglia, né per lo studio e quindi, dove l'avrà preso questo malinteso senso del dovere?

Per finire, sembra essere molto interessato a un gioco che molti suoi compagni hanno. Un gioco legato a un cartone, e che costa qualcosa (lui stesso ci ha messi al corrente) come 14 euro. E' uno di quegli oggetti in voga adesso fra i bambini che durerà fino alla prossima pubblicità martellante. Con 14 euro si comprano sicuramente un bel po' di pacchi di pasta...

Quello che volevo dire è che lo sbarramento ha scatenato la sua fantasia e con mio marito abbiamo deciso, dopo un primo tentennamento, di sotenere la via alternativa, più economica, ma soprattutto più creativa.

Insomma, non è mai finita!

Adesso, anche se quella descritta è solo una fetta di tutto il nostro vissuto, ho proprio bisogno di riposare. Si annuncia un fine settimana complicato...

Buona notte naviganti.

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la mamma

mercoledì 16 febbraio 2011

Se avessi aggiornato ieri il giornale avrei sicuramente iniziato descrivendo una gran pena che porto nel cuore per ciò che sta accadendo a persone care e che, fino a sera, non mi ha abbandonata.

Nel frattempo la mia fede sta facendo voli, come strisciasse il cielo e ricadesse poi a terra. Oggi infatti, nonostante tutto, nonostante il grigiore opprimente della situazione, riuscivo a sentirmi serena, come se dentro di me qualcosa dicesse: "Che vuoi che sia?".

E' come se Gesù stesse lì, di fronte a me, mi guardasse negli occhi e mi chiedesse se ho fiducia in Lui.

Rifacendo i letti in compagnia di Elisa ho acceso il lettore nel quale avevo inserito un cd dello Zecchino d'oro, perché, tra una preghiera e l'altra, dovevo anche stare con lei, interagire con lei, prestarle attenzione... come sempre. Voltandomi ho visto il Vangelo posato sulla pila di libri che leggo la sera ai miei bimbi (uno per ciascuno di loro) e ho chiesto al Signore un Parola per me. Quindi l'ho aperto a caso e ho letto il brano in cui Gesù guarisce il servo del centurione.

Lì si legge di un centurione romano che ama il suo servo in pericolo di vita, di anziani che pregano insistentemente Gesù, ricordandogli che il centurione merita di ottenere ciò che chiede per il bene compiuto in mezzo a loro, della fede incrollabile del centurione che colpisce Gesù. Noi possiamo stupirlo e uno dei modi per farlo è essere umili e fiduciosi.

Per parecchio ho lasciato che questa parola risuonasse dentro di me e poi ho proseguito con le faccende di sempre.

Essendomi alzata presto son riuscita a trovare parecchio tempo per parecchie cose. Devo sempre stare attenta a bilanciare bene il tempo dedicato alle attività e quello dedicato alle persone.

Con Davide abbiamo giocato a tirarci le palline di plastica leggera sul tappeto a raffica, fingendo di essere Gormiti (personaggi dei cartoni n.d.a.) e ci siamo divertiti.

Il rapporto con Emanuele è costantemente in evoluzione e oggi, per esempio, non ci sono state liti.

Elisa è il sorriso che si dipinge sul volto mentre la vedo crescere, attimo per attimo, sotto i miei occhi.

Tante cose stanno cambiando e ancora cambiando, devo solo andare avanti e non tornare indietro e poi comunicare tutto questo, a mio marito prima che a qualsiasi altra persona.

Bè, la giornata sembra proprio finita, nella meravigliosa normalità di tutti i giorni.

Buona notte

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la mamma

lunedì 14 febbraio 2011

Giornata intensa. Fuori niente sole ma, domani, l'ordine mentale di oggi rischia di andare in briciole. Lele, che rientrerà per pranzo come tutti i martedì, nel pomeriggio è invitato a una festa di compleanno e ancora non ho pensato come portarlo.

Per di più, in mattinata, dovrò pensare ad acquistare un regalino. Certo, non posso fare programmi attorno a me ed è sconcertante come questo genere di cose un po' mi destabilizzino.

Non è il solito tran, tran e già penso a come riuscire a incastrare tutto, dimenticandomi, di fatto, che l'unica cosa che conta, è amare e non importa quanti salti mortali dovrò fare e da che altezza dovrò lanciarmi.

Alla fine andrà tutto bene.

Forse una volta, quando i figli da una certa età in poi iniziavano ad essere abbastanza indipendenti da non dover essere accompagnati dappertutto, non era proprio così. Ricordo che alle elementari frequentavo un corso di ginnastica artistica, ma nessuno mi accompagnava. Ci andavo in compagnia delle amichette.

Oggi, in un mondo in cui ci sono sempre meno bambini e aumentano individualismo e diffidenza, questo sembra non essere più possibile ed è così che da genitori ci si trasforma in autisti dei figli. Ma è possibile così?

Forse è meglio pensare a tutto il positivo che ha portato con sé questo lunedì, come le chiacchiere di Emanuele prima di uscire che affermava con sicurezza di volersi iscrivere ad agraria insieme al suo amico per la pelle, il ciondolare di Elisa per casa che in giornata si è concessa ben due pisolini, l'aver trovato tempo per scrivere a un'amica e sistemare due o tre incombenze.

Stasera poi, che bello, mentre rinfrescavo il lievito eravamo tutti in cucina. Lele tentava di studiare scienze vincendo la stanchezza assieme al papà, Davide giocava coi Lego ed Elisa svuotava ben bene il cassettone delle pentole spargendo formine per biscotti su tutto il pavimento. La televisione era spenta.

Nessuno dialogava direttamente con me, ma questa situazione, che raramente si crea, mi fa sentire una bella compagnia. Sento che in quei momenti realmente stiamo vivendo la famiglia e che, nervosismo a parte, siamo noi tutti insieme.

C'è ancora strada da fare, ancora leghe da coprire.

Per il momento meglio attraccare e concedersi un buon sonno ristoratore.

Buona notte a tutti

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la mamma

domenica 13 febbraio 2011

Elisa sembra dormire. Nonostante abbia riposato anche nel pomeriggio, ha preso sonno senza difficoltà intorno alle 21.30, dopo la preghiera comune in camera dei fratelli, ma nessuno può dire quanto durerà.

Considerata l'apparente tranquillità, tento di riallacciare i nodi con gli ultimi aggiornamenti del giornale.

Come sempre il fine settimana è volato via fin troppo velocemente e, a dire il vero, non so nemmeno se ho concesso alla mia mente, più che al fisico, il giusto riposo. Tra l'altro oggi non abbiamo nemmeno potuto godere del tepore del sole. Svegliandoci siamo stati accolti da un cielo improvvisamente incupito e dall'umidità per nulla piacevole dell'aria.

Dopo la Messa siamo rientrati e nel pomeriggio non abbiamo avuto occasione di incontri con gli amici, né impegni. Lele è stato invitato dal suo migliore amico a giocare, e Maurizio è uscito e rientrato sei volte. Prima l'ha portato a catechesi, è tornato e quaranta minuti dopo è inutilmente uscito per andarlo a riprendere. E' rientrato, abbiam fatto merenda insieme, è rimasto un po' sul tappeto con Davide ed Elisa e poi di nuovo un viaggio andata e ritorno per recuperare Lele dall'amico.

Purtroppo anche il pomeriggio di sabato non è stato diverso e pensare che per lui il fine settimana si riduca a una serie di viaggi di questo genere un po' mi dispiace.

Ma la nostra famiglia com'è durante i fine settimana? A volte invece di utilizzare al meglio il tempo, per godere della reciproca presenza dopo le uscite e i rientri dei giorni feriali, inutilmente lo sprechiamo disperdendoci.

Ieri c'era un convegno sulla famiglia in seminario e ci sono andata con un'amica. Venerdì sera invece ho partecipato al secondo appuntamento del corso per genitori, quello che affronta le cose dal punto di vista della trasmissione della fede.

Tirate le somme, fatti i bilanci, quella appena conclusa è stata una settimana davvero impegnativa, ma non inconcludente.

Anche quella che sta per iniziare non sarà una settimana semplice. Domani dentista, giovedì incontro degli operatori di pastorale familiare col vescovo, domenica gara judo, riunione genitori bambini prima comunione, gruppetto famiglie per condivisione seconda scheda...

Chissà, forse è la fatica che ci è data perché le pietre dei nostri desideri si raffinino e comincino a brillare.

Buona notte naviganti e buona settimana.

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la mamma

sabato 12 febbraio 2011

E' un'orario veramente insolito per scrivere. In questi giorni Elisa non è molto regolare nei suoi ritmi di sonno veglia.

Non so nemmeno se stasera riuscirò, pur desiderandolo molto, a radunare pensieri e parole perché rimanga traccia del nostro peregrinare.

Mi premeva però lasciare un breve messaggio, prima di correre a preparare il pranzo. Una persona a me molto cara è purtroppo in ospedale per le gravi condizioni di salute in cui versa.

Se qualcuno tra voi, naviganti, ha fede, mi permetto di chiedere di ricordarla oggi nelle vostre preghiere.

Sperando di tornare presto ad aggiornare il nostro giornale, saluto e ringrazio chiunque avrà accolto questa richiesta.

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la mamma

giovedì 10 febbraio 2011

E' stato veramente impossibile nelle sere passate rendere puntualmente conto del nostro viaggio. Elisa ha sorprendentemente ripreso a dormire il pomeriggio, ma non vuole più saperne di addormentarsi la sera.

Nel frattempo ho ripreso ad alzarmi un po' prima il mattino per riuscire a stirare o fare qualcos'altro in casa prima che tutta la famiglia si risvegli.

La verità è che ciò che io prendo per una cosa straordinaria, quasi eroica, dato il piacere che provo nel dormire soprattutto la mattina, è stata ed è ancora la normalità per molte madri di famiglia. E' solo che io ho impiegato veramente parecchio tempo per smettere il mio abito vecchio ed indossare quello nuovo, della dedizione agli altri nel servizio.

Non che non sia faticoso, però dentro ho una nota gioiosa . A volte, nei momenti di intoppo, come quando la mattina ti ritrovi per un disguido a dover uscire anche con la piccola, fatico a sentirla, ma so che, tornata la calma, torna anche la gioia.

Sono giorni un po' affollati di impegni, che tendono a concentrarsi soprattutto nel fine settimana e il privato si confonde con la sfera più sociale e comunitaria. Tradotto significa che infilo e sfilo gli stivali almeno otto volte al giorno, la lavagnetta appena in cucina è fitta di pro - memoria e non so, a volte, da che parte girare il calendario.

Ieri ho portato Emanuele dal dentista, la sera prima sono stata a scuola per le pagelle del primo quadrimestre, domani ci sarà un incontro in oratorio, e sabato, nel pomeriggio, in seminario. Sabato però Lele vuole andare da un compagno a giocare e per il prossimo martedì ha ricevuto un invito ad una festa di compleanno del quale ancora non sospetta nulla.

Cominciava a mancarmi non riuscire a mettermi qui seduta, a scrivere un po' per tirare le fila della giornata trascorsa.

Bè, domani frattanto è venerdì e sia Maurizio che io abbiamo l'impressione che i giorni sian volati via velocemente. Speriamo solo che splenda ancora questo magnifico sole che, nelle ore pomeridiane, sembra annunci primavera.

Buona notte naviganti. Qualche briciola alla nostra coniugalità, e poi... se il buon Dio vuole, nanna!

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la mamma

lunedì 7 febbraio 2011

E' tardi, ma volentieri vorrei cercare di compendiare pensieri e avvenimenti che come trama e ordito hanno tessuto gli ultimi giorni.

Sento Elisa tossire dalla sua camera, e non ho certezze di trascorrere una notte tranquilla. Maurizio ed io abbiamo faticato a farla addormentare. Nonostante continui a riposare molto poco durante le ore pomeridiane, era veramente agitata. La scorsa settimana, proprio a causa del suo malessere, ha richiesto parecchia attenzione supplementare.

Più volte però ho avuto modo di apprezzare il fatto che la mia bimba sembra avere un cuoricino generoso. Se prende una canottiera dal cassetto della biancheria dei suoi fratelli, purtroppo alla sua portata, per usarla per spolverare, dopo pochi attimi ne prende una seconda e me la offre.

A volte sembra che mi legga nel pensiero e anticipa le mie mosse. Sa in quale stanza sono diretta quando mi muovo per casa e mi precede. Ormai conosce bene ritmi e routine.

Nella serata di venerdì sono stata ad un nuovo appuntamento del corso con la psicologa infantile. A tema c'erano i casi di separazione, tema che, se non riguarda direttamente la nostra famiglia, riguarda diverse famiglie a noi vicine.

Ci sono andata in macchina, arrivando in ritardo per aver dovuto sedare l'ennesima lite tra i miei figli.

Attendendo che i ravioli cuocessero, appoggiata al mobile della cucina all'ora di pranzo, dicevo a mio marito che a volte mi sento troppo debole per affrontare, contenere, arginare gli impulsi dei miei figli. In fondo, sono sempre e solo una mamma.

Grazie a Dio esistono i momenti serali, quando mettendoli a letto leggo loro qualcosa. Questa sera in particolare Davide si è addormentato sul divano. Terminato di lavare le stoviglie, anziché pensare alla lavatrice, mi son trattenuta dieci minuti col resto della famiglia radunata in sala. Elisa trotterellava in giro, Maurizio stava a gambe distese sul tappeto ed io ho scelto di mettermi accanto al mio primogenito.

Ancora non ero seduta che già mi avvinghiava perché stessi vicina a lui. Si è accoccolato su di me, come non credesse possibile che io potessi essere finalmente tutta per lui. Saliti in camera mi son seduta sul suo letto e, dopo le preghiere, gli ho letto un altro capitolo del libro iniziato qualche sera fa.

Pur rimanendo al caldo sotto il piumone mi teneva una mano, e io volentieri ho offerto e goduto questa vicinanza e intanto leggevo, leggevo e pensavo che i miei bambini si meritano una mamma migliore e che forse il punto di partenza del lavoro educativo sta in una maggiore comprensione della loro vita interiore.

Come riuscire a guidarli se non si è riusciti a sentire ciò che loro sentono, e questo vale tanto più per Emanuele che per tanti versi vede spesso le sue esigenze, soprattutto quelle di tenerezza e vicinanza, accodarsi a quelle dei fratelli più piccoli.

Per il momento meglio chiudere qui.

Domani sarà un nuovo giorno e una nuova settimana colma di impegni comincerà.

Buona notte naviganti

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la mamma

giovedì 3 febbraio 2011

E' ormai alle porte il fine settimana, e proseguiremo il viaggio per itinerari diversi, ma anche questo giovedì ha un po' rappresentato uno spartiacque.

Davide non è venuto dalla nonna per l'imperdibile riso e zucca. Con oggi i grandi, alla scuola materna, hanno iniziato gli esercizi di pre - grafismo in preparazione alle scuole elementari e non è buona cosa che li trascuri.

Lui ha accettato la cosa di buon grado, con la promessa che l'avrei comunque portato a raggiungere i suoi fratelli per la merenda, e avrei fatto mettere da parte una porzione di pietanza per la sera, ma io ho sentito la sua mancanza.

Lì per lì, quando ho capito che non c'erano alternative, mi è dispiaciuta questa rinuncia, ma poi ho intravisto che poteva essere provvidenziale. Lele, non "disturbato" dai giochi del fratello, ha fatto i compiti con una migliore concentrazione e migliori risultati ed Elisa un po' ha riposato.

Comunque sia ho raggiunto Davide presto. Nella chiesta della scuola oggi il parroco, in occasione di S. Biagio, benediva la gola dei bambini invocando la protezione del Santo, ed erano invitati a partecipare anche genitori e nonni.

Quando è riuscito ad individuarmi, nel momento in cui anch'io mi son messa in fila per la benedizione, è stato contento di vedermi lì, ed è stato uno degli eventi che ha poi riferito al padre nel suo racconto della giornata.

Mi son trattenuta oltre l'orario d'uscita per il colloquio prefissato con l'insegnante, ragion per cui, direttamente dalla dispensa della nonna, gli ho portato un pacchetto di wafer e un succo.

I miei figli... i miei figli! Lele, rispondendo ad un questionario correlato ad una lettura, racconta di discutere spesso con i genitori e qualche volta col fratello (il suo "qualche volta" equivale a quattro, cinque volte al giorno!)  e di sentirsi sconfitto. La descrizione della sua sensazione è stata molto chiara, ha usato il termine appropriato ed io ne sono rimasta parecchio colpita.

Da una parte so che è un male dei primogeniti (anch'io lo sono) sentirsi sempre un po' vittime, dall'altra... vorrei che non fosse così. Però è vero che con lui i dibattimenti e le discussioni sono all'ordine del giorno e si fa fatica, faccio fatica, a rasserenare l'aria.

Rientrando è subito scoppiata una lite furibonda tra fratelli, o meglio, Lele si è tremendamente innervosito, fino a scappare nella stanza attigua alla sala, chiudendosi la porta alle spalle. Il tutto perché Davide gli aveva fatto notare di non essersi pulito piedi.

Ero vestita, con Elisa e Davide da spogliare del giubbotto, le borse da svuotare e... ho semplicemente lasciato che il bollore da solo si acquietasse. Sapevo che il problema reale, come la sera prima quando insieme sono saliti per lavarsi, era correre a vedere il cartone senza che alcun ostacolo di inframezzasse tra lui e la televisione e quand'è così diventa cieco.

Già stava lì davanti quando Elisa è scoppiata in pianto per essersi schiacciata le dita. Lui, incurante, ha alzato il volume. Son questo genere di cose, quest'apparente insensibilità, in genere, a farmi andare su tutte le furie.

Ma stamattina Lele, quello che preparandosi per la palestra è sceso mezzo nudo per farmi notare che al fratello era concesso di guardare una cartone in più e la bilancia non era quindi in perfetta parità, era dispiaciuto per il fatto che a Davide non fosse possibile venire dalla nonna.

Quando, dopo poco è uscito dalla clausura, mentre si sintonizzava sul canale desiderato, avvicinandomi e baciandolo sulla guancia, ho cercato di fargli capire che reagire così per un simile evento era come chiamare i pompieri per spegnere un fiammifero.

A volte la sua ira furibonda è davvero ingiustificata, ma come fare a continuare a guidarlo senza che si senta sconfitto? Forse troverà crescendo le sue risposte e capirà che il nostro agire, a volte irremovibile, è stato per il suo bene.

Davide invece manifesta segni di irrigidimento da timidezza nei confronti di chi, come le insegnanti, può avere autorità su di lui. Si blocca davanti a semplici domande, anche se ha stima delle persone che lo seguono e ne parla sempre gioiosamente. Però ho fiducia e ho più volte constatato i suoi progressi nel tempo.

Ma sono i bambini ad avere problemi o siamo noi adulti a non saperci accostare a loro, relazionarci con loro in modo consono?

Bè, questo è quanto naviganti. Quanto mi conforta, dopo tanto sostener fatica, il pensiero che domani è venerdì.

Buona notte a tutti dal più alto dei ponti del vascello.

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la mamma

mercoledì 2 febbraio 2011

Giusto un rimasuglio di tempo per qualche veloce appunto.

Come fosse perennemente posta dalla mente sotto una gigantesca lente d'ingrandimento, la mia famiglia è sempre più oggetto di profonda riflessione.

Pochi momenti fa ho firmato una paio di verifiche portate a casa di Emanuele e, avendo tempo, mi sono soffermata a leggerle. Un'esperienza che mi ha mostrato una volta di più l'intelligenza limpida e immediata di mio figlio. E' sorprendente!

E' sorprendente il suo grado di conoscenza degli argomenti e la sua proprietà di linguaggio. Così piccolo eppure già in possesso di un metodo di acculturazione maturo, dovuto in parte alla sua grande curiosità, alle doti di cui Dio l'ha colmato e allo straordinario lavoro delle sue maestre.

Riconoscere di quando in quando le sue bellezze mi facilita l'amarlo, senza rendere per questo meno arduo il compito di educarlo.

Sto imparando, come fossi una mammina novella, a riconoscere e dar credito al bisogno di vicinanza di mio figlio e non  della vicinanza di chiunque, ma della mia vicinanza. Come portasse dentro un'antica nostalgia.

Proprio così. Nove anni fa la sua nascita mi catapultò dal ruolo di figlia, fino allora il solo che io frequentassi, a quello di madre, ma oggi, dopo tanto scrivere il giornale e tener desta l'attenzione sulle relazioni tra noi, mi rendo conto che è come se stessi ingranando solo adesso.

Sembra il più naturale tra i movimenti dell'anima, l'amore, eppure è così complesso... A volte si finisce solo per confondere la spontaneità con una bieca istintività. Ci si fa prendere quasi dal panico della perdite del controllo, e invece di prendere il largo ci si limita ad una rassicurante, ma poco entusiasmante navigazione sotto costa.

Ho una mappa perennemente sotto gli occhi, che mi guida e mi orienta, mostrandomi di volta in volta cosa sia e cosa non sia amore e questa mappa è il Vangelo.

E' straordinario il modo in cui il mio Dio ama tutti, in ogni momento e imparare a guardare, come lui vede, è come scoprire la strada per il paradiso. Più leggo la Parola più si aprono i miei occhi, perché gli occhi della mia anima vengono guariti e io possa finalmente tornare a vedere e con la vita annunciare l'amore col quale Cristo ci lega e ci libera.

Ieri, per esempio, ho giocato sul tappeto coi due più piccoli facendo finta di essere la nonnina di cappuccetto rosso come non avevo mai fatto.

In questi giorni li sto accogliendo al risveglio uno alla volta, complice il fatto che concedo a Elisa di alzarsi più tardi (anche se questo non ha per nulla prodotto pisolini pomeridiani più lunghi) e questo mi dà modo di dedicare a ciascuno di loro la giusta attenzione.

Tante cose stanno cambiando. Ciò che prima era solo fatica, adesso diventa un bisogno perché i miei, e non solo loro, abbiano il meglio.

La preghiera mi aiuta, ristabilisce il contatto quando questo, fosse solo a causa di un'arrabbiatura o del vorticoso turbinare delle cose da fare nella mia testa, si interrompe e, con poco, cercando il mio Dio, l'anima ritrova la serenità.

Mi aiuta essere una sposa, perché come tra sposi ci si cerca, ci si attende facendo crescere il desiderio dell'incontro, così Dio ci cerca e vuol essere cercato.

Ci sia posto per Lui, in noi e in voi tutti.

Buona notte miei naviganti.

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la mamma

martedì 1 febbraio 2011

Elisa non ha ancora ripreso la sua consueta forma. Ieri sera, poco dopo essersi addormentata, ha di nuovo richiamato la nostra attenzione. Respirava male e nonostante un tempestivo lavaggio del nasino, non è riuscita a riaddormentarsi velocemente.

Questa mattina non l'ho svegliata insieme a Davide, come solitamente faccio al fine di far quadrare i tempi di tutta la famiglia. Le ho concesso di rimanere nel lettino ad approfittare di un sonno che, durante la giornata, difficilmente riesce a ritrovare.

Quando sono rientrata l'ho trovata proprio lì dove l'avevo lasciata e ci è rimasta fino alle 9.30.

Il fatto che non stia bene la rende particolarmente nervosa, e non rimane volentieri da sola. A questo deve aggiunersi che, come una vera prima donna, quando si stanca o vuole mostrare il suo disaccordo, si butta a terra a pancia all'aria e piange stizzita.

Ho un arretrato cosmico da recuperare. Nemmeno oggi, complice il rientro di Lele per pranzo, l'aerosol di Elisa e cose così, sono riuscita a stirare, ma, non sono queste le cose che mi rimangono della giornata appena conclusa.

E' stato bellissimo pregustare l'abbraccio di Davide ritrovandolo nel pomeriggio e avvertire il desiderio che la piccola si svegliasse questa mattina per darle il buongiorno e stare finalmente di nuovo con lei. Altrettanta gioia ho ricevuto poi da Lele vedendolo studiare da solo la sua lezione di storia, camminando avanti e indietro per la sala mentre provava a ripeterla proprio come a volte fanno i grandi.

Stasera invece, devo ammetterlo, un po' mi sono innervosita. E' la vecchia me che ancora rifiuta di morire. Vedevo nella mente il film delle cose ancora da fare e il tempo sul quadrante dell'orologio che scorreva.

Maurizio poi, mentre leggevo qualcosa a Lele prima del sonno, ha steso la biancheria. Il martedì e giovedì si cena tardi e quindi, anche se era tutto pronto (pasticcio di patate, poca roba da lavare, bambini puliti e in pigiama) non si riesce a non tirare troppo in là con l'orario.

Questo era solo un attimo, anche se tardi, per ricomporre le tessere del mosaico, vedere se sulla bilancia pesavano di più i momenti di armonia o quelli di nervosismo e, per una volta, devo dire che han pesato di più i momenti di armonia, anche tra i bambini.

Non è tutto perfetto ma... si va avanti con impegno, con la speranza che rende radiosa anche la più grigia delle giornate e con tanta preghiera.

Vi auguro una buona notte naviganti e, già che ci sono, anche un buon risveglio.

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la mamma