E' ormai alle porte il fine settimana, e proseguiremo il viaggio per itinerari diversi, ma anche questo giovedì ha un po' rappresentato uno spartiacque.
Davide non è venuto dalla nonna per l'imperdibile riso e zucca. Con oggi i grandi, alla scuola materna, hanno iniziato gli esercizi di pre - grafismo in preparazione alle scuole elementari e non è buona cosa che li trascuri.
Lui ha accettato la cosa di buon grado, con la promessa che l'avrei comunque portato a raggiungere i suoi fratelli per la merenda, e avrei fatto mettere da parte una porzione di pietanza per la sera, ma io ho sentito la sua mancanza.
Lì per lì, quando ho capito che non c'erano alternative, mi è dispiaciuta questa rinuncia, ma poi ho intravisto che poteva essere provvidenziale. Lele, non "disturbato" dai giochi del fratello, ha fatto i compiti con una migliore concentrazione e migliori risultati ed Elisa un po' ha riposato.
Comunque sia ho raggiunto Davide presto. Nella chiesta della scuola oggi il parroco, in occasione di S. Biagio, benediva la gola dei bambini invocando la protezione del Santo, ed erano invitati a partecipare anche genitori e nonni.
Quando è riuscito ad individuarmi, nel momento in cui anch'io mi son messa in fila per la benedizione, è stato contento di vedermi lì, ed è stato uno degli eventi che ha poi riferito al padre nel suo racconto della giornata.
Mi son trattenuta oltre l'orario d'uscita per il colloquio prefissato con l'insegnante, ragion per cui, direttamente dalla dispensa della nonna, gli ho portato un pacchetto di wafer e un succo.
I miei figli... i miei figli! Lele, rispondendo ad un questionario correlato ad una lettura, racconta di discutere spesso con i genitori e qualche volta col fratello (il suo "qualche volta" equivale a quattro, cinque volte al giorno!) e di sentirsi sconfitto. La descrizione della sua sensazione è stata molto chiara, ha usato il termine appropriato ed io ne sono rimasta parecchio colpita.
Da una parte so che è un male dei primogeniti (anch'io lo sono) sentirsi sempre un po' vittime, dall'altra... vorrei che non fosse così. Però è vero che con lui i dibattimenti e le discussioni sono all'ordine del giorno e si fa fatica, faccio fatica, a rasserenare l'aria.
Rientrando è subito scoppiata una lite furibonda tra fratelli, o meglio, Lele si è tremendamente innervosito, fino a scappare nella stanza attigua alla sala, chiudendosi la porta alle spalle. Il tutto perché Davide gli aveva fatto notare di non essersi pulito piedi.
Ero vestita, con Elisa e Davide da spogliare del giubbotto, le borse da svuotare e... ho semplicemente lasciato che il bollore da solo si acquietasse. Sapevo che il problema reale, come la sera prima quando insieme sono saliti per lavarsi, era correre a vedere il cartone senza che alcun ostacolo di inframezzasse tra lui e la televisione e quand'è così diventa cieco.
Già stava lì davanti quando Elisa è scoppiata in pianto per essersi schiacciata le dita. Lui, incurante, ha alzato il volume. Son questo genere di cose, quest'apparente insensibilità, in genere, a farmi andare su tutte le furie.
Ma stamattina Lele, quello che preparandosi per la palestra è sceso mezzo nudo per farmi notare che al fratello era concesso di guardare una cartone in più e la bilancia non era quindi in perfetta parità, era dispiaciuto per il fatto che a Davide non fosse possibile venire dalla nonna.
Quando, dopo poco è uscito dalla clausura, mentre si sintonizzava sul canale desiderato, avvicinandomi e baciandolo sulla guancia, ho cercato di fargli capire che reagire così per un simile evento era come chiamare i pompieri per spegnere un fiammifero.
A volte la sua ira furibonda è davvero ingiustificata, ma come fare a continuare a guidarlo senza che si senta sconfitto? Forse troverà crescendo le sue risposte e capirà che il nostro agire, a volte irremovibile, è stato per il suo bene.
Davide invece manifesta segni di irrigidimento da timidezza nei confronti di chi, come le insegnanti, può avere autorità su di lui. Si blocca davanti a semplici domande, anche se ha stima delle persone che lo seguono e ne parla sempre gioiosamente. Però ho fiducia e ho più volte constatato i suoi progressi nel tempo.
Ma sono i bambini ad avere problemi o siamo noi adulti a non saperci accostare a loro, relazionarci con loro in modo consono?
Bè, questo è quanto naviganti. Quanto mi conforta, dopo tanto sostener fatica, il pensiero che domani è venerdì.
Buona notte a tutti dal più alto dei ponti del vascello.
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la mamma
giovedì 3 febbraio 2011
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