Giusto un rimasuglio di tempo per qualche veloce appunto.
Come fosse perennemente posta dalla mente sotto una gigantesca lente d'ingrandimento, la mia famiglia è sempre più oggetto di profonda riflessione.
Pochi momenti fa ho firmato una paio di verifiche portate a casa di Emanuele e, avendo tempo, mi sono soffermata a leggerle. Un'esperienza che mi ha mostrato una volta di più l'intelligenza limpida e immediata di mio figlio. E' sorprendente!
E' sorprendente il suo grado di conoscenza degli argomenti e la sua proprietà di linguaggio. Così piccolo eppure già in possesso di un metodo di acculturazione maturo, dovuto in parte alla sua grande curiosità, alle doti di cui Dio l'ha colmato e allo straordinario lavoro delle sue maestre.
Riconoscere di quando in quando le sue bellezze mi facilita l'amarlo, senza rendere per questo meno arduo il compito di educarlo.
Sto imparando, come fossi una mammina novella, a riconoscere e dar credito al bisogno di vicinanza di mio figlio e non della vicinanza di chiunque, ma della mia vicinanza. Come portasse dentro un'antica nostalgia.
Proprio così. Nove anni fa la sua nascita mi catapultò dal ruolo di figlia, fino allora il solo che io frequentassi, a quello di madre, ma oggi, dopo tanto scrivere il giornale e tener desta l'attenzione sulle relazioni tra noi, mi rendo conto che è come se stessi ingranando solo adesso.
Sembra il più naturale tra i movimenti dell'anima, l'amore, eppure è così complesso... A volte si finisce solo per confondere la spontaneità con una bieca istintività. Ci si fa prendere quasi dal panico della perdite del controllo, e invece di prendere il largo ci si limita ad una rassicurante, ma poco entusiasmante navigazione sotto costa.
Ho una mappa perennemente sotto gli occhi, che mi guida e mi orienta, mostrandomi di volta in volta cosa sia e cosa non sia amore e questa mappa è il Vangelo.
E' straordinario il modo in cui il mio Dio ama tutti, in ogni momento e imparare a guardare, come lui vede, è come scoprire la strada per il paradiso. Più leggo la Parola più si aprono i miei occhi, perché gli occhi della mia anima vengono guariti e io possa finalmente tornare a vedere e con la vita annunciare l'amore col quale Cristo ci lega e ci libera.
Ieri, per esempio, ho giocato sul tappeto coi due più piccoli facendo finta di essere la nonnina di cappuccetto rosso come non avevo mai fatto.
In questi giorni li sto accogliendo al risveglio uno alla volta, complice il fatto che concedo a Elisa di alzarsi più tardi (anche se questo non ha per nulla prodotto pisolini pomeridiani più lunghi) e questo mi dà modo di dedicare a ciascuno di loro la giusta attenzione.
Tante cose stanno cambiando. Ciò che prima era solo fatica, adesso diventa un bisogno perché i miei, e non solo loro, abbiano il meglio.
La preghiera mi aiuta, ristabilisce il contatto quando questo, fosse solo a causa di un'arrabbiatura o del vorticoso turbinare delle cose da fare nella mia testa, si interrompe e, con poco, cercando il mio Dio, l'anima ritrova la serenità.
Mi aiuta essere una sposa, perché come tra sposi ci si cerca, ci si attende facendo crescere il desiderio dell'incontro, così Dio ci cerca e vuol essere cercato.
Ci sia posto per Lui, in noi e in voi tutti.
Buona notte miei naviganti.
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la mamma
mercoledì 2 febbraio 2011
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