lunedì 14 febbraio 2011

Giornata intensa. Fuori niente sole ma, domani, l'ordine mentale di oggi rischia di andare in briciole. Lele, che rientrerà per pranzo come tutti i martedì, nel pomeriggio è invitato a una festa di compleanno e ancora non ho pensato come portarlo.

Per di più, in mattinata, dovrò pensare ad acquistare un regalino. Certo, non posso fare programmi attorno a me ed è sconcertante come questo genere di cose un po' mi destabilizzino.

Non è il solito tran, tran e già penso a come riuscire a incastrare tutto, dimenticandomi, di fatto, che l'unica cosa che conta, è amare e non importa quanti salti mortali dovrò fare e da che altezza dovrò lanciarmi.

Alla fine andrà tutto bene.

Forse una volta, quando i figli da una certa età in poi iniziavano ad essere abbastanza indipendenti da non dover essere accompagnati dappertutto, non era proprio così. Ricordo che alle elementari frequentavo un corso di ginnastica artistica, ma nessuno mi accompagnava. Ci andavo in compagnia delle amichette.

Oggi, in un mondo in cui ci sono sempre meno bambini e aumentano individualismo e diffidenza, questo sembra non essere più possibile ed è così che da genitori ci si trasforma in autisti dei figli. Ma è possibile così?

Forse è meglio pensare a tutto il positivo che ha portato con sé questo lunedì, come le chiacchiere di Emanuele prima di uscire che affermava con sicurezza di volersi iscrivere ad agraria insieme al suo amico per la pelle, il ciondolare di Elisa per casa che in giornata si è concessa ben due pisolini, l'aver trovato tempo per scrivere a un'amica e sistemare due o tre incombenze.

Stasera poi, che bello, mentre rinfrescavo il lievito eravamo tutti in cucina. Lele tentava di studiare scienze vincendo la stanchezza assieme al papà, Davide giocava coi Lego ed Elisa svuotava ben bene il cassettone delle pentole spargendo formine per biscotti su tutto il pavimento. La televisione era spenta.

Nessuno dialogava direttamente con me, ma questa situazione, che raramente si crea, mi fa sentire una bella compagnia. Sento che in quei momenti realmente stiamo vivendo la famiglia e che, nervosismo a parte, siamo noi tutti insieme.

C'è ancora strada da fare, ancora leghe da coprire.

Per il momento meglio attraccare e concedersi un buon sonno ristoratore.

Buona notte a tutti

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la mamma

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