mercoledì 29 dicembre 2010

Meglio, molto meglio della giornata passata. Oggi non ha avuto niente a che vedere con ieri, né ieri con oggi.

Che gioia poter rimanere dentro queste quattro mura quando tutti i miei le abitano! E' una gioia sempre più palpabile, più densa, una gioia che senti ancora addosso, come il peso dei loro corpi vicini anche quando son ciascuno dentro il proprio letto.

Senti il suono delle loro risa e ancora riesci a trarne l'allegria, un'allegria persino più viva nel ripensamento di quando è stata vissuta.

Nelle piccole cose, che galleggiano come isole, oltre il mare delle ordinarie occupazioni, delle faccende poste come rocce da scalare per arrivare finalmente libera in vetta, riscopri il senso dell'essere famiglia.

Davide, di cui oggi ricorreva l'onomastico, dopo pranzo mi ha aiutata a lavare i piatti e sto già pensando di confezionare per lui un bel grembiule da casalingo e di regalarglielo a sorpresa alla prima occasione.

Nel frattempo sono finalmente riuscita ad acquistare (spendendo ahimé un patrimonio!) i cotoni per le tende di Elisa. Questa sera, dopo aver riordinato tutto, avrei voluto iniziare ad impostare il lavoro, calcolando ben bene lo spazio che il ricamo a punto croce occuperà sulla tela, ma ho dovuto far l'aerosol alla piccola e quando ho terminato era troppo tardi.

I bambini volevano vedere un'altra puntata di "Tre nipoti e un maggiordomo" insieme a noi e poi li avremmo messi a letto... forse domani!

A proposito della piccola, comunque, in serata l'ho portata dal pediatra che non ha riscontrato alcuna infezione bronchiale per cui continuiamo con le terapie solite. Purtroppo s'addormenta sfinita dal sonno, ma la tosse che la spinge a sputare tutto il catarro dal quale è intasata dopo poco la tormenta e siamo da capo.

Lele ha fatto i suoi compiti sembra senza troppi intoppi e ha trovato tempo per dare un'occhiata alle istruzioni per avviare il laboratorio di botanica che gli è stato regalato e per terminare un ultimo lavoro al pirografo.

Nel pomeriggio, invece di stirare, ho finalmente pulito un po' il piano inferiore di casa e sono contenta di averlo fatto.

Adesso che ho passato questo dosso riesco a pensare al ricamo e anche a qualche nuovo esperimento in cucina. Con "Famiglia Cristiana" uscirà una pubblicazione di ricette di zuppe e minestre, e conto di non lasciarmela scappare. Vorrei fare i biscotti coi bambini, il panettone, una crostata per vedere com'è la marmellata di cotogne fatta in casa che c'hanno regalato e poi... poi vorrei provare a fare la pasta fatta in casa.

Quanti progetti! con Maurizio abbiamo intenzione di integrare l'arredamento della cucina allungando il piano di lavoro oltre il frigorifero, sotto la finestra e farci stare, forse, qualche piccolo cassetto per stipare legumi e forse qualche formato di pasta.

Di progetti però, nell'intimo più intimo del cuore, ce ne sono anche altri, di più ampio respiro e più profondo valore.

Vedremo... adesso l'impegno è di continuare a far maturare la coscienza e far crescere la consapevolezza, compiere passi perché il cuore si converta e sia pronto ad aprirsi e poi... vedremo dove ci condurrà il vento dello Spirito che preghiamo non cessi di gonfiare le nostre vele e dirigere il nostro vascello.

Ora un po' di relax. Buona notte naviganti.

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la mamma

martedì 28 dicembre 2010

Se non ci fosse la fine della giornata, con lo spegnersi del vociare dei bimbi, a concedere quell'attimo di silenzio per un ripensamento degli ultimi avvenimenti, probabilmente ci lasceremmo, mi lascerei, sfuggire di mano la bellezza.

E' stato un giorno faticoso, un giorno in cui molto spesso si è reso necessario tirare le redini per porre un freno all'enorme esuberanza dei maschietti che lasciati a sé stessi non trovano di meglio se non rincorrersi, urlare e rischiare di farsi del male o di farne al piccola che muove i primi passi dentro casa.

Dovremmo essere degli intrattenitori perenni, perennemente a loro disposizione.

Elisa, inoltre, ha una brutta tosse che non la lascia riposare tranquilla e le ha anche tolto un po' l'appetito. Stasera però, s'è mangiata un po' di polenta con la ricotta.

In simili momenti non sono per nulla la mamma che vorrei essere. Non ci sono dolcezza, né tenerezza. M'irrigidisco e divento una iena a furia di urlare: "Bastaaaaa!". Un urlo che regolarmente viene ignorato.

E' difficile trovare la maniera di tirar fuori in ogni momento la parte migliore dei miei figli, la parte della cui esistenza ho coscienza, ma alla quale non presto magari attenzione, o con la quale non riesco a mettermi in contatto perché, nel frattempo devo anche lavare i piatti, o cambiare un pannolino, o stirare o fare una di queste cose....

Quella appena trascorsa non somigliava per niente ad una giornata di vacanza. Se ho fatto meno, in mattinata, è perché Maurizio è dovuto andare a riprendere una famiglia amica all'aeroporto, e sono rimasta sola coi pargoli per circa quattro ore.

Ho doppiato i mestieri come una boa e domani, giorno di mercato dalle nostre parti, si vedrà. Lele ha assolutamente bisogno di calzini nuovi e voglio vedere se, finalmente, mi riesce di comprare i cotoni per iniziare le tende per la cameretta di Elisa.

Nel frattempo è sceso un freddo polare.

Nonostante questo la sera, quando forse torna la calma, sento che la famiglia è ancora un posto nel quale ho voglia di stare. Basta la voce di uno dei miei bimbi a ricordarmelo, vorrei solo.... avere più tempo.

Buona notte naviganti.

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la mamma

domenica 26 dicembre 2010

Il bello delle vacanze di Natale, se hai la fortuna di poterle trascorrere a casa non solo con i bambini, ma anche con tuo marito, è la calma, una calma che ti rimanda, per confronto, la visione abitualmente affannata delle giornate ordinarie.

Non sono sparite le cose da fare, le cose da fare son sempre lì, la polvere si accumula, si sporcano i pavimenti, si riempie la cesta dei panni sporchi ma... non è poi così necessario stendere la biancheria quando tutti sono a letto, e se la piccola si sveglia mentre stai stirando c'è qualcuno su cui poter contare.

In questi giorni siamo stati a pranzo dai miei suoceri e poi, proprio oggi, da mia mamma. C'è stata anche la possibilità di incontrarsi con gli amici.

A molti di loro abbiamo offerto una bottiglia della nostra prima produzione di birra e per noi è stato bello poterli sorprendere e omaggiare così. E' stato un po' come offrire loro una piccola parte di noi.

I bambini hanno ricevuto ancora qualche regalo, e Lele è stato apprezzato per i lavori realizzati col suo pirografo.

Ci sono pure arrivate delle formine natalizie per i biscotti e in questi giorni sono sicura che i bambini vorranno provare a farli.

Il punto è che tutti questi scambi non hanno rappresentato altro se non un modo per scambiare l'affetto che circola tra di noi, a partire dalla nostra famiglia, che ha trascorso il tempo in attività diverse da quelle che solitamente ritmano le nostre ore.

Siamo stati insieme sul divano a riguardare (naturalmente vale per noi grandi) le vecchie puntate di "Tre nipoti e un maggiordomo". Quante volte l'ho rivista da piccola! Bè, mi son resa conto che era una trasmissione che sapeva di buono. Uno zio scapolo che, dopo le prime comprensibili titubamze accoglie in casa, nel giro di ventiquattr'ore, tre nipoti e riesce a instaurare con loro un rapporto d'affetto vero... bello, bell'esempio di accoglienza.

Tante piccole cose che vedo intorno a me mi parlano e mi mostrano che il mio, il nostro cuore sta forse ulteriormente cambiando, la coscienza sta facendo nuovi passi. Serve fermarsi ogni tanto, come durante le ferie estive, e guardare per accorgersi di ciò che sta accadendo dentro e fuori le mura del proprio io, come stanno evolvendo le relazioni che si vivono, cosa passa attraverso i sottili fili che ci uniscono gli uni agli altri.

Adesso, un po' di relax prima del sonno e domani un po' di lavoro casalingo non me lo toglie nessuno, ma va bene così. Non cerco l'eliminazione della fatica, solo dell'affanno!

Buona notte naviganti

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la mamma

giovedì 23 dicembre 2010

Scrivo un po' prima questa sera, ma dopo un paio di giornate in cui ho mancato all'appuntamento serale.

Lele, complici le vacanze natalizie iniziate per tutta la famiglia proprio oggi, è ancora qua con noi che sta terminando di vedere un film ad hoc! Davide ed Elisa invece sono già nei loro letti.

Nonostante la pioggia che copiosa cade dal cielo e non aiuta per niente a creare l'atmosfera giusta, lottiamo per mantenere lo spirito giusto.

Stasera per esempio siamo stati ad un gradevolissimo happy hour in casa dei vicini per un doveroso scambio d'auguri. In previsione delle grandi abbuffate, la padrona di casa ha giustamente puntato sulla verdura cruda.

Emanuele avrebbe svuotato da solo l'intera marmitta di carote tagliate a strisce sottili. C'erano finocchi, uva, grana, salame e anche qualche pizzetta.

Anche il pomeriggio però ha seguito percorsi diversi dall'ordinario. Non c'erano i compiti da fare, nessuno da andare a riprendere all'asilo e, nonostante io mi sia messa a stirare, (come schiavitù, o meglio, senso del dovere vuole) i bambini sono stati impegnati in diversi lavoretti. Il più grande ha portato a termine altri lavori col pirografo, mentre Davide con papà ha dipinto con le tempere un paio di statuette da aggiungere al nostro presepe artigianale e poi, con i pennarelli, altri piccoli disegni che nel tardo pomeriggio ho cominciato ad attaccare al vetro della finestra della cucina.

Lele ha poi dipinto il biglietto d'auguri allegato al pane che abbiamo sfornato quest'oggi da regalare ai nostri vicini e io ho scritto il testo.

Elisa, essendosi appisolata presto, altrettanto presto ha richiamato la nostra attenzione annunciandoci di essersi risvegliata. Con lei in braccio, perché non si mettesse in pericolo girando tra forno caldo e cavi penzolanti (il pirografo ha bisogno della prolunga), ho seguitato a stirare. Non volevo che Maurizio rinunciasse a dipingere con Davide.

Quando è stato possibile l'abbiamo rimessa per terra e siamo così arrivati all'ora della merenda.

Dopo una tazza di té caldo e biscotti Maurizio è uscito per la spesa e io ho cambiato la piccola. Ha comprato pennarelli nuovi e della carta da regalo. Abbiamo così impacchettato qualcuno dei nostri pensierini per parenti e amici.

Stiamo regalando un po' a tutti la nostra birra, e stamattina l'abbiamo data anche a una ragazza, appartenente al nostro gruppo d'acquisto solidale, che è ritornata nel pomeriggio con un vaso colmo di marmellata di mele cotogne fatta in casa.

Domani dovremo preparare il pane di Natale per la tavola di mia mamma e dovrò, per la prima volta, tentare di preparare il filetto di maiale in crosta (con qualche modifica... prendendo un po' qua, un po' là da varie ricette) per il pranzo a casa dei nonni paterni.

Spero solo che in casa ci sia aria di festa e di lasciar fuori dalla porta, almeno per un giorno, nervosismi e arrabbiature.

A proposito, credo proprio sia giunto il momento di fare gli auguri anche a voi, naviganti miei naviganti che silenziosamente accompagnate il nostro viaggio.

Con tutta la mia famiglia vi auguro di sentire Dio vicino, perché Dio nasce povero e viene ad abitare una ad una le nostre povertà, le nostre ferite, i nostri dolori, le nostre solitudini. Dio è sempre l'Emmanuele, il Dio con noi. Che siamo come pastori o come Re Magi, l'importante, dinanzi al presepe della nostra vita, è riconoscerlo!

Buon Natale naviganti e, per l'anno nuovo, non perdete nessuna occasione di amare!

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la mamma Fulvia, il papà Maurizio, Emanuele, Davide ed Elisa

lunedì 20 dicembre 2010

Sto accusando un po' di stanchezza in questo momento, o meglio, sento più che altro di avere sonno.

Ieri sera, dopo aver terminato di stirare ed essermi poi finalmente sistemata sul divano accanto a Maurizio per vedere la prima parte di un film, Elisa ha deciso di svegliarsi.

Urlava in modo forsennato come avesse fatto un incubo. Non era sveglia e nemmeno dormiva. L'ho tenuta un po' in braccio, ma poi l'ho dovuta affidare a papà per riuscire almeno a infilare il pigiama. Mi son sistemata sotto le coperte con lei attaccata al petto e ho dovuto scivolare con calma sotto le coperte tenendola sempre stretta.

Non voleva saperne di posare la testa sul cuscino. Stava lì, sopra di me, cercando di placare gli ultimi singhiozzi con la sua riccioluta testa sul mio collo...

In questi giorni ha un po' sfasato il solito ritmo sonno - veglia e solo oggi sembra aver ripreso le sue abitudini.

Alle 13 stava per addormentarsi sul seggiolone. Ho mollato le pentole da asciugare, lo presa, le ho cambiato il pannolino e l'ho subito messa a letto.

Come mi ha riferito la nonna, ha dormito fino alle 15.40 circa, quando sono rientrata con Davide che ha finalmente debuttato.

Si è sistemato nella zona antistante il palco insime ad altri suoi compagni vestito da angioletto. Tunichetta azzurra, grandi ali bianche e aureola dorata ricavata dalle frange che si usano per gli addobbi natalizi sulla testa. Come mi aveva annunciato ha cantato col resto del coro fino al momento in cui è uscito di scena per un cambio d'abito.

Quando è rientrato indossava i ricchi panni di uno dei Re Magi e portava a Gesù bambino l'incenso, segno della sua divinità.

Qua e là ha pure recitato piccole frasi che narravano la storia dell'annunciazione e della nascita... proprio bravo.


E' l'ultimo anno che lui partecipa alla recita natalizia della scuola materna, e la prossima volta che sarò invitata allo spettacolo, (fra un paio d'anni) sarà per vedere Elisa. Non ci riesco proprio a immaginarmela.


A proposito, nonostante non stesse molto bene in questi giorni, Elisa CAMMINA! Sabato, nel tardo pomeriggio, mentre attendevo che Maurizio riportasse a casa gli altri due pargoli in visita alla nonna, stavo sul tappeto con lei.


Senza lanciarsi in avanti come sua abitudine dopo i primi due, tre passi, si spostava con calma e due cubi delle costruzioni di legno in mano, da me al divano, dal divano a me e da divano a divano. Non mi sembrava vero!


Cammina tenendo le gambe allargate, proprio come una papera, ma... è una meraviglia!


Mancano due giorni alle sospirate vacanze di Natale, e domani sarà un po' più complicato del solito.


Conservo la dolcezza di alcuni bei momenti e la consapevolezza di quanto sia duro il cammino ancora da fare.


Buona notte naviganti.


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la mamma

domenica 19 dicembre 2010

Questa sera dopo cena i miei due figli maschi hanno dedicato una buona mezz'ora alle attività manuali (in famiglia molto più semplicemente usiamo il termine "lavoretti").


Orario insolito dato che dopo essersi lavati e messi in pigiama avrebbero entrambi voluto mettersi sul divano in sala davanti ad un bel cartone animato...

Ma, strano a credersi, si sono posizionati sul tavolo della cucina ed entrambi hanno dato il meglio di loro stessi.
 

Davide, dopo avermi richiesto di stampare alcuni soggetti natalizi, ha iniziato a colorare con i pennarelli mettendoci tutto il suo impegno, usando i colori corretti e rimanendo nei bordi delle figure.
Da quest'anno è molto migliorato nel disegno e nell'utilizzo dei colori, devo dire che sta' proprio crescendo :-)


 
Emanuele, invece ha iniziato e portato a termine in mezz'ora, il regalo per suo cuginetto. Con il proprio pirografo (recente regalo di nostri cari amici) ha disegnato-bruciato su un pezzo di legno circolare una candela di natale con il nome del cugino.

Devo dire che gli è riuscita molto bene, ha lavorato con particolare attenzione, senza perdersi d'animo e senza fare errori. Al termine del lavoro era contentissimo per aver fatto tutto da solo...

Allego al Post qualche immagine della bella serata...!

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il papà

sabato 18 dicembre 2010

Ho dovuto tener ben salde le mie mani sul timone fino a sera, senza lasciarmi sviare e condurre il vascello, come buon condottiero, giù, giù fino in fondo alla giornata, fino a quando, dall'alto dell'albero maestro finalmento l'ho intravisto, il porto.

Di tutto ciò che faceva parte del mio fitto programma, una sola cosa ho tralasciato: stirare. L'ho fatto per poter essere sicura di metter in tavola una cena decente.

Subito dopo colazione ho dato avvio al primo rinfresco del pane e quando sono rientrata, dopo aver portato Davide all'asilo, ho trovato Elisa stranamente irrequieta. Non aveva molta voglia né di giocare, né di scorrazzare libera per la casa a esplorare cassetti. Ben presto a iniziato a pignucolare, aumentando via, via il tono della voce. Io mi divincolavo per poter rifare i letti e lei mi rincorreva raggiungendomi. Le ho chiesto un po' di pazienza e poi l'ho presa convinta che sentisse il bisogno di dormire un po'.

Con mia grande sorpresa ha faticato a prender sonno, ma mai come dopo pranzo. Ha dormito quindici minuti d'orologio.

Per fortuna la nonna, venuta per permettermi di portare Lele dal dentista dopo scuola, è arrivata giusto in tempo. Stavo immergendo le mani nel secchio per lavare finalmente i pavimenti quando l'ho sentita piangere e lamentarsi.

Aveva due occhietti stranamente lucidi. Presto si è fatta l'ora di andare a riprendere Davide, le merende da preparare, e mentre la nonna imboccava la piccola ho allestito la pasta brisée per la torta salata della sera. Poi, giusto prima di cambiarle il pannolino, le ho misurato la febbre e in un secondo il termomentro è schizzato a 38.2°.

Come da manuale le ho somministrato la Tachipirina e quando Lele è rientrato l'ho portato al controllo. Siamo rientrati, è rientrato Maurizio, i nonni sono tornati a casa, ho preparato la cena, mangiato in compagnia della mia famiglia. Davide era stanco e per poco non si è addormentato con la testa sul tavolo.

Poi i bambini hanno ascoltato un po' di musica, la musica dei grandi e io ho lavato i piatti e impastato il pane per la terza e ultima volta. Domani toccherà a papà.

Infine, dopo aver pregato insieme, siamo saliti. Elisa, ormai sfebbrata, si è addormentata senza fatica e io ho letto qualche pagina di una nuova antologia di racconti di Natale che proprio ieri ho acquistato in libreria ai bambini.

Domani è sabato, saremo a casa tutti insieme e la cosa mi conforta non poco. Una lunga, intensa settimana volge al termine e ne inizierà una altrettanto intensa, ma non per il carico di lavoro. Insieme aspetteremo Natale!

Buona notte naviganti.

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la mamma

giovedì 16 dicembre 2010

E poi arrivano le giornate come questa in cui, nonostante tutti gli sforzi fatti per rasserenare l'aria, arrivi a sera e ti ritrovi a navigare tra i fiordi, lottando col rischio continuo di andare a sbattere e creare falle che ti porterebbero inesorabilmente a colare a picco.

Sono stata a prendere Lele all'uscita di scuola oggi, come ogni giovedì, per poi avviarci insieme dalla nonna per il pranzo. Nel pomeriggio lo attendeva una festa di compleanno e già pensavo di empatizzare con lui circa l'evento.
Sulla porta dell'edificio ho fermato la maestra per una comunicazione riguardo la vendita di un libro cui era interessata e, nell'occasione, mi ha purtroppo messa al corrente del fatto che continua a creare problemi col suo comportamento, mostrando di non ascoltare e rischiando, proprio ieri, di prendere una nota.

Il problema, che riscontriamo anche a casa, è che quando si tenta di rimproverarlo per riportare atteggiamenti o comportamenti entro limiti accettabili, lui ride scioccamente ed è successo anche con una delle sue insegnanti.

Naturalmente lui minimizza, mostrando di non dare importanza alla cosa. A metter carne al fuoco è tornato dalla festa contento, esaltato, ripetendo all'infinito che avrebbe voluto tornare in quel locale con noi e i nostri amici già durante le prossime vacanze, e stranamente (ma in fondo non più di tanto trattandosi di un pollo che conosco molto bene) insofferente.

Scattava ogni volta che Davide provava a rivolgergli la parola rispondendo in malo modo ed ha continuato su questa falsa riga fino all'ora in cui, ormai snervati, li abbiamo portati a letto. E' mancato veramente un soffio perché scoppiasse in un pianto dirotto e nervoso. Sovraccarico di emozioni. Questa la diagnosi.

Alla fine di giornate come questa mi chiedo, inutilmente, perché con lui è così dura. Qualsiasi direzione tu possa indicargli per il suo bene lui non solo non concilia, ma rema contro. E' come mettere argini a un fiume impetuoso, come terrazzare una montagna per poterci coltivare e insomma, di esempi ne potrei trovare infiniti.

Il fatto è che so che la mia pazienza, alla fine, per quanto possa essere dura, deve avere la meglio. Emanuele bisogna prenderlo come un dono, che un po' ti può mettere in disordine l'anima, ma che va' accolto, amato, contenuto, direzionato, a volte sopportato, o difeso da sé stesso.

Bisognerà pur trovare un modo per mettere ordine nel suo mondo emozionale che forse un po' lo fa soffrire.

Comunque sia, l'occasione della festa ha permesso anche a Davide di godersi per un po' la nonna, che prima che uscissimo al freddo e al gelo per tornarcene a casa, gli ha insegnato come sbriciolare le punte dei pastelli per poi creare sfumature col dito.

Bel momento davvero!

Mi godo gli ultimi dieci minuti di film accanto a mio marito e poi... a letto. Dicono che domani forse nevichi, speriamo proprio di no. C'è ancora tempo per l'ultimo tocco di bianco prima di Natale.

Natale.... Natale... Natale... Natale....

Buona notte naviganti

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la mamma

mercoledì 15 dicembre 2010

Intensa, intensissima navigazione in acque tanto gelide da diventare ghiaccio sui tetti delle case, delle auto, fra i rami delle piante e su ogni filo d'erba che resiste al rigore dell'inverno.

Intensissimo, come già scrivevo ieri, anche il programma che mi sono imposta in settimana. Soprattutto, manco a dirlo, vorrei pulire casa e pian piano devo dire che sto riuscendo nel mio intento. Nel bagno ho anche due grosse ceste di biancheria che attende di essere lavata. Ho giusto terminato pochi minuti fa di stendere un carico e domani è anche previsto il cambio delle lenzuola.

Mi sto seriamente allenando a non vivere questo tipo di situazioni con ansia. Cerco di non impigrirmi, di non rinunciare al tempo per le relazioni buone, soprattutto dentro casa, senza rifiutarmi a chi sta fuori.

Oggi, per esempio, siamo stati letteralmente salvati da una nonna. E' venuta per permettermi di uscire a prendere Davide all'asilo senza portare la piccola che, per altro, si era addormentata tardi nel pomeriggio e, col suo aiuto, son riuscita ad arrivare in fondo alla cesta dei panni da stirare. Proprio ci voleva!

Lo so, lo so che arriva sempre il momento in cui mi è concesso di recuperare tutto l'accumulo di lavoro, devo solo affidarmi e decidere, momento per momento, di non rifiutarmi agli altri.

In mattinata son passata pure nella banca dove lavora la nostra rappresentante di classe per firmare una lettera da destinare al sindaco riguardo al mal funzionamento dell'impianto di riscaldamento a scuola, e c'è stato qualche breve momento per un piacevole confronto.

Rientrata a casa, dopo aver fatto i letti con la piccola che scorrazzava intorno, ho pulito per bene la cucina, ma, avendo finito tardi, non ho fatto in tempo a lavare il pavimento ma, prima di cena, son riuscita a stare almeno per un po' sul tappeto con i due più piccoli. Davide voleva giocare al cantiere ma non voleva assolutamente che Elisa toccasse la sua nuova betoniera. Un po' difficile accontentarlo, ma ci abbiamo provato e alla fine, nonostante qualche scintilla iniziale, abbiamo trovato il modo di stare tutti e tre insieme senza troppe scaramucce. Lele si è rilassato guardando un cartone per poi studiare e ripassare.

Abbiamo cenato con cosce di pollo disossate in umido e, anche se non tutti hanno gradito, tutti hanno terminato la loro porzione e poi... dolcetti. Lele e Davide si son divisi a metà un "bombo" conteso da entrambi ma, per stasera, niente pista delle macchinine. Stavano tenendo un comportamento un po' sopra le righe, infastidendo la sorellina e ridendo in modo sguaiato e un richiamo ci voleva. Hanno ripiegato su un cartone. Alle 21.30, quando anch'io avevo terminato il rinfresco del lievito madre, preghiera insieme con lettura del brano di Vangelo quotidiano, candele sulla corona dell'Avvento accese, poi a letto con lettura di una breve storia.

Adesso son qui, a ripensare a tutto e tutti con viva tenerezza.

Domani, giovedì, saremo fuori casa tutto il giorno per far visita all'altra nonna e, anzi, Lele è stato pure invitato ad una festa di compleanno e devo mettermi d'accordo con un'altra mamma per il passaggio. Devo pure ancora acquistare un regalino per la festeggiata.

A domani naviganti, buona notte e buona navigazione a tutti.

Con calore

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la mamma

martedì 14 dicembre 2010

Come quando le onde infastidiscono la chiglia al punto che si procede a sobbalzi, così è stato il viaggio odierno.

E' stato un viaggio iniziato con il sole e proseguito via, via con una nebbia sempre più fitta. Ho pulito una delle camere da letto (quella della piccola) nel frangente in cui lei dormiva.

Gli antennisti, che attendevo nella prima mattinata, essendoci la brina sui tetti han chiamato per avvisare che sarebbero venuti il pomeriggio se le condizioni fossero migliorate. Alle 13.30 erano qui.

Avendo già individuato il problema lo scorso venerdì m'aspettavo avrebbero finito presto, invece, essendo la nostra casa piuttosto bassa e per giunta circondata da costruzioni alte, i tecnici han faticato non poco a trovare il segnale e le frequenze per prendere i vari canali. Risualtato, se ne sono andati alle 17 senza aver avuto il coraggio di dirmi quant'era la spesa.

Mi chiamerà il proprietario dell'impresa.

Aspettavo Lele per pranzo e volevo fargli trovare qualcosa di diverso dalla solita pasta. Gestendo Elisa, i suoi spostamenti in giro per casa di cassetto in cassetto, son riuscita con l'ausilio del mio robot da cucina a tagliare due carote e una rapa a striscioline sottili e a proporgliele in insalata. Lui ama la verdura cruda, in particolare le carote. Ho fatto rassodare tre uova, aperto una scatoletta di tonno e guarnito il tutto con qualche oliva e voilà. In un tempo ragionevolmente breve il pranzo era servito.

Lele, rientrando con la notizia di aver recuperato l'ombrello dimenticato sul pulmino otto giorni fa, ha gradito. Ancor più piacevole è stato condividere con lui il momento del pasto. Stranamente non ho dovuto riprenderlo in continuazione perché scomposto sulla sedia e perennemente sbilanciato verso il seggiolone della sorellina.

Abbiamo chiacchierato della scuola e di ciò che lo interessava e... è stato bello, tanto che alla fine ho deciso di dirglielo.

Nonostante la presenza un po' disturbante dei tecnici ha fatto bene i suoi compiti e studiato, mentre Elisa è riuscita a riposare proprio poco, impedendomi di arrivare al fondo della cesta dei panni da stirare. Alle 15.30, quando avevo ormai perso ogni speranza, è venuta a trovarci la nonna con un cappello nuovo per Lele ed è rimasta con noi fino alle 17.

Davide è rincasato con la mamma di un suo compagno.

Ho fatto far loro merenda, ma poi non son riuscita a trascorrere con loro il tempo dedicato al gioco. In particolar modo non potevo lasciare che la piccola scorrazzasse libera per il pavimento ed è stata dura poi, una volta sola, recuperare la serenità necessaria per preparare la cena.

Quando è rincasato anche Maurizio ero un po' stravolta dal lungo pomeriggio. Lele stazionava sulle scale fortemente contrariato dal fatto che gli avevo negato il permesso di montare la pista delle macchinine sul tavolo. Era quasi ora di apparecchiare e dovendo cucinare e star dietro a Elisa non potevo seguire anche gli altri due. Meglio rimandare l'appuntamento con le corse a dopo cena...

Ha tenuto per un po' il muso, nonostante avesse appena terminato di giocare con il computer, e poi ha ripiegato sulla musica.

In quel momento non mi son sentita la migliore delle madri. Stavo reagendo cercando di tagliar corto e dentro di me stavo quasi rivendicando il diritto ad essere un essere umano con tanto di limiti. Probabilmente c'era un'alternativa migliore al mio comportamento, ma in quel momento non ero disposta, né predisposta a trovarla.

Vedevo l'ora, il programma preparazione cena che scorreva nella mia testa e basta. Ho preparato il cous - cous con verdure lesse miste e delle lenticchie e tutta la famiglia a gradito.

Si può anche cadere qualche volta, l'importante è ritrovare sempre la voglia di ricominciare. Dovevo scrollarmi di dosso quella sensazione di fastidio, stanchezza, desiderio di mollare tutto e tornare un po' per volta ad aprirmi, permettere a un sorriso di ridisegnarsi sulle mie labbra.

Quanto poco tempo ho dedicato a Elisa oggi! neanche dieci minuti insieme sul tappeto! avrei dovuto chiederle perdono.

Migliorerò... migliorerò. Amare è sempre una sfida e adesso, naviganti, buona notte!

Quanto vorrei che domani mattina la sveglia non suonasse!

A presto

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la mamma

lunedì 13 dicembre 2010

Non è stato un lunedì qualunque quello appena trascorso. Non è stato un lunedì qualunque proprio per niente.

Oggi, 13 di dicembre, come ogni calendario liturgico riporta Santa Lucia e... dalle nostre parti, proprio nella notte tra il 12 e il 13 dicembre la Santa in questione porta doni e dolcetti a tutti i bimbi buoni e carbone nero a quelli "cattivi".

L'attesa, da parte di tutti i bambini, e i nostri non han fatto eccezione, è altissima. Nei giorni precedenti han preparato la letterina coi loro desideri e quest'anno è stata la prima volta in cui ho visto Lele metterci veramente tanto impegno.

Ha curato i caratteri impreziosendo le lettere con riccioli alle estremità e cambiando i colori e poi non ha chiesto doni solo per sé. Ha elencato anche quelli per Davide, che ha più volte cambiato idea nel corso dell'ultimo mese, chiesto qualcosa per Elisa, per noi genitori e perfino per i bambini poveri.

Così, Santa Lucia, non solo ha dovuto attraversare il cielo col suo carretto trainato dall'asinello (che ha trovato fieno alla porta per rifocillarsi dal viaggio e dal freddo) portando doni, ma s'è pure presa la briga, a casa nostra, di usare il nostro pc e rispondere alla lettera di Lele.

Questa mattina, manco a dirlo, svegliare Davide non è stato un problema. Li abbiamo chiamati attorno alle 7 perché anche il papà non si perdesse la vista dei loro volti sorpresi e loro avessero almeno un pochino di tempo per godersi ciò che era stato lasciato sul tavolo della cucina.

Davide non ha ricevuto tutto quello che chiedeva (sarebbe stato troppo!), ma non appena ha visto la betoniera gigante ha dimenticato tutto il resto tanta era la gioia che aveva nel cuore.

A Lele ha portato una pista per le macchinine e stasera, col papà, l'hanno montata sul tavolo e poi insieme al fratello le han fatte correre a più non posso.

A Elisa sono arrivati i sette nani di gomma con Biancaneve e una bambola di pezza che piace tanto alla mamma. Speriamo solo che crescendo piacciano anche a lei...

Dolci e libri han chiuso il cerchio.

Ciascuno poi è partito per la rispettiva giornata di lavoro e di scuola, ma Lele, purtroppo, dopo quindici minuti di vana attesa alla fermata, è tornato a dirmi che il pulmino non era passato. Avrei scoperto più tardi, passando in comune, che i mezzi gelati erano passati con notevole ritardo rispetto all'orario consueto. Che fare? per la seconda volta in due anni l'ho mandato a scuola a piedi da solo chiedendogli di telefonarmi all'arrivo e tutto, grazie a Dio, è andato bene.

Intanto i giorni passano, ancora poco e saremo alle porte delle vacanze di Natale. Questo è l'ultima settimana intera di lavoro e scuola e nonostante mi sia fatta un fitto programma che con tutta probabilità non riuscirò a rispettare (già oggi è stata un'impresa!), ho l'impressione che si tratti di una settimana eterna. Il prossimo lunedì ci sarà la recita di Davide alla scuola materna e poi tutto sarà come un lungo, veloce scivolo che ci porterà dritti a Natale.

Va bè, chiudiamo qua per stasera.

Buona notte naviganti.

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la mamma

sabato 11 dicembre 2010

Fine di un venerdì un po' complesso. Il vascello, per oggi, sta entrando in porto, anche se, nella vita, mi sento sempre più come se stessi per prendere il largo.

A sorpresa sono arrivati gli antennisti stamattina. Già stavano qua quando sono rientrata dopo aver lasciato Davide all'asilo. Non ho potuto iniziare con il primo impasto del pane, ma mentre Elisa pisolava sono almeno riuscita a rifare i letti e poi a pregare.

Se ne sono andati alle 11.30 senza aver risolto il problema. Manca un pezzo del quale erano sprovvisti, ragion per cui la prossima settimana saremo da capo.

Ho rimediato subito dopo pranzo e quando la piccola è stata di nuovo a nanna ho giusto, giusto stirato una camicia.

Ho chiamato mia suocera perché rimanessa qui mentre uscivo a raggiungere Emanuele. Con i compagni e le maestre hanno offerto un coro di canti natalizi. Purtroppo c'è stato qualche intoppo. Le basi non erano quelle previste, e un paio di volte hanno cantato senza la musica del cd, ma è andata bene, soprattutto perché hanno creato quella tipica atmosfera delle feste.

Anche Davide, nel pomeriggio, è stato portato in giro per il centro e anche i bimbi della scuola materna sono stati invitati a cantare a sorpresa.

Al ritorno abbiamo fatto merenda. Maurizio e Lele dovevano ancora rincasare. Alle 18 sarebbero stati dal dentista per un controllo.

Sono riuscita a rimanere qualche minuto con i bambini sul tappeto, ma poi sono andata a cambiare la piccola che fa progressi nel camminare. Approfittando della presenza del papà, che nel frattempo era arrivato, ho proceduto al secondo rinfresco e quando, portando con sé Emanuele, è uscito, ho cominciato a preparare la cena.

Sul tavolo c'era la scatola dei Lego e Davide che ci stava giocando. Elisa ormai aveva finito le sue riserve di autonomia. L'orologio a muro segnava le 19. Dovevo ancora preparare la tavola e cucinare qualcosa per la cena della piccola. Non è stato un momento facile, ma... sono sopravvissuta.

A dir la verità, ha richiesto ben altra energia dirimere una questione fra fratelli prima dell'uscita del maggiore. Desiderava giocare con le costruzioni "in pace", e Davide muovendo i pezzi nella scatola gli impediva di trovare quelli che a lui più interessavano.

E' dura far ragionare un bambino di cinque anni, ma ci dovevo provare. Il primo sforzo è stato mio, di comprendere il desiderio dei miei figli e di trovare la modalità migliore perché nessuno di loro si sentisse menomato di niente.

Ho provato a spiegare a Davide che Lele forse era stanco e aveva solo voglia di giocare un po' con uno dei suoi giochi preferiti e che questo non significava che non gli volesse bene e non volesse stare con lui, il tutto nella stessa stanza dove stavano entrambi.

Lele sentiva ciò che dicevo a Davide, e qualche momento dopo, quando il piccolo che era riuscito a dirottare il suo interesse sulle pentole provocava rumore facendo saltare le formine dei biscotti, ho potuto dirgli che come Davide aveva rinunciato in suo favore, anche lui poteva avere un po' di pazienza e sopportazione in più.

E' andata! Non reagire con rabbia e con le urla è sempre difficile, è difficile farlo senza rinunciare a correggerli e guidarli, ma è l'amore che chiede questo. E' l'amore che chiede la pazienza e forse, per una volta, l'amore l'ha avuta vinta.

Ma quanto sono fragile, e quanti limiti mi riconosco. Affido a Cristo anche questo lato di me.

Concludo annotando un bel momento familiare che ha concluso la serata. Lele sta tentando di utilizzare il suo nuovo pirografo per realizzare qualche piccolo dono natalizio. Col papà ha cercato i soggetti e poi insieme hanno fatto dei bozzetti. Noi tutti eravamo lì che giravamo attorno al tavolo, annusando l'odore del legno bruciato che se al mio primogenito dà fastidio, a me ricorda la mia infanzia e il mio papà.

La televisione era spenta ed è stato bello rimanere insieme.

Domani è sabato e quanto ancora ci sarà da remare!

Buona notte naviganti

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la mamma

giovedì 9 dicembre 2010

Prosegue questo viaggio tra le onde a sobbalzi regolari. Non sono sobbalzi fastidiosi, danno il senso dell'andamento che non è lento, ma nemmeno troppo veloce.

L'aria uggiosa del primo mattino è stata presto spazzata via da un buon vento che ha asciugato e ripulito ogni molecola d'ossigeno e dato al sole il consenso di illuminare allargando di molto la visuale.

Non faceva freddo e si rimaneva piacevolmente all'aperto. Pur imponendomi di non farmi prendere dall'ansia ho quasi dovuto mettere le macchine avanti tutta per coprire il primo tratto di mare fin che ci siamo trovati ben al largo.

Sapendo che non avrei più trovato modo di farlo, ho impastato la pasta per la pizza prima delle otto. Ero giusto lì con le mani nella palla di farina, acqua e lievito che si stava formando, quando Lele mi ha stupito dicendomi di essere emozionato.

Le maestre avrebbero portato la sua classe e le altre due sezioni parallele alla casa di riposo. I bambini avrebbero intonato canti natalizi per gli anziani ricoverati. Che mio figlio manifesti un'emozione è quasi un evento, uno di quelli degni di essere serbati nel cuore, ma non è stato l'unico della giornata.

Tirar Davide giù dal letto, nonostante gli avvertimenti della sera prima, non è stato semplice. Aveva gli occhi aperti, ma di abbandonare il tepore del piumone neanche a parlarne! e come dargli torto?

Mi son trattenuta qualche minuto in più alla scuola materna per il pagamento dei buoni mensa. Sono salita con lui in classe, dove la maestra mi ha consegnato il blocchetto, e ridiscesa in segreteria con Davide per pagarli. Alla solita proposta fattagli dalla suora di timbrare il primo foglio con la scritta pagato, stranamente non si è ritratto. Ha preso il timbro e con decisione l'ha pressato perché vi rimanesse la scritta ad inchiostro. Quando con lui stavo risalendo le scale per accompagnarlo nuovamente in classe, mi ha detto: "Vado da solo", cosa anche questa che non aveva mai voluto fare.

Ieri, osservando la foto che lo ritrae col presepe (un'altra artigianeria di casa A.), che ha poi portato all'asilo per l'iniziativa natalizia di quest'anno, mi sono ulteriormente accorta di quanto sia cambiata la sua espressione e di come sia diventato un bambino non più piccolo, ma grande. Ciò che non ha perso è il suo splendido sorriso aperto e comunicativo.

Lasciato lui son corsa a casa per prendere Elisa e portarla all'Ufficio d'Igiene per la vaccinazione. L'ultima prima dei cinque anni. Urgeva un cambio di pannolino. Senza togliere gli stivali son risalita al piano superiore (quante scale!), e poi via. Temevo di trovare troppa fila e per le 11.30 sarei dovuta stare nuovamente davanti all'asilo per prendere Davide.

Un potente soffio della Provvidenza sulle vele e via, tutto è andato liscio. Nel pomeriggio ho proposto a Lele di studiare storia prima e di fare i compiti scritti poi. La prima parte del pomeriggio è infatti la più tranquilla, quella in cui i fratelli sono sotto controllo ed ha accettato di buon grado e... ha funzionato.

Intanto che aspettavamo che il papà venisse a recuperarci con la macchina i bambini hanno anche aiutato la nonna ad assemblare il suo presepe e Davide, alla fine, si è pure premurato di raccogliere con la scopa i finti sassolini del finto selciato caduti inevitabilmente sul pavimento.

Abbiamo cenato con pizza e birra e poi, dopo che i bimbi hanno sparecchiato, Lele ha spontaneamente apparecchiato le tovagliette della colazione senza dire a suo fratello, neanche una volta, di aiutarlo. Naturalmente non gli ho fatto mancare il mio apprezzamento, facendogli capire che avevo notato il suo sforzo e lodandolo.

Che starà succedendo? sarà il caso di preoccuparsi? teniamo aperti tutti gli interrogativi.

Buona notte naviganti

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la mamma

mercoledì 8 dicembre 2010

Oggi è stata una giornata un po' particolare, davvero diversa dal solito. Era una giornata di festa, nel bel mezzo del tempo liturgico dell'Avvento, infatti, tutto si è fermato come in una normale domenica per celebrare l'Immacolata Concezione.

E' stata celebrata colei che, come ha ricordato il parroco nell'omelia, è stata riempita di grazia, ma alla quale non è stata risparmiata la lotta quotidiana che è anche nostra contro il peccato, alla quale non sono stati risparmiati i dubbi, né tantomeno il dolore.

In questa festa speciale, in cui tra l'altro ricorre il primo anniversario di Battesimo di nostra figlia e della nostra figlioccia, hanno battezzato il figlio adottivo di una coppia di nostri amici.

La mattina la celebrazione, con l'abbraccio stretto di tutti, parenti, conoscenti, amici e appartenenti alla comunità, e nel pomeriggio il rinfresco all'oratorio.

E' stato davvero un bel momento di partecipazione.

Dopo pranzo sono inaspettatamente riuscita a stendere la biancheria e stirare giusto quattro cose. Lele nel frattempo faceva i suoi compiti, Davide giocava, Elisa dormiva e Maurizio si prendeva un po' di tempo davanti al computer.

Stasera poi, al ritorno, dopo tante chiacchiere con tanti amici, siamo subito saliti (dopo le telefonate di routine per organizzare gli arrivi in orario dei bambini a scuola) per lavarci e metterci in pigiama. Abbiamo poi scaldato un po' di latte per i bambini e messo su l'acqua a bollire per il té per noi.

Alle 20.30 avevo finito anche di rinfrescare il lievito madre e tutti e cinque ci siamo ritrovati in sala. Era l'ora del cartone serale ed io mi son sistemata sul tappeto dove Elisa si è divertita a fare il girotondo intorno a me per parecchie volte stringendo due macchinine tra le mani.
Una poi le è scivolata finendo sotto il divano sopra il quale Davide si era da poco addormentato.

Prima di portarli tutti a letto, per la seconda sera, ci siamo riuniti attorno al tavolo. Abbiamo acceso le due candele sulla nostra corona dell'Avvento e abbiamo pregato rileggendo il Vangelo del giorno e lasciando che lo Spirito ci ispirasse una preghiera.

Quando anche Lele è stato sotto le coperte ho proseguito nella lettura della lettera natalizia del Cardinal Tettamanzi ai bambini, da qualche anno, grazie ad una mia zia che la procura, consuetudine nella nostra famiglia.

Domani, per un breve tratto prima del fine settimana, riprenderà la normalità. Devo solo portare Elisa all'ultimo appuntamento con una vaccinazione prima dei cinque anni.

Buona notte naviganti e... fate spazio a Dio nel vostro cuore amando, ora che arriva Natale.

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la mamma
Finalmente, per la gioia dei bambini e nostra nel tardo pomeriggio in casa A. abbiamo fatto il nostro personalissimo albero di Natale.

Il problema è sempre quello, anno dopo anno: le palline di vetro colorato, tenero e prezioso ricordo dei Natali della mia infanzia, che mia mamma mi ha tramandato allorché mi sono sposata.

E' inevitabile che, nel tentativo di fissarle ai rami del suggestivo abete senza farsele scivolare dalle mani, qualcuna cada irrimediabilmente in frantumi. Una bimba di un anno che gattona in giro per casa, curiosa di esplorare qualsiasi cosa alla sua portata, afferrare, lanciare e battere è un aggravante in più e un bel rischio per la sua e la nostra incolumità.

Quindi, nonostante il rammarico, per la prima volta in undici anni, la scatola con le palline di vetro è tornata sulla mensola del box senza essere stata svuotata del suo prezioso contenuto.

Sembrava proprio spoglio così, il nostro albero. Solo qualche pallina di volgare plastica (argento, blu e oro), quattro oggettini in pasta di sale salvati dall'estate (molti si sono rotti!), delle bamboline all'uncinetto, ma alla fine, anche alla prova delle luci a intermittenza, erano troppi i vuoti.

Così Emanuele ha avuto un'idea a dir poco grandiosa, in perfetto stile con la linea educativa fin qui tenuta in particolar modo con lui. Ha unito creatività, materiali di riciclo, economicità e ne è uscito un gran fiocco con un nastro di raso rosso dal bordo alto. Sono i nastri che vengono usati, in qualche negozio, per impreziosire i pacchetti regalo e che io conservo nell'ultimo scomparto del mio cestino da lavoro o nella borsa dove teniamo anche le carte regalo ancora riciclabili.

Li ho radunati tutti e con quei pochi, voluminosi nastri abbiamo riempito i vuoti. Sono dei colori e delle dimensioni più diversi, alcuni addirittura con tanto di scritta pubblicitaria, ma, a mio parere, danno l'idea di un volo di farfalle. Fanno festa!

Due giri di boa finali, candeline rosse e... voilà, il nostro albero fa ora bella mostra di sé nell'angolo della nostra sala.

Oggi si... l'amore che circolava tra noi realizzando l'opera, che non ha nulla a che spartire con le opere artistiche, e che non dimostra neanche un gran senso estetico, ma è nostra, e ci rappresenta, sento che ha finalmente il profumo di un nuovo inizio.

Mi sta proprio facendo riflettere l'esperienza di quella ragazza di cui sto leggendo la storia. Quella diciottenne la cui mamma non ha fequentato incontri formativi con tanto di psicologa (ai quali è comunque bene partecipare). Quella mamma ha tracciato una linea educativa per la sua bimba semplicemente seguendo il Vangelo e trasmettendoglielo, narrandoglielo, proprio come si narrano le fiabe di Andersen o dei Grimm.

Qualche volta anch'io ho sfruttato il Vangelo o la vita dei santi nel tentativo di sciogliere alcuni nodi ma, mi rendo conto che il Vangelo nella nostra famiglia deve ancor più diventare pane quotidiano.

Che si ascolti una psicologa di quelle serie ad un incontro, o si legga il Vangelo, si arriva sempre alla stessa conclusione, non c'è scampo: i bambini vanno amati. In ogni loro momento, in ogni spropositata manifestazione di un'emozione, in ogni capriccio o ostinazione, o ritardo o corsa sfrenata, i bambini (e con loro gli adulti, e qualsiasi categoria di persone) vanno amati.

Proprio stasera ho avuto una bella occasione. Lele vantava il fatto che la sua classe, nell'iniziativa benefica natalizia della scuola, aveva raccolto più di tutti gli altri. Ho lodato la generosità sua e dei compagni, e allo stesso tempo, per invitarlo a non giudicare le scelte e il cuore degli altri, ho raccontato il passo in cui Gesù guarda i ricchi del tempo gettare nel tesoro del tempio laute offerte e poi una povera donna, che getta appena una monetina. Proprio lei dà più di tutti gli altri perché da tutto ciò che aveva per vivere.

Naturalmente da Lele, che si guarda bene dall'accusare il colpo, per rigettarti piuttosto addosso la patata bollente, non ci si poteva aspettare un semplice: "Ho capito mamma", che difatti non è arrivato.

Ora però ho una scia da seguire. So che il mio amore deve diventare più forte della sua ostinazione e con S. Paolo dico: "Senza la carità sono cembalo che non tintinna!". Tradotto significa che senza l'amore non si è in grado di trasmettere nulla.

E' un passo, quello citato, della lettera ai Romani spesso letto ai matrimoni (e il nostro non ha fatto eccezione), conosciuto come inno alla carità. Un'amica mi raccontava che è stato letto proprio sabato, al matrimonio della figlia di quell'altra amica, e mi diceva che il nostro parroco, commentandolo, ha fatto notare come per gli sposi, e per i cristiani tutti, quel brano rappresenta un perenne esame di coscienza.

Così ci ho ripensato ed è vero, anche quel brano è una scia da seguire e stasera, pensando a cosa scrivere sul giornale, tutti i pensieri avuti si sono collegati trovando una loro collocazione. E' sempre come unire con linee immaginarie le stelle di una costellazione e vedere che disegno ne esce.

Così naviganti... so dove andare.

Meditate, meditate. Buona notte e... buona festa dell'Immacolata.

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martedì 7 dicembre 2010

Non si è rivelata esattamente ciò che prometteva di essere questa giornata.

Fino almeno alle 16, a casa ci saremmo dovuti essere solo Maurizio, Elisa ed io. Una pacchia, insomma. Sarei riuscita a fare ciò che avevo in programma con un po' di sostegno in più godendo per giunta della compagnia di mio marito.

Alle 9 però, in seguito ad una telefonata della maestra che annunciava problemi al riscaldamento della scuola elementare causa gelo delle canne nel fine settimana, Maurizio è uscito per accompagnare Davide e riportare a casa Lele.

Sembrava nevicasse, ma quasi subito i fiocchi si sono tramutati in acqua e l'acqua non ci ha abbandonati nemmeno ora. Sarà stato quello, il cattivo tempo, l'origine di tanti nervosisimi che hanno ridotto in briciole quella che doveva essere una giornata armoniosa, da dedicare, nel finale, agli addobbi natalizi?

Non abbiamo però fatto i conti con il fatto che Lele doveva essere portato dal dentista proprio per le 17 e che la cena, protrattasi un pochino oltre il previsto, ha portato via gli ultimi rimasugli di tempo.

Con Davide abbiamo iniziato a sostituire gli ordinari soprammobili sulla credenza della sala con presepi, candelabri, angioletti e altri simili ninnoli. Al ritorno di Lele col papà si son messi a riassemblare il nostro presepe (nostro perché fatto in casa), ma... mancava l'albero!

Alle 21.30 sgorgavano copiose le lacrime dagli occhi di tutti e anche Elisa, per non essere da meno, anche se avrebbe pacificamente accettato un riinvio, non ha trovato di meglio che schiacciarsi un dito in un'anta della cucina. Non l'abbiamo più ripresa!

Ho però visto due amiche e nonostante tutto, continuo ad avere un bella sensazione nel cuore.

E' tardi e domani non è sabato...

Buona notte naviganti

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la mamma

domenica 5 dicembre 2010

Oggi ho giocato con mio figlio. Non ho stirato, non ho lavato il bagno, non ho fatto i letti, non fatto nulla di tutto questo anche se tutto questo avrei avuto da fare.

Qual è il senso dell'essere famiglia se poi della famiglia non si vive mai il cuore che sta nella bellezza delle relazioni? Un normale gioco da tavolo, con tanto di regole e tabellone, è diventato teatro della nostra fantasia con tanto di castello, cavalieri, re, regina, principessa e drago.

Così per quell'ora in cui Emanuele era fuori per la catechesi domenicale ed Elisa faceva il suo pisolino quotidiano Davide ed io siamo rimasti insieme. Una volta tanto non è stato lui a venir dietro a me, aiutandomi con le pulizie e sollevandomi dalle ruotinarie fatiche, ma io sono scesa dall'inarrestabile giostra dei mestieri per accontentarlo in ciò che desiderava.

Alle cinque, nonostante nessuno di noi si sarebbe mosso (già fuori era buio e per giunta scendeva una neve sottile), siamo tornati tutti insieme all'oratorio per un incontro con le famiglie dei bambini battezzati.

Ieri invece siamo riusciti a rimanere in casa tutto il giorno, nemmeno abbiamo portato i bambini dalla nonna per la merenda. Pausa. Maurizio non era proprio al meglio e nella notte qualcosa dev'essere successo perché, nonostante nemmeno io sia ancora riuscita a smaltire il raffreddore che da una settimana mi tormenta, oggi mi sentivo nelle sue stesse condizioni ventiquattr'ore prima.

Stasera avevo qualche brivido e andando a letto continuerò a sperare che domani sia un giorno migliore.

La mia mente è un po' in subbuglio perché ho rimesso in gioco tante cose, per rivederle, verificarle e pensare a nuovi inizi. Come sempre il confronto con gli altri, indispensabile quando si vuole crescere, non ci lascia indenni e le occasioni non sono per nulla mancate.

Non ho ancora messo ordine dentro di me, ragion per cui fatico a parlare pubblicamente di ciò che rende la superficie del mare un po' increspata.

Sento che una nuova dolcezza mi abita e che la tenerezza è proprio uno di quei punti dai quali ripartire.

Si, vi lascio con questo pensiero, che è gioia e fatica, attesa e prospettiva e condivisione, che è amore prima di tutto e al di sopra di tutto: ricominciamo, naviganti, ricominciamo.

Buona notte e buona settimana e fra un po', naviganti, è Natale!

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sabato 4 dicembre 2010

Sono in casa sola con i bambini. Maurizio in questo momento è fuori, per la ripresa degli incontri con la psicologa all'oratorio. Il tema della serata sarebbe stato "La paternità", ragion per cui ho ritenuto fosse meglio che partecipasse lui.

Sono inoltre contenta che abbia l'occasione anche lui di conoscerla e di avviare qualche riflessione sull'essere genitore.

Io invece mi sto rendendo conto di aver perso forse punti coi miei figli sul bel cammino intrapreso quest'estate. Ci pensavo proprio quest'oggi mentre leggevo un libretto prestatomi che narra la storia di una ragazza morta a diciott'anni per un tumore, dichiarata Santa dal precedente Pontefice. Ciò che mi colpiva (oltre alla storia in sè) era scoprire come la madre affrontava tutte le problematiche educative semplicemente lasciandosi ispirare dal Vangelo e soprattutto dimostrando alla figlia il proprio amore.

Tante volte io agisco male nei loro confronti e so di farlo, e in quei momenti sono come cieca perché non riesco a vedere le alternative possibili. Sono sempre alla ricerca di strade alternative all'imposizione, strade che li facciano sentire e li rendano liberi e le chiavi sono sempre due: la fiducia e l'amore.

Questo è sicuramente un lato di me, del mio essere madre sul quale devo lavorare e che devo convertire.

Spesso però sento anche le ispirazioni buone dello Spirito e allora mi basta seguirle.

Come posso far conoscere ai miei figli Dio - Amore se io per prima non m'incammino sulla strada dell'amore?

Riconoscere di non essere sulla via buona è il primo passo per cambiare.

Nel frattempo, per tanti versi, quella che si sta per concludere è stata una settimana sorprendente. Un paio di amiche, coi loro figli, sono venute a farci visita (una lunedì e l'altra mercoledì) portando regali di compleanno un po' in ritardo per i miei bambini.

Può darsi sia eccessivo, ma ogni volta che qualcuno suona inaspettatamente alla nostra porta, penso sia il Signore stesso che viene a farci visita e a portarci un messaggio, a voler semplicemente stare per un po' presso di noi e vedere come ci si trova.

Che bello poi, quando questo qualcuno che viene, si toglie la giacca e si siede per un po', senza scappar via inghiottito dal buio del tardo pomeriggio. Penso sia stato bello anche per i bambini che hanno avuto un po' di tempo per rimanere insieme a giocare.

Questo mi fa venire in mente che Davide, la sera, ha sempre tante cose per le quali ringaziare: qualche episodio all'asilo, la cena, il cartone... tante cose semplici che hanno dato gioia al suo cuore.

(Riprendo il racconto dopo un'interruzione di più di un'ora. Elisa era in preda ai colpi di tosse e si è svegliata. Aerosol, tisana, nel frattempo è tornato Maurizio e ora vediamo di rimetterla a letto).

Ieri sera poi ho ricevuto la telefonata di una carissima amica la cui figlia si sposa proprio domani. La sento purtroppo di rado. Considerati i suoi problemi uditivi mi ha dato una grande emozione sentirla e, soprattutto, che lei mi sentisse senza difficoltà. Lei pure era emozionata per l'evento, consapevole di un'epoca che si chiude perché un'altra ne comincia.

Mi ha cercata per condividere i pensieri del suo cuore e nella mia mente si è aperto il libro dei ricordi al punto in cui io sono uscita di casa, primogenita di tre figli, unica figlia femmina.

Mi accorgo di aver perso un po' il filo dei pensieri. Sono dispiaciuta di non aver aggiornato il giornale di bordo ieri e l'altro giorno per motivi contingenti, (una riunione per la Parrocchia, Elisa sveglia ad orari insoliti) perché quell'ispirazione se n'è andata.

Speriamo sia un bel fine settimana. Maurizio sarà a casa qualche giorno per coincidenze di festività e poi... si avvicina Natale!

Buona notte naviganti

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la mamma