giovedì 9 dicembre 2010

Prosegue questo viaggio tra le onde a sobbalzi regolari. Non sono sobbalzi fastidiosi, danno il senso dell'andamento che non è lento, ma nemmeno troppo veloce.

L'aria uggiosa del primo mattino è stata presto spazzata via da un buon vento che ha asciugato e ripulito ogni molecola d'ossigeno e dato al sole il consenso di illuminare allargando di molto la visuale.

Non faceva freddo e si rimaneva piacevolmente all'aperto. Pur imponendomi di non farmi prendere dall'ansia ho quasi dovuto mettere le macchine avanti tutta per coprire il primo tratto di mare fin che ci siamo trovati ben al largo.

Sapendo che non avrei più trovato modo di farlo, ho impastato la pasta per la pizza prima delle otto. Ero giusto lì con le mani nella palla di farina, acqua e lievito che si stava formando, quando Lele mi ha stupito dicendomi di essere emozionato.

Le maestre avrebbero portato la sua classe e le altre due sezioni parallele alla casa di riposo. I bambini avrebbero intonato canti natalizi per gli anziani ricoverati. Che mio figlio manifesti un'emozione è quasi un evento, uno di quelli degni di essere serbati nel cuore, ma non è stato l'unico della giornata.

Tirar Davide giù dal letto, nonostante gli avvertimenti della sera prima, non è stato semplice. Aveva gli occhi aperti, ma di abbandonare il tepore del piumone neanche a parlarne! e come dargli torto?

Mi son trattenuta qualche minuto in più alla scuola materna per il pagamento dei buoni mensa. Sono salita con lui in classe, dove la maestra mi ha consegnato il blocchetto, e ridiscesa in segreteria con Davide per pagarli. Alla solita proposta fattagli dalla suora di timbrare il primo foglio con la scritta pagato, stranamente non si è ritratto. Ha preso il timbro e con decisione l'ha pressato perché vi rimanesse la scritta ad inchiostro. Quando con lui stavo risalendo le scale per accompagnarlo nuovamente in classe, mi ha detto: "Vado da solo", cosa anche questa che non aveva mai voluto fare.

Ieri, osservando la foto che lo ritrae col presepe (un'altra artigianeria di casa A.), che ha poi portato all'asilo per l'iniziativa natalizia di quest'anno, mi sono ulteriormente accorta di quanto sia cambiata la sua espressione e di come sia diventato un bambino non più piccolo, ma grande. Ciò che non ha perso è il suo splendido sorriso aperto e comunicativo.

Lasciato lui son corsa a casa per prendere Elisa e portarla all'Ufficio d'Igiene per la vaccinazione. L'ultima prima dei cinque anni. Urgeva un cambio di pannolino. Senza togliere gli stivali son risalita al piano superiore (quante scale!), e poi via. Temevo di trovare troppa fila e per le 11.30 sarei dovuta stare nuovamente davanti all'asilo per prendere Davide.

Un potente soffio della Provvidenza sulle vele e via, tutto è andato liscio. Nel pomeriggio ho proposto a Lele di studiare storia prima e di fare i compiti scritti poi. La prima parte del pomeriggio è infatti la più tranquilla, quella in cui i fratelli sono sotto controllo ed ha accettato di buon grado e... ha funzionato.

Intanto che aspettavamo che il papà venisse a recuperarci con la macchina i bambini hanno anche aiutato la nonna ad assemblare il suo presepe e Davide, alla fine, si è pure premurato di raccogliere con la scopa i finti sassolini del finto selciato caduti inevitabilmente sul pavimento.

Abbiamo cenato con pizza e birra e poi, dopo che i bimbi hanno sparecchiato, Lele ha spontaneamente apparecchiato le tovagliette della colazione senza dire a suo fratello, neanche una volta, di aiutarlo. Naturalmente non gli ho fatto mancare il mio apprezzamento, facendogli capire che avevo notato il suo sforzo e lodandolo.

Che starà succedendo? sarà il caso di preoccuparsi? teniamo aperti tutti gli interrogativi.

Buona notte naviganti

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la mamma

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