sabato 11 dicembre 2010

Fine di un venerdì un po' complesso. Il vascello, per oggi, sta entrando in porto, anche se, nella vita, mi sento sempre più come se stessi per prendere il largo.

A sorpresa sono arrivati gli antennisti stamattina. Già stavano qua quando sono rientrata dopo aver lasciato Davide all'asilo. Non ho potuto iniziare con il primo impasto del pane, ma mentre Elisa pisolava sono almeno riuscita a rifare i letti e poi a pregare.

Se ne sono andati alle 11.30 senza aver risolto il problema. Manca un pezzo del quale erano sprovvisti, ragion per cui la prossima settimana saremo da capo.

Ho rimediato subito dopo pranzo e quando la piccola è stata di nuovo a nanna ho giusto, giusto stirato una camicia.

Ho chiamato mia suocera perché rimanessa qui mentre uscivo a raggiungere Emanuele. Con i compagni e le maestre hanno offerto un coro di canti natalizi. Purtroppo c'è stato qualche intoppo. Le basi non erano quelle previste, e un paio di volte hanno cantato senza la musica del cd, ma è andata bene, soprattutto perché hanno creato quella tipica atmosfera delle feste.

Anche Davide, nel pomeriggio, è stato portato in giro per il centro e anche i bimbi della scuola materna sono stati invitati a cantare a sorpresa.

Al ritorno abbiamo fatto merenda. Maurizio e Lele dovevano ancora rincasare. Alle 18 sarebbero stati dal dentista per un controllo.

Sono riuscita a rimanere qualche minuto con i bambini sul tappeto, ma poi sono andata a cambiare la piccola che fa progressi nel camminare. Approfittando della presenza del papà, che nel frattempo era arrivato, ho proceduto al secondo rinfresco e quando, portando con sé Emanuele, è uscito, ho cominciato a preparare la cena.

Sul tavolo c'era la scatola dei Lego e Davide che ci stava giocando. Elisa ormai aveva finito le sue riserve di autonomia. L'orologio a muro segnava le 19. Dovevo ancora preparare la tavola e cucinare qualcosa per la cena della piccola. Non è stato un momento facile, ma... sono sopravvissuta.

A dir la verità, ha richiesto ben altra energia dirimere una questione fra fratelli prima dell'uscita del maggiore. Desiderava giocare con le costruzioni "in pace", e Davide muovendo i pezzi nella scatola gli impediva di trovare quelli che a lui più interessavano.

E' dura far ragionare un bambino di cinque anni, ma ci dovevo provare. Il primo sforzo è stato mio, di comprendere il desiderio dei miei figli e di trovare la modalità migliore perché nessuno di loro si sentisse menomato di niente.

Ho provato a spiegare a Davide che Lele forse era stanco e aveva solo voglia di giocare un po' con uno dei suoi giochi preferiti e che questo non significava che non gli volesse bene e non volesse stare con lui, il tutto nella stessa stanza dove stavano entrambi.

Lele sentiva ciò che dicevo a Davide, e qualche momento dopo, quando il piccolo che era riuscito a dirottare il suo interesse sulle pentole provocava rumore facendo saltare le formine dei biscotti, ho potuto dirgli che come Davide aveva rinunciato in suo favore, anche lui poteva avere un po' di pazienza e sopportazione in più.

E' andata! Non reagire con rabbia e con le urla è sempre difficile, è difficile farlo senza rinunciare a correggerli e guidarli, ma è l'amore che chiede questo. E' l'amore che chiede la pazienza e forse, per una volta, l'amore l'ha avuta vinta.

Ma quanto sono fragile, e quanti limiti mi riconosco. Affido a Cristo anche questo lato di me.

Concludo annotando un bel momento familiare che ha concluso la serata. Lele sta tentando di utilizzare il suo nuovo pirografo per realizzare qualche piccolo dono natalizio. Col papà ha cercato i soggetti e poi insieme hanno fatto dei bozzetti. Noi tutti eravamo lì che giravamo attorno al tavolo, annusando l'odore del legno bruciato che se al mio primogenito dà fastidio, a me ricorda la mia infanzia e il mio papà.

La televisione era spenta ed è stato bello rimanere insieme.

Domani è sabato e quanto ancora ci sarà da remare!

Buona notte naviganti

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la mamma

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