giovedì 16 dicembre 2010

E poi arrivano le giornate come questa in cui, nonostante tutti gli sforzi fatti per rasserenare l'aria, arrivi a sera e ti ritrovi a navigare tra i fiordi, lottando col rischio continuo di andare a sbattere e creare falle che ti porterebbero inesorabilmente a colare a picco.

Sono stata a prendere Lele all'uscita di scuola oggi, come ogni giovedì, per poi avviarci insieme dalla nonna per il pranzo. Nel pomeriggio lo attendeva una festa di compleanno e già pensavo di empatizzare con lui circa l'evento.
Sulla porta dell'edificio ho fermato la maestra per una comunicazione riguardo la vendita di un libro cui era interessata e, nell'occasione, mi ha purtroppo messa al corrente del fatto che continua a creare problemi col suo comportamento, mostrando di non ascoltare e rischiando, proprio ieri, di prendere una nota.

Il problema, che riscontriamo anche a casa, è che quando si tenta di rimproverarlo per riportare atteggiamenti o comportamenti entro limiti accettabili, lui ride scioccamente ed è successo anche con una delle sue insegnanti.

Naturalmente lui minimizza, mostrando di non dare importanza alla cosa. A metter carne al fuoco è tornato dalla festa contento, esaltato, ripetendo all'infinito che avrebbe voluto tornare in quel locale con noi e i nostri amici già durante le prossime vacanze, e stranamente (ma in fondo non più di tanto trattandosi di un pollo che conosco molto bene) insofferente.

Scattava ogni volta che Davide provava a rivolgergli la parola rispondendo in malo modo ed ha continuato su questa falsa riga fino all'ora in cui, ormai snervati, li abbiamo portati a letto. E' mancato veramente un soffio perché scoppiasse in un pianto dirotto e nervoso. Sovraccarico di emozioni. Questa la diagnosi.

Alla fine di giornate come questa mi chiedo, inutilmente, perché con lui è così dura. Qualsiasi direzione tu possa indicargli per il suo bene lui non solo non concilia, ma rema contro. E' come mettere argini a un fiume impetuoso, come terrazzare una montagna per poterci coltivare e insomma, di esempi ne potrei trovare infiniti.

Il fatto è che so che la mia pazienza, alla fine, per quanto possa essere dura, deve avere la meglio. Emanuele bisogna prenderlo come un dono, che un po' ti può mettere in disordine l'anima, ma che va' accolto, amato, contenuto, direzionato, a volte sopportato, o difeso da sé stesso.

Bisognerà pur trovare un modo per mettere ordine nel suo mondo emozionale che forse un po' lo fa soffrire.

Comunque sia, l'occasione della festa ha permesso anche a Davide di godersi per un po' la nonna, che prima che uscissimo al freddo e al gelo per tornarcene a casa, gli ha insegnato come sbriciolare le punte dei pastelli per poi creare sfumature col dito.

Bel momento davvero!

Mi godo gli ultimi dieci minuti di film accanto a mio marito e poi... a letto. Dicono che domani forse nevichi, speriamo proprio di no. C'è ancora tempo per l'ultimo tocco di bianco prima di Natale.

Natale.... Natale... Natale... Natale....

Buona notte naviganti

---
la mamma

Nessun commento: