Ho dovuto tener ben salde le mie mani sul timone fino a sera, senza lasciarmi sviare e condurre il vascello, come buon condottiero, giù, giù fino in fondo alla giornata, fino a quando, dall'alto dell'albero maestro finalmento l'ho intravisto, il porto.
Di tutto ciò che faceva parte del mio fitto programma, una sola cosa ho tralasciato: stirare. L'ho fatto per poter essere sicura di metter in tavola una cena decente.
Subito dopo colazione ho dato avvio al primo rinfresco del pane e quando sono rientrata, dopo aver portato Davide all'asilo, ho trovato Elisa stranamente irrequieta. Non aveva molta voglia né di giocare, né di scorrazzare libera per la casa a esplorare cassetti. Ben presto a iniziato a pignucolare, aumentando via, via il tono della voce. Io mi divincolavo per poter rifare i letti e lei mi rincorreva raggiungendomi. Le ho chiesto un po' di pazienza e poi l'ho presa convinta che sentisse il bisogno di dormire un po'.
Con mia grande sorpresa ha faticato a prender sonno, ma mai come dopo pranzo. Ha dormito quindici minuti d'orologio.
Per fortuna la nonna, venuta per permettermi di portare Lele dal dentista dopo scuola, è arrivata giusto in tempo. Stavo immergendo le mani nel secchio per lavare finalmente i pavimenti quando l'ho sentita piangere e lamentarsi.
Aveva due occhietti stranamente lucidi. Presto si è fatta l'ora di andare a riprendere Davide, le merende da preparare, e mentre la nonna imboccava la piccola ho allestito la pasta brisée per la torta salata della sera. Poi, giusto prima di cambiarle il pannolino, le ho misurato la febbre e in un secondo il termomentro è schizzato a 38.2°.
Come da manuale le ho somministrato la Tachipirina e quando Lele è rientrato l'ho portato al controllo. Siamo rientrati, è rientrato Maurizio, i nonni sono tornati a casa, ho preparato la cena, mangiato in compagnia della mia famiglia. Davide era stanco e per poco non si è addormentato con la testa sul tavolo.
Poi i bambini hanno ascoltato un po' di musica, la musica dei grandi e io ho lavato i piatti e impastato il pane per la terza e ultima volta. Domani toccherà a papà.
Infine, dopo aver pregato insieme, siamo saliti. Elisa, ormai sfebbrata, si è addormentata senza fatica e io ho letto qualche pagina di una nuova antologia di racconti di Natale che proprio ieri ho acquistato in libreria ai bambini.
Domani è sabato, saremo a casa tutti insieme e la cosa mi conforta non poco. Una lunga, intensa settimana volge al termine e ne inizierà una altrettanto intensa, ma non per il carico di lavoro. Insieme aspetteremo Natale!
Buona notte naviganti.
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la mamma
sabato 18 dicembre 2010
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