martedì 30 novembre 2010

Procediamo a singhiozzi. Come mettiamo una pezza a un malanno, subito se ne presenta uno nuovo, come un nuovo strappo su un indumento, e non sono solo i piccoli a perder colpi. Anche noi grandi, infatti, non possiamo dirci in ottima forma.

Personalmente è da sabato dopo cena, quando ho fatto il bagno con Elisa, che sento di non essere al meglio di me. Non è comparsa febbre, continuo a starnutire e sono un po' infreddolita.


Oggi ho preferito che fosse la nonna ad accompagnare Davide all'asilo, ma quando è arrivati ho scoperto che era in condizioni peggiori delle mie. Nonostante tutto in giornata ho pulito la cucina, steso la biancheria, preparato il pranzo a Lele che sarebbe rientrato dopo la mattina a scuola e poi la cena.


Dopo la merenda ho avuto un po' di tempo per stare coi bambini. Lele, dopo aver terminato in un tempo congruo i compiti, ha giocato al computer e poi, mentre coi fratelli ascoltavo le canzoncine stando sul tappeto, si è messo sul tavolo della cucina coi suoi Lego.


La cosa sorprendente è che Elisa sembra aver voglia di iniziare a camminare. Se ne sta lì, in piedi, a tentare di raggiungere un appiglio leggermente distante da lei ma, non appena sposta in avanti un piedino, si lancia in avanti col corpo e le braccia tese in avanti.


E' sempre più agile. Si volta e si sposta da un divano all'altro, dalla sedia al mobile, con una sicurezza sempre maggiore e prima o poi prenderà definitivamente il largo.


La sua congiuntivite intanto, grazie alla somministrazione di un collirio antibiotico, sembra migliorare, e, tanto per non farci mancar nulla, questa sera abbiamo sottoposto tutti e tre i nostri bambini ad un aerosol. Anche Maurizio ne avrebbe bisogno... il raffreddore ha colpito inesorabilmente anche lui.


Davide sembra che oggi abbia fatto le prime prove della recita di Natale sul palco. Non vedo l'ora di andarlo a vedere, e anche Lele non vede l'ora di andare a cantare dai vecchietti della casa di riposo.


Il Natale sta arrivando, già la gente mette addobbi sui balconi e luci più o meno colorate. Anche noi, credo, il prossimo fine settimana o giù di lì daremo avvio alle grandi manovre.


Non ho molto altro da aggiungere se non... speriamo che domani non nevichi!


Buona notte naviganti e... state al caldo.


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la mamma

domenica 28 novembre 2010

Riprendo il mio racconto dopo una breve interruzione. Grazie a Dio niente più neve da venerdì. Già nel pomeriggio le condizioni sono migliorate e quando verso mezzogiorno la pioggia si è sostituita ai candidi fiocchi, ha sciolto tutto ciò che avrebbe potuto rappresentare un discreto ostacolo sulla rotta.

Al tramonto, quando già l'oscurità della sera si preparava ad ammantare ogni cosa, anche un pallido raggio di sole si è fatto strada tra le nuvole ed è giunto a salutare il giorno.

Tutto faceva presagire per il meglio. Nella mattinata di sabato, dopo una breve indecisione presto sciolta, proprio come la neve di cui non è rimasta traccia se non su qualche tetto d'auto, sono stata io ad accompagnare Lele in chiesa. Ai vespri avrebbe avuto inizio il tempo liturgico dell'Avvento, e in parrocchia hanno previsto le confessioni per i ragazzi.

Varcando le porte della chiesa l'abbiamo trovata deserta. Davanti all'altare due poltrone coperte di drappi bianchi annunciavano l'imminenza della celebrazione di un matrimonio. Lì per lì m'è sorto un dubbio: "E se avessimo sbagliato giorno o luogo?". Attraversando la navata e poi l'altare siamo stati in sagrestia dove il parroco ci ha presto rassicurati.

Ci siamo seduti su una panca e abbiamo iniziato ciascuno il proprio esame di coscienza. Non essendoci nessuno, quando Lele ha terminato di confessarsi ne ho approfittato anch'io. Siamo rientrati a casa entro un'ora dalla nostra uscita, così, recuperato il resto della famiglia, ci siamo diretti in centro affrontando il freddo.

Avevo in mente di cominciare ad acquistare qualche dono natalizio e, sebbene non sia riuscita ad esaurire la lista, sono riuscita nel mio intento.

Quando abbiamo fatto ritorno a casa, con degli gnocchi acquistati dal formaggiaio nella borsa della spesa, le campane della Basilica suonavano i loro dodici rintocchi. La mattina se n'era andata.

Terminato il pranzo, messa a nanna la piccola, Maurizio in compagnia di Davide è stato al centro commerciale per la spesa della settimana (per quel poco che ci manca, dato le nostre provvidenziali scorte). Lele si è messo al tavolo per i compiti ed io ho finito la cucina e poi steso la biancheria.

Alle 16, come d'abitudine il sabato, Lele e Davide sono stati dalla nonna per la merenda, mentre io ho fatto far merenda alla piccola e poi ho preparato una torta fredda (buonissima!) con la ricotta e le pere e con l'avvertenza (per i golosi di famiglia): "E' per domani dopo pranzo!".

Non c'è stato tempo per stirare quei pochi panni che s'erano asciugati, né ieri, né oggi e, per di più, oggi non ho nemmeno pulito il bagno. Maurizio ed io siamo stati all'Opera, a vedere "La Traviata" di Verdi. Anche se siamo alla fine di novembre, questo era il nostro regalo per l'undicesimo anniversario di matrimonio. Il teatro scelto era piccolo ma, in quanto ad arredi, nulla da invidiare ai maggiori teatri d'Italia.

La nostra comune passione per l'opera è ancora piuttosto recente, ragion per cui non siamo in grado di fare confronti. Eravamo in seconda fila, un po' laterali rispetto al palco. Non avevamo la visuale completa e le parti di libretto via, via cantate venivano proiettate al di sopra del sipario. Un po' scomodo leggerle dalla platea, ma, tolti questi dettagli, è stata una bella emozione.

Soprano e tenore avevano entrambi una bellissima voce morbida e nelle parti salienti hanno saputo trasmettere un'emozione fortissima. Cosa diceva Giulia Roberts in "Pretty woman"? Non ricordo le parole esatte, nonostante io abbia visto diverse volte il film in questione (e sarei pronta a rivederlo altre mille volte!), ma era qualcosa tipo: "Mi si sono attorcigliate le budella".

Comunque, anche l'opera classica, come le opere letterarie, hanno il grande merito, a parer mio, di aiutare a conoscere i diversi tipi umani, a leggerne i sentimenti e sono sempre una stimolante occasione di confronto.

Già una volta con Maurizio siamo stati all'opera, nientemeno che agli Arcimboldi, a vedere "Otello", ma allora, come ci dicevamo oggi, non avevamo la coscienza che abbiamo ora. "Si cresce" dicevo io a lui. "Per fortuna!", rispondeva lui a me.

Al ritorno abbiamo trovato i nostri bambini contenti del pomeriggio con la nonna ma, esattamente come quando li abbiamo lasciati, molto, molto raffreddati. Ieri sera ho mancato l'appuntamento col giornale di bordo proprio perché Lele ha avuto un attacco acuto di otite. Pensavo di dovergli dare l'antibiotico, che oggi siamo corsi a prendere in farmacia e invece, dopo la somministrazione di paracetamolo, il dolore non si è più ripresentato. Lo teniamo comunque sotto controllo, l'otite, uno dei malanni dei quali siamo diventati esperti, è davvero infida!

Ieri proprio non riusciva ad addormentarsi e più sentiva il dolore battere, più perdeva il controllo di sè, agitandosi e peggiorando la situazione, ma quando né hai tre contemporaneamente da tenere sotto controllo, anche con il valido aiuto di un papà, non è semplice. A qualcuno tocca sempre aspettare.

Quando finalmente Davide ed Elisa hanno preso sonno, mi son potuta dedicare esclusivamente a lui. Diverse volte ha soffiato il naso, l'ho coccolato accarezzandogli i fianchi e le gambe mentre se ne stava sotto il piumone e alla fine, per distrarlo dal male, mi son seduta accanto al suo letto e gli ho letto le prime pagine de': "Il piccolo Lord".

In questi giorni, in cui nessuno dei miei bambini è propriamente in forma, ho proprio avuto la conferma che la malattia è una straordinaria occasione di vicinanza e perfino di recupero.

Stasera ancora un aerosol per uno, ad Elisa anche impacco di camomilla sugli occhi per un po' di congiuntivite e vapori balsamici in cameretta per aiutarla a respirare.

Speriamo domani vada meglio. E' il compleanno della nonna e saremo da lei per cena per una pizza con tutti gli zii e la cuginetta. Pensiero davvero piacevole questo, che mi aiuterà ad affrontare meglio la giornata.

Buona notte e buona settimana a tutti naviganti.

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la mamma

sabato 27 novembre 2010

Ops! la neve! nemmeno siamo giunti al termine di novembre che già i tetti si sono imbiancati. Avrei dovuto essere preoccupata. E' pur sempre venerdì oggi, un normalissimo venerdì lavorativo, ma stranamente la cosa mi ha messa di buon umore.

Alzando lo sguardo, mentre rincasavo dopo aver portato Davide di corsa all'asilo per evitare di trovare il portone chiuso, guardavo i fiocchi cadere copiosamente dal cielo sullo sfondo dei palazzi del centro e, nonostante mi sforzassi di recuperare la parte razionale e consapevolmente preoccupata di me, ciò che riuscivo a sentire era solo la magia del momento.

Più tardi, attraversando la sala forse con Elisa in braccio, guardavo sul pavimento il tappeto - puzzle e i giochi sparsi e mi chiedevo, sebbene sapessi esattamente che si trovavano a scuola, dove fossero finiti i miei figli. Stare tra le loro cose in loro assenza mi aiuta a ritrovare il gusto del nostro stare insieme e mi sorprendo di sentire la loro mancanza e desiderarne il ritorno.

Prima che uscisse per avviarsi alla fermata del pulmino, Lele ed io abbiamo avuto uno dei nostri confronti mattutini. Questa volta circa la necessità di dare sempre il meglio di sé, perché ciò che diventiamo, le capacità che man mano acquisiamo, possiamo poi metterle a disposizione degli altri. C'è sempre un riferimento alla fede nelle nostre discussioni più profonde. In questo modo Cristo diventa Colui attorno al quale ruota ogni nostra scelta, ogni nostro atto.

Stasera, per esempio, ci siamo messi attorno al tavolo col papà per cercare di completare la scheda proposta alle famiglie dei bambini che riceveranno la Prima Comunione. Ho letto purtroppo solo al termine l'altro foglio, sul quale venivano spiegati gli obiettivi dell'attività, e mi sarei morsicata le dita, perché avrei potuto avviare la riflessione in maniera differente.

Riguardava il fatto che fare la Comunione, mangiare l'Eucarestia, significa essere di fatto in comunione con Cristo, mettersi sulla sua stessa lunghezza d'onda, agire come agirebbe Lui, giudicare come giudicherebbe Lui.

Lo scopo era educare i bambini all'attenzione ai bisogni altrui e muoverli alla carità. Provvidenza ha voluto però che proprio ieri dalla nonna abbiami visionato un dvd circa la storia e le attività di una missione in Etiopia delle suore.

Personalmente mi ha molto colpita constatare il bene che ne è nato, e al tempo stesso la sofferenza a cui sono costrette le popolazioni etiopi. Nei prossimi mesi, si diceva per esempio, potrebbe tornare la siccità, che porterà a carestia, fame e morte anche infantile.

Ho cercato di spiegare a Emanuele che vivere sobiramente è il primo passo che, mano sulla coscienza, ciascuno di noi può fare per ristabilire un giusto equilibrio nel mondo ma, lì per lì, ero spaventata dai suoi commenti. Che quei bambini avessero il minimo e a volte anche meno non importava, perché comunqe avevano qualcosa. Esteriormente non traspariva un desiderio di rinuncia di qualcosa, di volontà di venire incontro a chi sta soffrendo... ma è una maschera o è la vera anima di mio figlio?

Quello che possiamo fare è innanzitutto dare l'esempio di come non si possano scaricare le responsabilità, di come per primi decidiamo invece di assumerci quelle resonsabilità, modificanto un po' alla volta i nostri comportamenti.

Avrei ancora molto da riferire, ma il sonno mi sta prendendo. Meglio rimandare a un tempo migliore.

Buona notte naviganti.

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la mamma

venerdì 26 novembre 2010

Oggi, mentre il sole dall'alto dava luce alla giornata, un gelo tremendo ghiacciava anche il sangue nelle vene.

Così è stato. Se n'è andata la pioggia interminabile lasciando un vuoto presto colmato dalla nebbia, e quando anche questa s'è alzata come un sipario cedendo il palco al sereno, drastico è calato il gelo.

Sui tetti delle macchine, e immagino anche sui campi che da qui non vedo, è comparsa la brina. I rami spogli e neri degli alberi, lo ricordo lo scorso anno, si saranno coperti di un candore gelido e immobile.

Però che bello anche l'inverno, soprattutto ora che tutto annuncia Natale! Che bello il calore che sgorga dal cuore, perché in inverno non c'è dispersione. Cerchiamo tutti di stare al coperto, e quando si esce, camminando per le vie, solo il sorriso amico di chi incontri ha il potere di scaldarti.

Anche Davide si è accorto che da un paio di giorni almeno non può rinunciare ai guanti, e anche quelli, a volte, non bastano a tener calde le mani. Lo sono andata a riprendere presto oggi all'asilo, per il consueto giovedì dalla nonna e anche se siamo rimasti separati per un paio d'ore soltanto è stato bello poterlo nuovamente incontrare.

In mattinata, rincasando, non avendo tempo per altro, ho sbrigato le faccende più urgenti. Ho lavato le tazze, ancora nel lavandino per aver dato la precedenza al rinfresco del lievito madre, e poi ho fatto l'aerosol alla piccola. Sembra stia progressivamente migliorando, e la cosa ci ha incoronati veterani delle patologie broncopolmonari. Ho poi chiamato l'ufficio d'igiene per avvisare che non l'avrei portata al richiamo della vaccinazione e fissare un nuovo appuntamento. Siamo infine salite per rifare i letti e predisporci all'uscita.

La nonna ci è venuta a prendere prima del previsto e insieme siamo state a prendere Davide. Alle 12.30 sono andata a riprendere anche Lele che oggi, non essendo a casa, non avrebbe potuto usufruire del pulmino. Mentre ero lì, davanti alla porta della scuola sulla via chiusa al traffico a quell'ora per l'uscita dei bambini, sono stata avvicinata dalla mamma di una sua compagna di classe. Sembra sia stato uno dei pochi maschi eletti invitati espressamente alla festa di compleanno di questa bambina. A più riprese, nelle ore successive, sono incappata nel pensiero di questo episodio. Non capivo cosa mi dava una strana sensazione di piacere e, a dir la verità, neanche ora son riuscita a risolvere il quesito.

Per tutta la strada del ritorno Emanuele non ha fatto altro che parlarmi di questa festa, ma mentre questa bambina giudica mio figlio un compagno degno di essere invitato alla suo compleanno, lui, come tutto il resto del mondo femminile, "non se la fila per niente". E' un incorreggibile misogino incapace però, all'occasione, di essere gentile e sorridente. Qualcosa di lui colpisce. Già dai tempi dell'asilo parecchie mamme mi fermavano dicendomi che le loro figlie parlavano solo del mio e improvvisavano finte telefonate. Qualcuna addirittura già progettava di sposarselo, ma lui... non crolla!

Nel pomeriggio poi, scampando a due successivi rischi di infarto per due scampate rotture di soprammobili preziosi, tutto è filato liscio. Davide a colorato e poi guardato un libro mentre il fratello studiava e la sorella dormiva e poi, giusto all'ora di merenda, anche lui si è appisolato. Siamo rientrati che già era buio.

Il Judo e poi una cena con spezzatino di pollo hanno concluso una giornata ricca e increspata da tante pieghe ciascuna con una preziosità nascosta. Un sorriso, un messaggio, una battuta... quanto! quanto! tutto a colmare un incredibile tesoro.

A domani altre possibile riflessioni rimaste a galleggiarmi ancora informi dentro.

Buona notte naviganti sperando che il vicino fine settimana non sia nel segno della neve.

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la mamma

mercoledì 24 novembre 2010

Sembra che Elisa stia meglio. In giornata sono riuscita a farle un altro paio di aerosol e non ha più avuto quella tosse secca che si ferma in gola impedendole di respirare. E' una tosse che conosco bene, si tratta di un sintomo che diverse volte ha manifestato anche Davide e so che richiede qualche trattamento prima di essere attenuato.

Oggi l'ho vista giocare come sempre, divertirsi e combinar monellerie in giro per casa. Nel pomeriggio ha dormito quasi due ore e ha ripreso a mangiare almeno un pochino.

Nonostante ci sia stato il sole, oggi ho preferito tenerla riguardata quindi niente giretto al mercato.

Mi sarei dovuta fermare al banco della merceria per comprare il cotone da ricamo per le tende e poi avrei avuto voglia di vedere se trovavo delle calze diverse dalle solite di nylon tinta unita da abbinare alle mie gonne. Forse avrei anche preso della verdura e curiosato un po' qua e là, ma... niente da fare. Tutto rimandato almeno di una settimana.

Nel pomeriggio poi ho chiesto il supporto di una vicina per riprendere Davide all'asilo, che è arrivato come al solito sprizzando gioia da tutti i pori. Sembra sia stato messo nel coro per la recita e la cosa lo rende felice. Quando è entrato in casa Elisa ancora pisolava e ho avuto tutto il tempo di accoglierlo con la dovuta attenzione. Mi ha aiutata a preparare la merenda che poi abbiamo consumato tutti insieme.

Quando mancavano dieci minuti alle 17 è rientrato anche Lele. In cartella aveva la verifica di matematica da firmare con un bellissimo ottimo scritto sopra. Bravissimo! Anche lui dovrà cantare nel coro della classe. Sembra che alle quarte spetti il compito di rallegrare gli ospiti ricoverati presso la nostra casa di riposo per le feste di Natale. Non si può dire che l'intonazione sia la sua miglior dote, ma lo vedo contento e partecipe ed è giusto che anche lui faccia la sua esperienza.

Questa sera abbiamo cenato in buona armonia con un buonissimo cous cous integrale accompagnato da verdure assortite. L'alimentazione è uno dei miei pallini, anche se non sempre riesco a dare il meglio di me. A volte è questione di tempo, a volte di pigrizia e altre ancora di semplice disorganizzazione.

Sono contenta però di sentire la mia coscienza cambiare giorno dopo giorno riguardo a tante questioni e al centro c'è sempre una sola grande idea: la giustizia.

Di sicuro tornerò sull'argomento, ma per il momento auguro a tutti voi, carissimi naviganti, una buona notte.

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la mamma

martedì 23 novembre 2010

Elisa non è per niente in forma. I nostri occhi si chiudono dalla stanchezza, ma questo, proprio in fondo al giorno, è l'unico momento "tutto per noi", quello in cui solitamente rimetto insieme i pensieri, faccio il punto della situazione e decido come procedere.

E' soprattutto il momento che mio marito ed io ci dedichiamo per stare un po' tra noi e proprio non mi andava di rinunciarvi.

Sono stati un po' complicati questi ultimi tratti di navigazione, ma sono stati preceduti da un venerdì davvero sorprendente per visite e telefonate di persone care.

E' giusto in tono con il tema scelto per l'annuale cammino del gruppo famiglie: l'accoglienza. Riflettendoci, in serata, ho pensato che attraverso tutte quelle persone il Signore stesso avesse trovato un modo di farci visita.

(Ecco, proprio in questo momento Elisa, disturbata da un colpo di tosse, si è di nuovo messa piangere disperata).

Forse non ci aspetterà una bella notte, ma speriamo che passi, altrimenti dovrò farla vedere dal pediatra. Non vorrei proprio che finisse in una bronchite o broncopolmonite non riconosciuta.

Davide è entrato nel vivo della preparazione della recita di Natale. Ogni giorno torna a casa con un racconto nuovo di quanto gli è successo durante il tempo trascorso all'asilo. Sembra che le maestre gli stiano facendo i complimenti per come canta, ma in famiglia già eravamo a conoscenza di quanto lo diverta cantare. E' stato poi seriamente preso dall'attuazione programmata di uno scambio di Gormiti (mostri di gomma che riproducono quelli di un cartone) ed infine ha raccontato di una compagna che ha imparato a dormire senza l'ausilio del succhiotto. Davvero un'avventura la sua navigazione extra - familiare!

In serata sono stata al colloquio con le maestre di Lele che non han fatto altro che confermare la mia stessa fatica nel fare in modo che accetti le indicazione che gli vengono date (ad esempio: un grafico non si disegna a mano libera ma col righello) e che resti composto nel banco.

Che fatica! speriamo in bene, perché in lui vedo anche dei bei miglioramenti, ma questa frenesia di un corpo sempre e comunque scompostamente in movimento, non sarà indice di qualche malessere? devo rifletterci con Maurizio.

A proposito, è su da Elisa che non si riaddormenta. Meglio vada a dare un'occhiata. Addio mez'zora di relax e... buona notte a voi, naviganti.

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la mamma

venerdì 19 novembre 2010

Ormai il mio ultimo post si perde nel passato più remoto... :-(

Ma la visione (per la seconda volta a dire il vero) di questo film, mi ha fatto venire la voglia di segnalarlo sul nostro blog.

Si tratta di "Io & Marley" un film tratto da un libro autobiografico di un giornalista americano di nome John Grogan che lo ha dedicato al proprio cane chiamato appunto "Marley".

Complice forse il racconto della famiglia composta da tre figli (due maschi e una femmina, l'ultima dei tre) o le scelte fatte dall'autore e dalla moglie in merito alla sfera lavorativa e familiare o anche al profondo affetto e all'amore che lega i due coniugi, ma guardando il film non ho potuto trattenermi dal notare alcune assonanze con la nostra vita e la nostra famiglia (anche se non abbiamo ancora adottato un cagnolino...).

Semplicemente vi consiglio di vedere questo film e, se vi riesce, di lasciarvi trasportare dal racconto delle avventure di questa famiglia e del suo ospite a quattro zampe.

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il papà
E' ritornata. L'insensata pioggia, il cielo grigio, quella sensazione di umidiccio attaccata ovunque... il sole di ieri sembra un pallido, lontano ricordo.

Per arrivare dalla nonna per il nostro giovedì fuori casa ho dovuto prendere la macchina. Sono arrivata sul piazzale della scuola materna dopo aver legato Elisa sul suo seggiolino e caricato passeggino, borsa col cambio e tutto quanto poteva servire.

Quando si tratta di spostarsi dentro i confini della città trovo che prendre la macchina complichi solo le cose, e poi a me piace passeggiare... considero comunque una fortuna, nonostante io non guidi molto, essere in grado di farne uso all'occorrenza.

Prima di uscire son riuscita a impastare la pasta per la pizza del giovedì sera (senza birra perché Maurizio già aveva aperto una bottiglia di vino), a togliere le lenzuola dai letti per il cambio programmato e stampare gli ultimi qundici giorni di post per la nonna che non possiede internet. Avrei dovuto/voluto stendere la biancheria, ma il tempo, come sempre tiranno, mi ha costretta a rimandare l'attività alla mezz'ora prima della cena.

Quando anche Emanuele è stato a casa abbiamo pranzato. Nel frattempo Davide aveva montato il suo cantiere e protestava che tenessimo lontana Elisa e non la lasciassimo libera di girovagare sul pavimento. Dall'angolo dove si era sistemato si è alzato e ha chiuso la porta della cucina in modo che sua sorella vi restasse dentro, (con la nonna che cucinava e io che andavo avanti e indietro per apparecchiare) e lui, fuori, potesse continuare il gioco indisturbato.

Qualcosa però nella sua coscienza dev'essersi smosso, perché, di tanto, in tanto tornava da Elisa per portarle una cariolina o un omino. Piccola concessione che, nella sua testa, doveva compensare la limitazione imposta.

Nel pomeriggio il grande s'è messo a fare i compiti. Per l'ennesima volta ha dimenticato un libro che gli sarebbe servito a scuola e inoltre, quando è stato il momento di studiare storia, era stanco e scarsamente concentrato.

Davide è sempre più interessato a conoscere le lettere. Abbiamo letto insieme un libro di Richard Scherry e poi ha copiato qualche lettera in stampatello su un piccolo blocco. Proprio bravo!

Elisa intanto si è fatta un pisolino sufficientemente lungo nel lettone della nonna, coperta da una leggera trapunta e circondata da un paio di cuscini perché non cadesse.

Stasera dopo le preghiere si sono addormentati tutti e tre molto velocemente e anzi, a dire il vero li abbiamo messi a letto con una mezz'ora di ritardo sull'orario solito per via dell'allenamento di judo, al ritorno dal quale, esprimendo il desiderio di parlarne con noi, Lele ci ha annunciato di voler fondare un club a scuola.

Sembra sia ormai la normalità fra loro. Maurizio ed io ci siamo trovati subito d'accordo nel fargli notare che andava bene purché non diventasse un mezzo di esclusione per alcuni. Lui ha concordato, ma già pensa a quali benefici potrebbe trarre dall'essere il capo del club.

Strano... mi sembrava di non aver niente di particolare da scrivere oggi.

Uno sguardo all'ora sul videoregistratore. E' già venerdì.

Buona notte naviganti.

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la mamma

giovedì 18 novembre 2010

Una giornata finalmente diversa! dopo tre giorni d'insensata pioggia è tornato il sole, un magnifico, invitante sole. Un sole talmente invitante che, vinta ogni titubanza, ho vestito anche Elisa e, invece di lasciarla a casa come ogni mattina l'ho portata con me.

Abbiamo accompagnato Davide all'asilo e poi fatto un giretto per il mercato. Con la nonna siamo state ad acquistare il sangallo per bordare le tende della sua camera e domani sembra che daremo inizio all'opera. Mancandomi il té verde per il pomeriggio siamo state anche alla Cooperativa Nord - Sud per rifornire l'armadietto delle tisane di questa preziosa bevanda, ricchissima di anti-ossidanti.

Né lei, né io avevamo voglia di rientrare subito, così insieme ci siamo avviate verso la periferia della città lasciando il centro. Siamo state all'erboristeria a salutare la proprietaria che da quasi un anno non vedo da quasi un anno. L'erboristeria da diverso tempo ormai è una delle tappe fisse del venerdì. Acquistiamo i prodotti per l'igiene, gli integratori, qualche volta i regali e, puntata dopo puntata, siamo diventati degli habituée.

Uscite da lì, erano circa le 10.30, abbiamo attraversato la strada e siamo state a salutare il nonno al cimitero per poi tornarcene a casa. C'è stato il tempo di rifare i letti prima del pranzo. Io tiravo le lenzuola e lei svuotava cassetti e armadietti alla sua portata.

Oggi poi è stata una grande prima volta di Elisa. La sua "prima volta" degli spaghetti. Eh si! la dispensa era sprovvista di confezioni di capelli d'angelo e, cercando qualcosa che potesse piacere a entrambe, non ho trovato niente di meglio. Con mia grande sorpresa, nonostante mi sembrasse una porzione un po' abbondante per lei, ha svuotato il piatto.

Di nuovo a nanna ho proseguito col programma della giornata. Niente mestieri, niente ferro da stiro. Ho preparato una torta alle pere che avrebbe previsto l'utilizzo della ricotta. Aprendo il pacchetto però mi sono accorta che era scaduta! Di perdere tempo proprio non mi andava, così ho messo in funzione tutte le rotelle della mente e sottraendo alla piccola due vasetti di yogurt e recuperando un po' di biscotti sbriciolati in fondo alla scatola, ne è uscito un dolce da frigorifero.

Anacronistico forse, rispetto alla stagione, ma... corredato di spolverata di cacao, buono!

Davide è rientrato con la mamma di un compagno che la piccola ancora dormiva. Si è unito a noi per la merenda e nel frattempo, a suo modo, provava a raccontarmi la storia di Adamo ed Eva. "Perché lui, il maschio, ha mangiato il frutto del male ... e poi è arrivato il serpente ... e poi per punizione sono stati cacciati ... " così suonava all'incirca il suo racconto.

Mezz'ora dopo è arrivato anche il fratello. Merenda anche per lui e alle 17 stavamo tutti davanti alla tv a guardare di nuovo "Lo Zecchino".

Con Elisa nel frattempo abbiamo un po' giocato. Si è divertita a recuperare alcuni giochi dal suo cestone, tra cui una pallina di plastica gialla grazie alla quale siamo riuscite a ridere parecchio.

L'ultimo a rientrare, come sempre, è stato papà che, dopo aver buttato carta e plastica per la raccolta differenziata, è salito a lavarsi e cambiarsi portandosi la piccola cosicché potessi pensare alla cena e seguire un po' Lele nello studio.

Che dire... dovrebbero essere tutte giornate così!

Come sempre ho tirato tardi, meglio congedarsi...

Buona notte naviganti

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la mamma

martedì 16 novembre 2010

Altro mal di testa da sfasamento del sonno. Quant'è importuno quest'ospite che s'è insinuato in un'ora del giorno in cui sarebbe stato meglio trovarsi in splendida forma.

S'è insinuato alla chetichella all'incirca dopo pranzo, ed è poi esploso tra le 16 e le 17, costringendomi a sdraiarmi sul divano una decina di minuti per placarlo mentre Maurizio terminava di preparare quella che, almeno nelle intenzioni, avrebbe dovuto essere una cena migliore di quello che è stata.

Per la prima volta abbiamo provato del cous, cous, integrale per giunta. Buonissimo, ma le cosce di pollo sono rimaste crude all'interno e non è la stessa cosa di quando si mangia carne cotta al sangue.

Resistendo al fastidio, contemporaneamente al pollo, ho lessato una patata per la pastina di Elisa. Né Maurizio, né io abbiamo poi curato la cottura ed è finita attaccata al fondo della pentola.

Insomma, un vero disastro culinario. Ai bambini però il cous, cous è piaciuto veramente molto e la prossima volta basterà arricchirlo con verdure, o tagliare pezzi più piccoli di carne per renderlo ancora più gradevole.

E' una buona alternativa alla pasta e un'amica ci ha informati del fatto che né esistono anche di cereali diversi dal granturco.

In complesso però non è stata una brutta giornata.

Lo sfasamento del sonno risale a ieri sera, quando avrei voluto aggiornare il giornale di bordo. Seduti sul divano Maurizio ed io, finalmente soli, ci siamo casualmente imbattuti in uno dei nostri confronti. Abbiamo avuto la sorprendente occasione di scambiarci reciproche confidenze e impressioni circa alcuni aspetti della nostra vita matrimoniale e poi... s'è svegliata Elisa piangendo.

Non c'è stato verso di farla riaddormentare fin quasi alla una. Pensare che la notte prima Davide s'è svegliato verso le cinque per un'impellente bisognino e... non l'ho neanche sentito! Me l'ha raccontato Maurizio la mattina dopo.
Probabilmente sarò presto radiata dall'albo delle madri.

Oggi non avrei avuto voglia di far niente, ma perdere inutilmente tempo sarebbe stato un vero peccato. Così ho lottato e vinto contro me stessa e la mia pigrizia e, in compagnia della piccola, ho rifatto i letti e pulito la sala. Nel pomeriggio, mentre Lele senza troppe distrazioni portava a termine i compiti e studiava, io ho stirato.

Davide è stato riaccompagnato dalla mamma di un compagno. In questo modo ho evitato un'uscita sotto la pioggia battente ed Elisa ha potuto proseguire il suo sonno fino alle 16, quando l'ho svegliata io per la merenda.

Oggi però è stato anche il primo giorno della 53esima edizione de: "Lo Zecchino d'Oro", e così ci siam messi davanti alla televisione per seguirlo. Le canzoni, quest'anno, non sono proprio entusiasmanti, così Davide s'è stufato presto di ascoltarle, costringendomi a tener sotto controllo la sua voglia di movimento impropria per un ambiente chiuso come la casa.

Stasera però, accanto al loro letto, avevo un bella sensazione nel cuore. Era la consapevolezza di averli amati e di avere altro amore da dare loro, nonostante la fatica, nonostante i miei limiti, nonostante tutto.

Eh si! viaggiare amando è un'altra cosa, proprio un'altra cosa ed è un dono la stessa capacità d'amare.

A domani naviganti. Buona notte.

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la mamma

domenica 14 novembre 2010

Anche se di rado, purtroppo, ogni tanto succede che ci ritroviamo tutti e cinque sul tappeto, come questa sera.

Essendo stati nel pomeriggio ad una festa di compleanno abbiamo cenato con latte e biscotti e questo ci ha catapultati in un'oasi di libertà e pace ben prima dell'orario consueto. Guardavo il quadrante della sveglia a parete della cucina, giusto per avere un riferimento temporale, e continuavo a leggere nove laddove avrei dovuto leggere otto.

Nemmeno avevo la biancheria da stendere. Nel mentre Maurizio, alle 14.30, partecipava in oratorio alla riunione dei genitori i cui figli riceveranno la Prima Comunione, io ho svuotato il cestello della lavatrice e, grazie al pisolino di Elisa e allo straordinario aiuto di Davide, ho pulito il bagno. Anticipo per anticipo, assolutamente eccezionale di questi tempi, un quarto d'ora prima del previsto lui ed io ci siamo seduti vicini sul divano a sfogliare le pagine di un libro.

Ricordo che un anno fa era il mio forte rimpianto, quello di essere finalmente in cinque (Elisa aveva solo quindici giorni) e non riuscire a godermi la mia nuova famiglia. Avevo il pancione e immaginavo il Natale successivo, desideravo che arrivasse quel momento che si è poi tradotto in un assurdo (ma ahimé normale in questa situazione) tour de force.

Non c'era tempo per niente. Non c'era tempo per incantarsi insieme davanti all'albero, godersi il calore e la vicinanza reciproca, i giorni a casa... Allattavo Elisa ogni due ore nell'estremo tentativo di non passare così presto all'artificiale e la casa era un disastro. No, non c'era tempo per niente.

Stasera però è stato diverso, e il mio sogno sbiadito ha come ripreso colore. Davide è venuto a posizionarsi sulle mie gambe, mentre la piccola, forse ingelosendosi, cercava proprio le mie mani per mettersi in piedi. Poi Davide s'è spostato sul papà e dopo ancora se n'è andato sul divano insieme alla sua gru. Così Lele, che stava un po' soffrendo di mal di testa a causa di quello che credo sia un intasamento da raffreddore, ha quasi preso il posto del fratello. Si è accovacciato vicino a me ed ha appoggiato la testa sulla mia spalla.

Come una bolla d'armonia fra le spigolosità d'ogni giorno.

L'unica nota stonata è stata forse la pioggia, che da un mese e mezzo circa arriva a far visita proprio nel fine settimana.

La festa è stata una bella e piacevole occasione d'incontro con tanti amici. Non dovrebbe servire proprio a questo la domenica? a curare le relazioni, dedicando del tempo a Dio e agli altri, a partire da quelli di casa?

Quand'è così sento di aver vissuto la domenica.

Buona notte naviganti e buona settimana.

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la mamma

sabato 13 novembre 2010

A proposito de: "L'eleganza del riccio", grazie cara amica di aver lasciato il tuo commento, perché questo mi dà l'occasione di condividere con tutti i compagni di viaggio alcune riflessioni.

Tu dici che ti ha commossa. Si, alcuni dei risvolti finali, in effetti, non possono che provocare commozione, ma per buona parte della lettura, fino a quando non è entrato nel vivo l'intreccio delle relazioni fra i tre protagonisti principali, ho avuto quasi un unico pensiero. Solo la fede è in grado di dare un senso all'esistenza, un senso che tutta la cultura del mondo non può offrire. Solo la fede dà quella speranza, soprattutto a chi nella vita si trova in condizioni di subalternità, che altrimenti e altrove non si trova. Se io, portinaia di misere origini, sono figlia di Dio, davanti a Lui la mia dignità vale tanto quanto la tua che sei Paperon de Paperoni, il presidente degli Stati Uniti d'America, il Papa o meglio, davanti a Dio tu sei piccolo quanto me.

A me sembra che la cultura non basti a dare risposta alle domande più profonde che da sempre e per sempre stanno nel profondo dell'animo umano: perché esisto, da dove vengo e dove vado?

Mi incuriosiva inoltre il fatto che ognuno di questi personaggi, così chiaramente ritratti nella loro tipologia dall'autrice, trovassero l'immortalità nella bellezza sovente di un'opera d'arte (un dipinto, un film, nella musica classica...). Identificavano l'immortalità con la consacrazione di un'emozione che racchiusa, imprigionata appunto in un'opera d'arte rimane fissa per sempre. Credo chiarisca bene il concetto l'idea di una fotografia. La fotografia fissa per sempre nel tempo, a quel tempo in cui è stata scattata, l'immagine del soggetto ritratto. E' l'idea che regge il "Dorian Gray" di Oscar Wilde per chi l'ha letto. Questa però non è immortalità, ma immobilità. Chi la guarda tocca qualcosa che magari nella realtà non esiste o non esiste più al presente.

L'immortalità in senso cristiano invece è un'altra cosa. E' eternità, certo, ma è eterna vita e la vita è tutt'altro che immobile.

Mi colpivano poi due precisi momenti della vicenda. La domenica pomeriggio che M.me Michelle trascorre nella sala cinematografica in miniatura di Moniseur Ozu, naturalmente in compagnia di quest'ultimo. Quel pomeriggio lei si sorprende di come si senta a proprio agio in compagnia di un'altra persona. "Come quando sono sola" dice più o meno. Trovo interessante l'idea di coppia che emerge. E' come quando ti alzi dal letto al mattino e sai di non essere per niente una buona compagnia, e di avere un'aspetto per nulla piacevole, ma se hai accanto tuo marito, e sai di essere amata in ogni momento per quello che sei, non ti senti in imbarazzo. Può naturalmente verificarsi la stessa, identica cosa anche quando nella coppia c'è semplicemente indifferenza, ma questa è tutta un'altra storia. In quel momento poi, i due sono coinvolti l'uno con l'altra, provano piacere nel fare entrambi la stessa cosa, insieme: guardare un film e gustare un dolce nell'intimità avvolgente di una sala cinematografica per giunta privata.

Mi ha fatto pensare a me e Maurizio, alla coppia formata da Maurizio e me, a come a volte, pur essendo molto forte il collante che ci tiene uniti e che ci fa desiderare di trascorrere del tempo insieme, ci perdiamo nei meandri delle nostre solitudini. Com'è bello invece quando ci sosteniamo e cooperiamo per la realizzazione del pane o la produzione della birra, perché il far qualcosa piacevolmente insieme diventa una straordinaria via all'unità e può donare leggerezza all'esistenza.

Questo porta direttamente alle considerazioni su Paloma, la ragazzina con manie suicide che risolve sé stessa nel momento in cui capisce che la sua "malattia" è l'impedimento stesso a far qualcosa per le persone più care, l'impedimento ad amare che la porta alla convinzione di vivere nel mondo come un pesce nella propria boccia: senza sbocchi, come se tutto fosse già predeterminato.
Decide in quel momento che da grande farà il medico o la scrittrice, paragonando, quasi sovrapponendo le due professioni perché portano alla guarigione del corpo e dell'anima altrui e, di riflesso, anche della propria. Non possa descrivere che effetto possa aver fatto leggere una cosa del genere su qualcuno che, come me, porta da sempre nel cuore un grande desiderio: scrivere.

Un'ultima annotazione, senza svelare niente per coloro che ancora non avessero letto il libro. Sono rimasta delusa dalla conlcusione. Anche in questo caso, neanche la minima ombra del senso cristiano di ciò che è accaduto, e va bé, date le premesse non ci si poteva attendere fosse diverso da com'è stato descritto e vissuto quest'evento. Mi ha delusa però soprattutto perché l'ho vissuta non come una naturale conclusione dell'intera vicenda, ma come una troncatura, anche piuttosto maldestra.

A me sarebbe piaciuto per esempio vedere come i protagonisti sarebbero riusciti a superare le convenzioni sociali, la divisione netta delle classi sociali, se fra loro fosse nata una relazione sentimentale, se anche solo l'amicizia fra loro fosse proseguita, ma mi devo accontentare di ciò che ho avuto.

Credo non ci sia più spazio ormai, per stasera, per raccontare della nostra famiglia, anche se nei due giorni di assenza non è certo mancato materiale col quale riempire il giornale. Lele e Davide hanno avuto qualche linea di febbre, e Davide anche una brutta otite che mi ha costretta a somministrargli l'antibiotico. Ieri, nonostante un buonissimo inizio di giornata, quello che sembrava un sogno (bambini che non litigavano e cose così) si è presto trasformato in un brutto incubo. La salvezza però, dopo essermi trovata un'ennesima volta a gestire da sola tre allarmi che strillavano contemporaneamente, è arrivata. La storia è sempre quella: o sopravvivo o soccombo, e questa volta sono sopravvissuta. Chissà poi dov'è, su questo vascello, il gancio dove tengo il salvagente!

Oggi marmellata di pere, avrei fatto anche un dolce ma non c'è stato tempo.

Domani pomeriggio complicato. Adesso... buona notte naviganti e un abbraccio a tutti.

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la mamma

mercoledì 10 novembre 2010

Metà della settimana se n'è andata. Già lunedì avevo avuto l'impressione che il tempo sarebbe passato velocemente e quell'impressione si sta rivelando esatta.

Quest'oggi è iniziato con Lele che è sceso in cucina ancora in pigiama prima che lo chiamassi. Seduto sulla cassapanca più o meno di fronte a me mi fissava. Sembrava che qualcosa in lui tremolasse così, tra un sorso e l'altro di caffèlatte, anzi, di latte e orzo, gli ho chiesto se andasse tutto bene.

Mi ha risposto che non se la sentiva di andare a scuola, che aveva dormito tutta notte , ma in quel momento aveva il respiro pesante e una strana sensazione allo stomaco. "Film già visto", mi son detta. Alle nove, difatti, sembrava tutto fosse rientrato nella norma, così, uscendo con Davide, l'ho accompagnato a scuola.

Al ritorno però mi ha raccontato di aver avuto la pelle d'oca alle gambe e, per scrupolo, gli ho misurato ancora la febbre. 37.5 diceva il termometro digitale. Gli ho somministrato un cucchiaio di sciroppo che contiene paracetamolo, tanto per non farla salire, e alle 19, dopo un po' di riposo si è messo a tavola ed è riuscito a cenare.

Comunque sia domani, per precauzione, lo terrò a casa da scuola. Tornando alla cena. Visto che tutti avevamo pranzato con un primo piatto di pasta ho optato per un buon risotto con la curcuma. Sembra che questa spezia, di origine indiana, sia un'ottimo anti tumorale e anti influenzale. Già nella mia famiglia si usava, in sosotituzione dello zafferano, perché molto economica e così, sposandomi, ho continuato ad adoperarla. Poi però bisognava pensare anche al secondo. Avevo già fatto la carne, le uova e i legumi. In frigorifero c'era del grana e tagliare delle scaglie non sarebbe stato male, e poi girandomi ho visto le mele. Nella mia testa si sono associati i sapori e ne è nata una buona insalata con l'aggiunta di pinoli, una goccia d'olio extra vergine d'oliva un po' d'aceto balsamico d'annata. Con mia sorpresa in famiglia è piaciuta. Domani invece pizza e quasi sicuramente birra, il tutto, rigorosamente fatto in casa.

In dispensa c'è anche una cassa di pere che purtroppo non sono molto buone, e con Maurizio pensavamo di farne marmellate. Devo solo trovare un buon momento per iniziare l'opera.

E' arrivata anche la tela per le tende della cameretta di Elisa, e vedremo di trovar tempo anche per quel lavoro.

Nel frattempo ho finito di leggere un altro buon libro: "L'eleganza del riccio", regalato e poi chiesto in prestito a mia madre. Un libro che consiglio vivamente perché fa riflettere su tante questioni e adesso sto iniziando niente meno che un'opera di Platone, che una mia carissima amica mi ha regalato per il compleanno, sopravvalutando le mie capacità di comprensione.

Lele tossisce, forse è meglio chiudere qua. Maurizio accanto a me già dorme e anch'io sento la necessità di un buon riposo, per cui...

buona notte naviganti

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la mamma
Una giornata quasi perfetta oggi. Quasi perfetta davvero, e ancora adesso stento a crederci perché profuma quasi di miracolo.

Non è che intoppi e contrattempi non abbiano qua e là costellato l'orizzonte ma... il profumo delle cose buone era talmente intenso che ancora adesso se ci ripenso lo sento.

Elisa ha dormito i suoi venti minuti questa mattina e ben due ore nel pomeriggio. Se non l'avessi svegliata per la merenda avrebbe proseguito il suo sonno. Quando mi sono avvicinata al lettino, nel buio della camera, infatti, dormiva ancora profondamente.

Questo ha permesso a me di stirare e a Lele di terminare i compiti in tutta calma. Proprio lui oggi mi ha reso contenta. Da dietro l'asse lo spiavo mentre faceva le divisioni. Gliene sono state assegnate dieci e avevo proprio il timore che finisse in uno di quei martedì pomeriggi neri che sia lui che io conosciamo bene. Smentendo questo brutte previsioni ha fatto i suoi calcoli uno dopo l'altro arrivando velocemente alla conclusione, senza che avessi bisogno di richiamarlo nemmeno una volta. Autonomamente aveva già portato a termine gli esercizi di italiano, e poi ha studiato un paio di regole di grammatica (ripasso del programma dello scorso anno) sugli articoli. Lette tre volte, ripetute tre volte, neanche una sbavatura!

Gli ho concesso dieci minuti di pausa, che sono diventati quindici e poi, nonostante un primo tentativo di ribellione, si è messo a studiare scienze portandosi avanti col lavoro. Deve essere pronto per giovedì. Ieri avevamo iniziato con scarsi risultati, ma oggi... non era la stessa persona.

Tempo impiegato, pausa compresa, un'ora e trenta minuti. Sarà un'isola sperduta nell'oceano, di quelle piccole nemmeno segnate sulle carte nautiche o le saranno coste di un nuovo mondo intraviste da lontano?

Ai posteri l'ardua sentenza!

Si, c'è stato qualche neo. Sarà lo studio, sarà che a pranzo sono riuscita a preparargli un buon rotolo fatto con frittata, mortadella, fette di fontina e spinaci, ma stasera Lele aveva mal di testa e qualche linea di febbre.

Alle nove già stava meglio e speriamo veramente che sia stato solo un po' di malessere. Comunque, niente allenamento di Judo.

Proprio ieri pensavo che gli ultimi avvenimenti della sua vita, come dormire dalla nonna, il pizza - party e ieri, poter andare da un compagno a giocare, han fatto bene a lui, ma anche a noi.

Si è allentata un po' la tensione delle litigate, Davide in sua assenza ha avuto un'attenzione diversa, e forse Lele, avendo ricevuto qualcosa, ha deciso che era il momento di cambiare atteggiamento. Questo però solo il tempo potrà dirlo.

Le altre nuvole che hanno gettato qualche debole ombra non vale nemmeno la pena rammentarle.

Adesso, spero, un buon sonno. Spero perché Elisa questa sera era veramente eccitata, e calmarla perché riuscisse ad addormentarsi non è stato semplice. Ha imparato a salire le scale ed è sempre più sicura nel rimanere in piedi senza attaccarsi e forse, tutti questi progressi la rendono un po' elettrica.

Domani, già metà settimana, si ricomincia da qui.

Buona notte di cuore naviganti.

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la mamma

lunedì 8 novembre 2010

Sto consumando la batteria del computer nel tentativo di rimettere insieme non solo gli avvenimenti (quello sarebbe il meno), ma anche tutte le riflessioni, i passaggi mentali, i gradi di maturazione dell'anima e le emozioni che hanno colmato questa normalissima, grigia e piovosa domenica di novembre.

Proprio poco fa leggendo il bollettino parrocchiale prima e il romanzo che sto quasi per terminare poi, sono riuscita ad unire, come i punti di quei disegni pubblicati spesso sui settimanali di enigmistica, tante questioni che spesso arrovellano la mia mente ed ho intravisto un via.

Più ci ripenso e più mi sembra di aver vissuto un pomeriggio strano. Elisa si è addormentata presto e altrettanto prematuramente si è svegliata. Approfittando della presenza di Maurizio a casa ho iniziato a pulire il bagno, convinta che avrei finito in un secondo momento. Sarebbe infatti dovuto uscire di lì a poco a riprendere Emanuele, in quel momento all'oratorio per la catechesi settimanale.

Nel frattempo Davide ha spento la televisione e raggiungendomi si è offerto di aiutarmi. Solitamente temo simili offerte, perché pur intenerendomi rallentano un po' il mio lavoro. E' sempre buona cosa però che i bambini vengano apprezzati e valorizzati e mi ero già predisposta ad accettare di buon grado la cosa.

Con mia sorpresa però quello di Davide si è rivelato essere veramente un aiuto prezioso. Si è difatti occupato di spolverare il muretto della vasca, tutti i barattoli dei prodotti per la pulizia, rimettendoli poi al loro posto. Ha risciacquato e asciugato la vasca, ripulito bidoncino, scopino, bilancia e stufetta ed infine passato l'aspirapolvere.

Lele invece sembra sia stato ispirato dallo Spirito Santo nel ripondere ad una domanda della catechista e ascoltare il racconto dell'accaduto mi ha dato un po' di speranza rispetto a quanto scrivevo ieri sera sul potere delle cose materiali.

"Dio è vicino ai miei bambini" mi son detta, e loro riescono ad ascoltare la voce delle sue ispirazioni. Questo non ci ha risparmiato un confronto serale sull'importanza dell'essere ordinati, oggetto dell'omelia della mattina, di vincere sé stessi e di cosa significhi non ricevere la Comunione, ma essere in comunione con Cristo.

E poi stasera, leggendo forse, ho intravisto, o meglio, ho nuovamente visto quanto bene possa fare alla coppia la via della condivisione e quale miglior mezzo per attuarla della comunicazione?

Troppi, troppi pensieri... adesso ho proprio bisogno di un buon sonno.

Buona notte e buona settimana naviganti.

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la mamma

sabato 6 novembre 2010

Ci sono i sabati mattina in cui casa A. si trasforma in un laboratorio di cucina, e i sabati mattina, come quello in questione, in cui assumono i connotati di un laboratorio di pittura.

Elisa, stranamente tranquilla, dall'alto del seggiolone guardava ora i fratelli che armeggiavano con pennarelli, fogli e matite e ora me che avevo finalmente trovato un momento per sistemare a dovere la scarpiera.

Al piano superiore Maurizio tirava fuori dalle scatole stivali e scarpe invernali ed io, risucchiata dal sottoscala, spazzolavo sandali e scarpe estive da riporre nelle scatole e poi sulle mensole al piano superiore.

Il lavoro a catena veniva di tanto in tanto interrotto da qualche improvvisa esclamazione di Davide che aveva deciso di diseganre una famiglia, la nostra famiglia ed era alle prese con i suoi dubbi sui colori da utilizzare per i colori delle magliette. "La tua - mi ha detto - la faccio meravigliosa!".

Anche il pomeriggio siamo scivolati via tranquilli complice un moto ondulatorio tutto sommato armonioso. Lele ha terminato di studiare, Davide è stato al centro commerciale col papà ed Elisa si è concessa un sano e lungo riposino.

Nel dilemma tra stirare quattro cose ormai asciutte e pulire il bagno ho optato per la busta numero due. Poi però mi sono fermata: "Tanto - mi son detta - che fretta c'è?". Mi son sistemata sul tappeto con la piccola togliendola dalle braccia del papà, libero di giocare un po' al computer col primogenito, e Davide ci ha fatto compagnia.

Nel frammento di giornata piacevole successivo a quello appena descritto la famiglia A. si è ritrovata attorno al tavolo della cucina per la merenda. Yogurt magro e frutta frullata per la piccola, brioche e succo per i fratelli, Té verde e brioche per papà e con biscotti per me.

L'unico momento di relativa concitazione si è annidato tra le 16.30 e le 18. Lele era invitato a un pizza - party per il compleanno di un compagno ed io avevo deciso di inizare a lavarmi i capelli per poi lasciare libera la vasca per il bagno. Poco dopo essere salita sono stata però raggiunta dal resto della famiglia. Elisa si è subito aggrappata al bordo bagnato lasciando nere impronte delle sue manine con un largo sorriso sulla faccia.

Maurizio doveva accorciare i capelli a Lele con l'apposita macchinetta e se non l'avesse fatto subito non avrebbe trovato altro tempo. Ha tentato di chiudere fuori dalla porta Elisa affidandola a Davide, ma si è appiccicata al vetro piangendo disperata. Io avevo il balsamo sui capelli e stavo in attesa dell'ultimo risciacquo sistemandomi le sopracciglia con le pinzette e... non ho avuto altra scelta. Ho aperto la porta e ho tenuto la piccola in braccio fino al termine dell' "Operazione barbiere".

Davide ha voluto accompagnare il fratello e al loro ritorno, mentre noi donne stavamo ben immerse nell'acqua calda, il papà ha preparato la cena. Il menù diceva risotto, ma sono bastati un'andata e un ritorno in auto da una parte all'altra del paese perché si tramutasse in spaghetti al pomodoro. Il secondogenito aveva colpito e affondato!

Cena tranquilla e poi canzoncine (quelle vecchie che ascoltavo io) con video relativo e poi un bel sabato sera al bowling. No, non siamo usciti! abbiamo messo dei birilli giganti in fila sul pavimento della nostra sala e a turno, sempre con Davide, abbiamo tentato di buttarli a terra. Mi son proprio divertita!

Alle 21.30, mentre papà andava a recuperare il "Figliol prodigo", alle prese con le sue prime uscite serali, io salivo in camera con gli altri due. Leggere qualche filastrocca di "Mamma Oca" tentando di tenere a bada la piccola che avrebbe afferrato ogni cosa intorno a sé non è stato semplice e alla fine mi son dovuta alzare in piedi.

Prima ancora che si addormentassero anche Lele era rientrato, contentissimo perché nella sua testa tutto era stato migliore di quanto in realtà non fosse (la pizza la più buona della sua vita, la casa più bella ecc. ecc.).

Quanto è dura rimanera convinti del fatto che la miglior cosa che si possa trasmettere ai propri figli siano i propri valori e non una serie di cose materiali. In bagno da sola, lavando i denti prima di scendere per l'ultimo momento riservato solo a noi adulti, avevo la percezione di intravedere insieme, accostate l'ombra e la luce.

L'ombra di chi ci vuole ingannare convincendoci che sono le cose che possediamo ad elevarci, e creano in noi nuovi e illusori bisogni e la luce che è speranza pensando al volto di tanti amici che con noi tentano di costruire mondi possibili in cui le persone valgono in quanto tali.

Il percorso del Figliol prodigo insegna proprio questo, che quando sei amato hai già tutto ciò che ti occorre.

Chiudiamo il sipario, attracchiamo al molo e quando si riaprirà, quando ripartirà sarà domenica.

Buona notte naviganti.

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la mamma
Il sole oggi è vergognosamente rimasto nascosto nel suo antro lasciandoci gli scarti: un cielo grigio che obbligava ad uscire all'aperto per prendere atto del fatto l'aria non era per niente fredda.

Anche ieri, quando il sipario della notte si è aperto cedendo la scena al giorno, abbiamo assistito allo stesso spettacolo, ragion per cui oggi non mi sono lasciata ingannare e, svegliando Elisa, ho deciso di vestire anche lei per un'uscita.

Avrei voluto andare al cimitero a piedi già nel pomeriggio di ieri, quando il sole, bando al pudore, era davvero invitante. Compiti e pisolini però ce l'hanno impedito e questa mattina non ho voluto rimandare oltre il programma.

Lasciato Davide come ogni mattina all'asilo noi donne abbiamo abbandonato i panni delle "Cenerentole" e ci siamo concesse questa passeggiata che già da qualche giorno veniva rinviata. Maurizio era all'Avis per la donazione periodica e ne avrebbe avuto per un po' e quindi... perché non approfittarne?
La piccola ha pure trovato modo di farsi un bel pisolino mentre io giravo pregando fra tombe e cappelle. Qualche giorno dopo la commemorazione dei defunti è perfino meglio. C'è più calma e chi vuole far visita al cimitero in un clima di raccoglimento non ha scelta.

Ho terminato il giro nel momento in cui anche Maurizio si disimpegnava e così, uno dopo l'altro (lui era in macchina) siamo rientrati a casa.

Elisa, di nuovo sveglia, ha giocato un po' mentre io procedevo alla preparazione del pane e poi sono salita con lei per cambiarla e fare i letti. Prima di uscire Davide aveva già tirato via i cuscini dal mio letto e ribaltato sulla spalliera anteriore il piumone. Proprio bravo il mio casalingo che mi ha detto: "Così tu fai meno fatica!".

Gli avrei fatto un monumento all'istante. Con quell'uscita mi ha dato il segno di aver capito l'essenza della collaborazione e della solidarietà e infatti gli ho risposto: "Tu mi fai sentire più leggera", ed era vero!

Quando ti senti appesantita hai bisogno di qualcuno che porti con te quel peso e Davide, con un piccolo gesto d'affetto, è riuscito ad alleggerirmi. Di contro però, anche stasera abbiamo dovuto convincerlo ad apparecchiare e sparecchiare. Grazie a Dio un bambino è sempre un bambino.

Nel pomeriggio poi un piccolo imprevisto ci ha purtroppo tolto un po' il piacere di questo venerdì col papà a casa, e al momento non l'ho presa molto bene. Poi però mi son messa sul teppeto coi bambini ad ascoltare le stesse canzoni che io ascoltavo da piccola ed è stato un bel momento.

Per cena pesce fritto e dopo avrei dovuto stendere la biancheria che da ieri sera campeggiava nella lavatrice. La presenza di Elisa in bagno, però, mi impediva di avviare la centrifuga. Ho rinunciato a stendere prima che i bimbi dormissero e mi son messa con lei sul pavimento. Un po' la osservavo incantata, provando gioia per ogni suo picolo progresso e un po' interagivo con lei. Era intenta a spostare mollette dalla scatola alle mie mani e viceversa e di tanto in tanto provava  a rimanere in piedi da sola. A un certo punto è riuscita pure ad abbassarsi senza cercare un appoggio.

E' meraviglioso accorgersi di ogni microscopico passaggio, senza perdersene uno! Ha anche pescato dal cesto un suo gilet e, seduta a gambe aperte sul pavimento, provava a infilare la testa. Quanto era buffa!

Adesso è tardi, ma domani è sabato. Speriamo solo che non piova come negli ultimi tre fine settimana!

Buona notte naviganti.

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la mamma

mercoledì 3 novembre 2010

Come l'alta marea inghiotte la spiaggia fino a farla scomparire, così certe giornate montano e schiumano fino a sommergere anche quel tempo che volentieri si sarebbe dedicato alle attività più piacevoli, quel rimasuglio di tempo in fondo al giorno.

Così ci si ritrova alle 22.30 a dover stendere la biancheria passando per un ulteriore giro di centrifuga e quando hai finito ti accorgi che è arrivato il momento di andarsene a dormire.

Niente quarto d'ora di lettura e... haimé, niente post! Ero pure un po' adirata ieri sera... i bimbi, tutti e tre con me per diverse ore, mi avevano messa a dura prova.

Tutto bene fino a poco prima dell'ora di merenda. Davide, l'unico ancora in vacanza, mi aveva persino aiutata a fare i letti, e poi a lavare i piatti. Da lì in poi però è stato un precipizio, o meglio, una voragine aperta nel bel mezzo dell'Oceano.

Lele, impegnato a fare i compiti, cominciava a cedere e quando gli ho concesso un po' di pausa, facendo comunella con il fratello, ha iniziato ad esagerare. Più e più volte ho dovuto riprenderli, e alla ripresa, studiare è diventato più complicato. Per farla breve, è finita con l'ennesima litigata fra primo e secondogenito in bagno per lavarsi i denti, a letto senza cartone serale con corona di pianto nervoso.

Anche questa sera ritrovandomi di nuovo coi nervi a fior di pelle per un semplice ripasso, affrontato con un po' di superficialià, Maurizio ed io abbiamo dovuto riaffrontare con il primogenito alcune questioni.

Alla fine di tutto mi sento sempre spossata e con l'eterna domanda che sale dal cuore: "Perché dovrà essere per forza così?"... domanda che non ha ancora trovato risposta.

Al di fuori di questi episodi, che rendono rugosa la superficie del mare, mi sembra di essere riuscita finalmente a tirar la testa fuori dall'acqua. C'è meno affanno e mi sembra che la situazione casa, faccende, stiro, dopo tanto annaspare, non sia più così drammatica.

Ieri, per cena, ho preparato un buon passato di verdure e oggi polpette di tacchino, patate e broccoli. E' quasi come essere fuori dall'emergenza e forse riuscirò a tenere le levatacce come jolly per i momenti di "disperazione".

Se non avessi fede, e non sapessi esattemente a chi attribuirle, non saprei spiegarmi come riesco nonostante tutto a recuperare velocemente la serenità, e ad avere nel cuore riserve insospettate di amore e tenerezza.

Si ricomincia... si ricomincia... e la preghiera è sempre un buon modo, il migliore per me, per ripartire.

Ieri mi è ronzato in testa tutto il giorno il richiamo di San Paolo che ammoniva o esortava ricordando che Cristo ci ha amati ed è morto per noi quando ancora eravamo peccatori. Come aver dato tutto (e il tutto in Dio è la sua stessa divinità) per qualcosa di ben poco conto.

Ma anche questa mattina ho trovato pane per il mio spirito. Sempre Paolo agli Efesini scriveva: " È Dio infatti che suscita in voi il volere e l'operare secondo il suo disegno d'amore".

Dio suscita in noi il volere? Questo significa che le nostre intenzioni non sono come ganci appesi al niente in mezzo al cielo. Quando noi "vogliamo" c'è Dio che sta parlando al nostro cuore e ci spinge ad agire. Quant'è importante non sottovalutare nulla!

Buona notte naviganti. Splenda presto un sole nuovo sui vostri giorni.

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la mamma

martedì 2 novembre 2010

Fine settimana lungo, per via della festa di Ognissanti caduta quest'anno di lunedì, ma fortemente segnata da un'acqua torrenziale. Anche lo scorso anno pioveva di questi tempi. Guardavo il grigiore dal vetro della finestra della camera d'ospedale dove stavo per la nascita di Elisa e pochi giorni dopo l'avrei portata a casa proprio sotto un violento acquazzone.

Nonostante questo il vascello non ha potuto fare a meno di navigare nel sempre variegato mondo delle relazioni.

Siamo stati alla Messa sia ieri che oggi e, forse proprio per il cielo plumbeo e quella particolare luce da cattivo tempo, la celebrazione ha assunto una certa intimità, come stessimo tutti dentro la stessa casa.

Succedeva anche quando andavo a scuola, come se in classe, tra alunni e professori, si instaurasse un tacito accordo: "Stiamo insieme perché fuori piove".

Le due successive omelie del nostro parroco c'hanno dato di che riflettere. Ieri il brano di Zaccheo, oggi, appunto, la santità condivisa dei Figli di Dio legati dallo stesso Battesimo.

A sprazzi mi tornano in mente brandelli di quelle omelie, ed è come se lo spirito si sfamasse.

Siamo stati da amici nel pomeriggio, e alla piacevolezza della compagnia, come sempre, si è aggiunta l'occasione di un confronto sull'essere genitori. Penso alle coppie che conosco e non ce n'è una, Maurizio e me compresi, che non si interroghi ogni giorno sui propri figli, su quello che scatenano in noi, e su come aiutarli a crescere.

Ci sono loro e le relazioni tra di loro, le relazioni tra loro e noi e quelle con il mondo fuori dalle mura di casa e così, di confronto in confronto, saltano all'occhio i propri punti di forza e i punti deboli, si ridimensionano le situazioni oppure ci si sveglia quando si scopre di essere addormentati.

Si parlava, per esempio, di osservare i bambini per accorgersi dei segnali che inviano agli adulti e poter prontamente intervenire ed è una delle mie "paure". Non solo di non accorgermi di disagi e malesseri, ma di non saper interpretare, dare il giusto significato ai segnali e poi rimane ancora l'altro grande dubbio: come intervenire.

Certo Dio non chiede l'esibizione di una laurea in psico-pedagogia quando dona a uomini e donne di diventare papà e mamme però... però... quanta attenzione ci vuole!

Parla, parla, pensa e ripensa mi son ricordata di una sensazione che spesso ho avuto rapportandomi al mio primogenito. Una sensazione strana che mi induceva a percepirmi come se lui fosse il padre ed io la bambina e c'è una foto che lo testimonia. Una foto scattata nel nostro cortile in cui io lo tengo in braccio quando aveva all'incirca un mese. In quella foto, semplicemente, sembro più bambina io di lui.

Cosa sia per una carattere docile e remissivo come il mio avere il ruolo di educatrice nei confronti di chi ha un carattere per nulla arrendevole come il suo lo so solo io. Difficilmente però chi mi sente raccontare di questo Emanuele che io ho conosciuto mi crede.

Io amo mio figlio, ma quante volte mi sono sentita brutta, cattiva, inadeguata a fare la madre? Quante volte ho dovuto, anando contro me stessa, tenergli testa e non arrendermi, perché sapesse che in qualsiasi momento non era in balia delle proprie emozioni e del mondo. C'ero io e nonostante la mia debolezza potevo reggerlo, contenerlo, guidarlo, proteggerlo, sollevarlo dal dover decidere (soprattutto in tenerissima età). A questo, e solo a questo doveva servire dimostrargli, anche purtroppo con la durezza, che io sapevo essere più forte di lui.

Era un continuo essere messa alla prova, perché Lele non mi ha mai risparmiato niente. Adesso il cammino continua ad essere impervio, so che con forza devo continuare a costruire argini che contengano e diano una direzione al suo lato impetuoso, ma comincio anche a vedere i primi frutti di questo percorso. Una riflessività e un'agire su di sé che prima non c'erano per esempio. Devo però ogni volta fare i conti con la mia debolezza, con la mia stanchezza, con la voglia di essere quella me stessa che Davide mi ha concesso di essere.

C'è la consapevolezza che attraverso di loro Dio sta operando in me, costruendomi come lui mi vuole.

Oggi siamo rimasti l'intero pomeriggio in casa, lui però non c'era. Ha passato la scorsa notte dalla nonna, fino a che, dopo merenda, è stato riaccompagnato a casa.

E' stato riposante non dover gestire le litigate e chissà, forse un po' di tenerezza e vicinanza, dopo che si sono resi necessari momenti di serietà stringenti, possono far più di molte prediche.

Mi son seduta vicino a lui dopo aver finito di lavare i piatti, approfittando del fatto che Davide, intento a guardare un cartone, non se ne sarebbe accorto. Ha ricambiato appoggiando la testa su di me, in cerca di coccole che con piacevolezza gli ho offerto.

Non ci resta che continuare con fiducia a navigare per mari a volte ignoti, come ignoti sono i luoghi d'approdo, ma la fede illumina tutto e soprattutto, dà speranza.

Buona notte naviganti.

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la mamma