sabato 6 novembre 2010

Ci sono i sabati mattina in cui casa A. si trasforma in un laboratorio di cucina, e i sabati mattina, come quello in questione, in cui assumono i connotati di un laboratorio di pittura.

Elisa, stranamente tranquilla, dall'alto del seggiolone guardava ora i fratelli che armeggiavano con pennarelli, fogli e matite e ora me che avevo finalmente trovato un momento per sistemare a dovere la scarpiera.

Al piano superiore Maurizio tirava fuori dalle scatole stivali e scarpe invernali ed io, risucchiata dal sottoscala, spazzolavo sandali e scarpe estive da riporre nelle scatole e poi sulle mensole al piano superiore.

Il lavoro a catena veniva di tanto in tanto interrotto da qualche improvvisa esclamazione di Davide che aveva deciso di diseganre una famiglia, la nostra famiglia ed era alle prese con i suoi dubbi sui colori da utilizzare per i colori delle magliette. "La tua - mi ha detto - la faccio meravigliosa!".

Anche il pomeriggio siamo scivolati via tranquilli complice un moto ondulatorio tutto sommato armonioso. Lele ha terminato di studiare, Davide è stato al centro commerciale col papà ed Elisa si è concessa un sano e lungo riposino.

Nel dilemma tra stirare quattro cose ormai asciutte e pulire il bagno ho optato per la busta numero due. Poi però mi sono fermata: "Tanto - mi son detta - che fretta c'è?". Mi son sistemata sul tappeto con la piccola togliendola dalle braccia del papà, libero di giocare un po' al computer col primogenito, e Davide ci ha fatto compagnia.

Nel frammento di giornata piacevole successivo a quello appena descritto la famiglia A. si è ritrovata attorno al tavolo della cucina per la merenda. Yogurt magro e frutta frullata per la piccola, brioche e succo per i fratelli, Té verde e brioche per papà e con biscotti per me.

L'unico momento di relativa concitazione si è annidato tra le 16.30 e le 18. Lele era invitato a un pizza - party per il compleanno di un compagno ed io avevo deciso di inizare a lavarmi i capelli per poi lasciare libera la vasca per il bagno. Poco dopo essere salita sono stata però raggiunta dal resto della famiglia. Elisa si è subito aggrappata al bordo bagnato lasciando nere impronte delle sue manine con un largo sorriso sulla faccia.

Maurizio doveva accorciare i capelli a Lele con l'apposita macchinetta e se non l'avesse fatto subito non avrebbe trovato altro tempo. Ha tentato di chiudere fuori dalla porta Elisa affidandola a Davide, ma si è appiccicata al vetro piangendo disperata. Io avevo il balsamo sui capelli e stavo in attesa dell'ultimo risciacquo sistemandomi le sopracciglia con le pinzette e... non ho avuto altra scelta. Ho aperto la porta e ho tenuto la piccola in braccio fino al termine dell' "Operazione barbiere".

Davide ha voluto accompagnare il fratello e al loro ritorno, mentre noi donne stavamo ben immerse nell'acqua calda, il papà ha preparato la cena. Il menù diceva risotto, ma sono bastati un'andata e un ritorno in auto da una parte all'altra del paese perché si tramutasse in spaghetti al pomodoro. Il secondogenito aveva colpito e affondato!

Cena tranquilla e poi canzoncine (quelle vecchie che ascoltavo io) con video relativo e poi un bel sabato sera al bowling. No, non siamo usciti! abbiamo messo dei birilli giganti in fila sul pavimento della nostra sala e a turno, sempre con Davide, abbiamo tentato di buttarli a terra. Mi son proprio divertita!

Alle 21.30, mentre papà andava a recuperare il "Figliol prodigo", alle prese con le sue prime uscite serali, io salivo in camera con gli altri due. Leggere qualche filastrocca di "Mamma Oca" tentando di tenere a bada la piccola che avrebbe afferrato ogni cosa intorno a sé non è stato semplice e alla fine mi son dovuta alzare in piedi.

Prima ancora che si addormentassero anche Lele era rientrato, contentissimo perché nella sua testa tutto era stato migliore di quanto in realtà non fosse (la pizza la più buona della sua vita, la casa più bella ecc. ecc.).

Quanto è dura rimanera convinti del fatto che la miglior cosa che si possa trasmettere ai propri figli siano i propri valori e non una serie di cose materiali. In bagno da sola, lavando i denti prima di scendere per l'ultimo momento riservato solo a noi adulti, avevo la percezione di intravedere insieme, accostate l'ombra e la luce.

L'ombra di chi ci vuole ingannare convincendoci che sono le cose che possediamo ad elevarci, e creano in noi nuovi e illusori bisogni e la luce che è speranza pensando al volto di tanti amici che con noi tentano di costruire mondi possibili in cui le persone valgono in quanto tali.

Il percorso del Figliol prodigo insegna proprio questo, che quando sei amato hai già tutto ciò che ti occorre.

Chiudiamo il sipario, attracchiamo al molo e quando si riaprirà, quando ripartirà sarà domenica.

Buona notte naviganti.

---
la mamma

Nessun commento: