venerdì 26 novembre 2010

Oggi, mentre il sole dall'alto dava luce alla giornata, un gelo tremendo ghiacciava anche il sangue nelle vene.

Così è stato. Se n'è andata la pioggia interminabile lasciando un vuoto presto colmato dalla nebbia, e quando anche questa s'è alzata come un sipario cedendo il palco al sereno, drastico è calato il gelo.

Sui tetti delle macchine, e immagino anche sui campi che da qui non vedo, è comparsa la brina. I rami spogli e neri degli alberi, lo ricordo lo scorso anno, si saranno coperti di un candore gelido e immobile.

Però che bello anche l'inverno, soprattutto ora che tutto annuncia Natale! Che bello il calore che sgorga dal cuore, perché in inverno non c'è dispersione. Cerchiamo tutti di stare al coperto, e quando si esce, camminando per le vie, solo il sorriso amico di chi incontri ha il potere di scaldarti.

Anche Davide si è accorto che da un paio di giorni almeno non può rinunciare ai guanti, e anche quelli, a volte, non bastano a tener calde le mani. Lo sono andata a riprendere presto oggi all'asilo, per il consueto giovedì dalla nonna e anche se siamo rimasti separati per un paio d'ore soltanto è stato bello poterlo nuovamente incontrare.

In mattinata, rincasando, non avendo tempo per altro, ho sbrigato le faccende più urgenti. Ho lavato le tazze, ancora nel lavandino per aver dato la precedenza al rinfresco del lievito madre, e poi ho fatto l'aerosol alla piccola. Sembra stia progressivamente migliorando, e la cosa ci ha incoronati veterani delle patologie broncopolmonari. Ho poi chiamato l'ufficio d'igiene per avvisare che non l'avrei portata al richiamo della vaccinazione e fissare un nuovo appuntamento. Siamo infine salite per rifare i letti e predisporci all'uscita.

La nonna ci è venuta a prendere prima del previsto e insieme siamo state a prendere Davide. Alle 12.30 sono andata a riprendere anche Lele che oggi, non essendo a casa, non avrebbe potuto usufruire del pulmino. Mentre ero lì, davanti alla porta della scuola sulla via chiusa al traffico a quell'ora per l'uscita dei bambini, sono stata avvicinata dalla mamma di una sua compagna di classe. Sembra sia stato uno dei pochi maschi eletti invitati espressamente alla festa di compleanno di questa bambina. A più riprese, nelle ore successive, sono incappata nel pensiero di questo episodio. Non capivo cosa mi dava una strana sensazione di piacere e, a dir la verità, neanche ora son riuscita a risolvere il quesito.

Per tutta la strada del ritorno Emanuele non ha fatto altro che parlarmi di questa festa, ma mentre questa bambina giudica mio figlio un compagno degno di essere invitato alla suo compleanno, lui, come tutto il resto del mondo femminile, "non se la fila per niente". E' un incorreggibile misogino incapace però, all'occasione, di essere gentile e sorridente. Qualcosa di lui colpisce. Già dai tempi dell'asilo parecchie mamme mi fermavano dicendomi che le loro figlie parlavano solo del mio e improvvisavano finte telefonate. Qualcuna addirittura già progettava di sposarselo, ma lui... non crolla!

Nel pomeriggio poi, scampando a due successivi rischi di infarto per due scampate rotture di soprammobili preziosi, tutto è filato liscio. Davide a colorato e poi guardato un libro mentre il fratello studiava e la sorella dormiva e poi, giusto all'ora di merenda, anche lui si è appisolato. Siamo rientrati che già era buio.

Il Judo e poi una cena con spezzatino di pollo hanno concluso una giornata ricca e increspata da tante pieghe ciascuna con una preziosità nascosta. Un sorriso, un messaggio, una battuta... quanto! quanto! tutto a colmare un incredibile tesoro.

A domani altre possibile riflessioni rimaste a galleggiarmi ancora informi dentro.

Buona notte naviganti sperando che il vicino fine settimana non sia nel segno della neve.

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la mamma

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