martedì 14 dicembre 2010

Come quando le onde infastidiscono la chiglia al punto che si procede a sobbalzi, così è stato il viaggio odierno.

E' stato un viaggio iniziato con il sole e proseguito via, via con una nebbia sempre più fitta. Ho pulito una delle camere da letto (quella della piccola) nel frangente in cui lei dormiva.

Gli antennisti, che attendevo nella prima mattinata, essendoci la brina sui tetti han chiamato per avvisare che sarebbero venuti il pomeriggio se le condizioni fossero migliorate. Alle 13.30 erano qui.

Avendo già individuato il problema lo scorso venerdì m'aspettavo avrebbero finito presto, invece, essendo la nostra casa piuttosto bassa e per giunta circondata da costruzioni alte, i tecnici han faticato non poco a trovare il segnale e le frequenze per prendere i vari canali. Risualtato, se ne sono andati alle 17 senza aver avuto il coraggio di dirmi quant'era la spesa.

Mi chiamerà il proprietario dell'impresa.

Aspettavo Lele per pranzo e volevo fargli trovare qualcosa di diverso dalla solita pasta. Gestendo Elisa, i suoi spostamenti in giro per casa di cassetto in cassetto, son riuscita con l'ausilio del mio robot da cucina a tagliare due carote e una rapa a striscioline sottili e a proporgliele in insalata. Lui ama la verdura cruda, in particolare le carote. Ho fatto rassodare tre uova, aperto una scatoletta di tonno e guarnito il tutto con qualche oliva e voilà. In un tempo ragionevolmente breve il pranzo era servito.

Lele, rientrando con la notizia di aver recuperato l'ombrello dimenticato sul pulmino otto giorni fa, ha gradito. Ancor più piacevole è stato condividere con lui il momento del pasto. Stranamente non ho dovuto riprenderlo in continuazione perché scomposto sulla sedia e perennemente sbilanciato verso il seggiolone della sorellina.

Abbiamo chiacchierato della scuola e di ciò che lo interessava e... è stato bello, tanto che alla fine ho deciso di dirglielo.

Nonostante la presenza un po' disturbante dei tecnici ha fatto bene i suoi compiti e studiato, mentre Elisa è riuscita a riposare proprio poco, impedendomi di arrivare al fondo della cesta dei panni da stirare. Alle 15.30, quando avevo ormai perso ogni speranza, è venuta a trovarci la nonna con un cappello nuovo per Lele ed è rimasta con noi fino alle 17.

Davide è rincasato con la mamma di un suo compagno.

Ho fatto far loro merenda, ma poi non son riuscita a trascorrere con loro il tempo dedicato al gioco. In particolar modo non potevo lasciare che la piccola scorrazzasse libera per il pavimento ed è stata dura poi, una volta sola, recuperare la serenità necessaria per preparare la cena.

Quando è rincasato anche Maurizio ero un po' stravolta dal lungo pomeriggio. Lele stazionava sulle scale fortemente contrariato dal fatto che gli avevo negato il permesso di montare la pista delle macchinine sul tavolo. Era quasi ora di apparecchiare e dovendo cucinare e star dietro a Elisa non potevo seguire anche gli altri due. Meglio rimandare l'appuntamento con le corse a dopo cena...

Ha tenuto per un po' il muso, nonostante avesse appena terminato di giocare con il computer, e poi ha ripiegato sulla musica.

In quel momento non mi son sentita la migliore delle madri. Stavo reagendo cercando di tagliar corto e dentro di me stavo quasi rivendicando il diritto ad essere un essere umano con tanto di limiti. Probabilmente c'era un'alternativa migliore al mio comportamento, ma in quel momento non ero disposta, né predisposta a trovarla.

Vedevo l'ora, il programma preparazione cena che scorreva nella mia testa e basta. Ho preparato il cous - cous con verdure lesse miste e delle lenticchie e tutta la famiglia a gradito.

Si può anche cadere qualche volta, l'importante è ritrovare sempre la voglia di ricominciare. Dovevo scrollarmi di dosso quella sensazione di fastidio, stanchezza, desiderio di mollare tutto e tornare un po' per volta ad aprirmi, permettere a un sorriso di ridisegnarsi sulle mie labbra.

Quanto poco tempo ho dedicato a Elisa oggi! neanche dieci minuti insieme sul tappeto! avrei dovuto chiederle perdono.

Migliorerò... migliorerò. Amare è sempre una sfida e adesso, naviganti, buona notte!

Quanto vorrei che domani mattina la sveglia non suonasse!

A presto

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la mamma

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