sabato 19 febbraio 2011

E' tardi questa sera rispetto al solito, e già gli occhi si stanno chiudendo appesantiti dalla stanchezza.

Non volevo però non tenere traccia di quanto sta accadendo a bordo del vascello ultimamente, perché è un turbinare di pensieri e riflessioni continuo che crea vorticosi mulinelli nell'acqua.

Gli impegni in parrocchia, che aprono per noi il sipario su un panorama grazie a Dio più ampio, si incrociano con la nostra storia personale.

La situazione Emanuele, comportamento a scuola, liti col fratello, nonostante i miei continui esami di coscienza e i tentativi di modificare man mano il mio atteggiamento nei suoi confronti, non è ancora mutato. Me l'hanno confermato ieri le sue maestre e se prima si trattava "solo" delle chiacchiere fuori luogo, ora s'è aggiunto lo spirito polemico.

Sono sempre stata portata a concludere che qualche sofferenza a casa lo condizioni a scuola e invece, dato che comincio a capire che la situazione in classe a causa di alcune problematiche sia abbastanza tesa, ho ragione di credere che sia tutto il contrario.

Ieri sera, partecipando a un incontro in oratorio circa la pastorale familiare nel vicariato, faticavo a concentrarmi sulle parole dei relatori, tra i quali figurava niente meno che il nostro Vescovo. In mente avevo lui.

Una delle sensazioni che ho, mettendomi in relazione con mio figlio, è quello di avere in mano un mazzo enorme di chiavi tutte sbagliate perché neanche una, dopo innumerevoli e diversificati tentativi, mi ha aperto l'accesso al suo cuore.

Questa mattina a colazione, con il preciso intento di mostrarmi solidale con lui per una situazione che potrebbe essere difficile da sostenere, considerati i suoi nove anni, ho avanzato la richiesta che mi raccontasse qualcosa di più circa ciò che avviene in classe.

Volevo sederemi (e l'ho fatto, rimandando la recita delle lodi a più tardi) e ascoltarlo e poi, di fronte al suo laconico e stentato racconto, ho dovuto impugnare le tenaglie e sfilargli le parole di bocca una alla volta.

Lì per lì, il giovedì sera, parlando con Maurizio, avrei voluto togliergli il computer per una settimana, ma stamattina a lui, prima che uscisse, dicevo che non voglio parlare il linguaggio delle punizioni, che ormai è grande e che delle varie questioni si può parlare.

Nel frattempo, per correggere la sua vena polemica, gli abbiamo chiesto, la sera, al termine delle preghiera, di trovare ed esprimere un motivo di ringraziamento per ogni componente della sua famiglia, perché veda e si accorga del bene attorno a sé.

E' emersa poi un'altra questione. Il fatto che dica a Davide: "Sparecchia perché è tuo dovere!", da dove gli sarà derivata? Non è nostra consuetudine rivolgerci a lui in questi termini, né per il servizio in famiglia, né per lo studio e quindi, dove l'avrà preso questo malinteso senso del dovere?

Per finire, sembra essere molto interessato a un gioco che molti suoi compagni hanno. Un gioco legato a un cartone, e che costa qualcosa (lui stesso ci ha messi al corrente) come 14 euro. E' uno di quegli oggetti in voga adesso fra i bambini che durerà fino alla prossima pubblicità martellante. Con 14 euro si comprano sicuramente un bel po' di pacchi di pasta...

Quello che volevo dire è che lo sbarramento ha scatenato la sua fantasia e con mio marito abbiamo deciso, dopo un primo tentennamento, di sotenere la via alternativa, più economica, ma soprattutto più creativa.

Insomma, non è mai finita!

Adesso, anche se quella descritta è solo una fetta di tutto il nostro vissuto, ho proprio bisogno di riposare. Si annuncia un fine settimana complicato...

Buona notte naviganti.

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la mamma

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Per fortuna c'e' Dio a mettere un po' di pace in questi cuori in tumulto.
Per fortuna c'e' Gesu' che ci indica la strada.
Per fortuna c'e' la Madonna che ci aiuta a crescere i nostri cuccioli.
Se non avessi tutte queste fortune non saprei come fare.

In Famiglia ha detto...

Caro Anonimo, hai proprio ragione. A volte mi dimentico che, come dice la Parola, siamo "Portati su ali d'aquila", e vivo come se tutto fosse sulle mie spalle. Dovrei semplicemente far tesoro della mia debolezza e offrirla al Signore perché in me esalti la Sua Potenza.
Grazie per aver voluto condividere il tuo pensiero.
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La mamma