giovedì 6 ottobre 2011

Navigando il nostro vascello lascia la sua scia e guardandosi indietro ancora la si vede spumeggiare sulla superficie dell'acqua.

Così, tra i recenti ricordi, rilevo le tracce che hanno lasciato sul cuore le emozioni.

E' bellissimo poter accompagnare Davide in questa sua nuova esperienza da scolaro. E' bello percorrere mano nella mano con lui il tragitto da casa a scuola nonostante non siano ancora finiti i piagnistei, soprattutto i giorni in cui sa che non ritornerà a casa per il pranzo.

Oggi leggeva la sua scheda di vocali tenendo il segno con il dito ed era quasi come quando assisti a certe immagini pubblicitarie che per convincere ad acquistare un prodotto inteneriscono.

Le difficoltà maggiori gli derivano dal suo carattere a volte un po' schivo. Non so di cos'abbia paura... coi compagni sembra andare d'accordo, anche se certamente non sarà sempre tutto un idillio, le maestre gli vogliono bene e non appena si presenta l'occasione lo gratificano.

Penso proprio sia solo questione di tempo, il tempo che gli servirà (che potrebbe essere molto) per prendere fiducia in sé stesso.

Oggi intanto li hanno portati in campagna a scoprire il territorio in cui vivono e hanno chiesto aiuto alle mamme per gestirli durante la camminata che prevedeva il passaggio su una strada trafficata.

La maestra in classe ha fatto notare, partendo dalla loro esperienza delle vacanze, che noi abitiamo in un ambiente pianeggiante, che si chiama Pianura Padana e ha mostrato loro alcune coltivazioni tipiche di queste zone (riso, mais...).

Io, con l'aiuto di una vicina e della nonna che si sono prestate a stare con Elisa, ho dato la mia disponibilità e ho così potuto partecipare a questo momento e godermenlo fino in fondo.

Apprezzo tanto le campagne dell'Umbria quando abbiamo l'opportunità di trascorrervi qualche giorno e ammirare la brillantezza di tutte le tonalità di verde, ma anche la nostra, proprio a un tiro di schioppo da casa nostra, ha le sue bellezze e le sue brutture.

Ci siamo fermati ad ammirare dove il nostro fiume taglia i campi col suo ramo morto costeggiato da una folta alberatura che in passato, per quanto era pulita l'acqua, veniva chiamato "mare dei poveri", e la maestra l'ha ricordato usando la tipica espressione del nostro dialetto.

Peccato mortale l'inquinamento derivato dall'era industriale e... dall'inciviltà. Sul ciglio abbiamo trovato infatti diversi sacchetti di immondizia e persino un divano.

Poi la passeggiata è proseguita, ci siamo addentrati in un campo dove i contadini avevano preparato le balle di fieno per gli animali, e i bambini si sono divertiti a raccogliere da terra quel che restava e a sentirne l'odore. Che esperienza!

Siamo poi passati tra i muri ormai cadenti di un'antica e bellissima cascina, la cui architettura incanta ogni volta che ci si trova a passarci in mezzo. Non si può non notarla, situata com'è all'imboccatura di uno degli ingressi in città.

Le maestre han fatto notare ai bambini la fantasia con la quale sono state composte le greche coi mattoni che riempiono le ampie finestre, e l'armonia generale delle linee. E' davvero un incanto.

L'ultimo tratto abbiamo proseguito per una strada sterrata, finalmente lontano dalle macchine, ma costeggiata da un ampio pericoloso fosso, lungo gli argini del quale abbiamo potuto notare le tane (vere e proprie e impressionanti voragini) scavate dalle nutrie.

Hanno raccolto menta, mais, soia e una pianta della quale ancora devono indagare il nome.

Adesso è tardi e devo bruscamente interrompere.

Non appena avrò occasione terminerò il racconto con qualche altro commento e cose sugli altri membri della famiglia e dintorni.

Buona notte naviganti, continuate a seguire la scia bianca!

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la mamma

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