lunedì 14 novembre 2011

Se ne va a quest'ora della sera quel po' di lucidità rimasta, ma alcune riflessioni ronzavano nella mente e davvero sarebbe un peccato non condividerle.

E' sceso nel frattempo il freddo, ragion per cui siamo dovuti ricorrere a giubbotti più pesanti, e anche ora son qui sul divano avvolta nella mia inseparabile coperta di pile.

Abbiamo trascorso una bella domenica, complice il sole  e il ritrovo con gli amici il pomeriggio. Anche coi bambini, dopo un sabato catastrofico per litigate, piagnistei e turbamenti vari, siamo stati bene.

La catechesi quest'oggi era stata anticipata al mattino, ragion per cui abbiamo potuto rallentare i ritmi nel primo pomeriggio. Sarà per quello che ho avuto del tempo per pensare....!

Va bé, è ironica la cosa. I miei pensieri in realtà non si fermano mai e girano sempre vorticosi nell'angusto spazio della mia mente.

Fatto sta che l'altra sera, in attesa del nuovo numero del settimanale "Famiglia Cristiana", leggevo quello vecchio e sono incappata in un trafiletto nel quale si parlava dell'importanza dei giochi come quelli in scatola, ma in un altro trafiletto parlavano di un gioco che credo un po' tutti abbiamo giocato da bambini: nascondino.

Così pensavo, e pensavo e pensando ho trovato il filo col quale son riuscita a cucire insieme diversi pensieri come riquadri all'uncinetto in un plaid.

Pensavo che sarebbe tremendo se un bambino riuscisse a farsi piccino, piccino per raggomitolarsi nel suo nascondiglio perfetto e rimanesse lì, in attesa di qualcuno e quest'attesa cominciasse a farsi lunga, fino a capire che nessuno più si era preoccupato di andarlo a cercare.

E' un gioco che anche i miei bimbi hanno fatto e fanno, prendendosi pure qualche sgridata per evitare che rischiassero di farsi male, ma ultimamente l'ho rivalutato perché l'ho visto con gli occhi della fede.

Quando uno ama uno dei sentimenti che nasce nel cuore è sicuramente l'ansia di sentirsi desiderato e cercato, e che grigiore e tristezza quando questo non succede o, dopo i primi momenti non succede più.

A mio avviso ci sono volte in cui anche Gesù si nasconde, e si nasconde dentro alle persone che amiamo, giusto per vedere se, quando succede loro qualcosa, quando sembrano scontrose o addirittura ostili, ci prendiamo la briga di andarle a cercare, perché, sotto quello strato di ostilità, secondo me, ci sono ancora loro e, soprattutto, c'è Lui!

Gesù si nasconde, anche nelle persone che la malattia sfigura, quelle che vien spontaneo dire che non riconosciamo più e così mi son chiesta se Maria avrà riconosciuto il volto di suo figlio in quello dell'uomo crocifisso che noi contempliamo nella sindone.

Neppure gli apostoli, i suoi amici più intimi, hanno saputo riconoscerlo quando è apparso loro risorto e rivestito di gloria.

Insomma, forse vale proprio la pena di allenare lo sguardo, per ritrovare chi amiamo e soccorrere in loro Gesù abbandonato.

Da otto minuti è lunedì, meglio ritirarsi...

Buona notte naviganti e buona settimana.

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la mamma

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