mercoledì 23 novembre 2011

Di nuovo a pesca. Proprio così. Dovrei di nuovo andare a ripescare nei fondali più profondi i pensieri degli ultimi giorni e dare loro un ordine per tenerne una seppur minima traccia che disegni una rotta ripercorribile sulla mappa della vita.

E' tornato, per esempio, il pettirosso. Saranno stati un paio di giorni fa. Zompettava nel cortile e me ne sono accorta perché un passero comune è andato a sbattere con le ali contro il vetro della nostra camera da letto.

Sto iniziando a chiedermi se sia il caso di conservare per loro delle briciole di pane. Una mia carissima amica sarebbe sicuramente d'accordo e mi esorterebbe a non indugiare. Ma si... forse lo farò.

Gli ultimi due giorni sono stati a dir poco vorticosi. Nella mattinata di ieri ho dovuto purtroppo prendere parte a un funerale. E' morta improvvisamente una maestra, prossima alla pensione, che insegnava alla classe parallela a quella di Davide.

Ho ritenuto opportuno dirlo io a mio figlio e aiutarlo ad esternare almeno un po' le sue emozioni. I suoi sei anni non gli consentono ancora di rendersi perfettamente conto di quello che è accaduto. Davide però è un cercatore e non si accontenta di risposte minime, mentre il fratello, per tanti versi più diffidente, ha già una fede più sicura, meno dubbiosa.

Davide chiede perché questa maestra si sia ammalata e perché poi è morta e io ho provato a spiegargli che non sempre la malattia ha come conseguenza la morte, ma che questo succede quando Gesù ci chiama a tornare con Lui in paradiso.

A volte chiede se Gesù e Dio esistano veramente e, appunto, nonostante io gli confermi di credere, lui dimostra di essere in cerca di certezze.

Comunque, già è bello che abbia dentro delle domande che riesce ad esternare.

La sera dello stesso giorno poi, sono stata al colloquio con la sua insegnante di religione che è contenta di lui, ma rimarca ciò che già aveva notato la sua insegnante dell'asilo: una certa tendenza ad isolarsi.

Davide è Davide. A volte la sua chiusura, il suo timore, gli impedisce di fare esperienze che lo renderebbero contento. A volte invece semplicemente sceglie di essere ciò che vuole essere o con chi trascorrere il tempo dell'intervallo a scuola per esempio.

Non dev'essere per forza che stia con i bambini più esuberanti, e quindi ripiega sul cercare la compagnia di sé stesso.

Di contro questa sera sono stata a sentire le altre sue insegnanti che hanno invece dimostrato soddisfazione su tutta la linea e mi hanno comunicato, rinfrancandomi notevolmente, i progressi di questi primi due mesi di scuola.

E' un bambino dal lessico ricco, che sa dare risposte originali e non scontate, partecipa ai discorsi e comincia a stare anche con gli altri. Non ama molto colorare e non riesce ancora a scrivere rispettando gli spazi, ma imparerà. Occorre solo dargli tempo, anche se questa volta mi sembra che il suo recupero sia stato davvero più rapido.

Sono stata anche dalle insegnanti di Emanuele, sempre questa sera, che hanno evidenziato solo una scarsa attenzione in classe. Resta un bambino dalle enormi potenzialità, che non sfrutta e non impiega al massimo regime. E' un bambino estroso e dalle soluzioni innovative che difficilmente sopporta l'inquadramento della scuola.

Il problema più serio è che ha una situazione di classe davvero disastrosa, in conseguenza della quale le sue maestre, persone veramente in gamba e amanti del proprio lavoro, non riescono a portare avanti la propria opera in un clima sereno.

Vivono in costante tensione e ogni giorno devono fronteggiare mancanze di rispetto gravi.

Non capisco come, immerso ogni giorno in questo clima, Emanuele riesca comunque ad essere tutto sommato sereno, ad essere cercato e invitato ai compleanni (gli inviti ormai non vengono più estesi a tutti), e, dopo un lungo periodo di sbandamento lo scorso anno, a rimanere nei ranghi del rispetto e della buona educazione.

Ho davvero sentito una stretta di dolore al cuore quando ho chiesto alle insegnanti notizie circa l'andamento generale della classe e ho visto i loro volti tesi, come mai in cinque anni.

Cosa ci aspetta domani se i bambini di oggi sono così?

Lascio in sospeso la domanda.

Nel frattempo, dato che proprio Emanuele ha ritrovato un bel fascicoletto nella libreria circa la nascita dei bambini, con sette domande ad hoc, stiamo pensando come affrontare con lui questo argomento facendo anche passare le emozioni. L'educazione alla sessualità deve essere prima di tutto educazione all'affettività e sembra presentarsi l'occasione giusta per fornirgli in maniera semplice le motivazioni circa le nostre scelte di vita.

Né abbiamo parlato un po' tra Maurizio e me, per aggiustare il tiro e adesso resta solo da trovare il momento proprizio.

Ancora riguardo a Emanuele. Sembra aver stretto amicizia con un compagno che ha qualche difficoltà nel parlare, e con un altro che gli altri tendono a escludere anche in modo pesante, con alcuni risvolti dubbiosi. Sembrava assumensse col primo la parte del tentatore, ma, approfondità la questione, credo si tratti solo di sana complicità. Forse lo inviteremo a casa.

Oggi è andato al primo incontro del corso per chirichetti.

Insomma, Emanuele è uscito già da un bel pezzo dal mio ventre, dove ha potuto formarsi il suo corpo e la sua psiche, ma a me sembra di non aver ancora smesso di assolvere quella funzione. Mi sembra che ancora io lo stia tenendo dentro, nel mio cuore, lì dove in tutta tranquillità può continuare a crescere e a formarsi.

Solo un piccolo pensiero prima di augurare a tutti voi, naviganti, la buona notte.

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la mamma

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