lunedì 17 maggio 2010

Questa sera di ritorno dal lavoro, dato che Davide oggi accusa un po' di tosse e non respira bene, ho pensato di dedicargli del tempo prima di cena e di costruire con lui una torre con le costruzioni.
L'esperimento sembra riuscito, Davide si diverte e sembra eccitato dall'idea di fare una torre "alta alta", "mettiamo uno rosso, uno verde, uno giallo...".
Tutto prosegue bene fino al momento in cui si avvicina il mio primo figlio Emanuele che in meno di un minuto passa dall'inserirsi nel gioco, al voler comandare e dettare delle regole per Davide (naturalmente tutte da applicare alla lettera e accompagnate da urla isteriche).
Ripensandoci forse non ho reagito come avrei dovuto, ma non mi andava giù che potesse rovinare così un momento dedicato al fratello minore. L'ho sgridato e allontanato in modo da terminare la torre.
Si è quindi rifugiato in cucina sostenuto, nel momento della crisi, dalla mamma che ha cercato di dirottare la sua attenzione sul libro che legge ogni sera prima di addormentarsi.

Bufera passata, tutti felici e contenti come prima, ma dentro di me è rimasto un po' di amaro per aver perso l'occasione di regalare un momento di gioco in condivisione con Davide. Momenti come ne ho avuti tanti con Lele quando era più piccolo, ma che per vari motivi sento di non riesciure a dedicare come vorrei anche a Davide.

Per concludere allego la foto del risultato 'architettonico' che ovviamente è durato pochissimo, in quanto dopo cena era già stato distrutto completamente dai due fratelli che hanno stretto patto di alleanza per la demolizione :-)


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il papà

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