venerdì 7 maggio 2010

Dannate emozioni covate a lungo in segreto... a volte gli ormeggi saltano, per la furia delle intemperie o la sbadataggine degli uomini e ti ritrovi a navigare quando avresti voluto rimanere ben ancorata e salda nel posto dove ti eri fermata.

Sarebbe quantomeno inopportuno raccontare e condividere troppo apertamente il viaggio di oggi. Certe anse percorse è giusto che rimangano nell'intimo, soprattutto se coinvolgono persone a noi vicine, persone che non avresti mai voluto ferire rivelando le tue intime ferite.

Ma succede! E chi ripara i frantumi d'un vaso d'argilla rotto? Guardi intorno, come un qualsiasi Cristoforo Colombo coi suoi rudimentali strumenti, alla ricerca di un riferimento per continuare il viaggio, e poi capita che credendo di lambire le coste dell'India, sveli misteriose verità ritrovandoti in America.

E' un nuovo continente, da scoprire per il tramite d'un dialogo sincero, le cui asperità addolcire con il balsamo del perdono.

Oggi però il mio cuore ha anche percorso ulteriori leghe negli abissi dell'essere madre. Mentre terminavo di cambiare il pannolino a Elisa (pannolino, per scelta nostra, lavabile!) Davide, giocando con Emanuele ha sbattuto la testa contro il tavolo. Sono i nodi più difficili da sciogliere, quando tutto sembra urgenza e come in un pronto soccorso ti ritrovi a dover decidere in breve a quale fra tutte dare priorità.

Dal bagno sentivo le sue strilla crescere e non appena ho potuto ho rimesso la piccola nel passeggino, dal quale l'avevo tolta da poco nella speranza che non protestasse pure lei a viva voce, ma che altro avrei potuto fare? Ho preso Davide, che non ne voleva sapere di mettere la pomata per gli ematomi, sulle mie gambe, e coccolandolo gli ho ricordato di altri incidenti avvenuti a lui, ai compagni, o a me, ma... niente. Nessuna possibilità concessa.

Una volta calmo, mi sono concessa di andare al bagno, dove mi ha prontamente raggiunta esprimendo il desiderio di mettersi a colorare con me. Io ho provato a ricordargli che da tempo stavo portando avanti un lavoro a punto croce, e avrei tanto desiderato portarlo a termine e ho chiesto a lui di dirmi come avrei potuto fare. Risposta... "Ma io... voglio colorare con te".

Va bene, ormai ho imparato. Ho accantonato il mio progetto per dare attenzione a lui e, mentre Elisa raggiungeva il lido del sonno, ho colorato con Davide, e mentre dipingevo pesci seguendo le sue indicazioni mi son detta che avrei dovuto approfittarne per godermi mio figlio.

Fino a poco fa, haimé, avrei solo prestato le mie mani, la mia presenza fisica, ma con la mente avrei continuato a pensare a come poter tornare al più presto al mio progetto iniziale. Stavolta non è andata così, stavolta ho deciso che mio figlio venisse prima di qualsiasi altra cosa e, quello che io ho concesso a lui, lui l'ha poi concesso a me. Poco dopo si è messo a giocare con i tappi di sughero, spontaneamente da solo, senza chiedere la mia compagnia, e ho potuto riprendere il mio lavoro ma, anche se non fosse successo, volentieri avrei continuato a dividere il mio tempo con mio figlio.

E' stato bello!

Poco fa, anzi, quasi due ore fa, ho messo Elisa nel suo letto e in breve ha preso sonno chiudendo gli occhietti ancora vispi e sorridenti, e sul divano accanto a lei pensavo e ripensavo a loro, a loro tre, Emanuele, Davide ed Elisa.

Dal profondo di me sono scaturite queste parole che vi lascio, augurandovi di non rifiutarvi mai ai vostri figli, perché in loro troverete più di quanto pensate di aver dato.

Buon riposo su qualsiasi vascello, per qualsiasi viaggio vi siate imbarcati.

A Emanuele, Davide ed Elisa

CIO' CHE SIETE

Siete la corona che mi fa regina,
il diadema che mi orna.
Siete l'abbraccio che mi circonda
e mai mi lascia sola.
Siete il sorriso sul mio volto,
la misura dell'ampiezza del mio cuore.
Voi siete il piedistallo che m'innalza,
e la fierezza ricevuta
quando in dono vi ho ricevuti.
Siente l'anima che mi anima,
e la potenza che oggi mi muove verso il domani.
Siete piccoli, ma siete grandi
e nell'amarvi divento grande anch'io.
Siete gli uomini e la donna che saranno,
germogli giovani di un grande albero
che ammiro, immagino e contemplo.
Siete miei e sono vostra,
nell'amore che legandoci ci esalta.
Vi amo bimbi miei, miei bimbi,
gioia immensa nell'intimo di me.

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la mamma

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