sabato 1 maggio 2010

Un’altra giornata di viaggio è quasi giunta al termine. Fuori è buio e si dice che potrebbe piovere anche fra qualche ora. Una giornata che termina con uno spirito assolutamente diverso da quello del giorno precedente, uno spirito pacificato, sereno.
Troppe volte mi sono fermata a considerare che essere genitori è una fatica, e forse lo è, anzi, sicuramente lo è, ma essere genitori è più esattamente una sfida e come tale so che posso vivere l’esaltazione che una sfida con essa porta, e non l’abbattimento.
E’ una giornata che giunge in porto nella consapevolezza di chi sa di aver scelto di amare. Non è stato facile resistere alle insidie, ai toni seccati, ma poi lo Spirito di Dio è giunto in nostro soccorso, e so che ancora, e ancora, e ancora a Lui potrò ricorrere.

Questa sera, insieme, dato l’inizio del mese di maggio, abbiamo recitato una decina del rosario ed ha fatto bene, al mio cuore di madre, sentire Davide rispondere alle Ave Marie che man mano intonavo. Davvero una preghiera noiosa per un bambino, eppure lui pregava. Così, stirando per recuperare le ore di lavoro mancato nel pomeriggio, mi sono ricordata di quest’estate, quando insieme a un'amica ho pregato l’intera corona alla Porziuncola e proprio Davide, invece di rimanere con papà e Lele fuori ad aspettarci, si è fermato con noi ed ha pregato fino alla fine.
In lui a volte rivedo me bambina, solo, naturalmente, per alcuni tratti, perché lui è lui. Ieri giocando, sulla panchina in cortile, non mi ricordo come, diceva che l’autopompa dei pompieri giocattolo che avevamo tra le mani doveva andare dai bambini col raffreddore. Io, giocando, gli ho chiesto come mai avessero preso il raffreddore aspettandomi una risposta del tipo: “Perché hanno sudato – o – hanno preso freddo” e invece mi ha risposto: “Perché sono poveri”.
Mi ha stupito. Come mai questa cosa della povertà sta in lui? Chi mai gli ha parlato esplicitamente dei poveri? E poi … ultimamente va dicendo a Maurizio o a me che da grande vuole fare il papà.
“Bellissimo!”, ho pensato, vuol dire che ha un’idea positiva dell’essere padre, e poi, pensavo, non ha detto marito, ma proprio papà. E’ più facile che una bimba affermi di voler diventare mamma. Ricordo Emanuele, quand’era un po’ più piccolo, una volta ha detto di voler diventare mamma, ma era la conseguenza della sua venerazione per me. E se avesse a che fare con la sua vocazione? Non so, meglio tenere nel cuore e meditare, sulle orme di Maria.

Dicevo di come mi sia ritrovata a stirare questa sera. Oggi abbiamo partecipato alla Prima Comunione del figlio di una coppia di carissimi amici, che condividono con noi gran parte del viaggio, ed è successa una cosa buffa. Abbiamo fatto stare, tenendole in braccio, Elisa e Chiara, rispettivamente figlia e figlioccia, 20 giorni di differenza, più vecchia la prima, una di fronte all’altra. Entrambe tentavano di allungare le manine per prendersi e toccarsi e nel contempo emettevano versetti, sembrava fossero proprio in comunicazione una con l’altra, è stato divertente.

Con Lele, il più grande, giusto prima della preghiera, volto rabbuiato perché il fratello non gli consentiva di utilizzare liberamente un gioco, abbiamo parlato del suo rapporto con Davide, riuscendo, per santa ispirazione, a non farlo sentire in colpa. Chissà, a volte ho l’impressione che le mie parole, anche le più profonde e sincere, anche quelle piene d’amore, e non d’ira, non arrivino in fondo al suo cuore. Affido a Dio il messaggio, non mi resta altro se non la fede.

Adesso chiudo, perché un famiglia non sta in piedi senza la coniugalità, e il mio coniuge è solo sul divano, col mio stesso desiderio di terminare definitivamente il viaggio in un abbraccio ristoratore.
Aggiungo solo una preghiera, trovata su una rivista, che sento profondamente mia.

"O Signore della vita, che chiamandomi alla maternità mi volesti partecipe della tua potenza, io ti prego per i miei figli. U pure li ami, ma di un amore più grande, più puro, più potente del mio. Tu hai per loro silenziose parole e forze soavi a noi sconosciute. Tu sei con loro ogni ora e ne scruti la mente e il cuore. A te dunque affido la loro inesperta e insidiata giovinezza. Sii tu per loro la via, la verità, la vita, l’amico che non tradisce nell’ora del dolore. Fa’ che essi credano, perché la vita senza fede è notte disperata.
Fa che siano puri di cuore, perché senza purezza non c’è amore, ma solo egoismo.
Ascolta, o Signore, la mia preghiera accorata di madre, rendimi esempio di virtù per i miei figli e guida sicura nella difficile vita. Dona efficacia alle mie parole e forza costante alla mia opera. Consola le pene segrete del mio cuore materno e le ansie per il loro domani. Conduci infine le loro anime care dal combattimento terreno alla salvezza del Cielo, dove, riunita con loro, canteremo in eterno la tua misericordia."

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la mamma

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