domenica 29 agosto 2010

Siamo state Elisa ed io a vincere la medaglia delle "ragazze più mattutine dalla famiglia". Prima del suono delle campane della Basilica stavamo davanti all'uscio del pediatra ancora chiuso.

"E' lunga quanto una bambina di tredici mesi!". Questo è stato il suo verdetto terminato il controllo canonico dei dieci mesi che, lei, compirà solo lunedì.

Per accelerare i tempi ho rimandato la mia colazione. Prima delle nove (l'ambulatorio è molto vicino alla nostra abitazione, e ci si arriva comodamente a piedi) stavamo entrambe a casa. Solo Lele, come Davide si è premurato di informarmi, ancora dormiva, ma in capo a pochi minuti anche lui si è affacciato dalla scala.

Caffèlatte, marmellata e biscotti, un veloce riordino del lavandino e poi, come previsto, tutti in macchina diretti alla Coop. L'abbiamo scelta, la Coop. Prendiamo qualsiasi cosa sia possibile prendere (pasta, riso, farine, carni bianche e rosse, passate, miele ecc. ecc.) attraverso il gruppo di acquisto solidale, altrimenti detto Gas. Per tutto il resto però, visto il crescere della nostra coscienza anche riguardo al modo di fare acquisti, preferiamo la Coop, per i valori che porta con sé, rispetto a qualsiasi altra catena di supermercati.

Alle 10 stavamo lì, tutti e cinque. Mai successo, credo, da che ho memoria del nostro passato. Siamo rientrati comunque a mezzogiorno, ma ci siamo concessi la giusta calma per fare la spesa. Niente corse, tutti i bambini erano con noi ed Elisa, alla sua prima esperienza con prodotti e reparti, si è parecchio divertita. Ci si và, se ci si riesce, circa una volta al mese per fare durevoli scorte. Si entra con due carrelli vuoti, si esce con due carrelli pieni.

Detersivi, biscotti, succhi, latte, tutto quanto possa essere conservato e stipato a lungo, ma anche prodotti freschi (formaggi, verdure...) in modo che poi non siamo costretti a correre a far spesa tutti i minuti. Rimangono le minuzie, o i prodotti da consumarsi in giornata per i quali me la cavo anche con due passi in centro.

Nel carrello abbiam messo anche un trancio di pizza e uno di focaccia acquistati al banco del fornaio per render più veloce il pranzo e nel pomeriggio, dalle 14 alle19, niente e nessuno è più riuscito a tirarmi via dalla cucina.

Dicevo, forse ieri, come un campo lasciato a maggese, per esser nuovamente produttivo, anch'io sentivo l'esigenza di una pausa nella produzione di dolci. Grazie a Dio gli ospiti si sono offerti di pensarci loro, così io ho avuto la possibilità di concentrarmi su tutto il resto.

Già in settimana mi son fatta stuzzicare da un libro di proprietà di mia madre. Un lampo e mi è balenata qualche idea in mente. Partendo dagli ingredienti in mio possesso, passando per un paio d'ispirazioni, ho provato a tessere la mia "ragnatela" di portate. Anche il Signor A., folletto ormai cresciuto, si è presentato al mi fianco in un paio di occasioni e volentieri gli ho concesso di alternarsi a me nella preparazione di alcuni piatti. La sua specialità restan sempre le guarnizioni!

I bimbi, lì per lì, si sono un po' annoiati, tanto più che non è stato loro possibile trascorere il pomeriggio del sabato dalla nonna. Lele ha giocato un po' al computer, inizialmente con papà al fianco ed Elisa sul pavimento che ha pure sbattutto la faccia contro la gamba della sedia. Ha segato la sagoma di un lavoretto in legno e poi... poi Davide, sempre al papà, ha chiesto di poter giocare con la base della polizia (sgridandolo per i suoi ripetuti pisolini!), mentre Elisa, dal tappeto, li guardava e si incastrava tra mobile e divano ostinandosi a procedere all'indietro, anziché ingranare la prima.

Alle 18, con i due più piccoli ho fatto il bagno, mentre il babbo preparava la cena. Davide, che vuol sempre uscire per ultimo, imbronciato per il fatto che questa volta proprio non sembrava essere possibile, per le cure maggiori di cui abbisognava la piccola, si è graffiato la schiena contro il rubinetto della vasca. Ne è nato un pianto inconsolabile che si è protratto per parecchio tempo e quando ormai sembrava che si fosse placato, nel tentativo di sedersi a tavola, è scivolato col sedere a terra e il tutto, come un vecchio disco rotto, è ricominciato.

Dopo un piatto di gnocchi, il papà gli ha concesso di mangiare yogurt alla vaniglia con codette e sciroppo di cioccolato poi un po' di relax davanti allo schermo con la storia di "Pierino e il lupo".

Io tentavo nel frattempo di rimettere velocemente tutto a posto per potermi andare a lavare i capelli. Son riuscita a salire solo alle 21.30.

Per domani però è tutto pressoché pronto.

Speriamo, naviganti, che sia una buona domenica in cui aver tempo per prenderci cura delle relazioni più intime e preziose.

Se mi sarà concesso di non mancare l'appuntamento, mi farò viva domani per un nuovo aggiornamento. In vista, dall'alto dell'albero maestro, l'apertura della scuole.

Buona notte

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la mamma

2 commenti:

Anonimo ha detto...

eh si, cara vicina, è stato proprio un bel pranzo, sia per la qualità e la bontà delle portate che per il piacere di stare con voi a gustarci tuoi meravigliosi pargoli. anche i miei bambini, un po' cresciutelli, hanno gradito pranzo e compagnia...
Grazie per averci regalato un po' di Piemonte con le ricette della terra del tuo papà.
Un abbraccio forte dai tuoi vicini
p.s. le farfalle non sono volate, grazie agli insegnamenti di NL che prima di volare per sempre mi ha stimolata a copiare le sue ricette sulla pasta fatta in casa.

In Famiglia ha detto...

Un giorno o l'altro devi insegnare anche a me a fare la pasta fatta in casa. Non vedo l'ora di provarci! Ricambio naturalmente l'abbraccio.