venerdì 20 agosto 2010

Breve assenza. Ce l'avrei pure fatta ad aggiornare il diario ieri sera, nonostante lo spostamento a casa di mio fratello per festeggiare il compleanno della mia nipotina, se non fosse stato che Elisa, al rientro, ha urlato fino alle 23.30.

Il troppo sonno, l'inusuale cambio d'abitudine... chissà. Fatto sta che alla fine ero veramente esaurita e ho preferito rimandare l'appuntamento a tempi più consoni.

Oggi, come ogni giovedì, siamo stati dalla nonna. Non sembrava una giornata limpida, ma poi con più decisione s'è affacciato il sole ed ha scaldato ben bene l'aria e prima di sera quasi si soffocava per l'umidità. Anche adesso fa caldo.

Davide avrebbe voluto rimanere a dormire dalla nonna e mi ha chiesto di tornare a casa a prendergli il pigiama, ma la condizione era che rimanesse anche Lele. Ultimamente è così. Lele chiede di fare alcune esperienze da solo, come se il fratellino per lui fosse una palla al piede e Davide, di contro, chiede di poter fare le stesse esperienze in compagnia di suo fratello.

Stasera però, all'ora di cena, credo proprio che abbiamo toccato l'apoteosi. Una delle novità della giornata è stata proprio un piccolo progesso di Davide nel pronunciare la lettera r e, per mostrare la sua bravura e renderlo orgoglioso di sé, gli ho chiesto di ripetere la parola terra in presenza del papà. Lui l'ha fatto, mentre Lele insisteva dicendogli che non aveva ancora del tutto imparato. Il più piccolo s'è innervosito (quant'è difficile fare i genitori imparziali ed obiettivi, quelli che sanno sempre amare tutti i propri figli allo stesso modo comunque!) ed è partita una piccola grande crisi, di pianto, stanchezza e paura.

Il rendersi conto di diventare grande lo fa di tanto in tanto esplodere in manifestazioni di contentezza e allo stesso tempo lo preoccupa. Anche se manca ancora un anno teme l'ingresso alla scuola elementare e... quanto sono diversi i miei figli. Se penso che Lele si è trovato ad affrontare il primo giorno senza neanche un compagno della scuola materna, e che nel giro di poco tempo si era fatto nuovi amici, senza entrare in crisi, proprio non regge il paragone con Davide. Uno è forte fino a sembrare insensibile, come ieri al parco, quando è corso per recuperare il pallone scavalcando suo fratello che in ginocchio sull'erba piangeva per essersi fatto male, e l'altro un po' insicuro e restio nei confronti delle novità.

Con Maurizio, davanti al caffé serale, parlavamo di come irrobustire il nostro secondogenito, della necessità di rasserenarlo riguardo il suo ingresso a scuola che non potrà essere, come lui chiedeva, nella stessa classe del fratello. Come convincerlo che anche lui ha risorse sufficienti per farcela?

Capisco sempre più lucidamente che Emanuele, Davide ed Elisa non hanno bisogno solo di essere tenuti insieme, ma prima ancora, forse, di essere riconosciuti per quello che sono e, di conseguenza, di attenzioni particolari.

Come passare però del tempo esclusivamente con uno dei tre quando anche gli altri due sono presenti? e come consentire a uno solo di fare alcune esperienze sue (come dormire dalla nonna, o stare da un amico?) aiutando l'altro ad accettare la frustrazione e il sentimento di esclusione che ne deriverebbero?

Un mucchio di domande e poche vaghe rispose.

Maurizio ed io però vogliamo bene ai nostri bambini e grazie anche alle perosone care che sono la nostra solida, irrinunciabile, preziosissima rete di relazioni proveremo a tracciare strade percorribili.

Con questi pensieri vi lascio e auguro a tutti un notte di riposo.

---
la mamma

Nessun commento: