venerdì 13 agosto 2010

E' successo ancora! Ci siamo di nuovo svegliati sotto l'acqua. Quasi non volevo credere al picchiettare frenetico delle gocce sul suolo, ma ho dovuto ben presto arrendermi all'evidenza.

Pazza, pazza estate! Oltre a noi, almeno un altro paio di coppie di amici sono partite per le vacanze in giornata grige e piovose come questa. Lo scorso anno, di questi tempi, in compagnia del mio pancione, quanto ho sognato questa frescura! Illusioni, solo pure illusioni. Al ritorno dopo una settimana trascorsa ad Assisi, poprio alla vigilia del ferragosto, ero convinta che il peggio fosse passato e che trauma aprire la portiera dell'auto davanti al cancello della nostra abitazione e passare dall'aria condizionata della macchina all'afa tremenda e soffocante del posto in cui viviamo.

Seduta al tavolo in cucina, magari con l'ago da cucito in mano nelle ore di riposo, nei giorni successivi, sudavo e reggevo, come potevo, ai continui giramenti. Coi primi di settembre ho dovuto poi portare le calze a 70 denari per comprimere le vene che, col caldo e la gravidanza, si erano visibilmente ingrossate.

Va bè, prendiamolo così questo tempo, con tutta la sua variabilità che allena a tenera dritta la prua e fermo il timone e ritorniamo ad oggi, un venerdì d'agosto del 2010, il 13 agosto.

La giornata è stata ritmata dai rinfeschi successivi dell'impasto per il pane. Il secondo (avevamo già iniziato ieri sera) di primo mattino, per rinnovarlo alle 3 del pomeriggio e finire alle 18. Domani cottura.
Già sento il profumo che impregnerà la cucina per poi diffondersi in tutta la casa, un profumo che può rimetterti al mondo!

Maurizio è arrivato per il pranzo. Ho preparato velocemente una gustosa pasta al pesto e avendo deciso di diluirlo con un cucciaio di brodo vegetale i bambini hanno gradito e gustato. Per la sera invece... abbuffata di pesce. Impedita ad uscire dalla pioggia avevo già dirottato l'acquisto dal banco del pesce fresco al mattino, al reparto del centro commerciale nel pomeriggio. Una provvidenziale telefonata di mia mamma invece ha risolto il problema. Così le ho fatto prendere due tranci di tonno, due etti di calamari e tre platesse da impanare e cuocere al forno.

Anche Elisa, oggi per la prima volta, ha mangiato pesce. Le ho infatti cotto al vapore una delle platesse, la più piccola e lei ha accusato il colpo. Inizialmente dall'espressione ho capito che si era accorta della novità, anche se apriva ugualmente la bocca per ricevere uno dopo l'altro i cucchiaini che le offrivo, ma ben presto a cambiato umore. Si è innervosita e la sua espressione è cambiata. Teneva il boccone all'interno della bocca anziché inghiottirlo e storceva all'ingiù gli angoli della bocca fino a che non ha iniziato a piangere e a buttare la testa all'indietro. Non volevo forzarla a finire tutta la pappa preparata. L'ho seduta sulle mie gambe per calmarla e ho provato a riproporle i cucchiaini e lei.. ha ben presto finito la sua razione quotidiana.

Quando si è addormentata e con Maurizio abbiamo bevuto il caffè, prima del pane e dei piatti da lavare, ho scelto due ricette per preparare, domani, due torte con i bambini. Le porteremo domenica da mio fratello, dove insieme al resto della famiglia trascorreremo il ferragosto.

Oggi però era il 13. Fra un mese esatto sarà il nostro undicesimo anniversario di matrimonio, ma è da quando siamo fidanzati (13 marzo 1994) che non abbiamo perso l'abitudine di rivolgerci un augurio ogni 13 del mese, ma, sorprendentemente, questo 13 del mese, ho ricevuto anche un regalino.

Con una mail Maurizio mi ha infatti inviato quattro link a siti in cui si poteva sentire e vedere un video della canzone che ha dato il via alla nostra storia, una canzone che ancora oggi, quando ascolto, mi provoca emozioni fortissime e brividi. Si tratta di "The rose", originariamente cantata da Bette Midler.

Così, al lavandino, lavando i piatti, è partito il piacevole motivo dei pensieri legati a quel marzo, lontano nel tempo, ma vicino nella memoria. Quell'inizio di marzo in cui ci eravamo lasciati alle spalle la rigidità dell'inverno e ci avvicinavamo a grandi passi al tepore della primavera, e in cui, per la festa delle donne (non eravamo ancora fidanzati, ma mancava poco) mi fu regalato un rametto di mimose rubato ad un mazzo destinato ad altre e opportunamente seccato sul bocchettone dell'aria della macchina. Le più belle mimose della mia vita!

Quanto attendersi... quanto spiare le macchine che giravano l'angolo della via nella quale abitavo per vedere se quella successiva sarebbe stata la sua, quante maledizioni alle persone che telefonavano occupando (il venerdì, unico giorno in cui ricevevo una sua telefonata) la linea...

Distanze e attese amate e odiate, ma quanto mai preziose per rafforzare e misurare il desiderio di stare insieme. Anche dopo, negli inevitabili tempi bui, il desiderio di stare insieme ha sempre prevalso su tutte le difficoltà. Come i metalli preziosi anche il nostro amore è stato provato col fuoco e... siamo qui, ad entusiasmarci e stupirci per quest'amore che ci sconvolge e ci supera.

Ve lo auguro, naviganti! anche voi possiate sperimentarlo, scegliendo, giorno dopo giorno, di amare e l'amore vi lascerà trasformati.

Una dolce notte a tutti

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la mamma

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