mercoledì 4 agosto 2010

Riprendere dopo due giorni di assenza e riannodare ben benino i fili non è semplice, ma è doveroso tentare una sintesi per colmare le lacune di questo giornale di bordo.

Per ben due sere Elisa si è addormentata molto, molto tardi. Erano le 23.30 lunedì sera, e mezzanotte (l'ora di Cenerentola) ieri. Stranamente crollava intorno alle 20.30 per risvegliarsi arzilla e pimpante mezz'ora dopo con i risultati di cui sopra. Stasera, invece, tutto sembra essere andato per il meglio.

Altre cose però si sono un po' messe per traverso, di fatto rallentando la navigazione e disturbandola. Lunedì in particolar modo è stata una giornata che in nessun modo, nonostante gli sforzi fatti sono riuscita a raddrizzare. Col senno di poi, e qualche supposizione azzardata, ho tirato la conclusione che forse per tutti noi, e in particolar modo per i bambini, non è facile riprendere con il normale ritmo dei giorni feriali.

Nel fine settimana tutti ci abituiamo ad avere Maurizio intorno, che è un grande supporto, ma soprattutto una bella compagnia e il lunedì lo viviamo un po' come la ripresa delle attività sportive fuori allenamento. Quello che dal lunedì al venerdì guadagnamo nel lubrificare gli ingranaggi della convivenza mia con i bimbi, nel fine settimana un po' si perde e ricominciare è dura.

Lele e Davide sono stati tutta la giornata un po' fuori dalle righe, restii ad ascoltare e a "sottomettersi" alle mie richieste. Alle 14.30 visto che non riuscivano a lasciarmi tranquilla nemmeno mentre tentavo di far addormentare Elisa, ho fatto saltare il piacevole programma, che pregustavo dalla sera prima (quando mi sono impegnata a stirare per essere libera!) di colorare la pasta di sale.

Nel tardo pomeriggio siamo stati al parco ma non sono riuscita a godermi il momento...

Dimenticavo che mentre tentavo di lavare i piatti Elisa urlava disperata nel seggiolone, perché era lì dentro da troppo tempo e non ne poteva più.

In una giornata così, ora lo so, meglio buttare a mare tutto, e ricominciare da tre, si, da loro tre. Anche in mattinata ho pulito il bagno mentre lei, sul letto di Davide (provvisto di spondina), con entrambe i fratelli intorno che tentavano invano di interessarla a qualche gioco o libretto, urlava e urlava in modo parossistico. Più volte mi sono interrotta prendendola per cercare di calmarla, ma nulla da fare. Così, al posto dei normali venti minuti, ho impiegato quasi un'ora per pulire un bagno di modeste dimensioni.

A volte, in frangenti simili, mi prende lo sconforno. Mi sento quasi sola, troppo sola ad affrontare tutto, ma poi mi accorgo che sono io, ancora una volta, che sbaglio, nonostante sia innegabile che i figli, di tanto in tanto, vadano rimessi in riga! Devo avere più fiducia nel fatto che se penso a loro, e li metto al primo posto e pianto tutto il resto per interessarmi a ciò che sta loro accadendo, poi la Provvidenza mi darà tempo anche per tutto il resto.

Dentro di me c'è il sentirsi combattuta tra la consapevolezza della necessità di un percorso educativo che non esime i miei figli dalla fatica. Per esempio Elisa deve imparare a giocare un po' di tempo da sola mentre faccio qualche faccenda, o ad addormentarsi ad un orario consono. Dall'altra devo stare attenta che le faccende non diventino la mia priorità.

Il martedì è andato meglio e, tanto per dirne una, trascurando la cesta di panni da stirare, abbiamo preparato una torta alla pesche per gli ospiti che avremmo avuto in serata (riunione col parroco e altre coppie per programmare il percorso del gruppo famiglie).

Poi, a sorpresa, è venuto a trovarci il cuginetto e insieme siamo stati al parco dove i bambini si sono divertiti parecchio. Oggi, replica!

Io cerco sempre di fare in modo di non peccare di negligenza. Poter aver cura della casa e non farlo è trascuratezza e pigrizia, ma aver rimandato un'ora di ferro da stiro per dare attenzione ai bambini è solo aver messo in fila le cose. Occorre sempre trovare il giusto equilibrio e anch'io sbagliando imparo.

Bene naviganti, il giornale è pressoché aggiornato.

Non mi resta che augurare a tutti un buon sonno ristoratore.

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la mamma

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