mercoledì 9 giugno 2010

C'è trepidazione nell'aria, come una tempesta elettromagnetica di sentimenti. Tante cose belle stanno avvenendo, ed è facile ritrovarsi con un sorriso puro, purificato da tanto faticare, come sulla sommità di una montagna.

Con facilità ripenso ad un commento letto oggi sul messalino, a corredo della prima lettura prevista oggi dalla liturgia e lo sottoscrivo: la straordinarietà sta nelle cose ordinarie. Dio si fa trovare nella brezza leggera piuttosto che nel fuoco impetuoso e dobbiamo solo imparare a riconoscerlo.

Questa mattina, con Elisa e la nonna, dopo aver lasciato Davide all'asilo, abbiamo girato per il mercato e fatto acquisti. I costumi per il mare per i maschietti, due magliette per lei, la tenda zanzariera coi limoni e poi tanta verdura. Rientrando mi è capitato di pensare a quanto fosse bello essere famiglia, e questo intanto che pulivo i cassetti del frigo per sistemare gli ortaggi appena presi.

E' probabile che io sia particolarmente sollecitata dalle vacanze che si avvicinano, ma è straordinariamente indescrivibile la tenerezza che sento, la stessa del periodo appena successivo al momento in cui ho conosciuto il ragazzo che poi sarebbe diventato mio marito.

Ricordo che allora, un giorno d'estate, una coppia di testimoni di geova ha suonato alla mia porta e, prima ancora di rendermi conto di chi fossero, uno dei due mi ha mostrato un'illustrazione di bambi nel bosco, e mi ha chiesto cosa pensassi, e se mi sarebbe piaciuto essere lì. Spiazzandolo gli ho risposto che era talmente bella la realtà che stavo vivendo che non mi serviva un sogno...
Ecco, è così anche adesso!

Oggi sistemavo le tende alla finestra della cucina e pensavo a Lele, a cosa diventerà mai da grande e poi... ho pensato a me, da bambina e mi sono chiesta se ho mai desiderato diventare madre. I bambini sanno molte cose riguardo al loro futuro. La risposta è stata no, non ho mai sentito chiaramente che la maternità sarebbe appartenuta al mio futuro, anche se, come tutte le bimbe, volentieri giocavo con le bambole, ma il matrimonio si.

Sapevo, sentivo che mi sarei sposata e avevo anche deciso che mio marito si doveva chiamare "Luca". Invece poi è arrivato Maurizio e non ho nemmeno più battezzato con quel nome nessuno dei miei figli.

Tutto questo per dire che Dio mi fa scopire e vivere e gioire dello straordinario tutte le volte che apprezzo ciò che sono e ciò che ho, e tutte le volte che sostituisco la spontaneità di una lamentela con un ringraziamento.

"Grazie Signore che i miei bimbi mi tolgono dall'indolenza e dalla pigrizia e stimolano la mia fantasia - anziché - ho troppe cose da fare, vorrei riuscire a riposarmi un po'".

Diario di bordo nostalgico, ma diario di bordo estremamente attuale.

La notte è solo il tempo per allenare la fede.

Sia buona.

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la mamma

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