Meglio, molto meglio della giornata passata. Oggi non ha avuto niente a che vedere con ieri, né ieri con oggi.
Che gioia poter rimanere dentro queste quattro mura quando tutti i miei le abitano! E' una gioia sempre più palpabile, più densa, una gioia che senti ancora addosso, come il peso dei loro corpi vicini anche quando son ciascuno dentro il proprio letto.
Senti il suono delle loro risa e ancora riesci a trarne l'allegria, un'allegria persino più viva nel ripensamento di quando è stata vissuta.
Nelle piccole cose, che galleggiano come isole, oltre il mare delle ordinarie occupazioni, delle faccende poste come rocce da scalare per arrivare finalmente libera in vetta, riscopri il senso dell'essere famiglia.
Davide, di cui oggi ricorreva l'onomastico, dopo pranzo mi ha aiutata a lavare i piatti e sto già pensando di confezionare per lui un bel grembiule da casalingo e di regalarglielo a sorpresa alla prima occasione.
Nel frattempo sono finalmente riuscita ad acquistare (spendendo ahimé un patrimonio!) i cotoni per le tende di Elisa. Questa sera, dopo aver riordinato tutto, avrei voluto iniziare ad impostare il lavoro, calcolando ben bene lo spazio che il ricamo a punto croce occuperà sulla tela, ma ho dovuto far l'aerosol alla piccola e quando ho terminato era troppo tardi.
I bambini volevano vedere un'altra puntata di "Tre nipoti e un maggiordomo" insieme a noi e poi li avremmo messi a letto... forse domani!
A proposito della piccola, comunque, in serata l'ho portata dal pediatra che non ha riscontrato alcuna infezione bronchiale per cui continuiamo con le terapie solite. Purtroppo s'addormenta sfinita dal sonno, ma la tosse che la spinge a sputare tutto il catarro dal quale è intasata dopo poco la tormenta e siamo da capo.
Lele ha fatto i suoi compiti sembra senza troppi intoppi e ha trovato tempo per dare un'occhiata alle istruzioni per avviare il laboratorio di botanica che gli è stato regalato e per terminare un ultimo lavoro al pirografo.
Nel pomeriggio, invece di stirare, ho finalmente pulito un po' il piano inferiore di casa e sono contenta di averlo fatto.
Adesso che ho passato questo dosso riesco a pensare al ricamo e anche a qualche nuovo esperimento in cucina. Con "Famiglia Cristiana" uscirà una pubblicazione di ricette di zuppe e minestre, e conto di non lasciarmela scappare. Vorrei fare i biscotti coi bambini, il panettone, una crostata per vedere com'è la marmellata di cotogne fatta in casa che c'hanno regalato e poi... poi vorrei provare a fare la pasta fatta in casa.
Quanti progetti! con Maurizio abbiamo intenzione di integrare l'arredamento della cucina allungando il piano di lavoro oltre il frigorifero, sotto la finestra e farci stare, forse, qualche piccolo cassetto per stipare legumi e forse qualche formato di pasta.
Di progetti però, nell'intimo più intimo del cuore, ce ne sono anche altri, di più ampio respiro e più profondo valore.
Vedremo... adesso l'impegno è di continuare a far maturare la coscienza e far crescere la consapevolezza, compiere passi perché il cuore si converta e sia pronto ad aprirsi e poi... vedremo dove ci condurrà il vento dello Spirito che preghiamo non cessi di gonfiare le nostre vele e dirigere il nostro vascello.
Ora un po' di relax. Buona notte naviganti.
---
la mamma
mercoledì 29 dicembre 2010
martedì 28 dicembre 2010
Se non ci fosse la fine della giornata, con lo spegnersi del vociare dei bimbi, a concedere quell'attimo di silenzio per un ripensamento degli ultimi avvenimenti, probabilmente ci lasceremmo, mi lascerei, sfuggire di mano la bellezza.
E' stato un giorno faticoso, un giorno in cui molto spesso si è reso necessario tirare le redini per porre un freno all'enorme esuberanza dei maschietti che lasciati a sé stessi non trovano di meglio se non rincorrersi, urlare e rischiare di farsi del male o di farne al piccola che muove i primi passi dentro casa.
Dovremmo essere degli intrattenitori perenni, perennemente a loro disposizione.
Elisa, inoltre, ha una brutta tosse che non la lascia riposare tranquilla e le ha anche tolto un po' l'appetito. Stasera però, s'è mangiata un po' di polenta con la ricotta.
In simili momenti non sono per nulla la mamma che vorrei essere. Non ci sono dolcezza, né tenerezza. M'irrigidisco e divento una iena a furia di urlare: "Bastaaaaa!". Un urlo che regolarmente viene ignorato.
E' difficile trovare la maniera di tirar fuori in ogni momento la parte migliore dei miei figli, la parte della cui esistenza ho coscienza, ma alla quale non presto magari attenzione, o con la quale non riesco a mettermi in contatto perché, nel frattempo devo anche lavare i piatti, o cambiare un pannolino, o stirare o fare una di queste cose....
Quella appena trascorsa non somigliava per niente ad una giornata di vacanza. Se ho fatto meno, in mattinata, è perché Maurizio è dovuto andare a riprendere una famiglia amica all'aeroporto, e sono rimasta sola coi pargoli per circa quattro ore.
Ho doppiato i mestieri come una boa e domani, giorno di mercato dalle nostre parti, si vedrà. Lele ha assolutamente bisogno di calzini nuovi e voglio vedere se, finalmente, mi riesce di comprare i cotoni per iniziare le tende per la cameretta di Elisa.
Nel frattempo è sceso un freddo polare.
Nonostante questo la sera, quando forse torna la calma, sento che la famiglia è ancora un posto nel quale ho voglia di stare. Basta la voce di uno dei miei bimbi a ricordarmelo, vorrei solo.... avere più tempo.
Buona notte naviganti.
---
la mamma
E' stato un giorno faticoso, un giorno in cui molto spesso si è reso necessario tirare le redini per porre un freno all'enorme esuberanza dei maschietti che lasciati a sé stessi non trovano di meglio se non rincorrersi, urlare e rischiare di farsi del male o di farne al piccola che muove i primi passi dentro casa.
Dovremmo essere degli intrattenitori perenni, perennemente a loro disposizione.
Elisa, inoltre, ha una brutta tosse che non la lascia riposare tranquilla e le ha anche tolto un po' l'appetito. Stasera però, s'è mangiata un po' di polenta con la ricotta.
In simili momenti non sono per nulla la mamma che vorrei essere. Non ci sono dolcezza, né tenerezza. M'irrigidisco e divento una iena a furia di urlare: "Bastaaaaa!". Un urlo che regolarmente viene ignorato.
E' difficile trovare la maniera di tirar fuori in ogni momento la parte migliore dei miei figli, la parte della cui esistenza ho coscienza, ma alla quale non presto magari attenzione, o con la quale non riesco a mettermi in contatto perché, nel frattempo devo anche lavare i piatti, o cambiare un pannolino, o stirare o fare una di queste cose....
Quella appena trascorsa non somigliava per niente ad una giornata di vacanza. Se ho fatto meno, in mattinata, è perché Maurizio è dovuto andare a riprendere una famiglia amica all'aeroporto, e sono rimasta sola coi pargoli per circa quattro ore.
Ho doppiato i mestieri come una boa e domani, giorno di mercato dalle nostre parti, si vedrà. Lele ha assolutamente bisogno di calzini nuovi e voglio vedere se, finalmente, mi riesce di comprare i cotoni per iniziare le tende per la cameretta di Elisa.
Nel frattempo è sceso un freddo polare.
Nonostante questo la sera, quando forse torna la calma, sento che la famiglia è ancora un posto nel quale ho voglia di stare. Basta la voce di uno dei miei bimbi a ricordarmelo, vorrei solo.... avere più tempo.
Buona notte naviganti.
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la mamma
domenica 26 dicembre 2010
Il bello delle vacanze di Natale, se hai la fortuna di poterle trascorrere a casa non solo con i bambini, ma anche con tuo marito, è la calma, una calma che ti rimanda, per confronto, la visione abitualmente affannata delle giornate ordinarie.
Non sono sparite le cose da fare, le cose da fare son sempre lì, la polvere si accumula, si sporcano i pavimenti, si riempie la cesta dei panni sporchi ma... non è poi così necessario stendere la biancheria quando tutti sono a letto, e se la piccola si sveglia mentre stai stirando c'è qualcuno su cui poter contare.
In questi giorni siamo stati a pranzo dai miei suoceri e poi, proprio oggi, da mia mamma. C'è stata anche la possibilità di incontrarsi con gli amici.
A molti di loro abbiamo offerto una bottiglia della nostra prima produzione di birra e per noi è stato bello poterli sorprendere e omaggiare così. E' stato un po' come offrire loro una piccola parte di noi.
I bambini hanno ricevuto ancora qualche regalo, e Lele è stato apprezzato per i lavori realizzati col suo pirografo.
Ci sono pure arrivate delle formine natalizie per i biscotti e in questi giorni sono sicura che i bambini vorranno provare a farli.
Il punto è che tutti questi scambi non hanno rappresentato altro se non un modo per scambiare l'affetto che circola tra di noi, a partire dalla nostra famiglia, che ha trascorso il tempo in attività diverse da quelle che solitamente ritmano le nostre ore.
Siamo stati insieme sul divano a riguardare (naturalmente vale per noi grandi) le vecchie puntate di "Tre nipoti e un maggiordomo". Quante volte l'ho rivista da piccola! Bè, mi son resa conto che era una trasmissione che sapeva di buono. Uno zio scapolo che, dopo le prime comprensibili titubamze accoglie in casa, nel giro di ventiquattr'ore, tre nipoti e riesce a instaurare con loro un rapporto d'affetto vero... bello, bell'esempio di accoglienza.
Tante piccole cose che vedo intorno a me mi parlano e mi mostrano che il mio, il nostro cuore sta forse ulteriormente cambiando, la coscienza sta facendo nuovi passi. Serve fermarsi ogni tanto, come durante le ferie estive, e guardare per accorgersi di ciò che sta accadendo dentro e fuori le mura del proprio io, come stanno evolvendo le relazioni che si vivono, cosa passa attraverso i sottili fili che ci uniscono gli uni agli altri.
Adesso, un po' di relax prima del sonno e domani un po' di lavoro casalingo non me lo toglie nessuno, ma va bene così. Non cerco l'eliminazione della fatica, solo dell'affanno!
Buona notte naviganti
---
la mamma
Non sono sparite le cose da fare, le cose da fare son sempre lì, la polvere si accumula, si sporcano i pavimenti, si riempie la cesta dei panni sporchi ma... non è poi così necessario stendere la biancheria quando tutti sono a letto, e se la piccola si sveglia mentre stai stirando c'è qualcuno su cui poter contare.
In questi giorni siamo stati a pranzo dai miei suoceri e poi, proprio oggi, da mia mamma. C'è stata anche la possibilità di incontrarsi con gli amici.
A molti di loro abbiamo offerto una bottiglia della nostra prima produzione di birra e per noi è stato bello poterli sorprendere e omaggiare così. E' stato un po' come offrire loro una piccola parte di noi.
I bambini hanno ricevuto ancora qualche regalo, e Lele è stato apprezzato per i lavori realizzati col suo pirografo.
Ci sono pure arrivate delle formine natalizie per i biscotti e in questi giorni sono sicura che i bambini vorranno provare a farli.
Il punto è che tutti questi scambi non hanno rappresentato altro se non un modo per scambiare l'affetto che circola tra di noi, a partire dalla nostra famiglia, che ha trascorso il tempo in attività diverse da quelle che solitamente ritmano le nostre ore.
Siamo stati insieme sul divano a riguardare (naturalmente vale per noi grandi) le vecchie puntate di "Tre nipoti e un maggiordomo". Quante volte l'ho rivista da piccola! Bè, mi son resa conto che era una trasmissione che sapeva di buono. Uno zio scapolo che, dopo le prime comprensibili titubamze accoglie in casa, nel giro di ventiquattr'ore, tre nipoti e riesce a instaurare con loro un rapporto d'affetto vero... bello, bell'esempio di accoglienza.
Tante piccole cose che vedo intorno a me mi parlano e mi mostrano che il mio, il nostro cuore sta forse ulteriormente cambiando, la coscienza sta facendo nuovi passi. Serve fermarsi ogni tanto, come durante le ferie estive, e guardare per accorgersi di ciò che sta accadendo dentro e fuori le mura del proprio io, come stanno evolvendo le relazioni che si vivono, cosa passa attraverso i sottili fili che ci uniscono gli uni agli altri.
Adesso, un po' di relax prima del sonno e domani un po' di lavoro casalingo non me lo toglie nessuno, ma va bene così. Non cerco l'eliminazione della fatica, solo dell'affanno!
Buona notte naviganti
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la mamma
giovedì 23 dicembre 2010
Scrivo un po' prima questa sera, ma dopo un paio di giornate in cui ho mancato all'appuntamento serale.
Lele, complici le vacanze natalizie iniziate per tutta la famiglia proprio oggi, è ancora qua con noi che sta terminando di vedere un film ad hoc! Davide ed Elisa invece sono già nei loro letti.
Nonostante la pioggia che copiosa cade dal cielo e non aiuta per niente a creare l'atmosfera giusta, lottiamo per mantenere lo spirito giusto.
Stasera per esempio siamo stati ad un gradevolissimo happy hour in casa dei vicini per un doveroso scambio d'auguri. In previsione delle grandi abbuffate, la padrona di casa ha giustamente puntato sulla verdura cruda.
Emanuele avrebbe svuotato da solo l'intera marmitta di carote tagliate a strisce sottili. C'erano finocchi, uva, grana, salame e anche qualche pizzetta.
Anche il pomeriggio però ha seguito percorsi diversi dall'ordinario. Non c'erano i compiti da fare, nessuno da andare a riprendere all'asilo e, nonostante io mi sia messa a stirare, (come schiavitù, o meglio, senso del dovere vuole) i bambini sono stati impegnati in diversi lavoretti. Il più grande ha portato a termine altri lavori col pirografo, mentre Davide con papà ha dipinto con le tempere un paio di statuette da aggiungere al nostro presepe artigianale e poi, con i pennarelli, altri piccoli disegni che nel tardo pomeriggio ho cominciato ad attaccare al vetro della finestra della cucina.
Lele ha poi dipinto il biglietto d'auguri allegato al pane che abbiamo sfornato quest'oggi da regalare ai nostri vicini e io ho scritto il testo.
Elisa, essendosi appisolata presto, altrettanto presto ha richiamato la nostra attenzione annunciandoci di essersi risvegliata. Con lei in braccio, perché non si mettesse in pericolo girando tra forno caldo e cavi penzolanti (il pirografo ha bisogno della prolunga), ho seguitato a stirare. Non volevo che Maurizio rinunciasse a dipingere con Davide.
Quando è stato possibile l'abbiamo rimessa per terra e siamo così arrivati all'ora della merenda.
Dopo una tazza di té caldo e biscotti Maurizio è uscito per la spesa e io ho cambiato la piccola. Ha comprato pennarelli nuovi e della carta da regalo. Abbiamo così impacchettato qualcuno dei nostri pensierini per parenti e amici.
Stiamo regalando un po' a tutti la nostra birra, e stamattina l'abbiamo data anche a una ragazza, appartenente al nostro gruppo d'acquisto solidale, che è ritornata nel pomeriggio con un vaso colmo di marmellata di mele cotogne fatta in casa.
Domani dovremo preparare il pane di Natale per la tavola di mia mamma e dovrò, per la prima volta, tentare di preparare il filetto di maiale in crosta (con qualche modifica... prendendo un po' qua, un po' là da varie ricette) per il pranzo a casa dei nonni paterni.
Spero solo che in casa ci sia aria di festa e di lasciar fuori dalla porta, almeno per un giorno, nervosismi e arrabbiature.
A proposito, credo proprio sia giunto il momento di fare gli auguri anche a voi, naviganti miei naviganti che silenziosamente accompagnate il nostro viaggio.
Con tutta la mia famiglia vi auguro di sentire Dio vicino, perché Dio nasce povero e viene ad abitare una ad una le nostre povertà, le nostre ferite, i nostri dolori, le nostre solitudini. Dio è sempre l'Emmanuele, il Dio con noi. Che siamo come pastori o come Re Magi, l'importante, dinanzi al presepe della nostra vita, è riconoscerlo!
Buon Natale naviganti e, per l'anno nuovo, non perdete nessuna occasione di amare!
---
la mamma Fulvia, il papà Maurizio, Emanuele, Davide ed Elisa
Lele, complici le vacanze natalizie iniziate per tutta la famiglia proprio oggi, è ancora qua con noi che sta terminando di vedere un film ad hoc! Davide ed Elisa invece sono già nei loro letti.
Nonostante la pioggia che copiosa cade dal cielo e non aiuta per niente a creare l'atmosfera giusta, lottiamo per mantenere lo spirito giusto.
Stasera per esempio siamo stati ad un gradevolissimo happy hour in casa dei vicini per un doveroso scambio d'auguri. In previsione delle grandi abbuffate, la padrona di casa ha giustamente puntato sulla verdura cruda.
Emanuele avrebbe svuotato da solo l'intera marmitta di carote tagliate a strisce sottili. C'erano finocchi, uva, grana, salame e anche qualche pizzetta.
Anche il pomeriggio però ha seguito percorsi diversi dall'ordinario. Non c'erano i compiti da fare, nessuno da andare a riprendere all'asilo e, nonostante io mi sia messa a stirare, (come schiavitù, o meglio, senso del dovere vuole) i bambini sono stati impegnati in diversi lavoretti. Il più grande ha portato a termine altri lavori col pirografo, mentre Davide con papà ha dipinto con le tempere un paio di statuette da aggiungere al nostro presepe artigianale e poi, con i pennarelli, altri piccoli disegni che nel tardo pomeriggio ho cominciato ad attaccare al vetro della finestra della cucina.
Lele ha poi dipinto il biglietto d'auguri allegato al pane che abbiamo sfornato quest'oggi da regalare ai nostri vicini e io ho scritto il testo.
Elisa, essendosi appisolata presto, altrettanto presto ha richiamato la nostra attenzione annunciandoci di essersi risvegliata. Con lei in braccio, perché non si mettesse in pericolo girando tra forno caldo e cavi penzolanti (il pirografo ha bisogno della prolunga), ho seguitato a stirare. Non volevo che Maurizio rinunciasse a dipingere con Davide.
Quando è stato possibile l'abbiamo rimessa per terra e siamo così arrivati all'ora della merenda.
Dopo una tazza di té caldo e biscotti Maurizio è uscito per la spesa e io ho cambiato la piccola. Ha comprato pennarelli nuovi e della carta da regalo. Abbiamo così impacchettato qualcuno dei nostri pensierini per parenti e amici.
Stiamo regalando un po' a tutti la nostra birra, e stamattina l'abbiamo data anche a una ragazza, appartenente al nostro gruppo d'acquisto solidale, che è ritornata nel pomeriggio con un vaso colmo di marmellata di mele cotogne fatta in casa.
Domani dovremo preparare il pane di Natale per la tavola di mia mamma e dovrò, per la prima volta, tentare di preparare il filetto di maiale in crosta (con qualche modifica... prendendo un po' qua, un po' là da varie ricette) per il pranzo a casa dei nonni paterni.
Spero solo che in casa ci sia aria di festa e di lasciar fuori dalla porta, almeno per un giorno, nervosismi e arrabbiature.
A proposito, credo proprio sia giunto il momento di fare gli auguri anche a voi, naviganti miei naviganti che silenziosamente accompagnate il nostro viaggio.
Con tutta la mia famiglia vi auguro di sentire Dio vicino, perché Dio nasce povero e viene ad abitare una ad una le nostre povertà, le nostre ferite, i nostri dolori, le nostre solitudini. Dio è sempre l'Emmanuele, il Dio con noi. Che siamo come pastori o come Re Magi, l'importante, dinanzi al presepe della nostra vita, è riconoscerlo!
Buon Natale naviganti e, per l'anno nuovo, non perdete nessuna occasione di amare!
---
la mamma Fulvia, il papà Maurizio, Emanuele, Davide ed Elisa
lunedì 20 dicembre 2010
Sto accusando un po' di stanchezza in questo momento, o meglio, sento più che altro di avere sonno.
Ieri sera, dopo aver terminato di stirare ed essermi poi finalmente sistemata sul divano accanto a Maurizio per vedere la prima parte di un film, Elisa ha deciso di svegliarsi.
Urlava in modo forsennato come avesse fatto un incubo. Non era sveglia e nemmeno dormiva. L'ho tenuta un po' in braccio, ma poi l'ho dovuta affidare a papà per riuscire almeno a infilare il pigiama. Mi son sistemata sotto le coperte con lei attaccata al petto e ho dovuto scivolare con calma sotto le coperte tenendola sempre stretta.
Non voleva saperne di posare la testa sul cuscino. Stava lì, sopra di me, cercando di placare gli ultimi singhiozzi con la sua riccioluta testa sul mio collo...
In questi giorni ha un po' sfasato il solito ritmo sonno - veglia e solo oggi sembra aver ripreso le sue abitudini.
Alle 13 stava per addormentarsi sul seggiolone. Ho mollato le pentole da asciugare, lo presa, le ho cambiato il pannolino e l'ho subito messa a letto.
Come mi ha riferito la nonna, ha dormito fino alle 15.40 circa, quando sono rientrata con Davide che ha finalmente debuttato.
Si è sistemato nella zona antistante il palco insime ad altri suoi compagni vestito da angioletto. Tunichetta azzurra, grandi ali bianche e aureola dorata ricavata dalle frange che si usano per gli addobbi natalizi sulla testa. Come mi aveva annunciato ha cantato col resto del coro fino al momento in cui è uscito di scena per un cambio d'abito.
Quando è rientrato indossava i ricchi panni di uno dei Re Magi e portava a Gesù bambino l'incenso, segno della sua divinità.
Qua e là ha pure recitato piccole frasi che narravano la storia dell'annunciazione e della nascita... proprio bravo.
E' l'ultimo anno che lui partecipa alla recita natalizia della scuola materna, e la prossima volta che sarò invitata allo spettacolo, (fra un paio d'anni) sarà per vedere Elisa. Non ci riesco proprio a immaginarmela.
A proposito, nonostante non stesse molto bene in questi giorni, Elisa CAMMINA! Sabato, nel tardo pomeriggio, mentre attendevo che Maurizio riportasse a casa gli altri due pargoli in visita alla nonna, stavo sul tappeto con lei.
Senza lanciarsi in avanti come sua abitudine dopo i primi due, tre passi, si spostava con calma e due cubi delle costruzioni di legno in mano, da me al divano, dal divano a me e da divano a divano. Non mi sembrava vero!
Cammina tenendo le gambe allargate, proprio come una papera, ma... è una meraviglia!
Mancano due giorni alle sospirate vacanze di Natale, e domani sarà un po' più complicato del solito.
Conservo la dolcezza di alcuni bei momenti e la consapevolezza di quanto sia duro il cammino ancora da fare.
Buona notte naviganti.
---
la mamma
Ieri sera, dopo aver terminato di stirare ed essermi poi finalmente sistemata sul divano accanto a Maurizio per vedere la prima parte di un film, Elisa ha deciso di svegliarsi.
Urlava in modo forsennato come avesse fatto un incubo. Non era sveglia e nemmeno dormiva. L'ho tenuta un po' in braccio, ma poi l'ho dovuta affidare a papà per riuscire almeno a infilare il pigiama. Mi son sistemata sotto le coperte con lei attaccata al petto e ho dovuto scivolare con calma sotto le coperte tenendola sempre stretta.
Non voleva saperne di posare la testa sul cuscino. Stava lì, sopra di me, cercando di placare gli ultimi singhiozzi con la sua riccioluta testa sul mio collo...
In questi giorni ha un po' sfasato il solito ritmo sonno - veglia e solo oggi sembra aver ripreso le sue abitudini.
Alle 13 stava per addormentarsi sul seggiolone. Ho mollato le pentole da asciugare, lo presa, le ho cambiato il pannolino e l'ho subito messa a letto.
Come mi ha riferito la nonna, ha dormito fino alle 15.40 circa, quando sono rientrata con Davide che ha finalmente debuttato.
Si è sistemato nella zona antistante il palco insime ad altri suoi compagni vestito da angioletto. Tunichetta azzurra, grandi ali bianche e aureola dorata ricavata dalle frange che si usano per gli addobbi natalizi sulla testa. Come mi aveva annunciato ha cantato col resto del coro fino al momento in cui è uscito di scena per un cambio d'abito.
Quando è rientrato indossava i ricchi panni di uno dei Re Magi e portava a Gesù bambino l'incenso, segno della sua divinità.
Qua e là ha pure recitato piccole frasi che narravano la storia dell'annunciazione e della nascita... proprio bravo.
E' l'ultimo anno che lui partecipa alla recita natalizia della scuola materna, e la prossima volta che sarò invitata allo spettacolo, (fra un paio d'anni) sarà per vedere Elisa. Non ci riesco proprio a immaginarmela.
A proposito, nonostante non stesse molto bene in questi giorni, Elisa CAMMINA! Sabato, nel tardo pomeriggio, mentre attendevo che Maurizio riportasse a casa gli altri due pargoli in visita alla nonna, stavo sul tappeto con lei.
Senza lanciarsi in avanti come sua abitudine dopo i primi due, tre passi, si spostava con calma e due cubi delle costruzioni di legno in mano, da me al divano, dal divano a me e da divano a divano. Non mi sembrava vero!
Cammina tenendo le gambe allargate, proprio come una papera, ma... è una meraviglia!
Mancano due giorni alle sospirate vacanze di Natale, e domani sarà un po' più complicato del solito.
Conservo la dolcezza di alcuni bei momenti e la consapevolezza di quanto sia duro il cammino ancora da fare.
Buona notte naviganti.
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la mamma
domenica 19 dicembre 2010
Questa sera dopo cena i miei due figli maschi hanno dedicato una buona mezz'ora alle attività manuali (in famiglia molto più semplicemente usiamo il termine "lavoretti").
Orario insolito dato che dopo essersi lavati e messi in pigiama avrebbero entrambi voluto mettersi sul divano in sala davanti ad un bel cartone animato...
Ma, strano a credersi, si sono posizionati sul tavolo della cucina ed entrambi hanno dato il meglio di loro stessi.
Davide, dopo avermi richiesto di stampare alcuni soggetti natalizi, ha iniziato a colorare con i pennarelli mettendoci tutto il suo impegno, usando i colori corretti e rimanendo nei bordi delle figure.
Da quest'anno è molto migliorato nel disegno e nell'utilizzo dei colori, devo dire che sta' proprio crescendo :-)
Emanuele, invece ha iniziato e portato a termine in mezz'ora, il regalo per suo cuginetto. Con il proprio pirografo (recente regalo di nostri cari amici) ha disegnato-bruciato su un pezzo di legno circolare una candela di natale con il nome del cugino.
Devo dire che gli è riuscita molto bene, ha lavorato con particolare attenzione, senza perdersi d'animo e senza fare errori. Al termine del lavoro era contentissimo per aver fatto tutto da solo...
Allego al Post qualche immagine della bella serata...!
---
il papà
Orario insolito dato che dopo essersi lavati e messi in pigiama avrebbero entrambi voluto mettersi sul divano in sala davanti ad un bel cartone animato...
Ma, strano a credersi, si sono posizionati sul tavolo della cucina ed entrambi hanno dato il meglio di loro stessi.
Davide, dopo avermi richiesto di stampare alcuni soggetti natalizi, ha iniziato a colorare con i pennarelli mettendoci tutto il suo impegno, usando i colori corretti e rimanendo nei bordi delle figure.
Da quest'anno è molto migliorato nel disegno e nell'utilizzo dei colori, devo dire che sta' proprio crescendo :-)
Emanuele, invece ha iniziato e portato a termine in mezz'ora, il regalo per suo cuginetto. Con il proprio pirografo (recente regalo di nostri cari amici) ha disegnato-bruciato su un pezzo di legno circolare una candela di natale con il nome del cugino.
Devo dire che gli è riuscita molto bene, ha lavorato con particolare attenzione, senza perdersi d'animo e senza fare errori. Al termine del lavoro era contentissimo per aver fatto tutto da solo...
Allego al Post qualche immagine della bella serata...!
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il papà
sabato 18 dicembre 2010
Ho dovuto tener ben salde le mie mani sul timone fino a sera, senza lasciarmi sviare e condurre il vascello, come buon condottiero, giù, giù fino in fondo alla giornata, fino a quando, dall'alto dell'albero maestro finalmento l'ho intravisto, il porto.
Di tutto ciò che faceva parte del mio fitto programma, una sola cosa ho tralasciato: stirare. L'ho fatto per poter essere sicura di metter in tavola una cena decente.
Subito dopo colazione ho dato avvio al primo rinfresco del pane e quando sono rientrata, dopo aver portato Davide all'asilo, ho trovato Elisa stranamente irrequieta. Non aveva molta voglia né di giocare, né di scorrazzare libera per la casa a esplorare cassetti. Ben presto a iniziato a pignucolare, aumentando via, via il tono della voce. Io mi divincolavo per poter rifare i letti e lei mi rincorreva raggiungendomi. Le ho chiesto un po' di pazienza e poi l'ho presa convinta che sentisse il bisogno di dormire un po'.
Con mia grande sorpresa ha faticato a prender sonno, ma mai come dopo pranzo. Ha dormito quindici minuti d'orologio.
Per fortuna la nonna, venuta per permettermi di portare Lele dal dentista dopo scuola, è arrivata giusto in tempo. Stavo immergendo le mani nel secchio per lavare finalmente i pavimenti quando l'ho sentita piangere e lamentarsi.
Aveva due occhietti stranamente lucidi. Presto si è fatta l'ora di andare a riprendere Davide, le merende da preparare, e mentre la nonna imboccava la piccola ho allestito la pasta brisée per la torta salata della sera. Poi, giusto prima di cambiarle il pannolino, le ho misurato la febbre e in un secondo il termomentro è schizzato a 38.2°.
Come da manuale le ho somministrato la Tachipirina e quando Lele è rientrato l'ho portato al controllo. Siamo rientrati, è rientrato Maurizio, i nonni sono tornati a casa, ho preparato la cena, mangiato in compagnia della mia famiglia. Davide era stanco e per poco non si è addormentato con la testa sul tavolo.
Poi i bambini hanno ascoltato un po' di musica, la musica dei grandi e io ho lavato i piatti e impastato il pane per la terza e ultima volta. Domani toccherà a papà.
Infine, dopo aver pregato insieme, siamo saliti. Elisa, ormai sfebbrata, si è addormentata senza fatica e io ho letto qualche pagina di una nuova antologia di racconti di Natale che proprio ieri ho acquistato in libreria ai bambini.
Domani è sabato, saremo a casa tutti insieme e la cosa mi conforta non poco. Una lunga, intensa settimana volge al termine e ne inizierà una altrettanto intensa, ma non per il carico di lavoro. Insieme aspetteremo Natale!
Buona notte naviganti.
---
la mamma
Di tutto ciò che faceva parte del mio fitto programma, una sola cosa ho tralasciato: stirare. L'ho fatto per poter essere sicura di metter in tavola una cena decente.
Subito dopo colazione ho dato avvio al primo rinfresco del pane e quando sono rientrata, dopo aver portato Davide all'asilo, ho trovato Elisa stranamente irrequieta. Non aveva molta voglia né di giocare, né di scorrazzare libera per la casa a esplorare cassetti. Ben presto a iniziato a pignucolare, aumentando via, via il tono della voce. Io mi divincolavo per poter rifare i letti e lei mi rincorreva raggiungendomi. Le ho chiesto un po' di pazienza e poi l'ho presa convinta che sentisse il bisogno di dormire un po'.
Con mia grande sorpresa ha faticato a prender sonno, ma mai come dopo pranzo. Ha dormito quindici minuti d'orologio.
Per fortuna la nonna, venuta per permettermi di portare Lele dal dentista dopo scuola, è arrivata giusto in tempo. Stavo immergendo le mani nel secchio per lavare finalmente i pavimenti quando l'ho sentita piangere e lamentarsi.
Aveva due occhietti stranamente lucidi. Presto si è fatta l'ora di andare a riprendere Davide, le merende da preparare, e mentre la nonna imboccava la piccola ho allestito la pasta brisée per la torta salata della sera. Poi, giusto prima di cambiarle il pannolino, le ho misurato la febbre e in un secondo il termomentro è schizzato a 38.2°.
Come da manuale le ho somministrato la Tachipirina e quando Lele è rientrato l'ho portato al controllo. Siamo rientrati, è rientrato Maurizio, i nonni sono tornati a casa, ho preparato la cena, mangiato in compagnia della mia famiglia. Davide era stanco e per poco non si è addormentato con la testa sul tavolo.
Poi i bambini hanno ascoltato un po' di musica, la musica dei grandi e io ho lavato i piatti e impastato il pane per la terza e ultima volta. Domani toccherà a papà.
Infine, dopo aver pregato insieme, siamo saliti. Elisa, ormai sfebbrata, si è addormentata senza fatica e io ho letto qualche pagina di una nuova antologia di racconti di Natale che proprio ieri ho acquistato in libreria ai bambini.
Domani è sabato, saremo a casa tutti insieme e la cosa mi conforta non poco. Una lunga, intensa settimana volge al termine e ne inizierà una altrettanto intensa, ma non per il carico di lavoro. Insieme aspetteremo Natale!
Buona notte naviganti.
---
la mamma
giovedì 16 dicembre 2010
E poi arrivano le giornate come questa in cui, nonostante tutti gli sforzi fatti per rasserenare l'aria, arrivi a sera e ti ritrovi a navigare tra i fiordi, lottando col rischio continuo di andare a sbattere e creare falle che ti porterebbero inesorabilmente a colare a picco.
Sono stata a prendere Lele all'uscita di scuola oggi, come ogni giovedì, per poi avviarci insieme dalla nonna per il pranzo. Nel pomeriggio lo attendeva una festa di compleanno e già pensavo di empatizzare con lui circa l'evento.
Sulla porta dell'edificio ho fermato la maestra per una comunicazione riguardo la vendita di un libro cui era interessata e, nell'occasione, mi ha purtroppo messa al corrente del fatto che continua a creare problemi col suo comportamento, mostrando di non ascoltare e rischiando, proprio ieri, di prendere una nota.
Il problema, che riscontriamo anche a casa, è che quando si tenta di rimproverarlo per riportare atteggiamenti o comportamenti entro limiti accettabili, lui ride scioccamente ed è successo anche con una delle sue insegnanti.
Naturalmente lui minimizza, mostrando di non dare importanza alla cosa. A metter carne al fuoco è tornato dalla festa contento, esaltato, ripetendo all'infinito che avrebbe voluto tornare in quel locale con noi e i nostri amici già durante le prossime vacanze, e stranamente (ma in fondo non più di tanto trattandosi di un pollo che conosco molto bene) insofferente.
Scattava ogni volta che Davide provava a rivolgergli la parola rispondendo in malo modo ed ha continuato su questa falsa riga fino all'ora in cui, ormai snervati, li abbiamo portati a letto. E' mancato veramente un soffio perché scoppiasse in un pianto dirotto e nervoso. Sovraccarico di emozioni. Questa la diagnosi.
Alla fine di giornate come questa mi chiedo, inutilmente, perché con lui è così dura. Qualsiasi direzione tu possa indicargli per il suo bene lui non solo non concilia, ma rema contro. E' come mettere argini a un fiume impetuoso, come terrazzare una montagna per poterci coltivare e insomma, di esempi ne potrei trovare infiniti.
Il fatto è che so che la mia pazienza, alla fine, per quanto possa essere dura, deve avere la meglio. Emanuele bisogna prenderlo come un dono, che un po' ti può mettere in disordine l'anima, ma che va' accolto, amato, contenuto, direzionato, a volte sopportato, o difeso da sé stesso.
Bisognerà pur trovare un modo per mettere ordine nel suo mondo emozionale che forse un po' lo fa soffrire.
Comunque sia, l'occasione della festa ha permesso anche a Davide di godersi per un po' la nonna, che prima che uscissimo al freddo e al gelo per tornarcene a casa, gli ha insegnato come sbriciolare le punte dei pastelli per poi creare sfumature col dito.
Bel momento davvero!
Mi godo gli ultimi dieci minuti di film accanto a mio marito e poi... a letto. Dicono che domani forse nevichi, speriamo proprio di no. C'è ancora tempo per l'ultimo tocco di bianco prima di Natale.
Natale.... Natale... Natale... Natale....
Buona notte naviganti
---
la mamma
Sono stata a prendere Lele all'uscita di scuola oggi, come ogni giovedì, per poi avviarci insieme dalla nonna per il pranzo. Nel pomeriggio lo attendeva una festa di compleanno e già pensavo di empatizzare con lui circa l'evento.
Sulla porta dell'edificio ho fermato la maestra per una comunicazione riguardo la vendita di un libro cui era interessata e, nell'occasione, mi ha purtroppo messa al corrente del fatto che continua a creare problemi col suo comportamento, mostrando di non ascoltare e rischiando, proprio ieri, di prendere una nota.
Il problema, che riscontriamo anche a casa, è che quando si tenta di rimproverarlo per riportare atteggiamenti o comportamenti entro limiti accettabili, lui ride scioccamente ed è successo anche con una delle sue insegnanti.
Naturalmente lui minimizza, mostrando di non dare importanza alla cosa. A metter carne al fuoco è tornato dalla festa contento, esaltato, ripetendo all'infinito che avrebbe voluto tornare in quel locale con noi e i nostri amici già durante le prossime vacanze, e stranamente (ma in fondo non più di tanto trattandosi di un pollo che conosco molto bene) insofferente.
Scattava ogni volta che Davide provava a rivolgergli la parola rispondendo in malo modo ed ha continuato su questa falsa riga fino all'ora in cui, ormai snervati, li abbiamo portati a letto. E' mancato veramente un soffio perché scoppiasse in un pianto dirotto e nervoso. Sovraccarico di emozioni. Questa la diagnosi.
Alla fine di giornate come questa mi chiedo, inutilmente, perché con lui è così dura. Qualsiasi direzione tu possa indicargli per il suo bene lui non solo non concilia, ma rema contro. E' come mettere argini a un fiume impetuoso, come terrazzare una montagna per poterci coltivare e insomma, di esempi ne potrei trovare infiniti.
Il fatto è che so che la mia pazienza, alla fine, per quanto possa essere dura, deve avere la meglio. Emanuele bisogna prenderlo come un dono, che un po' ti può mettere in disordine l'anima, ma che va' accolto, amato, contenuto, direzionato, a volte sopportato, o difeso da sé stesso.
Bisognerà pur trovare un modo per mettere ordine nel suo mondo emozionale che forse un po' lo fa soffrire.
Comunque sia, l'occasione della festa ha permesso anche a Davide di godersi per un po' la nonna, che prima che uscissimo al freddo e al gelo per tornarcene a casa, gli ha insegnato come sbriciolare le punte dei pastelli per poi creare sfumature col dito.
Bel momento davvero!
Mi godo gli ultimi dieci minuti di film accanto a mio marito e poi... a letto. Dicono che domani forse nevichi, speriamo proprio di no. C'è ancora tempo per l'ultimo tocco di bianco prima di Natale.
Natale.... Natale... Natale... Natale....
Buona notte naviganti
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la mamma
mercoledì 15 dicembre 2010
Intensa, intensissima navigazione in acque tanto gelide da diventare ghiaccio sui tetti delle case, delle auto, fra i rami delle piante e su ogni filo d'erba che resiste al rigore dell'inverno.
Intensissimo, come già scrivevo ieri, anche il programma che mi sono imposta in settimana. Soprattutto, manco a dirlo, vorrei pulire casa e pian piano devo dire che sto riuscendo nel mio intento. Nel bagno ho anche due grosse ceste di biancheria che attende di essere lavata. Ho giusto terminato pochi minuti fa di stendere un carico e domani è anche previsto il cambio delle lenzuola.
Mi sto seriamente allenando a non vivere questo tipo di situazioni con ansia. Cerco di non impigrirmi, di non rinunciare al tempo per le relazioni buone, soprattutto dentro casa, senza rifiutarmi a chi sta fuori.
Oggi, per esempio, siamo stati letteralmente salvati da una nonna. E' venuta per permettermi di uscire a prendere Davide all'asilo senza portare la piccola che, per altro, si era addormentata tardi nel pomeriggio e, col suo aiuto, son riuscita ad arrivare in fondo alla cesta dei panni da stirare. Proprio ci voleva!
Lo so, lo so che arriva sempre il momento in cui mi è concesso di recuperare tutto l'accumulo di lavoro, devo solo affidarmi e decidere, momento per momento, di non rifiutarmi agli altri.
In mattinata son passata pure nella banca dove lavora la nostra rappresentante di classe per firmare una lettera da destinare al sindaco riguardo al mal funzionamento dell'impianto di riscaldamento a scuola, e c'è stato qualche breve momento per un piacevole confronto.
Rientrata a casa, dopo aver fatto i letti con la piccola che scorrazzava intorno, ho pulito per bene la cucina, ma, avendo finito tardi, non ho fatto in tempo a lavare il pavimento ma, prima di cena, son riuscita a stare almeno per un po' sul tappeto con i due più piccoli. Davide voleva giocare al cantiere ma non voleva assolutamente che Elisa toccasse la sua nuova betoniera. Un po' difficile accontentarlo, ma ci abbiamo provato e alla fine, nonostante qualche scintilla iniziale, abbiamo trovato il modo di stare tutti e tre insieme senza troppe scaramucce. Lele si è rilassato guardando un cartone per poi studiare e ripassare.
Abbiamo cenato con cosce di pollo disossate in umido e, anche se non tutti hanno gradito, tutti hanno terminato la loro porzione e poi... dolcetti. Lele e Davide si son divisi a metà un "bombo" conteso da entrambi ma, per stasera, niente pista delle macchinine. Stavano tenendo un comportamento un po' sopra le righe, infastidendo la sorellina e ridendo in modo sguaiato e un richiamo ci voleva. Hanno ripiegato su un cartone. Alle 21.30, quando anch'io avevo terminato il rinfresco del lievito madre, preghiera insieme con lettura del brano di Vangelo quotidiano, candele sulla corona dell'Avvento accese, poi a letto con lettura di una breve storia.
Adesso son qui, a ripensare a tutto e tutti con viva tenerezza.
Domani, giovedì, saremo fuori casa tutto il giorno per far visita all'altra nonna e, anzi, Lele è stato pure invitato ad una festa di compleanno e devo mettermi d'accordo con un'altra mamma per il passaggio. Devo pure ancora acquistare un regalino per la festeggiata.
A domani naviganti, buona notte e buona navigazione a tutti.
Con calore
---
la mamma
Intensissimo, come già scrivevo ieri, anche il programma che mi sono imposta in settimana. Soprattutto, manco a dirlo, vorrei pulire casa e pian piano devo dire che sto riuscendo nel mio intento. Nel bagno ho anche due grosse ceste di biancheria che attende di essere lavata. Ho giusto terminato pochi minuti fa di stendere un carico e domani è anche previsto il cambio delle lenzuola.
Mi sto seriamente allenando a non vivere questo tipo di situazioni con ansia. Cerco di non impigrirmi, di non rinunciare al tempo per le relazioni buone, soprattutto dentro casa, senza rifiutarmi a chi sta fuori.
Oggi, per esempio, siamo stati letteralmente salvati da una nonna. E' venuta per permettermi di uscire a prendere Davide all'asilo senza portare la piccola che, per altro, si era addormentata tardi nel pomeriggio e, col suo aiuto, son riuscita ad arrivare in fondo alla cesta dei panni da stirare. Proprio ci voleva!
Lo so, lo so che arriva sempre il momento in cui mi è concesso di recuperare tutto l'accumulo di lavoro, devo solo affidarmi e decidere, momento per momento, di non rifiutarmi agli altri.
In mattinata son passata pure nella banca dove lavora la nostra rappresentante di classe per firmare una lettera da destinare al sindaco riguardo al mal funzionamento dell'impianto di riscaldamento a scuola, e c'è stato qualche breve momento per un piacevole confronto.
Rientrata a casa, dopo aver fatto i letti con la piccola che scorrazzava intorno, ho pulito per bene la cucina, ma, avendo finito tardi, non ho fatto in tempo a lavare il pavimento ma, prima di cena, son riuscita a stare almeno per un po' sul tappeto con i due più piccoli. Davide voleva giocare al cantiere ma non voleva assolutamente che Elisa toccasse la sua nuova betoniera. Un po' difficile accontentarlo, ma ci abbiamo provato e alla fine, nonostante qualche scintilla iniziale, abbiamo trovato il modo di stare tutti e tre insieme senza troppe scaramucce. Lele si è rilassato guardando un cartone per poi studiare e ripassare.
Abbiamo cenato con cosce di pollo disossate in umido e, anche se non tutti hanno gradito, tutti hanno terminato la loro porzione e poi... dolcetti. Lele e Davide si son divisi a metà un "bombo" conteso da entrambi ma, per stasera, niente pista delle macchinine. Stavano tenendo un comportamento un po' sopra le righe, infastidendo la sorellina e ridendo in modo sguaiato e un richiamo ci voleva. Hanno ripiegato su un cartone. Alle 21.30, quando anch'io avevo terminato il rinfresco del lievito madre, preghiera insieme con lettura del brano di Vangelo quotidiano, candele sulla corona dell'Avvento accese, poi a letto con lettura di una breve storia.
Adesso son qui, a ripensare a tutto e tutti con viva tenerezza.
Domani, giovedì, saremo fuori casa tutto il giorno per far visita all'altra nonna e, anzi, Lele è stato pure invitato ad una festa di compleanno e devo mettermi d'accordo con un'altra mamma per il passaggio. Devo pure ancora acquistare un regalino per la festeggiata.
A domani naviganti, buona notte e buona navigazione a tutti.
Con calore
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la mamma
martedì 14 dicembre 2010
Come quando le onde infastidiscono la chiglia al punto che si procede a sobbalzi, così è stato il viaggio odierno.
E' stato un viaggio iniziato con il sole e proseguito via, via con una nebbia sempre più fitta. Ho pulito una delle camere da letto (quella della piccola) nel frangente in cui lei dormiva.
Gli antennisti, che attendevo nella prima mattinata, essendoci la brina sui tetti han chiamato per avvisare che sarebbero venuti il pomeriggio se le condizioni fossero migliorate. Alle 13.30 erano qui.
Avendo già individuato il problema lo scorso venerdì m'aspettavo avrebbero finito presto, invece, essendo la nostra casa piuttosto bassa e per giunta circondata da costruzioni alte, i tecnici han faticato non poco a trovare il segnale e le frequenze per prendere i vari canali. Risualtato, se ne sono andati alle 17 senza aver avuto il coraggio di dirmi quant'era la spesa.
Mi chiamerà il proprietario dell'impresa.
Aspettavo Lele per pranzo e volevo fargli trovare qualcosa di diverso dalla solita pasta. Gestendo Elisa, i suoi spostamenti in giro per casa di cassetto in cassetto, son riuscita con l'ausilio del mio robot da cucina a tagliare due carote e una rapa a striscioline sottili e a proporgliele in insalata. Lui ama la verdura cruda, in particolare le carote. Ho fatto rassodare tre uova, aperto una scatoletta di tonno e guarnito il tutto con qualche oliva e voilà. In un tempo ragionevolmente breve il pranzo era servito.
Lele, rientrando con la notizia di aver recuperato l'ombrello dimenticato sul pulmino otto giorni fa, ha gradito. Ancor più piacevole è stato condividere con lui il momento del pasto. Stranamente non ho dovuto riprenderlo in continuazione perché scomposto sulla sedia e perennemente sbilanciato verso il seggiolone della sorellina.
Abbiamo chiacchierato della scuola e di ciò che lo interessava e... è stato bello, tanto che alla fine ho deciso di dirglielo.
Nonostante la presenza un po' disturbante dei tecnici ha fatto bene i suoi compiti e studiato, mentre Elisa è riuscita a riposare proprio poco, impedendomi di arrivare al fondo della cesta dei panni da stirare. Alle 15.30, quando avevo ormai perso ogni speranza, è venuta a trovarci la nonna con un cappello nuovo per Lele ed è rimasta con noi fino alle 17.
Davide è rincasato con la mamma di un suo compagno.
Ho fatto far loro merenda, ma poi non son riuscita a trascorrere con loro il tempo dedicato al gioco. In particolar modo non potevo lasciare che la piccola scorrazzasse libera per il pavimento ed è stata dura poi, una volta sola, recuperare la serenità necessaria per preparare la cena.
Quando è rincasato anche Maurizio ero un po' stravolta dal lungo pomeriggio. Lele stazionava sulle scale fortemente contrariato dal fatto che gli avevo negato il permesso di montare la pista delle macchinine sul tavolo. Era quasi ora di apparecchiare e dovendo cucinare e star dietro a Elisa non potevo seguire anche gli altri due. Meglio rimandare l'appuntamento con le corse a dopo cena...
Ha tenuto per un po' il muso, nonostante avesse appena terminato di giocare con il computer, e poi ha ripiegato sulla musica.
In quel momento non mi son sentita la migliore delle madri. Stavo reagendo cercando di tagliar corto e dentro di me stavo quasi rivendicando il diritto ad essere un essere umano con tanto di limiti. Probabilmente c'era un'alternativa migliore al mio comportamento, ma in quel momento non ero disposta, né predisposta a trovarla.
Vedevo l'ora, il programma preparazione cena che scorreva nella mia testa e basta. Ho preparato il cous - cous con verdure lesse miste e delle lenticchie e tutta la famiglia a gradito.
Si può anche cadere qualche volta, l'importante è ritrovare sempre la voglia di ricominciare. Dovevo scrollarmi di dosso quella sensazione di fastidio, stanchezza, desiderio di mollare tutto e tornare un po' per volta ad aprirmi, permettere a un sorriso di ridisegnarsi sulle mie labbra.
Quanto poco tempo ho dedicato a Elisa oggi! neanche dieci minuti insieme sul tappeto! avrei dovuto chiederle perdono.
Migliorerò... migliorerò. Amare è sempre una sfida e adesso, naviganti, buona notte!
Quanto vorrei che domani mattina la sveglia non suonasse!
A presto
---
la mamma
E' stato un viaggio iniziato con il sole e proseguito via, via con una nebbia sempre più fitta. Ho pulito una delle camere da letto (quella della piccola) nel frangente in cui lei dormiva.
Gli antennisti, che attendevo nella prima mattinata, essendoci la brina sui tetti han chiamato per avvisare che sarebbero venuti il pomeriggio se le condizioni fossero migliorate. Alle 13.30 erano qui.
Avendo già individuato il problema lo scorso venerdì m'aspettavo avrebbero finito presto, invece, essendo la nostra casa piuttosto bassa e per giunta circondata da costruzioni alte, i tecnici han faticato non poco a trovare il segnale e le frequenze per prendere i vari canali. Risualtato, se ne sono andati alle 17 senza aver avuto il coraggio di dirmi quant'era la spesa.
Mi chiamerà il proprietario dell'impresa.
Aspettavo Lele per pranzo e volevo fargli trovare qualcosa di diverso dalla solita pasta. Gestendo Elisa, i suoi spostamenti in giro per casa di cassetto in cassetto, son riuscita con l'ausilio del mio robot da cucina a tagliare due carote e una rapa a striscioline sottili e a proporgliele in insalata. Lui ama la verdura cruda, in particolare le carote. Ho fatto rassodare tre uova, aperto una scatoletta di tonno e guarnito il tutto con qualche oliva e voilà. In un tempo ragionevolmente breve il pranzo era servito.
Lele, rientrando con la notizia di aver recuperato l'ombrello dimenticato sul pulmino otto giorni fa, ha gradito. Ancor più piacevole è stato condividere con lui il momento del pasto. Stranamente non ho dovuto riprenderlo in continuazione perché scomposto sulla sedia e perennemente sbilanciato verso il seggiolone della sorellina.
Abbiamo chiacchierato della scuola e di ciò che lo interessava e... è stato bello, tanto che alla fine ho deciso di dirglielo.
Nonostante la presenza un po' disturbante dei tecnici ha fatto bene i suoi compiti e studiato, mentre Elisa è riuscita a riposare proprio poco, impedendomi di arrivare al fondo della cesta dei panni da stirare. Alle 15.30, quando avevo ormai perso ogni speranza, è venuta a trovarci la nonna con un cappello nuovo per Lele ed è rimasta con noi fino alle 17.
Davide è rincasato con la mamma di un suo compagno.
Ho fatto far loro merenda, ma poi non son riuscita a trascorrere con loro il tempo dedicato al gioco. In particolar modo non potevo lasciare che la piccola scorrazzasse libera per il pavimento ed è stata dura poi, una volta sola, recuperare la serenità necessaria per preparare la cena.
Quando è rincasato anche Maurizio ero un po' stravolta dal lungo pomeriggio. Lele stazionava sulle scale fortemente contrariato dal fatto che gli avevo negato il permesso di montare la pista delle macchinine sul tavolo. Era quasi ora di apparecchiare e dovendo cucinare e star dietro a Elisa non potevo seguire anche gli altri due. Meglio rimandare l'appuntamento con le corse a dopo cena...
Ha tenuto per un po' il muso, nonostante avesse appena terminato di giocare con il computer, e poi ha ripiegato sulla musica.
In quel momento non mi son sentita la migliore delle madri. Stavo reagendo cercando di tagliar corto e dentro di me stavo quasi rivendicando il diritto ad essere un essere umano con tanto di limiti. Probabilmente c'era un'alternativa migliore al mio comportamento, ma in quel momento non ero disposta, né predisposta a trovarla.
Vedevo l'ora, il programma preparazione cena che scorreva nella mia testa e basta. Ho preparato il cous - cous con verdure lesse miste e delle lenticchie e tutta la famiglia a gradito.
Si può anche cadere qualche volta, l'importante è ritrovare sempre la voglia di ricominciare. Dovevo scrollarmi di dosso quella sensazione di fastidio, stanchezza, desiderio di mollare tutto e tornare un po' per volta ad aprirmi, permettere a un sorriso di ridisegnarsi sulle mie labbra.
Quanto poco tempo ho dedicato a Elisa oggi! neanche dieci minuti insieme sul tappeto! avrei dovuto chiederle perdono.
Migliorerò... migliorerò. Amare è sempre una sfida e adesso, naviganti, buona notte!
Quanto vorrei che domani mattina la sveglia non suonasse!
A presto
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la mamma
lunedì 13 dicembre 2010
Non è stato un lunedì qualunque quello appena trascorso. Non è stato un lunedì qualunque proprio per niente.
Oggi, 13 di dicembre, come ogni calendario liturgico riporta Santa Lucia e... dalle nostre parti, proprio nella notte tra il 12 e il 13 dicembre la Santa in questione porta doni e dolcetti a tutti i bimbi buoni e carbone nero a quelli "cattivi".
L'attesa, da parte di tutti i bambini, e i nostri non han fatto eccezione, è altissima. Nei giorni precedenti han preparato la letterina coi loro desideri e quest'anno è stata la prima volta in cui ho visto Lele metterci veramente tanto impegno.
Ha curato i caratteri impreziosendo le lettere con riccioli alle estremità e cambiando i colori e poi non ha chiesto doni solo per sé. Ha elencato anche quelli per Davide, che ha più volte cambiato idea nel corso dell'ultimo mese, chiesto qualcosa per Elisa, per noi genitori e perfino per i bambini poveri.
Così, Santa Lucia, non solo ha dovuto attraversare il cielo col suo carretto trainato dall'asinello (che ha trovato fieno alla porta per rifocillarsi dal viaggio e dal freddo) portando doni, ma s'è pure presa la briga, a casa nostra, di usare il nostro pc e rispondere alla lettera di Lele.
Questa mattina, manco a dirlo, svegliare Davide non è stato un problema. Li abbiamo chiamati attorno alle 7 perché anche il papà non si perdesse la vista dei loro volti sorpresi e loro avessero almeno un pochino di tempo per godersi ciò che era stato lasciato sul tavolo della cucina.
Davide non ha ricevuto tutto quello che chiedeva (sarebbe stato troppo!), ma non appena ha visto la betoniera gigante ha dimenticato tutto il resto tanta era la gioia che aveva nel cuore.
A Lele ha portato una pista per le macchinine e stasera, col papà, l'hanno montata sul tavolo e poi insieme al fratello le han fatte correre a più non posso.
A Elisa sono arrivati i sette nani di gomma con Biancaneve e una bambola di pezza che piace tanto alla mamma. Speriamo solo che crescendo piacciano anche a lei...
Dolci e libri han chiuso il cerchio.
Ciascuno poi è partito per la rispettiva giornata di lavoro e di scuola, ma Lele, purtroppo, dopo quindici minuti di vana attesa alla fermata, è tornato a dirmi che il pulmino non era passato. Avrei scoperto più tardi, passando in comune, che i mezzi gelati erano passati con notevole ritardo rispetto all'orario consueto. Che fare? per la seconda volta in due anni l'ho mandato a scuola a piedi da solo chiedendogli di telefonarmi all'arrivo e tutto, grazie a Dio, è andato bene.
Intanto i giorni passano, ancora poco e saremo alle porte delle vacanze di Natale. Questo è l'ultima settimana intera di lavoro e scuola e nonostante mi sia fatta un fitto programma che con tutta probabilità non riuscirò a rispettare (già oggi è stata un'impresa!), ho l'impressione che si tratti di una settimana eterna. Il prossimo lunedì ci sarà la recita di Davide alla scuola materna e poi tutto sarà come un lungo, veloce scivolo che ci porterà dritti a Natale.
Va bè, chiudiamo qua per stasera.
Buona notte naviganti.
---
la mamma
Oggi, 13 di dicembre, come ogni calendario liturgico riporta Santa Lucia e... dalle nostre parti, proprio nella notte tra il 12 e il 13 dicembre la Santa in questione porta doni e dolcetti a tutti i bimbi buoni e carbone nero a quelli "cattivi".
L'attesa, da parte di tutti i bambini, e i nostri non han fatto eccezione, è altissima. Nei giorni precedenti han preparato la letterina coi loro desideri e quest'anno è stata la prima volta in cui ho visto Lele metterci veramente tanto impegno.
Ha curato i caratteri impreziosendo le lettere con riccioli alle estremità e cambiando i colori e poi non ha chiesto doni solo per sé. Ha elencato anche quelli per Davide, che ha più volte cambiato idea nel corso dell'ultimo mese, chiesto qualcosa per Elisa, per noi genitori e perfino per i bambini poveri.
Così, Santa Lucia, non solo ha dovuto attraversare il cielo col suo carretto trainato dall'asinello (che ha trovato fieno alla porta per rifocillarsi dal viaggio e dal freddo) portando doni, ma s'è pure presa la briga, a casa nostra, di usare il nostro pc e rispondere alla lettera di Lele.
Questa mattina, manco a dirlo, svegliare Davide non è stato un problema. Li abbiamo chiamati attorno alle 7 perché anche il papà non si perdesse la vista dei loro volti sorpresi e loro avessero almeno un pochino di tempo per godersi ciò che era stato lasciato sul tavolo della cucina.
Davide non ha ricevuto tutto quello che chiedeva (sarebbe stato troppo!), ma non appena ha visto la betoniera gigante ha dimenticato tutto il resto tanta era la gioia che aveva nel cuore.
A Lele ha portato una pista per le macchinine e stasera, col papà, l'hanno montata sul tavolo e poi insieme al fratello le han fatte correre a più non posso.
A Elisa sono arrivati i sette nani di gomma con Biancaneve e una bambola di pezza che piace tanto alla mamma. Speriamo solo che crescendo piacciano anche a lei...
Dolci e libri han chiuso il cerchio.
Ciascuno poi è partito per la rispettiva giornata di lavoro e di scuola, ma Lele, purtroppo, dopo quindici minuti di vana attesa alla fermata, è tornato a dirmi che il pulmino non era passato. Avrei scoperto più tardi, passando in comune, che i mezzi gelati erano passati con notevole ritardo rispetto all'orario consueto. Che fare? per la seconda volta in due anni l'ho mandato a scuola a piedi da solo chiedendogli di telefonarmi all'arrivo e tutto, grazie a Dio, è andato bene.
Intanto i giorni passano, ancora poco e saremo alle porte delle vacanze di Natale. Questo è l'ultima settimana intera di lavoro e scuola e nonostante mi sia fatta un fitto programma che con tutta probabilità non riuscirò a rispettare (già oggi è stata un'impresa!), ho l'impressione che si tratti di una settimana eterna. Il prossimo lunedì ci sarà la recita di Davide alla scuola materna e poi tutto sarà come un lungo, veloce scivolo che ci porterà dritti a Natale.
Va bè, chiudiamo qua per stasera.
Buona notte naviganti.
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la mamma
sabato 11 dicembre 2010
Fine di un venerdì un po' complesso. Il vascello, per oggi, sta entrando in porto, anche se, nella vita, mi sento sempre più come se stessi per prendere il largo.
A sorpresa sono arrivati gli antennisti stamattina. Già stavano qua quando sono rientrata dopo aver lasciato Davide all'asilo. Non ho potuto iniziare con il primo impasto del pane, ma mentre Elisa pisolava sono almeno riuscita a rifare i letti e poi a pregare.
Se ne sono andati alle 11.30 senza aver risolto il problema. Manca un pezzo del quale erano sprovvisti, ragion per cui la prossima settimana saremo da capo.
Ho rimediato subito dopo pranzo e quando la piccola è stata di nuovo a nanna ho giusto, giusto stirato una camicia.
Ho chiamato mia suocera perché rimanessa qui mentre uscivo a raggiungere Emanuele. Con i compagni e le maestre hanno offerto un coro di canti natalizi. Purtroppo c'è stato qualche intoppo. Le basi non erano quelle previste, e un paio di volte hanno cantato senza la musica del cd, ma è andata bene, soprattutto perché hanno creato quella tipica atmosfera delle feste.
Anche Davide, nel pomeriggio, è stato portato in giro per il centro e anche i bimbi della scuola materna sono stati invitati a cantare a sorpresa.
Al ritorno abbiamo fatto merenda. Maurizio e Lele dovevano ancora rincasare. Alle 18 sarebbero stati dal dentista per un controllo.
Sono riuscita a rimanere qualche minuto con i bambini sul tappeto, ma poi sono andata a cambiare la piccola che fa progressi nel camminare. Approfittando della presenza del papà, che nel frattempo era arrivato, ho proceduto al secondo rinfresco e quando, portando con sé Emanuele, è uscito, ho cominciato a preparare la cena.
Sul tavolo c'era la scatola dei Lego e Davide che ci stava giocando. Elisa ormai aveva finito le sue riserve di autonomia. L'orologio a muro segnava le 19. Dovevo ancora preparare la tavola e cucinare qualcosa per la cena della piccola. Non è stato un momento facile, ma... sono sopravvissuta.
A dir la verità, ha richiesto ben altra energia dirimere una questione fra fratelli prima dell'uscita del maggiore. Desiderava giocare con le costruzioni "in pace", e Davide muovendo i pezzi nella scatola gli impediva di trovare quelli che a lui più interessavano.
E' dura far ragionare un bambino di cinque anni, ma ci dovevo provare. Il primo sforzo è stato mio, di comprendere il desiderio dei miei figli e di trovare la modalità migliore perché nessuno di loro si sentisse menomato di niente.
Ho provato a spiegare a Davide che Lele forse era stanco e aveva solo voglia di giocare un po' con uno dei suoi giochi preferiti e che questo non significava che non gli volesse bene e non volesse stare con lui, il tutto nella stessa stanza dove stavano entrambi.
Lele sentiva ciò che dicevo a Davide, e qualche momento dopo, quando il piccolo che era riuscito a dirottare il suo interesse sulle pentole provocava rumore facendo saltare le formine dei biscotti, ho potuto dirgli che come Davide aveva rinunciato in suo favore, anche lui poteva avere un po' di pazienza e sopportazione in più.
E' andata! Non reagire con rabbia e con le urla è sempre difficile, è difficile farlo senza rinunciare a correggerli e guidarli, ma è l'amore che chiede questo. E' l'amore che chiede la pazienza e forse, per una volta, l'amore l'ha avuta vinta.
Ma quanto sono fragile, e quanti limiti mi riconosco. Affido a Cristo anche questo lato di me.
Concludo annotando un bel momento familiare che ha concluso la serata. Lele sta tentando di utilizzare il suo nuovo pirografo per realizzare qualche piccolo dono natalizio. Col papà ha cercato i soggetti e poi insieme hanno fatto dei bozzetti. Noi tutti eravamo lì che giravamo attorno al tavolo, annusando l'odore del legno bruciato che se al mio primogenito dà fastidio, a me ricorda la mia infanzia e il mio papà.
La televisione era spenta ed è stato bello rimanere insieme.
Domani è sabato e quanto ancora ci sarà da remare!
Buona notte naviganti
---
la mamma
A sorpresa sono arrivati gli antennisti stamattina. Già stavano qua quando sono rientrata dopo aver lasciato Davide all'asilo. Non ho potuto iniziare con il primo impasto del pane, ma mentre Elisa pisolava sono almeno riuscita a rifare i letti e poi a pregare.
Se ne sono andati alle 11.30 senza aver risolto il problema. Manca un pezzo del quale erano sprovvisti, ragion per cui la prossima settimana saremo da capo.
Ho rimediato subito dopo pranzo e quando la piccola è stata di nuovo a nanna ho giusto, giusto stirato una camicia.
Ho chiamato mia suocera perché rimanessa qui mentre uscivo a raggiungere Emanuele. Con i compagni e le maestre hanno offerto un coro di canti natalizi. Purtroppo c'è stato qualche intoppo. Le basi non erano quelle previste, e un paio di volte hanno cantato senza la musica del cd, ma è andata bene, soprattutto perché hanno creato quella tipica atmosfera delle feste.
Anche Davide, nel pomeriggio, è stato portato in giro per il centro e anche i bimbi della scuola materna sono stati invitati a cantare a sorpresa.
Al ritorno abbiamo fatto merenda. Maurizio e Lele dovevano ancora rincasare. Alle 18 sarebbero stati dal dentista per un controllo.
Sono riuscita a rimanere qualche minuto con i bambini sul tappeto, ma poi sono andata a cambiare la piccola che fa progressi nel camminare. Approfittando della presenza del papà, che nel frattempo era arrivato, ho proceduto al secondo rinfresco e quando, portando con sé Emanuele, è uscito, ho cominciato a preparare la cena.
Sul tavolo c'era la scatola dei Lego e Davide che ci stava giocando. Elisa ormai aveva finito le sue riserve di autonomia. L'orologio a muro segnava le 19. Dovevo ancora preparare la tavola e cucinare qualcosa per la cena della piccola. Non è stato un momento facile, ma... sono sopravvissuta.
A dir la verità, ha richiesto ben altra energia dirimere una questione fra fratelli prima dell'uscita del maggiore. Desiderava giocare con le costruzioni "in pace", e Davide muovendo i pezzi nella scatola gli impediva di trovare quelli che a lui più interessavano.
E' dura far ragionare un bambino di cinque anni, ma ci dovevo provare. Il primo sforzo è stato mio, di comprendere il desiderio dei miei figli e di trovare la modalità migliore perché nessuno di loro si sentisse menomato di niente.
Ho provato a spiegare a Davide che Lele forse era stanco e aveva solo voglia di giocare un po' con uno dei suoi giochi preferiti e che questo non significava che non gli volesse bene e non volesse stare con lui, il tutto nella stessa stanza dove stavano entrambi.
Lele sentiva ciò che dicevo a Davide, e qualche momento dopo, quando il piccolo che era riuscito a dirottare il suo interesse sulle pentole provocava rumore facendo saltare le formine dei biscotti, ho potuto dirgli che come Davide aveva rinunciato in suo favore, anche lui poteva avere un po' di pazienza e sopportazione in più.
E' andata! Non reagire con rabbia e con le urla è sempre difficile, è difficile farlo senza rinunciare a correggerli e guidarli, ma è l'amore che chiede questo. E' l'amore che chiede la pazienza e forse, per una volta, l'amore l'ha avuta vinta.
Ma quanto sono fragile, e quanti limiti mi riconosco. Affido a Cristo anche questo lato di me.
Concludo annotando un bel momento familiare che ha concluso la serata. Lele sta tentando di utilizzare il suo nuovo pirografo per realizzare qualche piccolo dono natalizio. Col papà ha cercato i soggetti e poi insieme hanno fatto dei bozzetti. Noi tutti eravamo lì che giravamo attorno al tavolo, annusando l'odore del legno bruciato che se al mio primogenito dà fastidio, a me ricorda la mia infanzia e il mio papà.
La televisione era spenta ed è stato bello rimanere insieme.
Domani è sabato e quanto ancora ci sarà da remare!
Buona notte naviganti
---
la mamma
giovedì 9 dicembre 2010
Prosegue questo viaggio tra le onde a sobbalzi regolari. Non sono sobbalzi fastidiosi, danno il senso dell'andamento che non è lento, ma nemmeno troppo veloce.
L'aria uggiosa del primo mattino è stata presto spazzata via da un buon vento che ha asciugato e ripulito ogni molecola d'ossigeno e dato al sole il consenso di illuminare allargando di molto la visuale.
Non faceva freddo e si rimaneva piacevolmente all'aperto. Pur imponendomi di non farmi prendere dall'ansia ho quasi dovuto mettere le macchine avanti tutta per coprire il primo tratto di mare fin che ci siamo trovati ben al largo.
Sapendo che non avrei più trovato modo di farlo, ho impastato la pasta per la pizza prima delle otto. Ero giusto lì con le mani nella palla di farina, acqua e lievito che si stava formando, quando Lele mi ha stupito dicendomi di essere emozionato.
Le maestre avrebbero portato la sua classe e le altre due sezioni parallele alla casa di riposo. I bambini avrebbero intonato canti natalizi per gli anziani ricoverati. Che mio figlio manifesti un'emozione è quasi un evento, uno di quelli degni di essere serbati nel cuore, ma non è stato l'unico della giornata.
Tirar Davide giù dal letto, nonostante gli avvertimenti della sera prima, non è stato semplice. Aveva gli occhi aperti, ma di abbandonare il tepore del piumone neanche a parlarne! e come dargli torto?
Mi son trattenuta qualche minuto in più alla scuola materna per il pagamento dei buoni mensa. Sono salita con lui in classe, dove la maestra mi ha consegnato il blocchetto, e ridiscesa in segreteria con Davide per pagarli. Alla solita proposta fattagli dalla suora di timbrare il primo foglio con la scritta pagato, stranamente non si è ritratto. Ha preso il timbro e con decisione l'ha pressato perché vi rimanesse la scritta ad inchiostro. Quando con lui stavo risalendo le scale per accompagnarlo nuovamente in classe, mi ha detto: "Vado da solo", cosa anche questa che non aveva mai voluto fare.
Ieri, osservando la foto che lo ritrae col presepe (un'altra artigianeria di casa A.), che ha poi portato all'asilo per l'iniziativa natalizia di quest'anno, mi sono ulteriormente accorta di quanto sia cambiata la sua espressione e di come sia diventato un bambino non più piccolo, ma grande. Ciò che non ha perso è il suo splendido sorriso aperto e comunicativo.
Lasciato lui son corsa a casa per prendere Elisa e portarla all'Ufficio d'Igiene per la vaccinazione. L'ultima prima dei cinque anni. Urgeva un cambio di pannolino. Senza togliere gli stivali son risalita al piano superiore (quante scale!), e poi via. Temevo di trovare troppa fila e per le 11.30 sarei dovuta stare nuovamente davanti all'asilo per prendere Davide.
Un potente soffio della Provvidenza sulle vele e via, tutto è andato liscio. Nel pomeriggio ho proposto a Lele di studiare storia prima e di fare i compiti scritti poi. La prima parte del pomeriggio è infatti la più tranquilla, quella in cui i fratelli sono sotto controllo ed ha accettato di buon grado e... ha funzionato.
Intanto che aspettavamo che il papà venisse a recuperarci con la macchina i bambini hanno anche aiutato la nonna ad assemblare il suo presepe e Davide, alla fine, si è pure premurato di raccogliere con la scopa i finti sassolini del finto selciato caduti inevitabilmente sul pavimento.
Abbiamo cenato con pizza e birra e poi, dopo che i bimbi hanno sparecchiato, Lele ha spontaneamente apparecchiato le tovagliette della colazione senza dire a suo fratello, neanche una volta, di aiutarlo. Naturalmente non gli ho fatto mancare il mio apprezzamento, facendogli capire che avevo notato il suo sforzo e lodandolo.
Che starà succedendo? sarà il caso di preoccuparsi? teniamo aperti tutti gli interrogativi.
Buona notte naviganti
---
la mamma
L'aria uggiosa del primo mattino è stata presto spazzata via da un buon vento che ha asciugato e ripulito ogni molecola d'ossigeno e dato al sole il consenso di illuminare allargando di molto la visuale.
Non faceva freddo e si rimaneva piacevolmente all'aperto. Pur imponendomi di non farmi prendere dall'ansia ho quasi dovuto mettere le macchine avanti tutta per coprire il primo tratto di mare fin che ci siamo trovati ben al largo.
Sapendo che non avrei più trovato modo di farlo, ho impastato la pasta per la pizza prima delle otto. Ero giusto lì con le mani nella palla di farina, acqua e lievito che si stava formando, quando Lele mi ha stupito dicendomi di essere emozionato.
Le maestre avrebbero portato la sua classe e le altre due sezioni parallele alla casa di riposo. I bambini avrebbero intonato canti natalizi per gli anziani ricoverati. Che mio figlio manifesti un'emozione è quasi un evento, uno di quelli degni di essere serbati nel cuore, ma non è stato l'unico della giornata.
Tirar Davide giù dal letto, nonostante gli avvertimenti della sera prima, non è stato semplice. Aveva gli occhi aperti, ma di abbandonare il tepore del piumone neanche a parlarne! e come dargli torto?
Mi son trattenuta qualche minuto in più alla scuola materna per il pagamento dei buoni mensa. Sono salita con lui in classe, dove la maestra mi ha consegnato il blocchetto, e ridiscesa in segreteria con Davide per pagarli. Alla solita proposta fattagli dalla suora di timbrare il primo foglio con la scritta pagato, stranamente non si è ritratto. Ha preso il timbro e con decisione l'ha pressato perché vi rimanesse la scritta ad inchiostro. Quando con lui stavo risalendo le scale per accompagnarlo nuovamente in classe, mi ha detto: "Vado da solo", cosa anche questa che non aveva mai voluto fare.
Ieri, osservando la foto che lo ritrae col presepe (un'altra artigianeria di casa A.), che ha poi portato all'asilo per l'iniziativa natalizia di quest'anno, mi sono ulteriormente accorta di quanto sia cambiata la sua espressione e di come sia diventato un bambino non più piccolo, ma grande. Ciò che non ha perso è il suo splendido sorriso aperto e comunicativo.
Lasciato lui son corsa a casa per prendere Elisa e portarla all'Ufficio d'Igiene per la vaccinazione. L'ultima prima dei cinque anni. Urgeva un cambio di pannolino. Senza togliere gli stivali son risalita al piano superiore (quante scale!), e poi via. Temevo di trovare troppa fila e per le 11.30 sarei dovuta stare nuovamente davanti all'asilo per prendere Davide.
Un potente soffio della Provvidenza sulle vele e via, tutto è andato liscio. Nel pomeriggio ho proposto a Lele di studiare storia prima e di fare i compiti scritti poi. La prima parte del pomeriggio è infatti la più tranquilla, quella in cui i fratelli sono sotto controllo ed ha accettato di buon grado e... ha funzionato.
Intanto che aspettavamo che il papà venisse a recuperarci con la macchina i bambini hanno anche aiutato la nonna ad assemblare il suo presepe e Davide, alla fine, si è pure premurato di raccogliere con la scopa i finti sassolini del finto selciato caduti inevitabilmente sul pavimento.
Abbiamo cenato con pizza e birra e poi, dopo che i bimbi hanno sparecchiato, Lele ha spontaneamente apparecchiato le tovagliette della colazione senza dire a suo fratello, neanche una volta, di aiutarlo. Naturalmente non gli ho fatto mancare il mio apprezzamento, facendogli capire che avevo notato il suo sforzo e lodandolo.
Che starà succedendo? sarà il caso di preoccuparsi? teniamo aperti tutti gli interrogativi.
Buona notte naviganti
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la mamma
mercoledì 8 dicembre 2010
Oggi è stata una giornata un po' particolare, davvero diversa dal solito. Era una giornata di festa, nel bel mezzo del tempo liturgico dell'Avvento, infatti, tutto si è fermato come in una normale domenica per celebrare l'Immacolata Concezione.
E' stata celebrata colei che, come ha ricordato il parroco nell'omelia, è stata riempita di grazia, ma alla quale non è stata risparmiata la lotta quotidiana che è anche nostra contro il peccato, alla quale non sono stati risparmiati i dubbi, né tantomeno il dolore.
In questa festa speciale, in cui tra l'altro ricorre il primo anniversario di Battesimo di nostra figlia e della nostra figlioccia, hanno battezzato il figlio adottivo di una coppia di nostri amici.
La mattina la celebrazione, con l'abbraccio stretto di tutti, parenti, conoscenti, amici e appartenenti alla comunità, e nel pomeriggio il rinfresco all'oratorio.
E' stato davvero un bel momento di partecipazione.
Dopo pranzo sono inaspettatamente riuscita a stendere la biancheria e stirare giusto quattro cose. Lele nel frattempo faceva i suoi compiti, Davide giocava, Elisa dormiva e Maurizio si prendeva un po' di tempo davanti al computer.
Stasera poi, al ritorno, dopo tante chiacchiere con tanti amici, siamo subito saliti (dopo le telefonate di routine per organizzare gli arrivi in orario dei bambini a scuola) per lavarci e metterci in pigiama. Abbiamo poi scaldato un po' di latte per i bambini e messo su l'acqua a bollire per il té per noi.
Alle 20.30 avevo finito anche di rinfrescare il lievito madre e tutti e cinque ci siamo ritrovati in sala. Era l'ora del cartone serale ed io mi son sistemata sul tappeto dove Elisa si è divertita a fare il girotondo intorno a me per parecchie volte stringendo due macchinine tra le mani.
Una poi le è scivolata finendo sotto il divano sopra il quale Davide si era da poco addormentato.
Prima di portarli tutti a letto, per la seconda sera, ci siamo riuniti attorno al tavolo. Abbiamo acceso le due candele sulla nostra corona dell'Avvento e abbiamo pregato rileggendo il Vangelo del giorno e lasciando che lo Spirito ci ispirasse una preghiera.
Quando anche Lele è stato sotto le coperte ho proseguito nella lettura della lettera natalizia del Cardinal Tettamanzi ai bambini, da qualche anno, grazie ad una mia zia che la procura, consuetudine nella nostra famiglia.
Domani, per un breve tratto prima del fine settimana, riprenderà la normalità. Devo solo portare Elisa all'ultimo appuntamento con una vaccinazione prima dei cinque anni.
Buona notte naviganti e... fate spazio a Dio nel vostro cuore amando, ora che arriva Natale.
---
la mamma
E' stata celebrata colei che, come ha ricordato il parroco nell'omelia, è stata riempita di grazia, ma alla quale non è stata risparmiata la lotta quotidiana che è anche nostra contro il peccato, alla quale non sono stati risparmiati i dubbi, né tantomeno il dolore.
In questa festa speciale, in cui tra l'altro ricorre il primo anniversario di Battesimo di nostra figlia e della nostra figlioccia, hanno battezzato il figlio adottivo di una coppia di nostri amici.
La mattina la celebrazione, con l'abbraccio stretto di tutti, parenti, conoscenti, amici e appartenenti alla comunità, e nel pomeriggio il rinfresco all'oratorio.
E' stato davvero un bel momento di partecipazione.
Dopo pranzo sono inaspettatamente riuscita a stendere la biancheria e stirare giusto quattro cose. Lele nel frattempo faceva i suoi compiti, Davide giocava, Elisa dormiva e Maurizio si prendeva un po' di tempo davanti al computer.
Stasera poi, al ritorno, dopo tante chiacchiere con tanti amici, siamo subito saliti (dopo le telefonate di routine per organizzare gli arrivi in orario dei bambini a scuola) per lavarci e metterci in pigiama. Abbiamo poi scaldato un po' di latte per i bambini e messo su l'acqua a bollire per il té per noi.
Alle 20.30 avevo finito anche di rinfrescare il lievito madre e tutti e cinque ci siamo ritrovati in sala. Era l'ora del cartone serale ed io mi son sistemata sul tappeto dove Elisa si è divertita a fare il girotondo intorno a me per parecchie volte stringendo due macchinine tra le mani.
Una poi le è scivolata finendo sotto il divano sopra il quale Davide si era da poco addormentato.
Prima di portarli tutti a letto, per la seconda sera, ci siamo riuniti attorno al tavolo. Abbiamo acceso le due candele sulla nostra corona dell'Avvento e abbiamo pregato rileggendo il Vangelo del giorno e lasciando che lo Spirito ci ispirasse una preghiera.
Quando anche Lele è stato sotto le coperte ho proseguito nella lettura della lettera natalizia del Cardinal Tettamanzi ai bambini, da qualche anno, grazie ad una mia zia che la procura, consuetudine nella nostra famiglia.
Domani, per un breve tratto prima del fine settimana, riprenderà la normalità. Devo solo portare Elisa all'ultimo appuntamento con una vaccinazione prima dei cinque anni.
Buona notte naviganti e... fate spazio a Dio nel vostro cuore amando, ora che arriva Natale.
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la mamma
Finalmente, per la gioia dei bambini e nostra nel tardo pomeriggio in casa A. abbiamo fatto il nostro personalissimo albero di Natale.
Il problema è sempre quello, anno dopo anno: le palline di vetro colorato, tenero e prezioso ricordo dei Natali della mia infanzia, che mia mamma mi ha tramandato allorché mi sono sposata.
E' inevitabile che, nel tentativo di fissarle ai rami del suggestivo abete senza farsele scivolare dalle mani, qualcuna cada irrimediabilmente in frantumi. Una bimba di un anno che gattona in giro per casa, curiosa di esplorare qualsiasi cosa alla sua portata, afferrare, lanciare e battere è un aggravante in più e un bel rischio per la sua e la nostra incolumità.
Quindi, nonostante il rammarico, per la prima volta in undici anni, la scatola con le palline di vetro è tornata sulla mensola del box senza essere stata svuotata del suo prezioso contenuto.
Sembrava proprio spoglio così, il nostro albero. Solo qualche pallina di volgare plastica (argento, blu e oro), quattro oggettini in pasta di sale salvati dall'estate (molti si sono rotti!), delle bamboline all'uncinetto, ma alla fine, anche alla prova delle luci a intermittenza, erano troppi i vuoti.
Così Emanuele ha avuto un'idea a dir poco grandiosa, in perfetto stile con la linea educativa fin qui tenuta in particolar modo con lui. Ha unito creatività, materiali di riciclo, economicità e ne è uscito un gran fiocco con un nastro di raso rosso dal bordo alto. Sono i nastri che vengono usati, in qualche negozio, per impreziosire i pacchetti regalo e che io conservo nell'ultimo scomparto del mio cestino da lavoro o nella borsa dove teniamo anche le carte regalo ancora riciclabili.
Li ho radunati tutti e con quei pochi, voluminosi nastri abbiamo riempito i vuoti. Sono dei colori e delle dimensioni più diversi, alcuni addirittura con tanto di scritta pubblicitaria, ma, a mio parere, danno l'idea di un volo di farfalle. Fanno festa!
Due giri di boa finali, candeline rosse e... voilà, il nostro albero fa ora bella mostra di sé nell'angolo della nostra sala.
Oggi si... l'amore che circolava tra noi realizzando l'opera, che non ha nulla a che spartire con le opere artistiche, e che non dimostra neanche un gran senso estetico, ma è nostra, e ci rappresenta, sento che ha finalmente il profumo di un nuovo inizio.
Mi sta proprio facendo riflettere l'esperienza di quella ragazza di cui sto leggendo la storia. Quella diciottenne la cui mamma non ha fequentato incontri formativi con tanto di psicologa (ai quali è comunque bene partecipare). Quella mamma ha tracciato una linea educativa per la sua bimba semplicemente seguendo il Vangelo e trasmettendoglielo, narrandoglielo, proprio come si narrano le fiabe di Andersen o dei Grimm.
Qualche volta anch'io ho sfruttato il Vangelo o la vita dei santi nel tentativo di sciogliere alcuni nodi ma, mi rendo conto che il Vangelo nella nostra famiglia deve ancor più diventare pane quotidiano.
Che si ascolti una psicologa di quelle serie ad un incontro, o si legga il Vangelo, si arriva sempre alla stessa conclusione, non c'è scampo: i bambini vanno amati. In ogni loro momento, in ogni spropositata manifestazione di un'emozione, in ogni capriccio o ostinazione, o ritardo o corsa sfrenata, i bambini (e con loro gli adulti, e qualsiasi categoria di persone) vanno amati.
Proprio stasera ho avuto una bella occasione. Lele vantava il fatto che la sua classe, nell'iniziativa benefica natalizia della scuola, aveva raccolto più di tutti gli altri. Ho lodato la generosità sua e dei compagni, e allo stesso tempo, per invitarlo a non giudicare le scelte e il cuore degli altri, ho raccontato il passo in cui Gesù guarda i ricchi del tempo gettare nel tesoro del tempio laute offerte e poi una povera donna, che getta appena una monetina. Proprio lei dà più di tutti gli altri perché da tutto ciò che aveva per vivere.
Naturalmente da Lele, che si guarda bene dall'accusare il colpo, per rigettarti piuttosto addosso la patata bollente, non ci si poteva aspettare un semplice: "Ho capito mamma", che difatti non è arrivato.
Ora però ho una scia da seguire. So che il mio amore deve diventare più forte della sua ostinazione e con S. Paolo dico: "Senza la carità sono cembalo che non tintinna!". Tradotto significa che senza l'amore non si è in grado di trasmettere nulla.
E' un passo, quello citato, della lettera ai Romani spesso letto ai matrimoni (e il nostro non ha fatto eccezione), conosciuto come inno alla carità. Un'amica mi raccontava che è stato letto proprio sabato, al matrimonio della figlia di quell'altra amica, e mi diceva che il nostro parroco, commentandolo, ha fatto notare come per gli sposi, e per i cristiani tutti, quel brano rappresenta un perenne esame di coscienza.
Così ci ho ripensato ed è vero, anche quel brano è una scia da seguire e stasera, pensando a cosa scrivere sul giornale, tutti i pensieri avuti si sono collegati trovando una loro collocazione. E' sempre come unire con linee immaginarie le stelle di una costellazione e vedere che disegno ne esce.
Così naviganti... so dove andare.
Meditate, meditate. Buona notte e... buona festa dell'Immacolata.
---
la mamma
Il problema è sempre quello, anno dopo anno: le palline di vetro colorato, tenero e prezioso ricordo dei Natali della mia infanzia, che mia mamma mi ha tramandato allorché mi sono sposata.
E' inevitabile che, nel tentativo di fissarle ai rami del suggestivo abete senza farsele scivolare dalle mani, qualcuna cada irrimediabilmente in frantumi. Una bimba di un anno che gattona in giro per casa, curiosa di esplorare qualsiasi cosa alla sua portata, afferrare, lanciare e battere è un aggravante in più e un bel rischio per la sua e la nostra incolumità.
Quindi, nonostante il rammarico, per la prima volta in undici anni, la scatola con le palline di vetro è tornata sulla mensola del box senza essere stata svuotata del suo prezioso contenuto.
Sembrava proprio spoglio così, il nostro albero. Solo qualche pallina di volgare plastica (argento, blu e oro), quattro oggettini in pasta di sale salvati dall'estate (molti si sono rotti!), delle bamboline all'uncinetto, ma alla fine, anche alla prova delle luci a intermittenza, erano troppi i vuoti.
Così Emanuele ha avuto un'idea a dir poco grandiosa, in perfetto stile con la linea educativa fin qui tenuta in particolar modo con lui. Ha unito creatività, materiali di riciclo, economicità e ne è uscito un gran fiocco con un nastro di raso rosso dal bordo alto. Sono i nastri che vengono usati, in qualche negozio, per impreziosire i pacchetti regalo e che io conservo nell'ultimo scomparto del mio cestino da lavoro o nella borsa dove teniamo anche le carte regalo ancora riciclabili.
Li ho radunati tutti e con quei pochi, voluminosi nastri abbiamo riempito i vuoti. Sono dei colori e delle dimensioni più diversi, alcuni addirittura con tanto di scritta pubblicitaria, ma, a mio parere, danno l'idea di un volo di farfalle. Fanno festa!
Due giri di boa finali, candeline rosse e... voilà, il nostro albero fa ora bella mostra di sé nell'angolo della nostra sala.
Oggi si... l'amore che circolava tra noi realizzando l'opera, che non ha nulla a che spartire con le opere artistiche, e che non dimostra neanche un gran senso estetico, ma è nostra, e ci rappresenta, sento che ha finalmente il profumo di un nuovo inizio.
Mi sta proprio facendo riflettere l'esperienza di quella ragazza di cui sto leggendo la storia. Quella diciottenne la cui mamma non ha fequentato incontri formativi con tanto di psicologa (ai quali è comunque bene partecipare). Quella mamma ha tracciato una linea educativa per la sua bimba semplicemente seguendo il Vangelo e trasmettendoglielo, narrandoglielo, proprio come si narrano le fiabe di Andersen o dei Grimm.
Qualche volta anch'io ho sfruttato il Vangelo o la vita dei santi nel tentativo di sciogliere alcuni nodi ma, mi rendo conto che il Vangelo nella nostra famiglia deve ancor più diventare pane quotidiano.
Che si ascolti una psicologa di quelle serie ad un incontro, o si legga il Vangelo, si arriva sempre alla stessa conclusione, non c'è scampo: i bambini vanno amati. In ogni loro momento, in ogni spropositata manifestazione di un'emozione, in ogni capriccio o ostinazione, o ritardo o corsa sfrenata, i bambini (e con loro gli adulti, e qualsiasi categoria di persone) vanno amati.
Proprio stasera ho avuto una bella occasione. Lele vantava il fatto che la sua classe, nell'iniziativa benefica natalizia della scuola, aveva raccolto più di tutti gli altri. Ho lodato la generosità sua e dei compagni, e allo stesso tempo, per invitarlo a non giudicare le scelte e il cuore degli altri, ho raccontato il passo in cui Gesù guarda i ricchi del tempo gettare nel tesoro del tempio laute offerte e poi una povera donna, che getta appena una monetina. Proprio lei dà più di tutti gli altri perché da tutto ciò che aveva per vivere.
Naturalmente da Lele, che si guarda bene dall'accusare il colpo, per rigettarti piuttosto addosso la patata bollente, non ci si poteva aspettare un semplice: "Ho capito mamma", che difatti non è arrivato.
Ora però ho una scia da seguire. So che il mio amore deve diventare più forte della sua ostinazione e con S. Paolo dico: "Senza la carità sono cembalo che non tintinna!". Tradotto significa che senza l'amore non si è in grado di trasmettere nulla.
E' un passo, quello citato, della lettera ai Romani spesso letto ai matrimoni (e il nostro non ha fatto eccezione), conosciuto come inno alla carità. Un'amica mi raccontava che è stato letto proprio sabato, al matrimonio della figlia di quell'altra amica, e mi diceva che il nostro parroco, commentandolo, ha fatto notare come per gli sposi, e per i cristiani tutti, quel brano rappresenta un perenne esame di coscienza.
Così ci ho ripensato ed è vero, anche quel brano è una scia da seguire e stasera, pensando a cosa scrivere sul giornale, tutti i pensieri avuti si sono collegati trovando una loro collocazione. E' sempre come unire con linee immaginarie le stelle di una costellazione e vedere che disegno ne esce.
Così naviganti... so dove andare.
Meditate, meditate. Buona notte e... buona festa dell'Immacolata.
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la mamma
martedì 7 dicembre 2010
Non si è rivelata esattamente ciò che prometteva di essere questa giornata.
Fino almeno alle 16, a casa ci saremmo dovuti essere solo Maurizio, Elisa ed io. Una pacchia, insomma. Sarei riuscita a fare ciò che avevo in programma con un po' di sostegno in più godendo per giunta della compagnia di mio marito.
Alle 9 però, in seguito ad una telefonata della maestra che annunciava problemi al riscaldamento della scuola elementare causa gelo delle canne nel fine settimana, Maurizio è uscito per accompagnare Davide e riportare a casa Lele.
Sembrava nevicasse, ma quasi subito i fiocchi si sono tramutati in acqua e l'acqua non ci ha abbandonati nemmeno ora. Sarà stato quello, il cattivo tempo, l'origine di tanti nervosisimi che hanno ridotto in briciole quella che doveva essere una giornata armoniosa, da dedicare, nel finale, agli addobbi natalizi?
Non abbiamo però fatto i conti con il fatto che Lele doveva essere portato dal dentista proprio per le 17 e che la cena, protrattasi un pochino oltre il previsto, ha portato via gli ultimi rimasugli di tempo.
Con Davide abbiamo iniziato a sostituire gli ordinari soprammobili sulla credenza della sala con presepi, candelabri, angioletti e altri simili ninnoli. Al ritorno di Lele col papà si son messi a riassemblare il nostro presepe (nostro perché fatto in casa), ma... mancava l'albero!
Alle 21.30 sgorgavano copiose le lacrime dagli occhi di tutti e anche Elisa, per non essere da meno, anche se avrebbe pacificamente accettato un riinvio, non ha trovato di meglio che schiacciarsi un dito in un'anta della cucina. Non l'abbiamo più ripresa!
Ho però visto due amiche e nonostante tutto, continuo ad avere un bella sensazione nel cuore.
E' tardi e domani non è sabato...
Buona notte naviganti
---
la mamma
Fino almeno alle 16, a casa ci saremmo dovuti essere solo Maurizio, Elisa ed io. Una pacchia, insomma. Sarei riuscita a fare ciò che avevo in programma con un po' di sostegno in più godendo per giunta della compagnia di mio marito.
Alle 9 però, in seguito ad una telefonata della maestra che annunciava problemi al riscaldamento della scuola elementare causa gelo delle canne nel fine settimana, Maurizio è uscito per accompagnare Davide e riportare a casa Lele.
Sembrava nevicasse, ma quasi subito i fiocchi si sono tramutati in acqua e l'acqua non ci ha abbandonati nemmeno ora. Sarà stato quello, il cattivo tempo, l'origine di tanti nervosisimi che hanno ridotto in briciole quella che doveva essere una giornata armoniosa, da dedicare, nel finale, agli addobbi natalizi?
Non abbiamo però fatto i conti con il fatto che Lele doveva essere portato dal dentista proprio per le 17 e che la cena, protrattasi un pochino oltre il previsto, ha portato via gli ultimi rimasugli di tempo.
Con Davide abbiamo iniziato a sostituire gli ordinari soprammobili sulla credenza della sala con presepi, candelabri, angioletti e altri simili ninnoli. Al ritorno di Lele col papà si son messi a riassemblare il nostro presepe (nostro perché fatto in casa), ma... mancava l'albero!
Alle 21.30 sgorgavano copiose le lacrime dagli occhi di tutti e anche Elisa, per non essere da meno, anche se avrebbe pacificamente accettato un riinvio, non ha trovato di meglio che schiacciarsi un dito in un'anta della cucina. Non l'abbiamo più ripresa!
Ho però visto due amiche e nonostante tutto, continuo ad avere un bella sensazione nel cuore.
E' tardi e domani non è sabato...
Buona notte naviganti
---
la mamma
domenica 5 dicembre 2010
Oggi ho giocato con mio figlio. Non ho stirato, non ho lavato il bagno, non ho fatto i letti, non fatto nulla di tutto questo anche se tutto questo avrei avuto da fare.
Qual è il senso dell'essere famiglia se poi della famiglia non si vive mai il cuore che sta nella bellezza delle relazioni? Un normale gioco da tavolo, con tanto di regole e tabellone, è diventato teatro della nostra fantasia con tanto di castello, cavalieri, re, regina, principessa e drago.
Così per quell'ora in cui Emanuele era fuori per la catechesi domenicale ed Elisa faceva il suo pisolino quotidiano Davide ed io siamo rimasti insieme. Una volta tanto non è stato lui a venir dietro a me, aiutandomi con le pulizie e sollevandomi dalle ruotinarie fatiche, ma io sono scesa dall'inarrestabile giostra dei mestieri per accontentarlo in ciò che desiderava.
Alle cinque, nonostante nessuno di noi si sarebbe mosso (già fuori era buio e per giunta scendeva una neve sottile), siamo tornati tutti insieme all'oratorio per un incontro con le famiglie dei bambini battezzati.
Ieri invece siamo riusciti a rimanere in casa tutto il giorno, nemmeno abbiamo portato i bambini dalla nonna per la merenda. Pausa. Maurizio non era proprio al meglio e nella notte qualcosa dev'essere successo perché, nonostante nemmeno io sia ancora riuscita a smaltire il raffreddore che da una settimana mi tormenta, oggi mi sentivo nelle sue stesse condizioni ventiquattr'ore prima.
Stasera avevo qualche brivido e andando a letto continuerò a sperare che domani sia un giorno migliore.
La mia mente è un po' in subbuglio perché ho rimesso in gioco tante cose, per rivederle, verificarle e pensare a nuovi inizi. Come sempre il confronto con gli altri, indispensabile quando si vuole crescere, non ci lascia indenni e le occasioni non sono per nulla mancate.
Non ho ancora messo ordine dentro di me, ragion per cui fatico a parlare pubblicamente di ciò che rende la superficie del mare un po' increspata.
Sento che una nuova dolcezza mi abita e che la tenerezza è proprio uno di quei punti dai quali ripartire.
Si, vi lascio con questo pensiero, che è gioia e fatica, attesa e prospettiva e condivisione, che è amore prima di tutto e al di sopra di tutto: ricominciamo, naviganti, ricominciamo.
Buona notte e buona settimana e fra un po', naviganti, è Natale!
---
la mamma
Qual è il senso dell'essere famiglia se poi della famiglia non si vive mai il cuore che sta nella bellezza delle relazioni? Un normale gioco da tavolo, con tanto di regole e tabellone, è diventato teatro della nostra fantasia con tanto di castello, cavalieri, re, regina, principessa e drago.
Così per quell'ora in cui Emanuele era fuori per la catechesi domenicale ed Elisa faceva il suo pisolino quotidiano Davide ed io siamo rimasti insieme. Una volta tanto non è stato lui a venir dietro a me, aiutandomi con le pulizie e sollevandomi dalle ruotinarie fatiche, ma io sono scesa dall'inarrestabile giostra dei mestieri per accontentarlo in ciò che desiderava.
Alle cinque, nonostante nessuno di noi si sarebbe mosso (già fuori era buio e per giunta scendeva una neve sottile), siamo tornati tutti insieme all'oratorio per un incontro con le famiglie dei bambini battezzati.
Ieri invece siamo riusciti a rimanere in casa tutto il giorno, nemmeno abbiamo portato i bambini dalla nonna per la merenda. Pausa. Maurizio non era proprio al meglio e nella notte qualcosa dev'essere successo perché, nonostante nemmeno io sia ancora riuscita a smaltire il raffreddore che da una settimana mi tormenta, oggi mi sentivo nelle sue stesse condizioni ventiquattr'ore prima.
Stasera avevo qualche brivido e andando a letto continuerò a sperare che domani sia un giorno migliore.
La mia mente è un po' in subbuglio perché ho rimesso in gioco tante cose, per rivederle, verificarle e pensare a nuovi inizi. Come sempre il confronto con gli altri, indispensabile quando si vuole crescere, non ci lascia indenni e le occasioni non sono per nulla mancate.
Non ho ancora messo ordine dentro di me, ragion per cui fatico a parlare pubblicamente di ciò che rende la superficie del mare un po' increspata.
Sento che una nuova dolcezza mi abita e che la tenerezza è proprio uno di quei punti dai quali ripartire.
Si, vi lascio con questo pensiero, che è gioia e fatica, attesa e prospettiva e condivisione, che è amore prima di tutto e al di sopra di tutto: ricominciamo, naviganti, ricominciamo.
Buona notte e buona settimana e fra un po', naviganti, è Natale!
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la mamma
sabato 4 dicembre 2010
Sono in casa sola con i bambini. Maurizio in questo momento è fuori, per la ripresa degli incontri con la psicologa all'oratorio. Il tema della serata sarebbe stato "La paternità", ragion per cui ho ritenuto fosse meglio che partecipasse lui.
Sono inoltre contenta che abbia l'occasione anche lui di conoscerla e di avviare qualche riflessione sull'essere genitore.
Io invece mi sto rendendo conto di aver perso forse punti coi miei figli sul bel cammino intrapreso quest'estate. Ci pensavo proprio quest'oggi mentre leggevo un libretto prestatomi che narra la storia di una ragazza morta a diciott'anni per un tumore, dichiarata Santa dal precedente Pontefice. Ciò che mi colpiva (oltre alla storia in sè) era scoprire come la madre affrontava tutte le problematiche educative semplicemente lasciandosi ispirare dal Vangelo e soprattutto dimostrando alla figlia il proprio amore.
Tante volte io agisco male nei loro confronti e so di farlo, e in quei momenti sono come cieca perché non riesco a vedere le alternative possibili. Sono sempre alla ricerca di strade alternative all'imposizione, strade che li facciano sentire e li rendano liberi e le chiavi sono sempre due: la fiducia e l'amore.
Questo è sicuramente un lato di me, del mio essere madre sul quale devo lavorare e che devo convertire.
Spesso però sento anche le ispirazioni buone dello Spirito e allora mi basta seguirle.
Come posso far conoscere ai miei figli Dio - Amore se io per prima non m'incammino sulla strada dell'amore?
Riconoscere di non essere sulla via buona è il primo passo per cambiare.
Nel frattempo, per tanti versi, quella che si sta per concludere è stata una settimana sorprendente. Un paio di amiche, coi loro figli, sono venute a farci visita (una lunedì e l'altra mercoledì) portando regali di compleanno un po' in ritardo per i miei bambini.
Può darsi sia eccessivo, ma ogni volta che qualcuno suona inaspettatamente alla nostra porta, penso sia il Signore stesso che viene a farci visita e a portarci un messaggio, a voler semplicemente stare per un po' presso di noi e vedere come ci si trova.
Che bello poi, quando questo qualcuno che viene, si toglie la giacca e si siede per un po', senza scappar via inghiottito dal buio del tardo pomeriggio. Penso sia stato bello anche per i bambini che hanno avuto un po' di tempo per rimanere insieme a giocare.
Questo mi fa venire in mente che Davide, la sera, ha sempre tante cose per le quali ringaziare: qualche episodio all'asilo, la cena, il cartone... tante cose semplici che hanno dato gioia al suo cuore.
(Riprendo il racconto dopo un'interruzione di più di un'ora. Elisa era in preda ai colpi di tosse e si è svegliata. Aerosol, tisana, nel frattempo è tornato Maurizio e ora vediamo di rimetterla a letto).
Ieri sera poi ho ricevuto la telefonata di una carissima amica la cui figlia si sposa proprio domani. La sento purtroppo di rado. Considerati i suoi problemi uditivi mi ha dato una grande emozione sentirla e, soprattutto, che lei mi sentisse senza difficoltà. Lei pure era emozionata per l'evento, consapevole di un'epoca che si chiude perché un'altra ne comincia.
Mi ha cercata per condividere i pensieri del suo cuore e nella mia mente si è aperto il libro dei ricordi al punto in cui io sono uscita di casa, primogenita di tre figli, unica figlia femmina.
Mi accorgo di aver perso un po' il filo dei pensieri. Sono dispiaciuta di non aver aggiornato il giornale di bordo ieri e l'altro giorno per motivi contingenti, (una riunione per la Parrocchia, Elisa sveglia ad orari insoliti) perché quell'ispirazione se n'è andata.
Speriamo sia un bel fine settimana. Maurizio sarà a casa qualche giorno per coincidenze di festività e poi... si avvicina Natale!
Buona notte naviganti
---
la mamma
Sono inoltre contenta che abbia l'occasione anche lui di conoscerla e di avviare qualche riflessione sull'essere genitore.
Io invece mi sto rendendo conto di aver perso forse punti coi miei figli sul bel cammino intrapreso quest'estate. Ci pensavo proprio quest'oggi mentre leggevo un libretto prestatomi che narra la storia di una ragazza morta a diciott'anni per un tumore, dichiarata Santa dal precedente Pontefice. Ciò che mi colpiva (oltre alla storia in sè) era scoprire come la madre affrontava tutte le problematiche educative semplicemente lasciandosi ispirare dal Vangelo e soprattutto dimostrando alla figlia il proprio amore.
Tante volte io agisco male nei loro confronti e so di farlo, e in quei momenti sono come cieca perché non riesco a vedere le alternative possibili. Sono sempre alla ricerca di strade alternative all'imposizione, strade che li facciano sentire e li rendano liberi e le chiavi sono sempre due: la fiducia e l'amore.
Questo è sicuramente un lato di me, del mio essere madre sul quale devo lavorare e che devo convertire.
Spesso però sento anche le ispirazioni buone dello Spirito e allora mi basta seguirle.
Come posso far conoscere ai miei figli Dio - Amore se io per prima non m'incammino sulla strada dell'amore?
Riconoscere di non essere sulla via buona è il primo passo per cambiare.
Nel frattempo, per tanti versi, quella che si sta per concludere è stata una settimana sorprendente. Un paio di amiche, coi loro figli, sono venute a farci visita (una lunedì e l'altra mercoledì) portando regali di compleanno un po' in ritardo per i miei bambini.
Può darsi sia eccessivo, ma ogni volta che qualcuno suona inaspettatamente alla nostra porta, penso sia il Signore stesso che viene a farci visita e a portarci un messaggio, a voler semplicemente stare per un po' presso di noi e vedere come ci si trova.
Che bello poi, quando questo qualcuno che viene, si toglie la giacca e si siede per un po', senza scappar via inghiottito dal buio del tardo pomeriggio. Penso sia stato bello anche per i bambini che hanno avuto un po' di tempo per rimanere insieme a giocare.
Questo mi fa venire in mente che Davide, la sera, ha sempre tante cose per le quali ringaziare: qualche episodio all'asilo, la cena, il cartone... tante cose semplici che hanno dato gioia al suo cuore.
(Riprendo il racconto dopo un'interruzione di più di un'ora. Elisa era in preda ai colpi di tosse e si è svegliata. Aerosol, tisana, nel frattempo è tornato Maurizio e ora vediamo di rimetterla a letto).
Ieri sera poi ho ricevuto la telefonata di una carissima amica la cui figlia si sposa proprio domani. La sento purtroppo di rado. Considerati i suoi problemi uditivi mi ha dato una grande emozione sentirla e, soprattutto, che lei mi sentisse senza difficoltà. Lei pure era emozionata per l'evento, consapevole di un'epoca che si chiude perché un'altra ne comincia.
Mi ha cercata per condividere i pensieri del suo cuore e nella mia mente si è aperto il libro dei ricordi al punto in cui io sono uscita di casa, primogenita di tre figli, unica figlia femmina.
Mi accorgo di aver perso un po' il filo dei pensieri. Sono dispiaciuta di non aver aggiornato il giornale di bordo ieri e l'altro giorno per motivi contingenti, (una riunione per la Parrocchia, Elisa sveglia ad orari insoliti) perché quell'ispirazione se n'è andata.
Speriamo sia un bel fine settimana. Maurizio sarà a casa qualche giorno per coincidenze di festività e poi... si avvicina Natale!
Buona notte naviganti
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la mamma
martedì 30 novembre 2010
Procediamo a singhiozzi. Come mettiamo una pezza a un malanno, subito se ne presenta uno nuovo, come un nuovo strappo su un indumento, e non sono solo i piccoli a perder colpi. Anche noi grandi, infatti, non possiamo dirci in ottima forma.
Personalmente è da sabato dopo cena, quando ho fatto il bagno con Elisa, che sento di non essere al meglio di me. Non è comparsa febbre, continuo a starnutire e sono un po' infreddolita.
Oggi ho preferito che fosse la nonna ad accompagnare Davide all'asilo, ma quando è arrivati ho scoperto che era in condizioni peggiori delle mie. Nonostante tutto in giornata ho pulito la cucina, steso la biancheria, preparato il pranzo a Lele che sarebbe rientrato dopo la mattina a scuola e poi la cena.
Dopo la merenda ho avuto un po' di tempo per stare coi bambini. Lele, dopo aver terminato in un tempo congruo i compiti, ha giocato al computer e poi, mentre coi fratelli ascoltavo le canzoncine stando sul tappeto, si è messo sul tavolo della cucina coi suoi Lego.
La cosa sorprendente è che Elisa sembra aver voglia di iniziare a camminare. Se ne sta lì, in piedi, a tentare di raggiungere un appiglio leggermente distante da lei ma, non appena sposta in avanti un piedino, si lancia in avanti col corpo e le braccia tese in avanti.
E' sempre più agile. Si volta e si sposta da un divano all'altro, dalla sedia al mobile, con una sicurezza sempre maggiore e prima o poi prenderà definitivamente il largo.
La sua congiuntivite intanto, grazie alla somministrazione di un collirio antibiotico, sembra migliorare, e, tanto per non farci mancar nulla, questa sera abbiamo sottoposto tutti e tre i nostri bambini ad un aerosol. Anche Maurizio ne avrebbe bisogno... il raffreddore ha colpito inesorabilmente anche lui.
Davide sembra che oggi abbia fatto le prime prove della recita di Natale sul palco. Non vedo l'ora di andarlo a vedere, e anche Lele non vede l'ora di andare a cantare dai vecchietti della casa di riposo.
Il Natale sta arrivando, già la gente mette addobbi sui balconi e luci più o meno colorate. Anche noi, credo, il prossimo fine settimana o giù di lì daremo avvio alle grandi manovre.
Non ho molto altro da aggiungere se non... speriamo che domani non nevichi!
Buona notte naviganti e... state al caldo.
---
la mamma
Personalmente è da sabato dopo cena, quando ho fatto il bagno con Elisa, che sento di non essere al meglio di me. Non è comparsa febbre, continuo a starnutire e sono un po' infreddolita.
Oggi ho preferito che fosse la nonna ad accompagnare Davide all'asilo, ma quando è arrivati ho scoperto che era in condizioni peggiori delle mie. Nonostante tutto in giornata ho pulito la cucina, steso la biancheria, preparato il pranzo a Lele che sarebbe rientrato dopo la mattina a scuola e poi la cena.
Dopo la merenda ho avuto un po' di tempo per stare coi bambini. Lele, dopo aver terminato in un tempo congruo i compiti, ha giocato al computer e poi, mentre coi fratelli ascoltavo le canzoncine stando sul tappeto, si è messo sul tavolo della cucina coi suoi Lego.
La cosa sorprendente è che Elisa sembra aver voglia di iniziare a camminare. Se ne sta lì, in piedi, a tentare di raggiungere un appiglio leggermente distante da lei ma, non appena sposta in avanti un piedino, si lancia in avanti col corpo e le braccia tese in avanti.
E' sempre più agile. Si volta e si sposta da un divano all'altro, dalla sedia al mobile, con una sicurezza sempre maggiore e prima o poi prenderà definitivamente il largo.
La sua congiuntivite intanto, grazie alla somministrazione di un collirio antibiotico, sembra migliorare, e, tanto per non farci mancar nulla, questa sera abbiamo sottoposto tutti e tre i nostri bambini ad un aerosol. Anche Maurizio ne avrebbe bisogno... il raffreddore ha colpito inesorabilmente anche lui.
Davide sembra che oggi abbia fatto le prime prove della recita di Natale sul palco. Non vedo l'ora di andarlo a vedere, e anche Lele non vede l'ora di andare a cantare dai vecchietti della casa di riposo.
Il Natale sta arrivando, già la gente mette addobbi sui balconi e luci più o meno colorate. Anche noi, credo, il prossimo fine settimana o giù di lì daremo avvio alle grandi manovre.
Non ho molto altro da aggiungere se non... speriamo che domani non nevichi!
Buona notte naviganti e... state al caldo.
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la mamma
domenica 28 novembre 2010
Riprendo il mio racconto dopo una breve interruzione. Grazie a Dio niente più neve da venerdì. Già nel pomeriggio le condizioni sono migliorate e quando verso mezzogiorno la pioggia si è sostituita ai candidi fiocchi, ha sciolto tutto ciò che avrebbe potuto rappresentare un discreto ostacolo sulla rotta.
Al tramonto, quando già l'oscurità della sera si preparava ad ammantare ogni cosa, anche un pallido raggio di sole si è fatto strada tra le nuvole ed è giunto a salutare il giorno.
Tutto faceva presagire per il meglio. Nella mattinata di sabato, dopo una breve indecisione presto sciolta, proprio come la neve di cui non è rimasta traccia se non su qualche tetto d'auto, sono stata io ad accompagnare Lele in chiesa. Ai vespri avrebbe avuto inizio il tempo liturgico dell'Avvento, e in parrocchia hanno previsto le confessioni per i ragazzi.
Varcando le porte della chiesa l'abbiamo trovata deserta. Davanti all'altare due poltrone coperte di drappi bianchi annunciavano l'imminenza della celebrazione di un matrimonio. Lì per lì m'è sorto un dubbio: "E se avessimo sbagliato giorno o luogo?". Attraversando la navata e poi l'altare siamo stati in sagrestia dove il parroco ci ha presto rassicurati.
Ci siamo seduti su una panca e abbiamo iniziato ciascuno il proprio esame di coscienza. Non essendoci nessuno, quando Lele ha terminato di confessarsi ne ho approfittato anch'io. Siamo rientrati a casa entro un'ora dalla nostra uscita, così, recuperato il resto della famiglia, ci siamo diretti in centro affrontando il freddo.
Avevo in mente di cominciare ad acquistare qualche dono natalizio e, sebbene non sia riuscita ad esaurire la lista, sono riuscita nel mio intento.
Quando abbiamo fatto ritorno a casa, con degli gnocchi acquistati dal formaggiaio nella borsa della spesa, le campane della Basilica suonavano i loro dodici rintocchi. La mattina se n'era andata.
Terminato il pranzo, messa a nanna la piccola, Maurizio in compagnia di Davide è stato al centro commerciale per la spesa della settimana (per quel poco che ci manca, dato le nostre provvidenziali scorte). Lele si è messo al tavolo per i compiti ed io ho finito la cucina e poi steso la biancheria.
Alle 16, come d'abitudine il sabato, Lele e Davide sono stati dalla nonna per la merenda, mentre io ho fatto far merenda alla piccola e poi ho preparato una torta fredda (buonissima!) con la ricotta e le pere e con l'avvertenza (per i golosi di famiglia): "E' per domani dopo pranzo!".
Non c'è stato tempo per stirare quei pochi panni che s'erano asciugati, né ieri, né oggi e, per di più, oggi non ho nemmeno pulito il bagno. Maurizio ed io siamo stati all'Opera, a vedere "La Traviata" di Verdi. Anche se siamo alla fine di novembre, questo era il nostro regalo per l'undicesimo anniversario di matrimonio. Il teatro scelto era piccolo ma, in quanto ad arredi, nulla da invidiare ai maggiori teatri d'Italia.
La nostra comune passione per l'opera è ancora piuttosto recente, ragion per cui non siamo in grado di fare confronti. Eravamo in seconda fila, un po' laterali rispetto al palco. Non avevamo la visuale completa e le parti di libretto via, via cantate venivano proiettate al di sopra del sipario. Un po' scomodo leggerle dalla platea, ma, tolti questi dettagli, è stata una bella emozione.
Soprano e tenore avevano entrambi una bellissima voce morbida e nelle parti salienti hanno saputo trasmettere un'emozione fortissima. Cosa diceva Giulia Roberts in "Pretty woman"? Non ricordo le parole esatte, nonostante io abbia visto diverse volte il film in questione (e sarei pronta a rivederlo altre mille volte!), ma era qualcosa tipo: "Mi si sono attorcigliate le budella".
Comunque, anche l'opera classica, come le opere letterarie, hanno il grande merito, a parer mio, di aiutare a conoscere i diversi tipi umani, a leggerne i sentimenti e sono sempre una stimolante occasione di confronto.
Già una volta con Maurizio siamo stati all'opera, nientemeno che agli Arcimboldi, a vedere "Otello", ma allora, come ci dicevamo oggi, non avevamo la coscienza che abbiamo ora. "Si cresce" dicevo io a lui. "Per fortuna!", rispondeva lui a me.
Al ritorno abbiamo trovato i nostri bambini contenti del pomeriggio con la nonna ma, esattamente come quando li abbiamo lasciati, molto, molto raffreddati. Ieri sera ho mancato l'appuntamento col giornale di bordo proprio perché Lele ha avuto un attacco acuto di otite. Pensavo di dovergli dare l'antibiotico, che oggi siamo corsi a prendere in farmacia e invece, dopo la somministrazione di paracetamolo, il dolore non si è più ripresentato. Lo teniamo comunque sotto controllo, l'otite, uno dei malanni dei quali siamo diventati esperti, è davvero infida!
Ieri proprio non riusciva ad addormentarsi e più sentiva il dolore battere, più perdeva il controllo di sè, agitandosi e peggiorando la situazione, ma quando né hai tre contemporaneamente da tenere sotto controllo, anche con il valido aiuto di un papà, non è semplice. A qualcuno tocca sempre aspettare.
Quando finalmente Davide ed Elisa hanno preso sonno, mi son potuta dedicare esclusivamente a lui. Diverse volte ha soffiato il naso, l'ho coccolato accarezzandogli i fianchi e le gambe mentre se ne stava sotto il piumone e alla fine, per distrarlo dal male, mi son seduta accanto al suo letto e gli ho letto le prime pagine de': "Il piccolo Lord".
In questi giorni, in cui nessuno dei miei bambini è propriamente in forma, ho proprio avuto la conferma che la malattia è una straordinaria occasione di vicinanza e perfino di recupero.
Stasera ancora un aerosol per uno, ad Elisa anche impacco di camomilla sugli occhi per un po' di congiuntivite e vapori balsamici in cameretta per aiutarla a respirare.
Speriamo domani vada meglio. E' il compleanno della nonna e saremo da lei per cena per una pizza con tutti gli zii e la cuginetta. Pensiero davvero piacevole questo, che mi aiuterà ad affrontare meglio la giornata.
Buona notte e buona settimana a tutti naviganti.
---
la mamma
Al tramonto, quando già l'oscurità della sera si preparava ad ammantare ogni cosa, anche un pallido raggio di sole si è fatto strada tra le nuvole ed è giunto a salutare il giorno.
Tutto faceva presagire per il meglio. Nella mattinata di sabato, dopo una breve indecisione presto sciolta, proprio come la neve di cui non è rimasta traccia se non su qualche tetto d'auto, sono stata io ad accompagnare Lele in chiesa. Ai vespri avrebbe avuto inizio il tempo liturgico dell'Avvento, e in parrocchia hanno previsto le confessioni per i ragazzi.
Varcando le porte della chiesa l'abbiamo trovata deserta. Davanti all'altare due poltrone coperte di drappi bianchi annunciavano l'imminenza della celebrazione di un matrimonio. Lì per lì m'è sorto un dubbio: "E se avessimo sbagliato giorno o luogo?". Attraversando la navata e poi l'altare siamo stati in sagrestia dove il parroco ci ha presto rassicurati.
Ci siamo seduti su una panca e abbiamo iniziato ciascuno il proprio esame di coscienza. Non essendoci nessuno, quando Lele ha terminato di confessarsi ne ho approfittato anch'io. Siamo rientrati a casa entro un'ora dalla nostra uscita, così, recuperato il resto della famiglia, ci siamo diretti in centro affrontando il freddo.
Avevo in mente di cominciare ad acquistare qualche dono natalizio e, sebbene non sia riuscita ad esaurire la lista, sono riuscita nel mio intento.
Quando abbiamo fatto ritorno a casa, con degli gnocchi acquistati dal formaggiaio nella borsa della spesa, le campane della Basilica suonavano i loro dodici rintocchi. La mattina se n'era andata.
Terminato il pranzo, messa a nanna la piccola, Maurizio in compagnia di Davide è stato al centro commerciale per la spesa della settimana (per quel poco che ci manca, dato le nostre provvidenziali scorte). Lele si è messo al tavolo per i compiti ed io ho finito la cucina e poi steso la biancheria.
Alle 16, come d'abitudine il sabato, Lele e Davide sono stati dalla nonna per la merenda, mentre io ho fatto far merenda alla piccola e poi ho preparato una torta fredda (buonissima!) con la ricotta e le pere e con l'avvertenza (per i golosi di famiglia): "E' per domani dopo pranzo!".
Non c'è stato tempo per stirare quei pochi panni che s'erano asciugati, né ieri, né oggi e, per di più, oggi non ho nemmeno pulito il bagno. Maurizio ed io siamo stati all'Opera, a vedere "La Traviata" di Verdi. Anche se siamo alla fine di novembre, questo era il nostro regalo per l'undicesimo anniversario di matrimonio. Il teatro scelto era piccolo ma, in quanto ad arredi, nulla da invidiare ai maggiori teatri d'Italia.
La nostra comune passione per l'opera è ancora piuttosto recente, ragion per cui non siamo in grado di fare confronti. Eravamo in seconda fila, un po' laterali rispetto al palco. Non avevamo la visuale completa e le parti di libretto via, via cantate venivano proiettate al di sopra del sipario. Un po' scomodo leggerle dalla platea, ma, tolti questi dettagli, è stata una bella emozione.
Soprano e tenore avevano entrambi una bellissima voce morbida e nelle parti salienti hanno saputo trasmettere un'emozione fortissima. Cosa diceva Giulia Roberts in "Pretty woman"? Non ricordo le parole esatte, nonostante io abbia visto diverse volte il film in questione (e sarei pronta a rivederlo altre mille volte!), ma era qualcosa tipo: "Mi si sono attorcigliate le budella".
Comunque, anche l'opera classica, come le opere letterarie, hanno il grande merito, a parer mio, di aiutare a conoscere i diversi tipi umani, a leggerne i sentimenti e sono sempre una stimolante occasione di confronto.
Già una volta con Maurizio siamo stati all'opera, nientemeno che agli Arcimboldi, a vedere "Otello", ma allora, come ci dicevamo oggi, non avevamo la coscienza che abbiamo ora. "Si cresce" dicevo io a lui. "Per fortuna!", rispondeva lui a me.
Al ritorno abbiamo trovato i nostri bambini contenti del pomeriggio con la nonna ma, esattamente come quando li abbiamo lasciati, molto, molto raffreddati. Ieri sera ho mancato l'appuntamento col giornale di bordo proprio perché Lele ha avuto un attacco acuto di otite. Pensavo di dovergli dare l'antibiotico, che oggi siamo corsi a prendere in farmacia e invece, dopo la somministrazione di paracetamolo, il dolore non si è più ripresentato. Lo teniamo comunque sotto controllo, l'otite, uno dei malanni dei quali siamo diventati esperti, è davvero infida!
Ieri proprio non riusciva ad addormentarsi e più sentiva il dolore battere, più perdeva il controllo di sè, agitandosi e peggiorando la situazione, ma quando né hai tre contemporaneamente da tenere sotto controllo, anche con il valido aiuto di un papà, non è semplice. A qualcuno tocca sempre aspettare.
Quando finalmente Davide ed Elisa hanno preso sonno, mi son potuta dedicare esclusivamente a lui. Diverse volte ha soffiato il naso, l'ho coccolato accarezzandogli i fianchi e le gambe mentre se ne stava sotto il piumone e alla fine, per distrarlo dal male, mi son seduta accanto al suo letto e gli ho letto le prime pagine de': "Il piccolo Lord".
In questi giorni, in cui nessuno dei miei bambini è propriamente in forma, ho proprio avuto la conferma che la malattia è una straordinaria occasione di vicinanza e perfino di recupero.
Stasera ancora un aerosol per uno, ad Elisa anche impacco di camomilla sugli occhi per un po' di congiuntivite e vapori balsamici in cameretta per aiutarla a respirare.
Speriamo domani vada meglio. E' il compleanno della nonna e saremo da lei per cena per una pizza con tutti gli zii e la cuginetta. Pensiero davvero piacevole questo, che mi aiuterà ad affrontare meglio la giornata.
Buona notte e buona settimana a tutti naviganti.
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la mamma
sabato 27 novembre 2010
Ops! la neve! nemmeno siamo giunti al termine di novembre che già i tetti si sono imbiancati. Avrei dovuto essere preoccupata. E' pur sempre venerdì oggi, un normalissimo venerdì lavorativo, ma stranamente la cosa mi ha messa di buon umore.
Alzando lo sguardo, mentre rincasavo dopo aver portato Davide di corsa all'asilo per evitare di trovare il portone chiuso, guardavo i fiocchi cadere copiosamente dal cielo sullo sfondo dei palazzi del centro e, nonostante mi sforzassi di recuperare la parte razionale e consapevolmente preoccupata di me, ciò che riuscivo a sentire era solo la magia del momento.
Più tardi, attraversando la sala forse con Elisa in braccio, guardavo sul pavimento il tappeto - puzzle e i giochi sparsi e mi chiedevo, sebbene sapessi esattamente che si trovavano a scuola, dove fossero finiti i miei figli. Stare tra le loro cose in loro assenza mi aiuta a ritrovare il gusto del nostro stare insieme e mi sorprendo di sentire la loro mancanza e desiderarne il ritorno.
Prima che uscisse per avviarsi alla fermata del pulmino, Lele ed io abbiamo avuto uno dei nostri confronti mattutini. Questa volta circa la necessità di dare sempre il meglio di sé, perché ciò che diventiamo, le capacità che man mano acquisiamo, possiamo poi metterle a disposizione degli altri. C'è sempre un riferimento alla fede nelle nostre discussioni più profonde. In questo modo Cristo diventa Colui attorno al quale ruota ogni nostra scelta, ogni nostro atto.
Stasera, per esempio, ci siamo messi attorno al tavolo col papà per cercare di completare la scheda proposta alle famiglie dei bambini che riceveranno la Prima Comunione. Ho letto purtroppo solo al termine l'altro foglio, sul quale venivano spiegati gli obiettivi dell'attività, e mi sarei morsicata le dita, perché avrei potuto avviare la riflessione in maniera differente.
Riguardava il fatto che fare la Comunione, mangiare l'Eucarestia, significa essere di fatto in comunione con Cristo, mettersi sulla sua stessa lunghezza d'onda, agire come agirebbe Lui, giudicare come giudicherebbe Lui.
Lo scopo era educare i bambini all'attenzione ai bisogni altrui e muoverli alla carità. Provvidenza ha voluto però che proprio ieri dalla nonna abbiami visionato un dvd circa la storia e le attività di una missione in Etiopia delle suore.
Personalmente mi ha molto colpita constatare il bene che ne è nato, e al tempo stesso la sofferenza a cui sono costrette le popolazioni etiopi. Nei prossimi mesi, si diceva per esempio, potrebbe tornare la siccità, che porterà a carestia, fame e morte anche infantile.
Ho cercato di spiegare a Emanuele che vivere sobiramente è il primo passo che, mano sulla coscienza, ciascuno di noi può fare per ristabilire un giusto equilibrio nel mondo ma, lì per lì, ero spaventata dai suoi commenti. Che quei bambini avessero il minimo e a volte anche meno non importava, perché comunqe avevano qualcosa. Esteriormente non traspariva un desiderio di rinuncia di qualcosa, di volontà di venire incontro a chi sta soffrendo... ma è una maschera o è la vera anima di mio figlio?
Quello che possiamo fare è innanzitutto dare l'esempio di come non si possano scaricare le responsabilità, di come per primi decidiamo invece di assumerci quelle resonsabilità, modificanto un po' alla volta i nostri comportamenti.
Avrei ancora molto da riferire, ma il sonno mi sta prendendo. Meglio rimandare a un tempo migliore.
Buona notte naviganti.
---
la mamma
Alzando lo sguardo, mentre rincasavo dopo aver portato Davide di corsa all'asilo per evitare di trovare il portone chiuso, guardavo i fiocchi cadere copiosamente dal cielo sullo sfondo dei palazzi del centro e, nonostante mi sforzassi di recuperare la parte razionale e consapevolmente preoccupata di me, ciò che riuscivo a sentire era solo la magia del momento.
Più tardi, attraversando la sala forse con Elisa in braccio, guardavo sul pavimento il tappeto - puzzle e i giochi sparsi e mi chiedevo, sebbene sapessi esattamente che si trovavano a scuola, dove fossero finiti i miei figli. Stare tra le loro cose in loro assenza mi aiuta a ritrovare il gusto del nostro stare insieme e mi sorprendo di sentire la loro mancanza e desiderarne il ritorno.
Prima che uscisse per avviarsi alla fermata del pulmino, Lele ed io abbiamo avuto uno dei nostri confronti mattutini. Questa volta circa la necessità di dare sempre il meglio di sé, perché ciò che diventiamo, le capacità che man mano acquisiamo, possiamo poi metterle a disposizione degli altri. C'è sempre un riferimento alla fede nelle nostre discussioni più profonde. In questo modo Cristo diventa Colui attorno al quale ruota ogni nostra scelta, ogni nostro atto.
Stasera, per esempio, ci siamo messi attorno al tavolo col papà per cercare di completare la scheda proposta alle famiglie dei bambini che riceveranno la Prima Comunione. Ho letto purtroppo solo al termine l'altro foglio, sul quale venivano spiegati gli obiettivi dell'attività, e mi sarei morsicata le dita, perché avrei potuto avviare la riflessione in maniera differente.
Riguardava il fatto che fare la Comunione, mangiare l'Eucarestia, significa essere di fatto in comunione con Cristo, mettersi sulla sua stessa lunghezza d'onda, agire come agirebbe Lui, giudicare come giudicherebbe Lui.
Lo scopo era educare i bambini all'attenzione ai bisogni altrui e muoverli alla carità. Provvidenza ha voluto però che proprio ieri dalla nonna abbiami visionato un dvd circa la storia e le attività di una missione in Etiopia delle suore.
Personalmente mi ha molto colpita constatare il bene che ne è nato, e al tempo stesso la sofferenza a cui sono costrette le popolazioni etiopi. Nei prossimi mesi, si diceva per esempio, potrebbe tornare la siccità, che porterà a carestia, fame e morte anche infantile.
Ho cercato di spiegare a Emanuele che vivere sobiramente è il primo passo che, mano sulla coscienza, ciascuno di noi può fare per ristabilire un giusto equilibrio nel mondo ma, lì per lì, ero spaventata dai suoi commenti. Che quei bambini avessero il minimo e a volte anche meno non importava, perché comunqe avevano qualcosa. Esteriormente non traspariva un desiderio di rinuncia di qualcosa, di volontà di venire incontro a chi sta soffrendo... ma è una maschera o è la vera anima di mio figlio?
Quello che possiamo fare è innanzitutto dare l'esempio di come non si possano scaricare le responsabilità, di come per primi decidiamo invece di assumerci quelle resonsabilità, modificanto un po' alla volta i nostri comportamenti.
Avrei ancora molto da riferire, ma il sonno mi sta prendendo. Meglio rimandare a un tempo migliore.
Buona notte naviganti.
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la mamma
venerdì 26 novembre 2010
Oggi, mentre il sole dall'alto dava luce alla giornata, un gelo tremendo ghiacciava anche il sangue nelle vene.
Così è stato. Se n'è andata la pioggia interminabile lasciando un vuoto presto colmato dalla nebbia, e quando anche questa s'è alzata come un sipario cedendo il palco al sereno, drastico è calato il gelo.
Sui tetti delle macchine, e immagino anche sui campi che da qui non vedo, è comparsa la brina. I rami spogli e neri degli alberi, lo ricordo lo scorso anno, si saranno coperti di un candore gelido e immobile.
Però che bello anche l'inverno, soprattutto ora che tutto annuncia Natale! Che bello il calore che sgorga dal cuore, perché in inverno non c'è dispersione. Cerchiamo tutti di stare al coperto, e quando si esce, camminando per le vie, solo il sorriso amico di chi incontri ha il potere di scaldarti.
Anche Davide si è accorto che da un paio di giorni almeno non può rinunciare ai guanti, e anche quelli, a volte, non bastano a tener calde le mani. Lo sono andata a riprendere presto oggi all'asilo, per il consueto giovedì dalla nonna e anche se siamo rimasti separati per un paio d'ore soltanto è stato bello poterlo nuovamente incontrare.
In mattinata, rincasando, non avendo tempo per altro, ho sbrigato le faccende più urgenti. Ho lavato le tazze, ancora nel lavandino per aver dato la precedenza al rinfresco del lievito madre, e poi ho fatto l'aerosol alla piccola. Sembra stia progressivamente migliorando, e la cosa ci ha incoronati veterani delle patologie broncopolmonari. Ho poi chiamato l'ufficio d'igiene per avvisare che non l'avrei portata al richiamo della vaccinazione e fissare un nuovo appuntamento. Siamo infine salite per rifare i letti e predisporci all'uscita.
La nonna ci è venuta a prendere prima del previsto e insieme siamo state a prendere Davide. Alle 12.30 sono andata a riprendere anche Lele che oggi, non essendo a casa, non avrebbe potuto usufruire del pulmino. Mentre ero lì, davanti alla porta della scuola sulla via chiusa al traffico a quell'ora per l'uscita dei bambini, sono stata avvicinata dalla mamma di una sua compagna di classe. Sembra sia stato uno dei pochi maschi eletti invitati espressamente alla festa di compleanno di questa bambina. A più riprese, nelle ore successive, sono incappata nel pensiero di questo episodio. Non capivo cosa mi dava una strana sensazione di piacere e, a dir la verità, neanche ora son riuscita a risolvere il quesito.
Per tutta la strada del ritorno Emanuele non ha fatto altro che parlarmi di questa festa, ma mentre questa bambina giudica mio figlio un compagno degno di essere invitato alla suo compleanno, lui, come tutto il resto del mondo femminile, "non se la fila per niente". E' un incorreggibile misogino incapace però, all'occasione, di essere gentile e sorridente. Qualcosa di lui colpisce. Già dai tempi dell'asilo parecchie mamme mi fermavano dicendomi che le loro figlie parlavano solo del mio e improvvisavano finte telefonate. Qualcuna addirittura già progettava di sposarselo, ma lui... non crolla!
Nel pomeriggio poi, scampando a due successivi rischi di infarto per due scampate rotture di soprammobili preziosi, tutto è filato liscio. Davide a colorato e poi guardato un libro mentre il fratello studiava e la sorella dormiva e poi, giusto all'ora di merenda, anche lui si è appisolato. Siamo rientrati che già era buio.
Il Judo e poi una cena con spezzatino di pollo hanno concluso una giornata ricca e increspata da tante pieghe ciascuna con una preziosità nascosta. Un sorriso, un messaggio, una battuta... quanto! quanto! tutto a colmare un incredibile tesoro.
A domani altre possibile riflessioni rimaste a galleggiarmi ancora informi dentro.
Buona notte naviganti sperando che il vicino fine settimana non sia nel segno della neve.
---
la mamma
Così è stato. Se n'è andata la pioggia interminabile lasciando un vuoto presto colmato dalla nebbia, e quando anche questa s'è alzata come un sipario cedendo il palco al sereno, drastico è calato il gelo.
Sui tetti delle macchine, e immagino anche sui campi che da qui non vedo, è comparsa la brina. I rami spogli e neri degli alberi, lo ricordo lo scorso anno, si saranno coperti di un candore gelido e immobile.
Però che bello anche l'inverno, soprattutto ora che tutto annuncia Natale! Che bello il calore che sgorga dal cuore, perché in inverno non c'è dispersione. Cerchiamo tutti di stare al coperto, e quando si esce, camminando per le vie, solo il sorriso amico di chi incontri ha il potere di scaldarti.
Anche Davide si è accorto che da un paio di giorni almeno non può rinunciare ai guanti, e anche quelli, a volte, non bastano a tener calde le mani. Lo sono andata a riprendere presto oggi all'asilo, per il consueto giovedì dalla nonna e anche se siamo rimasti separati per un paio d'ore soltanto è stato bello poterlo nuovamente incontrare.
In mattinata, rincasando, non avendo tempo per altro, ho sbrigato le faccende più urgenti. Ho lavato le tazze, ancora nel lavandino per aver dato la precedenza al rinfresco del lievito madre, e poi ho fatto l'aerosol alla piccola. Sembra stia progressivamente migliorando, e la cosa ci ha incoronati veterani delle patologie broncopolmonari. Ho poi chiamato l'ufficio d'igiene per avvisare che non l'avrei portata al richiamo della vaccinazione e fissare un nuovo appuntamento. Siamo infine salite per rifare i letti e predisporci all'uscita.
La nonna ci è venuta a prendere prima del previsto e insieme siamo state a prendere Davide. Alle 12.30 sono andata a riprendere anche Lele che oggi, non essendo a casa, non avrebbe potuto usufruire del pulmino. Mentre ero lì, davanti alla porta della scuola sulla via chiusa al traffico a quell'ora per l'uscita dei bambini, sono stata avvicinata dalla mamma di una sua compagna di classe. Sembra sia stato uno dei pochi maschi eletti invitati espressamente alla festa di compleanno di questa bambina. A più riprese, nelle ore successive, sono incappata nel pensiero di questo episodio. Non capivo cosa mi dava una strana sensazione di piacere e, a dir la verità, neanche ora son riuscita a risolvere il quesito.
Per tutta la strada del ritorno Emanuele non ha fatto altro che parlarmi di questa festa, ma mentre questa bambina giudica mio figlio un compagno degno di essere invitato alla suo compleanno, lui, come tutto il resto del mondo femminile, "non se la fila per niente". E' un incorreggibile misogino incapace però, all'occasione, di essere gentile e sorridente. Qualcosa di lui colpisce. Già dai tempi dell'asilo parecchie mamme mi fermavano dicendomi che le loro figlie parlavano solo del mio e improvvisavano finte telefonate. Qualcuna addirittura già progettava di sposarselo, ma lui... non crolla!
Nel pomeriggio poi, scampando a due successivi rischi di infarto per due scampate rotture di soprammobili preziosi, tutto è filato liscio. Davide a colorato e poi guardato un libro mentre il fratello studiava e la sorella dormiva e poi, giusto all'ora di merenda, anche lui si è appisolato. Siamo rientrati che già era buio.
Il Judo e poi una cena con spezzatino di pollo hanno concluso una giornata ricca e increspata da tante pieghe ciascuna con una preziosità nascosta. Un sorriso, un messaggio, una battuta... quanto! quanto! tutto a colmare un incredibile tesoro.
A domani altre possibile riflessioni rimaste a galleggiarmi ancora informi dentro.
Buona notte naviganti sperando che il vicino fine settimana non sia nel segno della neve.
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la mamma
mercoledì 24 novembre 2010
Sembra che Elisa stia meglio. In giornata sono riuscita a farle un altro paio di aerosol e non ha più avuto quella tosse secca che si ferma in gola impedendole di respirare. E' una tosse che conosco bene, si tratta di un sintomo che diverse volte ha manifestato anche Davide e so che richiede qualche trattamento prima di essere attenuato.
Oggi l'ho vista giocare come sempre, divertirsi e combinar monellerie in giro per casa. Nel pomeriggio ha dormito quasi due ore e ha ripreso a mangiare almeno un pochino.
Nonostante ci sia stato il sole, oggi ho preferito tenerla riguardata quindi niente giretto al mercato.
Mi sarei dovuta fermare al banco della merceria per comprare il cotone da ricamo per le tende e poi avrei avuto voglia di vedere se trovavo delle calze diverse dalle solite di nylon tinta unita da abbinare alle mie gonne. Forse avrei anche preso della verdura e curiosato un po' qua e là, ma... niente da fare. Tutto rimandato almeno di una settimana.
Nel pomeriggio poi ho chiesto il supporto di una vicina per riprendere Davide all'asilo, che è arrivato come al solito sprizzando gioia da tutti i pori. Sembra sia stato messo nel coro per la recita e la cosa lo rende felice. Quando è entrato in casa Elisa ancora pisolava e ho avuto tutto il tempo di accoglierlo con la dovuta attenzione. Mi ha aiutata a preparare la merenda che poi abbiamo consumato tutti insieme.
Quando mancavano dieci minuti alle 17 è rientrato anche Lele. In cartella aveva la verifica di matematica da firmare con un bellissimo ottimo scritto sopra. Bravissimo! Anche lui dovrà cantare nel coro della classe. Sembra che alle quarte spetti il compito di rallegrare gli ospiti ricoverati presso la nostra casa di riposo per le feste di Natale. Non si può dire che l'intonazione sia la sua miglior dote, ma lo vedo contento e partecipe ed è giusto che anche lui faccia la sua esperienza.
Questa sera abbiamo cenato in buona armonia con un buonissimo cous cous integrale accompagnato da verdure assortite. L'alimentazione è uno dei miei pallini, anche se non sempre riesco a dare il meglio di me. A volte è questione di tempo, a volte di pigrizia e altre ancora di semplice disorganizzazione.
Sono contenta però di sentire la mia coscienza cambiare giorno dopo giorno riguardo a tante questioni e al centro c'è sempre una sola grande idea: la giustizia.
Di sicuro tornerò sull'argomento, ma per il momento auguro a tutti voi, carissimi naviganti, una buona notte.
---
la mamma
Oggi l'ho vista giocare come sempre, divertirsi e combinar monellerie in giro per casa. Nel pomeriggio ha dormito quasi due ore e ha ripreso a mangiare almeno un pochino.
Nonostante ci sia stato il sole, oggi ho preferito tenerla riguardata quindi niente giretto al mercato.
Mi sarei dovuta fermare al banco della merceria per comprare il cotone da ricamo per le tende e poi avrei avuto voglia di vedere se trovavo delle calze diverse dalle solite di nylon tinta unita da abbinare alle mie gonne. Forse avrei anche preso della verdura e curiosato un po' qua e là, ma... niente da fare. Tutto rimandato almeno di una settimana.
Nel pomeriggio poi ho chiesto il supporto di una vicina per riprendere Davide all'asilo, che è arrivato come al solito sprizzando gioia da tutti i pori. Sembra sia stato messo nel coro per la recita e la cosa lo rende felice. Quando è entrato in casa Elisa ancora pisolava e ho avuto tutto il tempo di accoglierlo con la dovuta attenzione. Mi ha aiutata a preparare la merenda che poi abbiamo consumato tutti insieme.
Quando mancavano dieci minuti alle 17 è rientrato anche Lele. In cartella aveva la verifica di matematica da firmare con un bellissimo ottimo scritto sopra. Bravissimo! Anche lui dovrà cantare nel coro della classe. Sembra che alle quarte spetti il compito di rallegrare gli ospiti ricoverati presso la nostra casa di riposo per le feste di Natale. Non si può dire che l'intonazione sia la sua miglior dote, ma lo vedo contento e partecipe ed è giusto che anche lui faccia la sua esperienza.
Questa sera abbiamo cenato in buona armonia con un buonissimo cous cous integrale accompagnato da verdure assortite. L'alimentazione è uno dei miei pallini, anche se non sempre riesco a dare il meglio di me. A volte è questione di tempo, a volte di pigrizia e altre ancora di semplice disorganizzazione.
Sono contenta però di sentire la mia coscienza cambiare giorno dopo giorno riguardo a tante questioni e al centro c'è sempre una sola grande idea: la giustizia.
Di sicuro tornerò sull'argomento, ma per il momento auguro a tutti voi, carissimi naviganti, una buona notte.
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la mamma
martedì 23 novembre 2010
Elisa non è per niente in forma. I nostri occhi si chiudono dalla stanchezza, ma questo, proprio in fondo al giorno, è l'unico momento "tutto per noi", quello in cui solitamente rimetto insieme i pensieri, faccio il punto della situazione e decido come procedere.
E' soprattutto il momento che mio marito ed io ci dedichiamo per stare un po' tra noi e proprio non mi andava di rinunciarvi.
Sono stati un po' complicati questi ultimi tratti di navigazione, ma sono stati preceduti da un venerdì davvero sorprendente per visite e telefonate di persone care.
E' giusto in tono con il tema scelto per l'annuale cammino del gruppo famiglie: l'accoglienza. Riflettendoci, in serata, ho pensato che attraverso tutte quelle persone il Signore stesso avesse trovato un modo di farci visita.
(Ecco, proprio in questo momento Elisa, disturbata da un colpo di tosse, si è di nuovo messa piangere disperata).
Forse non ci aspetterà una bella notte, ma speriamo che passi, altrimenti dovrò farla vedere dal pediatra. Non vorrei proprio che finisse in una bronchite o broncopolmonite non riconosciuta.
Davide è entrato nel vivo della preparazione della recita di Natale. Ogni giorno torna a casa con un racconto nuovo di quanto gli è successo durante il tempo trascorso all'asilo. Sembra che le maestre gli stiano facendo i complimenti per come canta, ma in famiglia già eravamo a conoscenza di quanto lo diverta cantare. E' stato poi seriamente preso dall'attuazione programmata di uno scambio di Gormiti (mostri di gomma che riproducono quelli di un cartone) ed infine ha raccontato di una compagna che ha imparato a dormire senza l'ausilio del succhiotto. Davvero un'avventura la sua navigazione extra - familiare!
In serata sono stata al colloquio con le maestre di Lele che non han fatto altro che confermare la mia stessa fatica nel fare in modo che accetti le indicazione che gli vengono date (ad esempio: un grafico non si disegna a mano libera ma col righello) e che resti composto nel banco.
Che fatica! speriamo in bene, perché in lui vedo anche dei bei miglioramenti, ma questa frenesia di un corpo sempre e comunque scompostamente in movimento, non sarà indice di qualche malessere? devo rifletterci con Maurizio.
A proposito, è su da Elisa che non si riaddormenta. Meglio vada a dare un'occhiata. Addio mez'zora di relax e... buona notte a voi, naviganti.
---
la mamma
E' soprattutto il momento che mio marito ed io ci dedichiamo per stare un po' tra noi e proprio non mi andava di rinunciarvi.
Sono stati un po' complicati questi ultimi tratti di navigazione, ma sono stati preceduti da un venerdì davvero sorprendente per visite e telefonate di persone care.
E' giusto in tono con il tema scelto per l'annuale cammino del gruppo famiglie: l'accoglienza. Riflettendoci, in serata, ho pensato che attraverso tutte quelle persone il Signore stesso avesse trovato un modo di farci visita.
(Ecco, proprio in questo momento Elisa, disturbata da un colpo di tosse, si è di nuovo messa piangere disperata).
Forse non ci aspetterà una bella notte, ma speriamo che passi, altrimenti dovrò farla vedere dal pediatra. Non vorrei proprio che finisse in una bronchite o broncopolmonite non riconosciuta.
Davide è entrato nel vivo della preparazione della recita di Natale. Ogni giorno torna a casa con un racconto nuovo di quanto gli è successo durante il tempo trascorso all'asilo. Sembra che le maestre gli stiano facendo i complimenti per come canta, ma in famiglia già eravamo a conoscenza di quanto lo diverta cantare. E' stato poi seriamente preso dall'attuazione programmata di uno scambio di Gormiti (mostri di gomma che riproducono quelli di un cartone) ed infine ha raccontato di una compagna che ha imparato a dormire senza l'ausilio del succhiotto. Davvero un'avventura la sua navigazione extra - familiare!
In serata sono stata al colloquio con le maestre di Lele che non han fatto altro che confermare la mia stessa fatica nel fare in modo che accetti le indicazione che gli vengono date (ad esempio: un grafico non si disegna a mano libera ma col righello) e che resti composto nel banco.
Che fatica! speriamo in bene, perché in lui vedo anche dei bei miglioramenti, ma questa frenesia di un corpo sempre e comunque scompostamente in movimento, non sarà indice di qualche malessere? devo rifletterci con Maurizio.
A proposito, è su da Elisa che non si riaddormenta. Meglio vada a dare un'occhiata. Addio mez'zora di relax e... buona notte a voi, naviganti.
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la mamma
venerdì 19 novembre 2010
Ormai il mio ultimo post si perde nel passato più remoto... :-(
Ma la visione (per la seconda volta a dire il vero) di questo film, mi ha fatto venire la voglia di segnalarlo sul nostro blog.
Si tratta di "Io & Marley" un film tratto da un libro autobiografico di un giornalista americano di nome John Grogan che lo ha dedicato al proprio cane chiamato appunto "Marley".
Complice forse il racconto della famiglia composta da tre figli (due maschi e una femmina, l'ultima dei tre) o le scelte fatte dall'autore e dalla moglie in merito alla sfera lavorativa e familiare o anche al profondo affetto e all'amore che lega i due coniugi, ma guardando il film non ho potuto trattenermi dal notare alcune assonanze con la nostra vita e la nostra famiglia (anche se non abbiamo ancora adottato un cagnolino...).
Semplicemente vi consiglio di vedere questo film e, se vi riesce, di lasciarvi trasportare dal racconto delle avventure di questa famiglia e del suo ospite a quattro zampe.
---
il papà
Ma la visione (per la seconda volta a dire il vero) di questo film, mi ha fatto venire la voglia di segnalarlo sul nostro blog.
Si tratta di "Io & Marley" un film tratto da un libro autobiografico di un giornalista americano di nome John Grogan che lo ha dedicato al proprio cane chiamato appunto "Marley".
Complice forse il racconto della famiglia composta da tre figli (due maschi e una femmina, l'ultima dei tre) o le scelte fatte dall'autore e dalla moglie in merito alla sfera lavorativa e familiare o anche al profondo affetto e all'amore che lega i due coniugi, ma guardando il film non ho potuto trattenermi dal notare alcune assonanze con la nostra vita e la nostra famiglia (anche se non abbiamo ancora adottato un cagnolino...).
Semplicemente vi consiglio di vedere questo film e, se vi riesce, di lasciarvi trasportare dal racconto delle avventure di questa famiglia e del suo ospite a quattro zampe.
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il papà
E' ritornata. L'insensata pioggia, il cielo grigio, quella sensazione di umidiccio attaccata ovunque... il sole di ieri sembra un pallido, lontano ricordo.
Per arrivare dalla nonna per il nostro giovedì fuori casa ho dovuto prendere la macchina. Sono arrivata sul piazzale della scuola materna dopo aver legato Elisa sul suo seggiolino e caricato passeggino, borsa col cambio e tutto quanto poteva servire.
Quando si tratta di spostarsi dentro i confini della città trovo che prendre la macchina complichi solo le cose, e poi a me piace passeggiare... considero comunque una fortuna, nonostante io non guidi molto, essere in grado di farne uso all'occorrenza.
Prima di uscire son riuscita a impastare la pasta per la pizza del giovedì sera (senza birra perché Maurizio già aveva aperto una bottiglia di vino), a togliere le lenzuola dai letti per il cambio programmato e stampare gli ultimi qundici giorni di post per la nonna che non possiede internet. Avrei dovuto/voluto stendere la biancheria, ma il tempo, come sempre tiranno, mi ha costretta a rimandare l'attività alla mezz'ora prima della cena.
Quando anche Emanuele è stato a casa abbiamo pranzato. Nel frattempo Davide aveva montato il suo cantiere e protestava che tenessimo lontana Elisa e non la lasciassimo libera di girovagare sul pavimento. Dall'angolo dove si era sistemato si è alzato e ha chiuso la porta della cucina in modo che sua sorella vi restasse dentro, (con la nonna che cucinava e io che andavo avanti e indietro per apparecchiare) e lui, fuori, potesse continuare il gioco indisturbato.
Qualcosa però nella sua coscienza dev'essersi smosso, perché, di tanto, in tanto tornava da Elisa per portarle una cariolina o un omino. Piccola concessione che, nella sua testa, doveva compensare la limitazione imposta.
Nel pomeriggio il grande s'è messo a fare i compiti. Per l'ennesima volta ha dimenticato un libro che gli sarebbe servito a scuola e inoltre, quando è stato il momento di studiare storia, era stanco e scarsamente concentrato.
Davide è sempre più interessato a conoscere le lettere. Abbiamo letto insieme un libro di Richard Scherry e poi ha copiato qualche lettera in stampatello su un piccolo blocco. Proprio bravo!
Elisa intanto si è fatta un pisolino sufficientemente lungo nel lettone della nonna, coperta da una leggera trapunta e circondata da un paio di cuscini perché non cadesse.
Stasera dopo le preghiere si sono addormentati tutti e tre molto velocemente e anzi, a dire il vero li abbiamo messi a letto con una mezz'ora di ritardo sull'orario solito per via dell'allenamento di judo, al ritorno dal quale, esprimendo il desiderio di parlarne con noi, Lele ci ha annunciato di voler fondare un club a scuola.
Sembra sia ormai la normalità fra loro. Maurizio ed io ci siamo trovati subito d'accordo nel fargli notare che andava bene purché non diventasse un mezzo di esclusione per alcuni. Lui ha concordato, ma già pensa a quali benefici potrebbe trarre dall'essere il capo del club.
Strano... mi sembrava di non aver niente di particolare da scrivere oggi.
Uno sguardo all'ora sul videoregistratore. E' già venerdì.
Buona notte naviganti.
---
la mamma
Per arrivare dalla nonna per il nostro giovedì fuori casa ho dovuto prendere la macchina. Sono arrivata sul piazzale della scuola materna dopo aver legato Elisa sul suo seggiolino e caricato passeggino, borsa col cambio e tutto quanto poteva servire.
Quando si tratta di spostarsi dentro i confini della città trovo che prendre la macchina complichi solo le cose, e poi a me piace passeggiare... considero comunque una fortuna, nonostante io non guidi molto, essere in grado di farne uso all'occorrenza.
Prima di uscire son riuscita a impastare la pasta per la pizza del giovedì sera (senza birra perché Maurizio già aveva aperto una bottiglia di vino), a togliere le lenzuola dai letti per il cambio programmato e stampare gli ultimi qundici giorni di post per la nonna che non possiede internet. Avrei dovuto/voluto stendere la biancheria, ma il tempo, come sempre tiranno, mi ha costretta a rimandare l'attività alla mezz'ora prima della cena.
Quando anche Emanuele è stato a casa abbiamo pranzato. Nel frattempo Davide aveva montato il suo cantiere e protestava che tenessimo lontana Elisa e non la lasciassimo libera di girovagare sul pavimento. Dall'angolo dove si era sistemato si è alzato e ha chiuso la porta della cucina in modo che sua sorella vi restasse dentro, (con la nonna che cucinava e io che andavo avanti e indietro per apparecchiare) e lui, fuori, potesse continuare il gioco indisturbato.
Qualcosa però nella sua coscienza dev'essersi smosso, perché, di tanto, in tanto tornava da Elisa per portarle una cariolina o un omino. Piccola concessione che, nella sua testa, doveva compensare la limitazione imposta.
Nel pomeriggio il grande s'è messo a fare i compiti. Per l'ennesima volta ha dimenticato un libro che gli sarebbe servito a scuola e inoltre, quando è stato il momento di studiare storia, era stanco e scarsamente concentrato.
Davide è sempre più interessato a conoscere le lettere. Abbiamo letto insieme un libro di Richard Scherry e poi ha copiato qualche lettera in stampatello su un piccolo blocco. Proprio bravo!
Elisa intanto si è fatta un pisolino sufficientemente lungo nel lettone della nonna, coperta da una leggera trapunta e circondata da un paio di cuscini perché non cadesse.
Stasera dopo le preghiere si sono addormentati tutti e tre molto velocemente e anzi, a dire il vero li abbiamo messi a letto con una mezz'ora di ritardo sull'orario solito per via dell'allenamento di judo, al ritorno dal quale, esprimendo il desiderio di parlarne con noi, Lele ci ha annunciato di voler fondare un club a scuola.
Sembra sia ormai la normalità fra loro. Maurizio ed io ci siamo trovati subito d'accordo nel fargli notare che andava bene purché non diventasse un mezzo di esclusione per alcuni. Lui ha concordato, ma già pensa a quali benefici potrebbe trarre dall'essere il capo del club.
Strano... mi sembrava di non aver niente di particolare da scrivere oggi.
Uno sguardo all'ora sul videoregistratore. E' già venerdì.
Buona notte naviganti.
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la mamma
giovedì 18 novembre 2010
Una giornata finalmente diversa! dopo tre giorni d'insensata pioggia è tornato il sole, un magnifico, invitante sole. Un sole talmente invitante che, vinta ogni titubanza, ho vestito anche Elisa e, invece di lasciarla a casa come ogni mattina l'ho portata con me.
Abbiamo accompagnato Davide all'asilo e poi fatto un giretto per il mercato. Con la nonna siamo state ad acquistare il sangallo per bordare le tende della sua camera e domani sembra che daremo inizio all'opera. Mancandomi il té verde per il pomeriggio siamo state anche alla Cooperativa Nord - Sud per rifornire l'armadietto delle tisane di questa preziosa bevanda, ricchissima di anti-ossidanti.
Né lei, né io avevamo voglia di rientrare subito, così insieme ci siamo avviate verso la periferia della città lasciando il centro. Siamo state all'erboristeria a salutare la proprietaria che da quasi un anno non vedo da quasi un anno. L'erboristeria da diverso tempo ormai è una delle tappe fisse del venerdì. Acquistiamo i prodotti per l'igiene, gli integratori, qualche volta i regali e, puntata dopo puntata, siamo diventati degli habituée.
Uscite da lì, erano circa le 10.30, abbiamo attraversato la strada e siamo state a salutare il nonno al cimitero per poi tornarcene a casa. C'è stato il tempo di rifare i letti prima del pranzo. Io tiravo le lenzuola e lei svuotava cassetti e armadietti alla sua portata.
Oggi poi è stata una grande prima volta di Elisa. La sua "prima volta" degli spaghetti. Eh si! la dispensa era sprovvista di confezioni di capelli d'angelo e, cercando qualcosa che potesse piacere a entrambe, non ho trovato niente di meglio. Con mia grande sorpresa, nonostante mi sembrasse una porzione un po' abbondante per lei, ha svuotato il piatto.
Di nuovo a nanna ho proseguito col programma della giornata. Niente mestieri, niente ferro da stiro. Ho preparato una torta alle pere che avrebbe previsto l'utilizzo della ricotta. Aprendo il pacchetto però mi sono accorta che era scaduta! Di perdere tempo proprio non mi andava, così ho messo in funzione tutte le rotelle della mente e sottraendo alla piccola due vasetti di yogurt e recuperando un po' di biscotti sbriciolati in fondo alla scatola, ne è uscito un dolce da frigorifero.
Anacronistico forse, rispetto alla stagione, ma... corredato di spolverata di cacao, buono!
Davide è rientrato con la mamma di un compagno che la piccola ancora dormiva. Si è unito a noi per la merenda e nel frattempo, a suo modo, provava a raccontarmi la storia di Adamo ed Eva. "Perché lui, il maschio, ha mangiato il frutto del male ... e poi è arrivato il serpente ... e poi per punizione sono stati cacciati ... " così suonava all'incirca il suo racconto.
Mezz'ora dopo è arrivato anche il fratello. Merenda anche per lui e alle 17 stavamo tutti davanti alla tv a guardare di nuovo "Lo Zecchino".
Con Elisa nel frattempo abbiamo un po' giocato. Si è divertita a recuperare alcuni giochi dal suo cestone, tra cui una pallina di plastica gialla grazie alla quale siamo riuscite a ridere parecchio.
L'ultimo a rientrare, come sempre, è stato papà che, dopo aver buttato carta e plastica per la raccolta differenziata, è salito a lavarsi e cambiarsi portandosi la piccola cosicché potessi pensare alla cena e seguire un po' Lele nello studio.
Che dire... dovrebbero essere tutte giornate così!
Come sempre ho tirato tardi, meglio congedarsi...
Buona notte naviganti
---
la mamma
Abbiamo accompagnato Davide all'asilo e poi fatto un giretto per il mercato. Con la nonna siamo state ad acquistare il sangallo per bordare le tende della sua camera e domani sembra che daremo inizio all'opera. Mancandomi il té verde per il pomeriggio siamo state anche alla Cooperativa Nord - Sud per rifornire l'armadietto delle tisane di questa preziosa bevanda, ricchissima di anti-ossidanti.
Né lei, né io avevamo voglia di rientrare subito, così insieme ci siamo avviate verso la periferia della città lasciando il centro. Siamo state all'erboristeria a salutare la proprietaria che da quasi un anno non vedo da quasi un anno. L'erboristeria da diverso tempo ormai è una delle tappe fisse del venerdì. Acquistiamo i prodotti per l'igiene, gli integratori, qualche volta i regali e, puntata dopo puntata, siamo diventati degli habituée.
Uscite da lì, erano circa le 10.30, abbiamo attraversato la strada e siamo state a salutare il nonno al cimitero per poi tornarcene a casa. C'è stato il tempo di rifare i letti prima del pranzo. Io tiravo le lenzuola e lei svuotava cassetti e armadietti alla sua portata.
Oggi poi è stata una grande prima volta di Elisa. La sua "prima volta" degli spaghetti. Eh si! la dispensa era sprovvista di confezioni di capelli d'angelo e, cercando qualcosa che potesse piacere a entrambe, non ho trovato niente di meglio. Con mia grande sorpresa, nonostante mi sembrasse una porzione un po' abbondante per lei, ha svuotato il piatto.
Di nuovo a nanna ho proseguito col programma della giornata. Niente mestieri, niente ferro da stiro. Ho preparato una torta alle pere che avrebbe previsto l'utilizzo della ricotta. Aprendo il pacchetto però mi sono accorta che era scaduta! Di perdere tempo proprio non mi andava, così ho messo in funzione tutte le rotelle della mente e sottraendo alla piccola due vasetti di yogurt e recuperando un po' di biscotti sbriciolati in fondo alla scatola, ne è uscito un dolce da frigorifero.
Anacronistico forse, rispetto alla stagione, ma... corredato di spolverata di cacao, buono!
Davide è rientrato con la mamma di un compagno che la piccola ancora dormiva. Si è unito a noi per la merenda e nel frattempo, a suo modo, provava a raccontarmi la storia di Adamo ed Eva. "Perché lui, il maschio, ha mangiato il frutto del male ... e poi è arrivato il serpente ... e poi per punizione sono stati cacciati ... " così suonava all'incirca il suo racconto.
Mezz'ora dopo è arrivato anche il fratello. Merenda anche per lui e alle 17 stavamo tutti davanti alla tv a guardare di nuovo "Lo Zecchino".
Con Elisa nel frattempo abbiamo un po' giocato. Si è divertita a recuperare alcuni giochi dal suo cestone, tra cui una pallina di plastica gialla grazie alla quale siamo riuscite a ridere parecchio.
L'ultimo a rientrare, come sempre, è stato papà che, dopo aver buttato carta e plastica per la raccolta differenziata, è salito a lavarsi e cambiarsi portandosi la piccola cosicché potessi pensare alla cena e seguire un po' Lele nello studio.
Che dire... dovrebbero essere tutte giornate così!
Come sempre ho tirato tardi, meglio congedarsi...
Buona notte naviganti
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la mamma
martedì 16 novembre 2010
Altro mal di testa da sfasamento del sonno. Quant'è importuno quest'ospite che s'è insinuato in un'ora del giorno in cui sarebbe stato meglio trovarsi in splendida forma.
S'è insinuato alla chetichella all'incirca dopo pranzo, ed è poi esploso tra le 16 e le 17, costringendomi a sdraiarmi sul divano una decina di minuti per placarlo mentre Maurizio terminava di preparare quella che, almeno nelle intenzioni, avrebbe dovuto essere una cena migliore di quello che è stata.
Per la prima volta abbiamo provato del cous, cous, integrale per giunta. Buonissimo, ma le cosce di pollo sono rimaste crude all'interno e non è la stessa cosa di quando si mangia carne cotta al sangue.
Resistendo al fastidio, contemporaneamente al pollo, ho lessato una patata per la pastina di Elisa. Né Maurizio, né io abbiamo poi curato la cottura ed è finita attaccata al fondo della pentola.
Insomma, un vero disastro culinario. Ai bambini però il cous, cous è piaciuto veramente molto e la prossima volta basterà arricchirlo con verdure, o tagliare pezzi più piccoli di carne per renderlo ancora più gradevole.
E' una buona alternativa alla pasta e un'amica ci ha informati del fatto che né esistono anche di cereali diversi dal granturco.
In complesso però non è stata una brutta giornata.
Lo sfasamento del sonno risale a ieri sera, quando avrei voluto aggiornare il giornale di bordo. Seduti sul divano Maurizio ed io, finalmente soli, ci siamo casualmente imbattuti in uno dei nostri confronti. Abbiamo avuto la sorprendente occasione di scambiarci reciproche confidenze e impressioni circa alcuni aspetti della nostra vita matrimoniale e poi... s'è svegliata Elisa piangendo.
Non c'è stato verso di farla riaddormentare fin quasi alla una. Pensare che la notte prima Davide s'è svegliato verso le cinque per un'impellente bisognino e... non l'ho neanche sentito! Me l'ha raccontato Maurizio la mattina dopo.
Probabilmente sarò presto radiata dall'albo delle madri.
Oggi non avrei avuto voglia di far niente, ma perdere inutilmente tempo sarebbe stato un vero peccato. Così ho lottato e vinto contro me stessa e la mia pigrizia e, in compagnia della piccola, ho rifatto i letti e pulito la sala. Nel pomeriggio, mentre Lele senza troppe distrazioni portava a termine i compiti e studiava, io ho stirato.
Davide è stato riaccompagnato dalla mamma di un compagno. In questo modo ho evitato un'uscita sotto la pioggia battente ed Elisa ha potuto proseguire il suo sonno fino alle 16, quando l'ho svegliata io per la merenda.
Oggi però è stato anche il primo giorno della 53esima edizione de: "Lo Zecchino d'Oro", e così ci siam messi davanti alla televisione per seguirlo. Le canzoni, quest'anno, non sono proprio entusiasmanti, così Davide s'è stufato presto di ascoltarle, costringendomi a tener sotto controllo la sua voglia di movimento impropria per un ambiente chiuso come la casa.
Stasera però, accanto al loro letto, avevo un bella sensazione nel cuore. Era la consapevolezza di averli amati e di avere altro amore da dare loro, nonostante la fatica, nonostante i miei limiti, nonostante tutto.
Eh si! viaggiare amando è un'altra cosa, proprio un'altra cosa ed è un dono la stessa capacità d'amare.
A domani naviganti. Buona notte.
---
la mamma
S'è insinuato alla chetichella all'incirca dopo pranzo, ed è poi esploso tra le 16 e le 17, costringendomi a sdraiarmi sul divano una decina di minuti per placarlo mentre Maurizio terminava di preparare quella che, almeno nelle intenzioni, avrebbe dovuto essere una cena migliore di quello che è stata.
Per la prima volta abbiamo provato del cous, cous, integrale per giunta. Buonissimo, ma le cosce di pollo sono rimaste crude all'interno e non è la stessa cosa di quando si mangia carne cotta al sangue.
Resistendo al fastidio, contemporaneamente al pollo, ho lessato una patata per la pastina di Elisa. Né Maurizio, né io abbiamo poi curato la cottura ed è finita attaccata al fondo della pentola.
Insomma, un vero disastro culinario. Ai bambini però il cous, cous è piaciuto veramente molto e la prossima volta basterà arricchirlo con verdure, o tagliare pezzi più piccoli di carne per renderlo ancora più gradevole.
E' una buona alternativa alla pasta e un'amica ci ha informati del fatto che né esistono anche di cereali diversi dal granturco.
In complesso però non è stata una brutta giornata.
Lo sfasamento del sonno risale a ieri sera, quando avrei voluto aggiornare il giornale di bordo. Seduti sul divano Maurizio ed io, finalmente soli, ci siamo casualmente imbattuti in uno dei nostri confronti. Abbiamo avuto la sorprendente occasione di scambiarci reciproche confidenze e impressioni circa alcuni aspetti della nostra vita matrimoniale e poi... s'è svegliata Elisa piangendo.
Non c'è stato verso di farla riaddormentare fin quasi alla una. Pensare che la notte prima Davide s'è svegliato verso le cinque per un'impellente bisognino e... non l'ho neanche sentito! Me l'ha raccontato Maurizio la mattina dopo.
Probabilmente sarò presto radiata dall'albo delle madri.
Oggi non avrei avuto voglia di far niente, ma perdere inutilmente tempo sarebbe stato un vero peccato. Così ho lottato e vinto contro me stessa e la mia pigrizia e, in compagnia della piccola, ho rifatto i letti e pulito la sala. Nel pomeriggio, mentre Lele senza troppe distrazioni portava a termine i compiti e studiava, io ho stirato.
Davide è stato riaccompagnato dalla mamma di un compagno. In questo modo ho evitato un'uscita sotto la pioggia battente ed Elisa ha potuto proseguire il suo sonno fino alle 16, quando l'ho svegliata io per la merenda.
Oggi però è stato anche il primo giorno della 53esima edizione de: "Lo Zecchino d'Oro", e così ci siam messi davanti alla televisione per seguirlo. Le canzoni, quest'anno, non sono proprio entusiasmanti, così Davide s'è stufato presto di ascoltarle, costringendomi a tener sotto controllo la sua voglia di movimento impropria per un ambiente chiuso come la casa.
Stasera però, accanto al loro letto, avevo un bella sensazione nel cuore. Era la consapevolezza di averli amati e di avere altro amore da dare loro, nonostante la fatica, nonostante i miei limiti, nonostante tutto.
Eh si! viaggiare amando è un'altra cosa, proprio un'altra cosa ed è un dono la stessa capacità d'amare.
A domani naviganti. Buona notte.
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la mamma
domenica 14 novembre 2010
Anche se di rado, purtroppo, ogni tanto succede che ci ritroviamo tutti e cinque sul tappeto, come questa sera.
Essendo stati nel pomeriggio ad una festa di compleanno abbiamo cenato con latte e biscotti e questo ci ha catapultati in un'oasi di libertà e pace ben prima dell'orario consueto. Guardavo il quadrante della sveglia a parete della cucina, giusto per avere un riferimento temporale, e continuavo a leggere nove laddove avrei dovuto leggere otto.
Nemmeno avevo la biancheria da stendere. Nel mentre Maurizio, alle 14.30, partecipava in oratorio alla riunione dei genitori i cui figli riceveranno la Prima Comunione, io ho svuotato il cestello della lavatrice e, grazie al pisolino di Elisa e allo straordinario aiuto di Davide, ho pulito il bagno. Anticipo per anticipo, assolutamente eccezionale di questi tempi, un quarto d'ora prima del previsto lui ed io ci siamo seduti vicini sul divano a sfogliare le pagine di un libro.
Ricordo che un anno fa era il mio forte rimpianto, quello di essere finalmente in cinque (Elisa aveva solo quindici giorni) e non riuscire a godermi la mia nuova famiglia. Avevo il pancione e immaginavo il Natale successivo, desideravo che arrivasse quel momento che si è poi tradotto in un assurdo (ma ahimé normale in questa situazione) tour de force.
Non c'era tempo per niente. Non c'era tempo per incantarsi insieme davanti all'albero, godersi il calore e la vicinanza reciproca, i giorni a casa... Allattavo Elisa ogni due ore nell'estremo tentativo di non passare così presto all'artificiale e la casa era un disastro. No, non c'era tempo per niente.
Stasera però è stato diverso, e il mio sogno sbiadito ha come ripreso colore. Davide è venuto a posizionarsi sulle mie gambe, mentre la piccola, forse ingelosendosi, cercava proprio le mie mani per mettersi in piedi. Poi Davide s'è spostato sul papà e dopo ancora se n'è andato sul divano insieme alla sua gru. Così Lele, che stava un po' soffrendo di mal di testa a causa di quello che credo sia un intasamento da raffreddore, ha quasi preso il posto del fratello. Si è accovacciato vicino a me ed ha appoggiato la testa sulla mia spalla.
Come una bolla d'armonia fra le spigolosità d'ogni giorno.
L'unica nota stonata è stata forse la pioggia, che da un mese e mezzo circa arriva a far visita proprio nel fine settimana.
La festa è stata una bella e piacevole occasione d'incontro con tanti amici. Non dovrebbe servire proprio a questo la domenica? a curare le relazioni, dedicando del tempo a Dio e agli altri, a partire da quelli di casa?
Quand'è così sento di aver vissuto la domenica.
Buona notte naviganti e buona settimana.
---
la mamma
Essendo stati nel pomeriggio ad una festa di compleanno abbiamo cenato con latte e biscotti e questo ci ha catapultati in un'oasi di libertà e pace ben prima dell'orario consueto. Guardavo il quadrante della sveglia a parete della cucina, giusto per avere un riferimento temporale, e continuavo a leggere nove laddove avrei dovuto leggere otto.
Nemmeno avevo la biancheria da stendere. Nel mentre Maurizio, alle 14.30, partecipava in oratorio alla riunione dei genitori i cui figli riceveranno la Prima Comunione, io ho svuotato il cestello della lavatrice e, grazie al pisolino di Elisa e allo straordinario aiuto di Davide, ho pulito il bagno. Anticipo per anticipo, assolutamente eccezionale di questi tempi, un quarto d'ora prima del previsto lui ed io ci siamo seduti vicini sul divano a sfogliare le pagine di un libro.
Ricordo che un anno fa era il mio forte rimpianto, quello di essere finalmente in cinque (Elisa aveva solo quindici giorni) e non riuscire a godermi la mia nuova famiglia. Avevo il pancione e immaginavo il Natale successivo, desideravo che arrivasse quel momento che si è poi tradotto in un assurdo (ma ahimé normale in questa situazione) tour de force.
Non c'era tempo per niente. Non c'era tempo per incantarsi insieme davanti all'albero, godersi il calore e la vicinanza reciproca, i giorni a casa... Allattavo Elisa ogni due ore nell'estremo tentativo di non passare così presto all'artificiale e la casa era un disastro. No, non c'era tempo per niente.
Stasera però è stato diverso, e il mio sogno sbiadito ha come ripreso colore. Davide è venuto a posizionarsi sulle mie gambe, mentre la piccola, forse ingelosendosi, cercava proprio le mie mani per mettersi in piedi. Poi Davide s'è spostato sul papà e dopo ancora se n'è andato sul divano insieme alla sua gru. Così Lele, che stava un po' soffrendo di mal di testa a causa di quello che credo sia un intasamento da raffreddore, ha quasi preso il posto del fratello. Si è accovacciato vicino a me ed ha appoggiato la testa sulla mia spalla.
Come una bolla d'armonia fra le spigolosità d'ogni giorno.
L'unica nota stonata è stata forse la pioggia, che da un mese e mezzo circa arriva a far visita proprio nel fine settimana.
La festa è stata una bella e piacevole occasione d'incontro con tanti amici. Non dovrebbe servire proprio a questo la domenica? a curare le relazioni, dedicando del tempo a Dio e agli altri, a partire da quelli di casa?
Quand'è così sento di aver vissuto la domenica.
Buona notte naviganti e buona settimana.
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la mamma
sabato 13 novembre 2010
A proposito de: "L'eleganza del riccio", grazie cara amica di aver lasciato il tuo commento, perché questo mi dà l'occasione di condividere con tutti i compagni di viaggio alcune riflessioni.
Tu dici che ti ha commossa. Si, alcuni dei risvolti finali, in effetti, non possono che provocare commozione, ma per buona parte della lettura, fino a quando non è entrato nel vivo l'intreccio delle relazioni fra i tre protagonisti principali, ho avuto quasi un unico pensiero. Solo la fede è in grado di dare un senso all'esistenza, un senso che tutta la cultura del mondo non può offrire. Solo la fede dà quella speranza, soprattutto a chi nella vita si trova in condizioni di subalternità, che altrimenti e altrove non si trova. Se io, portinaia di misere origini, sono figlia di Dio, davanti a Lui la mia dignità vale tanto quanto la tua che sei Paperon de Paperoni, il presidente degli Stati Uniti d'America, il Papa o meglio, davanti a Dio tu sei piccolo quanto me.
A me sembra che la cultura non basti a dare risposta alle domande più profonde che da sempre e per sempre stanno nel profondo dell'animo umano: perché esisto, da dove vengo e dove vado?
Mi incuriosiva inoltre il fatto che ognuno di questi personaggi, così chiaramente ritratti nella loro tipologia dall'autrice, trovassero l'immortalità nella bellezza sovente di un'opera d'arte (un dipinto, un film, nella musica classica...). Identificavano l'immortalità con la consacrazione di un'emozione che racchiusa, imprigionata appunto in un'opera d'arte rimane fissa per sempre. Credo chiarisca bene il concetto l'idea di una fotografia. La fotografia fissa per sempre nel tempo, a quel tempo in cui è stata scattata, l'immagine del soggetto ritratto. E' l'idea che regge il "Dorian Gray" di Oscar Wilde per chi l'ha letto. Questa però non è immortalità, ma immobilità. Chi la guarda tocca qualcosa che magari nella realtà non esiste o non esiste più al presente.
L'immortalità in senso cristiano invece è un'altra cosa. E' eternità, certo, ma è eterna vita e la vita è tutt'altro che immobile.
Mi colpivano poi due precisi momenti della vicenda. La domenica pomeriggio che M.me Michelle trascorre nella sala cinematografica in miniatura di Moniseur Ozu, naturalmente in compagnia di quest'ultimo. Quel pomeriggio lei si sorprende di come si senta a proprio agio in compagnia di un'altra persona. "Come quando sono sola" dice più o meno. Trovo interessante l'idea di coppia che emerge. E' come quando ti alzi dal letto al mattino e sai di non essere per niente una buona compagnia, e di avere un'aspetto per nulla piacevole, ma se hai accanto tuo marito, e sai di essere amata in ogni momento per quello che sei, non ti senti in imbarazzo. Può naturalmente verificarsi la stessa, identica cosa anche quando nella coppia c'è semplicemente indifferenza, ma questa è tutta un'altra storia. In quel momento poi, i due sono coinvolti l'uno con l'altra, provano piacere nel fare entrambi la stessa cosa, insieme: guardare un film e gustare un dolce nell'intimità avvolgente di una sala cinematografica per giunta privata.
Mi ha fatto pensare a me e Maurizio, alla coppia formata da Maurizio e me, a come a volte, pur essendo molto forte il collante che ci tiene uniti e che ci fa desiderare di trascorrere del tempo insieme, ci perdiamo nei meandri delle nostre solitudini. Com'è bello invece quando ci sosteniamo e cooperiamo per la realizzazione del pane o la produzione della birra, perché il far qualcosa piacevolmente insieme diventa una straordinaria via all'unità e può donare leggerezza all'esistenza.
Questo porta direttamente alle considerazioni su Paloma, la ragazzina con manie suicide che risolve sé stessa nel momento in cui capisce che la sua "malattia" è l'impedimento stesso a far qualcosa per le persone più care, l'impedimento ad amare che la porta alla convinzione di vivere nel mondo come un pesce nella propria boccia: senza sbocchi, come se tutto fosse già predeterminato.
Decide in quel momento che da grande farà il medico o la scrittrice, paragonando, quasi sovrapponendo le due professioni perché portano alla guarigione del corpo e dell'anima altrui e, di riflesso, anche della propria. Non possa descrivere che effetto possa aver fatto leggere una cosa del genere su qualcuno che, come me, porta da sempre nel cuore un grande desiderio: scrivere.
Un'ultima annotazione, senza svelare niente per coloro che ancora non avessero letto il libro. Sono rimasta delusa dalla conlcusione. Anche in questo caso, neanche la minima ombra del senso cristiano di ciò che è accaduto, e va bé, date le premesse non ci si poteva attendere fosse diverso da com'è stato descritto e vissuto quest'evento. Mi ha delusa però soprattutto perché l'ho vissuta non come una naturale conclusione dell'intera vicenda, ma come una troncatura, anche piuttosto maldestra.
A me sarebbe piaciuto per esempio vedere come i protagonisti sarebbero riusciti a superare le convenzioni sociali, la divisione netta delle classi sociali, se fra loro fosse nata una relazione sentimentale, se anche solo l'amicizia fra loro fosse proseguita, ma mi devo accontentare di ciò che ho avuto.
Credo non ci sia più spazio ormai, per stasera, per raccontare della nostra famiglia, anche se nei due giorni di assenza non è certo mancato materiale col quale riempire il giornale. Lele e Davide hanno avuto qualche linea di febbre, e Davide anche una brutta otite che mi ha costretta a somministrargli l'antibiotico. Ieri, nonostante un buonissimo inizio di giornata, quello che sembrava un sogno (bambini che non litigavano e cose così) si è presto trasformato in un brutto incubo. La salvezza però, dopo essermi trovata un'ennesima volta a gestire da sola tre allarmi che strillavano contemporaneamente, è arrivata. La storia è sempre quella: o sopravvivo o soccombo, e questa volta sono sopravvissuta. Chissà poi dov'è, su questo vascello, il gancio dove tengo il salvagente!
Oggi marmellata di pere, avrei fatto anche un dolce ma non c'è stato tempo.
Domani pomeriggio complicato. Adesso... buona notte naviganti e un abbraccio a tutti.
---
la mamma
Tu dici che ti ha commossa. Si, alcuni dei risvolti finali, in effetti, non possono che provocare commozione, ma per buona parte della lettura, fino a quando non è entrato nel vivo l'intreccio delle relazioni fra i tre protagonisti principali, ho avuto quasi un unico pensiero. Solo la fede è in grado di dare un senso all'esistenza, un senso che tutta la cultura del mondo non può offrire. Solo la fede dà quella speranza, soprattutto a chi nella vita si trova in condizioni di subalternità, che altrimenti e altrove non si trova. Se io, portinaia di misere origini, sono figlia di Dio, davanti a Lui la mia dignità vale tanto quanto la tua che sei Paperon de Paperoni, il presidente degli Stati Uniti d'America, il Papa o meglio, davanti a Dio tu sei piccolo quanto me.
A me sembra che la cultura non basti a dare risposta alle domande più profonde che da sempre e per sempre stanno nel profondo dell'animo umano: perché esisto, da dove vengo e dove vado?
Mi incuriosiva inoltre il fatto che ognuno di questi personaggi, così chiaramente ritratti nella loro tipologia dall'autrice, trovassero l'immortalità nella bellezza sovente di un'opera d'arte (un dipinto, un film, nella musica classica...). Identificavano l'immortalità con la consacrazione di un'emozione che racchiusa, imprigionata appunto in un'opera d'arte rimane fissa per sempre. Credo chiarisca bene il concetto l'idea di una fotografia. La fotografia fissa per sempre nel tempo, a quel tempo in cui è stata scattata, l'immagine del soggetto ritratto. E' l'idea che regge il "Dorian Gray" di Oscar Wilde per chi l'ha letto. Questa però non è immortalità, ma immobilità. Chi la guarda tocca qualcosa che magari nella realtà non esiste o non esiste più al presente.
L'immortalità in senso cristiano invece è un'altra cosa. E' eternità, certo, ma è eterna vita e la vita è tutt'altro che immobile.
Mi colpivano poi due precisi momenti della vicenda. La domenica pomeriggio che M.me Michelle trascorre nella sala cinematografica in miniatura di Moniseur Ozu, naturalmente in compagnia di quest'ultimo. Quel pomeriggio lei si sorprende di come si senta a proprio agio in compagnia di un'altra persona. "Come quando sono sola" dice più o meno. Trovo interessante l'idea di coppia che emerge. E' come quando ti alzi dal letto al mattino e sai di non essere per niente una buona compagnia, e di avere un'aspetto per nulla piacevole, ma se hai accanto tuo marito, e sai di essere amata in ogni momento per quello che sei, non ti senti in imbarazzo. Può naturalmente verificarsi la stessa, identica cosa anche quando nella coppia c'è semplicemente indifferenza, ma questa è tutta un'altra storia. In quel momento poi, i due sono coinvolti l'uno con l'altra, provano piacere nel fare entrambi la stessa cosa, insieme: guardare un film e gustare un dolce nell'intimità avvolgente di una sala cinematografica per giunta privata.
Mi ha fatto pensare a me e Maurizio, alla coppia formata da Maurizio e me, a come a volte, pur essendo molto forte il collante che ci tiene uniti e che ci fa desiderare di trascorrere del tempo insieme, ci perdiamo nei meandri delle nostre solitudini. Com'è bello invece quando ci sosteniamo e cooperiamo per la realizzazione del pane o la produzione della birra, perché il far qualcosa piacevolmente insieme diventa una straordinaria via all'unità e può donare leggerezza all'esistenza.
Questo porta direttamente alle considerazioni su Paloma, la ragazzina con manie suicide che risolve sé stessa nel momento in cui capisce che la sua "malattia" è l'impedimento stesso a far qualcosa per le persone più care, l'impedimento ad amare che la porta alla convinzione di vivere nel mondo come un pesce nella propria boccia: senza sbocchi, come se tutto fosse già predeterminato.
Decide in quel momento che da grande farà il medico o la scrittrice, paragonando, quasi sovrapponendo le due professioni perché portano alla guarigione del corpo e dell'anima altrui e, di riflesso, anche della propria. Non possa descrivere che effetto possa aver fatto leggere una cosa del genere su qualcuno che, come me, porta da sempre nel cuore un grande desiderio: scrivere.
Un'ultima annotazione, senza svelare niente per coloro che ancora non avessero letto il libro. Sono rimasta delusa dalla conlcusione. Anche in questo caso, neanche la minima ombra del senso cristiano di ciò che è accaduto, e va bé, date le premesse non ci si poteva attendere fosse diverso da com'è stato descritto e vissuto quest'evento. Mi ha delusa però soprattutto perché l'ho vissuta non come una naturale conclusione dell'intera vicenda, ma come una troncatura, anche piuttosto maldestra.
A me sarebbe piaciuto per esempio vedere come i protagonisti sarebbero riusciti a superare le convenzioni sociali, la divisione netta delle classi sociali, se fra loro fosse nata una relazione sentimentale, se anche solo l'amicizia fra loro fosse proseguita, ma mi devo accontentare di ciò che ho avuto.
Credo non ci sia più spazio ormai, per stasera, per raccontare della nostra famiglia, anche se nei due giorni di assenza non è certo mancato materiale col quale riempire il giornale. Lele e Davide hanno avuto qualche linea di febbre, e Davide anche una brutta otite che mi ha costretta a somministrargli l'antibiotico. Ieri, nonostante un buonissimo inizio di giornata, quello che sembrava un sogno (bambini che non litigavano e cose così) si è presto trasformato in un brutto incubo. La salvezza però, dopo essermi trovata un'ennesima volta a gestire da sola tre allarmi che strillavano contemporaneamente, è arrivata. La storia è sempre quella: o sopravvivo o soccombo, e questa volta sono sopravvissuta. Chissà poi dov'è, su questo vascello, il gancio dove tengo il salvagente!
Oggi marmellata di pere, avrei fatto anche un dolce ma non c'è stato tempo.
Domani pomeriggio complicato. Adesso... buona notte naviganti e un abbraccio a tutti.
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la mamma
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