martedì 14 settembre 2010

Si è quasi conclusa questa giornata. E' il 13 settembre 2010. Stavo leggendo qualche mail di amici che, insieme ad altri, che in giornata hanno mandato sms o chiamato, hanno voluto farci gli auguri per il nostro anniversario.

Già, perchè il nostro amore, e il nostro matrimonio, non è cosa che riguarda solo noi. Il nostro amore, infinitesimale tessera di un mosaico del quale solo Dio riesce ad avere la visione generale, costruisce la comunità.

In particolare una coppia ha condiviso con noi uno scritto di un'altra coppia che festeggia il decimo anniversario. Una cosa mi colpiva in particolare. La convinzione che, dopo cinque figli, il meglio debba ancora venire e la necessità di procedere con le braccia spalancate verso il futuro.

Metto questo assieme alle parole con le quali il sacerdote ieri ha concluso l'omelia: "Dio ci chiama alla vita senza che noi possiamo opporre alcuna resistenza, ma non ci salva senza di noi, vuole la nostra collaborazione".

Si leggeva niente meno che la parabola del Figliol prodigo. Questo padre lascia andare il figlio e ansiosamente attende il suo ritorno, ma non può far niente senza che quest'ultimo si ravveda e prenda la decisione del ritorno.

Mi rendo conto adesso che se da una parte metto tutta la mia buona volontà nel cercare di percorrere le strade del Vangelo, sforzandomi e compiendo scelte, dall'altra, forse, sono poco aperta al mistero, alla gratuità di Dio nei nostri confronti.

Per festeggiare, oggi, abbiamo semplicemente deciso di cenare a casa coi bambini, esaltando ciò che per noi è normale. Certo, loro come sempre han creato parecchia confusione... Volentieri, come accadeva in questi ultimi anni, sarei uscita a pranzo o a cena sola con mio marito, ma altrettanto volentieri sono rimasta a casa.

Non mi è mancato nulla. La festa la si porta innanzitutto nel cuore ed è stato ciò a cui stasera mi sono predisposta: avere il cuore in festa.

Non ho cucinato, anche se, nel caso l'avessi fatto, la cena sarebbe di sicuro risultata migliore. Ero in ritardo. Oggi c'era la scuola dei bimbi e certi momenti, per risultare gradevoli, hanno bisogno di un minimo di programmazione.

Avrei potuto preparare un buon roast - beef con le patate, da gustare col Brunello che ho regalato lo scorso anno a Maurizio, ma lo scorso venerdì non avevamo ancora preso una decisione chiara e oggi tutti i negozi erano chiusi. Al centro commerciale la carne è tutt'altro che buona e di lunedì è tutto chiuso. Stesso discorso per la torta. Troppi tentennamenti.

Abbiamo cucinato le orecchiette col sugo alle cime di rapa che ci hanno portato i vicini dalle vacanze in Puglia ed erano davvero buonissime. Poi abbiamo preso un fritto misto ed una torta in gelateria.

E' bastato per uscire dall'ordinario ed è servito a permettermi di non arrivare a sera stremata dalla stanchezza.

Quando sono rientrata, dopo l'asilo, dopo il saluto alla mamma di ritorno dalla Polonia, erano le dieci. Elisa ha dormito un pochino, il tempo di rifare due letti. Poi l'ho cambiata e ho pulito il bagno mentre lei mi gattonava fra i piedi, sperando che non si attaccasse ai bordi dei sanitari ricoperti di detersivo.

L'ho fatta mangiare presto per essere alle 12.30 a scuola a prendere Emanuele all'uscita dal suo primo giorno di scuola. Da domani andrà e tornerà col pullmino... Abbiamo pranzato con un trancio di pizza.

La piccola si è poi addormentata tardi e a fatica. Ho steso la biancheria e finito di lavare il pavimento del bagno ed è venuta l'ora di riprendere Davide. Una settimana di asilo e già abbiamo dovuto ripescare, dal fondo dell'armadio, la macchinetta dell'aerosol.

Stamattina s'è fatto prendere da una piccola, imprevista crisi di insicurezza. Credo per il fatto di aver portato a scuola il fratello maggiore, diceva di non voler andare all'asilo. Per un attimo ho temuto il peggio, ma poi l'ho convinto. Sarà un anno critico, non c'è che dire.

Alla fine ho avuto un po' di tempo per stare con loro sul pavimento.

Stasera, davanti a Elisa addormentata, per un attimo ho pensato a ciascuno di loro e ho sentito che voglio loro molto bene. Sarei tornata dai maschi per dare il bacio della buona notte a Lele, ma già dormiva.

Chissà se sono loro che rendono complicata la nostra vita, o se siamo noi, a volte, che rendiamo complicata la loro.

Adesso vi saluto. Buona notte naviganti.

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la mamma

1 commento:

Prez ha detto...

tanti auguri di buon anniversario! Anche noi quest'anno abbiamo festeggiato in casa, io non mi sarei per niente goduta una uscita fuori, ma ovviamente eravamo contenti lo stesso