lunedì 13 settembre 2010

Eccomi qua sola, soletta. Maurizio sta uscendo or ora. Deve andare a riprendere mia mamma che arriva dopo una settimana di tour in Polonia.

Ci siamo guardati un film insieme e ho rimandato fino ad ora l'aggiornamento del diario di bordo.

Domani grande giornata! Lele torna a scuola e noi, pur essendo un giorno lavorativo, vedremo in qualche modo di festeggiare il nostro undicesimo anniversario di matrimonio.

Oggi è stata una giornata di quelle che all'ombra cominci ad avvertire un po' di freddo, mentre al sole senti di star proprio bene.

Non avendo ospiti a pranzo abbiamo cercato di mettere i motori al minimo e di goderci il viaggio. Penso che la domenica, giorno di riposo, diventa veramente tale e ne apprezzi fino in fondo la bellezza, e la particolarità, soltanto se negli altri sei giorni hai lavorato dando tutta te stessa.

Se probabilmente fossi rimasta a casa avrei trovato altre cose da fare, cose che, inevitabilmente, si sono tutte rovesciate sul lunedì.

Al mattino abbiamo partecipato alla Messa, fermandoci poi nella vietta laterale alla chiesa per le solite quattro chiacchiere con gli amici. Tornando Elisa si è addormentata e ha continuato a dormire mentre noi preparavamo il pranzo.

(Ecco, è mezzanotte. In questo momento preciso mio marito, con un sms, mi ha mandato gli auguri...).

Nel pomeriggio la proposta era di andare insieme a tutti gli altri in un paesino qui vicino dove avevano allestito una rievocazione medievale, ma no. Anche se Lele era incuriosito dalla cosa, né Maurizio, né io eravamo in vena di stare in mezzo alla mischia.

Non so come ma arrivano quei momenti in cui, senza far torti ad alcuno, senti il desiderio di rimaner sola con i tuoi. Non era proprio il caso oggi di disperdere pensieri, sentimenti, ed emozioni. Proprio non mi andava di frastagliare fra la folla quel qualcosa di molto intimo che ultimamente mi porto dentro e così, semplicemente, son fuggita.

Volentieri avrei rivisto una coppia di amici conosciuti lo scorso anno in occasione del ricovero di Davide e del loro unico figlio. Sembrava la domenica fatta apposta per questo incontro. Il sole benigno, l'essere liberi dagli impegni che tra non molto riprenderanno... ma loro non potevano. Sarà forse per la prossima domenica.

Ecco si, qualcosa di più intimo non l'avrei disdegnato. E' andata a finire che siamo rimasti noi, noi cinque a goderci un bella passeggiata, le vetrine, la compagnia e un buon gelato. Passeggiavamo e raccontavamo ai bambini episodi dalle remote spiagge del nostro fidanzamento. E' bello parlare ai bambini di quanto si è vissuto, di come è nata la nostra storia, che poi è anche la loro, perché senza quel noi che è nato, oggi loro non sarebbero qui.

La brezza marina porta qualcosa di speciale, una gioia che è sempre stata lì, davanti ai miei occhi e che finalmente riesco a gustare.

I miei tre bimbi, al cui pensiero la mia anima prende il volo. Ora la sento quell'esaltazione di cui parlavo inizialmente, diversi mesi fa, che è come vento sul ponte più alto che ti soffia contro e ti lascia senza fiato. Ti aggrappi per resistere, ma forse non puoi e non devi.

Mio marito, che è il sostegno forte della mia vita, perché se lui c'è la sua forza diventa la mia.

Continuerà il mio impegno ad amare lui, ad amare i miei figli per lanciarli nella vita, ad essere sempre presente a me stessa.

Ed ora vado perché le emozioni, tutte le emozioni, soprattutto quelle più profonde, han bisogno di un po' di solitudine che non è tristezza, ma solo desiderio di prendere il largo dal mare della superficialità. C'è bisogno di lentezza, di tempo per accorgersi delle impercettibili sfumature che cambiano, di creare dentro di sè il vuoto che rende possibile l'accoglienza.

Io sono così, per cui, naviganti, semplicemente buona notte e buona settimana a tutti.

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la mamma

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