sabato 25 settembre 2010

L'autunno è iniziato e fuori in questo momento piove. Domani, probabilmente, sottolineerò l'evento preparando la tanto desiderata torta alle mele. Casualmente, proprio ieri mia madre mi ha mandata a casa con almeno 3 chili di mele colte direttamente dal suo albero. Come non bastasse proprio oggi a "La prova del cuoco" una delle maestre di cucina ha preparato una crostata che sembra proprio fare al caso mio, quindi come non cedere alla tentazione?

In forno il penultimo degli impasti del pane sta lievitando (ero un po' in ritardo oggi!) , e sembra che domani, anche se non tutto è perfetto, imbottiglieremo la prima birra di nostra produzione.

Di impegni, almeno per quanto mi riguarda, non ricordo di averne e potrò rimanere in casa cercando con il massimo della calma di portare a termine ogni cosa. Lele dovrà fare i compiti e poi forse insieme a Davide andrà dalla nonna per la merenda.

L'argomento pressante di oggi ha riguardato delle carte di un famoso personaggio dei cartoni animati che tutti i compagni di scuola hanno, tranne lui. Ha cominciato prima di uscire a raccontarmi semplicemente come funzionava il gioco e solo ora capisco che è stata la tecnica che ha scelto di adottare per arrivare a ottenere ciò che desiderava.

Stasera poi, al ritorno da scuola, è iniziato il bombardamento a tappeto. Aveva già chiaro in mente quale mazzo voleva, e continuava a ripetere che gliel'avremmo dovuto comprare coi suoi soldi! E' partito da 14 euro di spesa per poi arrivare a 25 euro.

Già questa mattina quando me ne parlava comprendevo bene il suo punto di vista, inoltre è un tipo di gioco che non mi lascia per nulla contrariata. E' un gioco che mi sembra possa stimolare la logica, nonché la capacità di calcolo, visto che occorre tener conto della potenza dei vari mostri e del punteggio e poi bisogna giocarci in compagnia. Soprattutto però comprendo il suo desiderio di non essere escluso.

Insisteva Lele, mentre preparavamo la cena, chiedendo che già questa sera Maurizio ed io arrivassimo ad un decisione netta per poi potergliela comunicare. Il fatto è che ha compiuto gli anni il mese scorso e già gli sono arrivate cose nuove, cose che lui ha apprezzato e mi sembra prematuro esaudire una nuova richiesta.

Così ho ritenuto opportuno dirgli che eravamo possibilisti, ma non le avrebbe avute subito e bisognava aspettare un'occasione, come ad esempio Santa Lucia. Insomma, il classico: "Vedremo".

A quel punto mi ha stupita ascoltare il suo ragionamento, teso a dimostrare che i compagni, a metà dicembre, quando la Santa come da nostra tradizione porterà doni ai bambini buoni, si saranno già stufati di questo gioco, presi da qualche altra: "Stupidaggine - testuali parole - che faranno vedere alla pubblicità, come gli skate". Da solo è riuscito a capire che ci sono desideri davvero effimeri, creati e distrutti nello spazio di poco tempo a scopi puramente commerciali.

Rimane il fatto che non possiamo abituare i nostri figli ad una vita in cui ciò che si desidera diventa immediatamente realtà, perché quando saranno adulti non sarà così e loro dovranno saper reggere alle delusione, alle frustrazione e alle attese.

Occorrerà spiegargli bene le motivazioni che sosterranno la nostra risposta, anche se non sarà contento e poi chissà, magari lui ci darà occasione di volerlo gratificare prima di quella data fatidica. Staremo a vedere.

Nel frattempo, ieri, mi ha chiesto di aiutarlo a scrivere una filastrocca sull'amicizia che poi ha portato a scuola e che adesso vuole regalare ai suoi amici.

Sembra anche che l'abbiano appesa in classe, e che alle maestre sia parecchio piaciuta.

Si intitola: "Chi trova un amico, trova un tesoro!".


Chi trova un amico trova un tesoro,
lo dice un proverbio assai famoso.
In ogni momento un amico è prezioso,
per ravvivare un pomeriggio ozioso.
Ti dà calore, fa il cuore contento,
quando con lui trascorri un momento.
Insieme si gioca, si corre nel prato
finché a sera sei senza fiato.
Una giornata è trascorsa, felice in compagnia
e il tempo insieme è volato via.
Vorrei che restassi ancora un po’,
ma i nostri genitori dicon di no!
Ma non mi rattristo, io so aspettare
il giorno in cui insieme potremo tornare.
Faremo fracasso col nostro vociare
e forse insieme potremo mangiare.
Ora ormai stanco vado a letto
con ricordi felici e preziosi in petto!

Oggi ne abbiamo scritta un'altra che parla di un cuoco, ma non era ispirato come ieri...

Mi sto addormentato e credo di non riuscire più a formulare pensieri coerenti.

Buona notte naviganti, e buon fine settimana.

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la mamma

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