sabato 18 settembre 2010

Non so proprio da dove cominciare questa sera. Fatto sta che per navigare qualsiasi vascello ha bisogno che qualcuno prima disegni le mappe e tracci una rotta.

Arrivano nella vita i momenti delle svolte, dei punti di non ritorno. Sempre più persone ultimamente si accorgono preoccupate dei segni che la stanchezza lascia sul mio volto e, che dire?

E' vero. Essere la mamma di tre bambini è una fatica, ma questa fatica nella mia esistenza ha permesso di spostare di almeno 180° la lancetta del mio personale barometro da - pigrizia - a - sollecitudine -.

Il fatto è questo, non voglio tornare indietro, ai giorni in cui ancora ci ritrovavamo con gli ex compagni di scuola che mi dicevano quanto apparissi riposata perché in quel periodo, passatemi il termine, dopo aver lasciato gli studi universitari non facevo "un tubo di niente". Sbandata a cercare un senso e un direzione da dare alla mia vita.

Voglio andare avanti.

Le mie giornate non si riducono ad un cumulo di mestieri e faccende varie. Al primo posto c'è sempre la relazione con mio marito e i miei figli, ma anche con parenti, amici, vicini, conoscenti...

Con i miei figli, per esempio, non mi accontento di instaurare un rapporto di subalternità. Io comando e loro eseguono. Quello normativo è solo un aspetto nel rapporto educativo. Un aspetto non trascurabile, ma nemmeno esaustivo. Se con loro cerco di godermi il momento del gioco, che non mi affatica ma mi rigenera, e rimando per esempio il mio appuntamento col ferro da stiro, questo non vuol dire che poi io debba trascurarlo.

Pulire casa, stirare, fare in modo che possano trovare qualcosa di gustoso a pranzo o a cena, sono vie per far passare loro il mio affetto e la mia attenzione. Se questo vuol dire rimandare il "da fare" alle ore in cui non richiedono la mia attenzione, quando per esempio dormono, sottoscrivo ogni clausola e vado avanti.

Questa è la mia scelta, la possibilità che Dio mi dà di aderire al Vangelo, servendo al modo di Cristo. Per amore di coloro che mi sono affidati, come Marta, mi perdo in mille servizi e per lo stesso motivo, come Maria, scelgo la parte migliore dialogando, giocando, abbracciando e lasciandomi abbracciare.

Al centro, o meglio, a sostegno e come fine ultimo di ogni mia azione c'è sempre l'amore.

Altresì con mio marito non voglio un rapporto che sia del tipo "Per favore fai questo", "per favore mi puoi venire ad aiutare?", "per favore ci pensi tu ai bambini?".

E' lecito chiedere, umano sperare che chi ti sta accanto si accorga del tuo bisogno, ma anch'io mi accorgo del bisogno di chi mi sta accanto di non essere continuamente rintuzzato, e di avere un tempo per fare dell'altro.

Ho scelto, con oggi, giorno numero zero, di alzarmi per prima al mattino perché è bello che gli altri, svegliandosi, trovino me pronta per loro e mi pento per tutte quelle mattine in cui avrei potuto farlo, ma la mia coscienza immatura e indolente me l'ha impedito.

E ora che esaminandomi mi chiedo: "Ho amato oggi?", la risposta è inequivocabile: "Si, ho amato".

E' meraviglioso il panorama che si gode da quassù, dall'alto di questo ponte e auguro a tutti voi, naviganti, di raggiungere presto questi lidi.

Buona notte naviganti e domani, chissà, forse potrò raccontarvi l'inizio di una nuova avventura, una di quelle che si vivono rinunciando a qualche comodità, con un po' di sacrificio e molta, molta soddisfazione.

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la mamma

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