Se non mi coglierà il sonno proverò a raccontare qualcosa di quest'ultima giornata, e di mantenere il coprifuoco per le 23.30.
Con Maurizio abbiamo deciso di tenere Davide a casa anche per oggi, così lui ed Elisa hanno potuto alzarsi un po' più tardi ed io ho avuto il tempo di far quattro cose con calma (lavare le tazze, rifare il mio letto...).
Quando salivo per rimettere a posto l'aspirapolvere usato ieri, Davide stava scendendo e ci siamo incontrati a metà scala dove ci siamo scambiati il primo bacio della giornata.
Prima di svegliare la piccola gli ho preparato il primo degli aerosol quotidiani, e poi sono risalita con mia mamma che nel frattempo era passata per un salutino.
La mattinata è volata via relativamente liscia e alle 11 siamo usciti per un giro al mercato. Ero intenzionata a prendere qualche paio di collant per me, la verdura e poi Davide ha chiesto le chele di granchio fritte, ma... alla fine ho acquistato solo le collant. Nessuno dei banchi esponeva verdura che mi convincesse acquistare e al banco del pesce c'era una vila tremenda.
Non si può dire però che sia stata un'uscita a vuoto, perché è stata l'occasione di innumerevli incontri.
La piccola ha approfittato del giretto per un pisolino. Non ero molto contenta che si fosse addormentata, temevo per il pomeriggio, considerato che si era svegliata alle 9 la mattina. Invece alle 14.30 l'ho portata in camera sua abbassando come sempre un poco le tapparelle e, cullandola, si è addormenata.
A quel punto con Davide ho potuto proseguire con il cambio di stagione. Manca solo da controllare l'intimo, i pigiami e i maglioni di lana e quando anche questo sarà fatto dovrò sistemare il guardaroba di Elisa e la sua stanza che sembra diventata un magazzino.
Siamo scesi per la merenda tutti e tre e, aspettando Lele, ho messo a lessare i ceci che mi sarebbero serviti per il passato di stasera, ordinato espressamente ieri proprio da lui.
Poi i maschi si son messi a giocare coi lego sul tavolo della cucina ed io ho caricato la lavatrice mentre la piccola giocava con le mollette.
Insomma, a diverse ore del giorno avrei potuto fotografare bei quadretti familiari.
Il sonno mi ha già colta più volte, interrompendo il ciclo di pensieri. Meglio buttare l'ancora!
Buona notte naviganti.
---
La mamma
mercoledì 29 settembre 2010
martedì 28 settembre 2010
Oggi Davide stava decisamente meglio. E' rimasto però ancora a casa e, nonostante anche Lele sia tornato a casa per il pranzo, sembra che le mareggiate alte e minacciose di ieri siano solo un brutto ricordo.
Questa mattina si è svegliato prima che suo fratello uscisse per andare alla fermata del pulmino. Era in preda a un crisi di pianto e stavo terminando di pregare quando a gran voce, tra le lacrime mi chiamava. Era ancora assonnato, ma i primi colpi di tosse del mattino, che da un lato mi rassicuravano perché mi avevano permesso di capire che il catarro ormai si era staccato, dall'altro non lo lasciavano riposare.
L'ho portato già in braccio e sembrava volersi riappisolare sul suo cuscino preferito, quello rosa. Poi però l'ho dovuto convincere ad infilarsi una felpa sopra il pigiama e mi si è ributtato addosso.
Così quando Lele è uscito, invece di farmi prendere dalla smania delle cose da fare, sono rimasta un po' con lui e anche a me si appesantivano gli occhi. Si è trattato giusto di quindici minuti, un tempo di compensazione tra il sonno e la veglia.
Poi l'ho messo sotto aerosol e sono salita a lavarmi e vestirmi. Quando anche Elisa è stata pronta ho dato loro la colazione. Mi hanno seguita di sopra e insieme a loro, con Davide che cercava di aiutarmi tirando le lenzuola e la piccola che un po' frignava un po' si spostava sul pavimento alla ricerca di nuove esperienze (ha imparato ad aprire i cassetti della nostra cassettiera...), ho fatto i letti.
Alle 11, un po' prima del pranzo, abbiamo avuto un po' di tempo per stare sul tappeto. Davide non voleva che Elisa toccasse i libri che guardava, ma lei, molto, molto, incuriosità, proprio non era dello stesso parere.
Anche nel pomeriggio ho avuto l'opportunità di rimanere un po' con loro. Mentre godevano dell'ultimo sole tirando quattro calci al pallone in cortile ho passato l'aspirapolvere e lavato il pavimento in sala e cucina, dove più spesso gattona Elisa. Entrambe le stanze sarebbero totalmente da pulire ma... accontentiamoci del necessario per oggi.
Lele in un paio di occasioni ha un po' oltrepassato il limite. Prima una bugia e poi una rispostaccia risentita al fratellino. La preghiera di questa sera parlava di misericordia per gli errori altrui per cui vedremo di usarne anche nei suoi confronti, senza rinunciare alla correzione.
Elisa continua a far progressi. Oltre al fatto che due giorni fa ho scoperto che quel bianco che le vedevo in bocca, sulla gengive, non erano rimasugli di pappa, ma due bei molari sull'arcata inferiore, tentava di staccarsi dal divano per rimanere in piedi da sola. Per il momento solo nella vasca ci è riuscita.
Non so come, ma si ostina a fare il bagno in piedi!
Tenendole le manine e standole di fronte, e non alle spalle, Elisa cammina!
E' proprio strano. Lei è la terzogenita, ma ogni volta quel pizzico in più di consapevolezza accresce l'emozione quando mi accorgo di nuovi passi avanti. Sono più capace di assaporarli e godermeli.
Ok. Mi sto addormentanto.
Meglio concludere il viaggio per oggi, e augurare a tutti la buona notte.
---
la mamma
Questa mattina si è svegliato prima che suo fratello uscisse per andare alla fermata del pulmino. Era in preda a un crisi di pianto e stavo terminando di pregare quando a gran voce, tra le lacrime mi chiamava. Era ancora assonnato, ma i primi colpi di tosse del mattino, che da un lato mi rassicuravano perché mi avevano permesso di capire che il catarro ormai si era staccato, dall'altro non lo lasciavano riposare.
L'ho portato già in braccio e sembrava volersi riappisolare sul suo cuscino preferito, quello rosa. Poi però l'ho dovuto convincere ad infilarsi una felpa sopra il pigiama e mi si è ributtato addosso.
Così quando Lele è uscito, invece di farmi prendere dalla smania delle cose da fare, sono rimasta un po' con lui e anche a me si appesantivano gli occhi. Si è trattato giusto di quindici minuti, un tempo di compensazione tra il sonno e la veglia.
Poi l'ho messo sotto aerosol e sono salita a lavarmi e vestirmi. Quando anche Elisa è stata pronta ho dato loro la colazione. Mi hanno seguita di sopra e insieme a loro, con Davide che cercava di aiutarmi tirando le lenzuola e la piccola che un po' frignava un po' si spostava sul pavimento alla ricerca di nuove esperienze (ha imparato ad aprire i cassetti della nostra cassettiera...), ho fatto i letti.
Alle 11, un po' prima del pranzo, abbiamo avuto un po' di tempo per stare sul tappeto. Davide non voleva che Elisa toccasse i libri che guardava, ma lei, molto, molto, incuriosità, proprio non era dello stesso parere.
Anche nel pomeriggio ho avuto l'opportunità di rimanere un po' con loro. Mentre godevano dell'ultimo sole tirando quattro calci al pallone in cortile ho passato l'aspirapolvere e lavato il pavimento in sala e cucina, dove più spesso gattona Elisa. Entrambe le stanze sarebbero totalmente da pulire ma... accontentiamoci del necessario per oggi.
Lele in un paio di occasioni ha un po' oltrepassato il limite. Prima una bugia e poi una rispostaccia risentita al fratellino. La preghiera di questa sera parlava di misericordia per gli errori altrui per cui vedremo di usarne anche nei suoi confronti, senza rinunciare alla correzione.
Elisa continua a far progressi. Oltre al fatto che due giorni fa ho scoperto che quel bianco che le vedevo in bocca, sulla gengive, non erano rimasugli di pappa, ma due bei molari sull'arcata inferiore, tentava di staccarsi dal divano per rimanere in piedi da sola. Per il momento solo nella vasca ci è riuscita.
Non so come, ma si ostina a fare il bagno in piedi!
Tenendole le manine e standole di fronte, e non alle spalle, Elisa cammina!
E' proprio strano. Lei è la terzogenita, ma ogni volta quel pizzico in più di consapevolezza accresce l'emozione quando mi accorgo di nuovi passi avanti. Sono più capace di assaporarli e godermeli.
Ok. Mi sto addormentanto.
Meglio concludere il viaggio per oggi, e augurare a tutti la buona notte.
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la mamma
lunedì 27 settembre 2010
E' qualche giorno che manco dall'aggiornamento del giornale di bordo. Il fine settimana è stato davvero intenso, per non parlare poi del lunedì che si è appena concluso...
Rispondendo a un messaggio di un'amica le ho detto che mi sentivo come chi butta acqua con un secchio da una barca mentre le mareggiate di sommergono... come dire, notevole sottodimensionamento dei mezzi per fronteggiare la situazione.
Ieri siamo stati fuori praticamente tutto il giorno, con un breve rientro solo per pranzo, e ci siamo presto accorti che se il calore del sole era ancora in grado di dar fastidio, all'ombra faceva fin troppo fresco. Risultato: oggi Davide aveva tosse, raffreddore e lievi broncospasmi.
Ragion per cui ho ritenuto opportuno tenerlo a casa con me. Sulle prime ero contenta dell'inaspettata compagnia che avrei avuto e per un po' in effetti è stato bello averlo intorno. Ogni bambino però, quando è malato, si appiccica come una ventosa alla sua mamma, impedendole qualsiasi altra cosa.
La malattia temporanea di un bambino diventa, per la verità, una straordinaria occasione di vicinanza, ma avere un'altra bimba, per giunta con la punta della lancetta sul personale barometro delle emozioni orientata inesorabilmente al nervoso, a complicato un po' le cose.
A mezzogiorno Elisa strillava nel seggiolone di fame e di stanchezza (si è svegliata tardi, e non dovendo uscire ho potuto lasciarla dormire, ma comunque non è stato sufficiente affiché arrivasse serena all'ora di pranzo), e Davide piangeva ed urlava perché non ho voluto fargli vedere un altro cartone e appunto, mi si stava appiccicando addosso. L'unico modo per consolarli, a volte, è il contatto fisico.
Nel frattempo sul fornello quasi bolliva l'acqua per lessare la nostra pasta, e a fianco si stava scaldando il brodo vegetale con le verdure per la pappa della piccola.
Non so come ho convinto Davide a mettersi sulla cassapanca mentre terminavo di preparare qualcosa e lì, cinque minuti dopo, si è addormentato.
Sua sorella invece non ha trovato di meglio se non addorentarsi sul seggiolone dopo aver terminato la sua razione mentre scodellavo il mio piatto di pasta e conservavo al caldo la razione di Davide. Aveva bisogno di un cambio di pannolino ma non avevo alternative se non metterla nel lettino e rimandare il cambio a dopo.
Anche il pomeriggio non è andato meglio. Per cena capelli d'angelo con brodo di dado.
Solo la sera son riuscita a recuperare un po' ma... non so nemmeno io come, nonostante questa giornata turbinosa e faticosa, quello che conservo nel cuore è un dolce ricordo della compagnia dei miei bambini.
Domani sarà un'altra giornata dura. Davide non è ancora pronto per rientrare all'asilo. La tosse è ancora troppo secca e insistente, ma sembra che riesca a dormire.
Vado anch'io a dormire, saggiamente il papà mi ha rammentato che è meglio non arrivare all'ora di Cenerentola.
Buona notte naviganti, su questi mari tempestosi.
---
la mamma
Rispondendo a un messaggio di un'amica le ho detto che mi sentivo come chi butta acqua con un secchio da una barca mentre le mareggiate di sommergono... come dire, notevole sottodimensionamento dei mezzi per fronteggiare la situazione.
Ieri siamo stati fuori praticamente tutto il giorno, con un breve rientro solo per pranzo, e ci siamo presto accorti che se il calore del sole era ancora in grado di dar fastidio, all'ombra faceva fin troppo fresco. Risultato: oggi Davide aveva tosse, raffreddore e lievi broncospasmi.
Ragion per cui ho ritenuto opportuno tenerlo a casa con me. Sulle prime ero contenta dell'inaspettata compagnia che avrei avuto e per un po' in effetti è stato bello averlo intorno. Ogni bambino però, quando è malato, si appiccica come una ventosa alla sua mamma, impedendole qualsiasi altra cosa.
La malattia temporanea di un bambino diventa, per la verità, una straordinaria occasione di vicinanza, ma avere un'altra bimba, per giunta con la punta della lancetta sul personale barometro delle emozioni orientata inesorabilmente al nervoso, a complicato un po' le cose.
A mezzogiorno Elisa strillava nel seggiolone di fame e di stanchezza (si è svegliata tardi, e non dovendo uscire ho potuto lasciarla dormire, ma comunque non è stato sufficiente affiché arrivasse serena all'ora di pranzo), e Davide piangeva ed urlava perché non ho voluto fargli vedere un altro cartone e appunto, mi si stava appiccicando addosso. L'unico modo per consolarli, a volte, è il contatto fisico.
Nel frattempo sul fornello quasi bolliva l'acqua per lessare la nostra pasta, e a fianco si stava scaldando il brodo vegetale con le verdure per la pappa della piccola.
Non so come ho convinto Davide a mettersi sulla cassapanca mentre terminavo di preparare qualcosa e lì, cinque minuti dopo, si è addormentato.
Sua sorella invece non ha trovato di meglio se non addorentarsi sul seggiolone dopo aver terminato la sua razione mentre scodellavo il mio piatto di pasta e conservavo al caldo la razione di Davide. Aveva bisogno di un cambio di pannolino ma non avevo alternative se non metterla nel lettino e rimandare il cambio a dopo.
Anche il pomeriggio non è andato meglio. Per cena capelli d'angelo con brodo di dado.
Solo la sera son riuscita a recuperare un po' ma... non so nemmeno io come, nonostante questa giornata turbinosa e faticosa, quello che conservo nel cuore è un dolce ricordo della compagnia dei miei bambini.
Domani sarà un'altra giornata dura. Davide non è ancora pronto per rientrare all'asilo. La tosse è ancora troppo secca e insistente, ma sembra che riesca a dormire.
Vado anch'io a dormire, saggiamente il papà mi ha rammentato che è meglio non arrivare all'ora di Cenerentola.
Buona notte naviganti, su questi mari tempestosi.
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la mamma
domenica 26 settembre 2010
Benarrivata Elisa!
Che emozione! questa mattina un messaggio ci ha avvertiti della nascita di un'altra Elisa, a quasi un anno di distanza dalla nostra Elisa.
Auguri ai neo-genitori, non possiamo che essere felici che una bimba abbia lo stesso nome di nostra figlia :-).
Aspettiamo di poter vedere le foto.
---
il papà e la mamma
Auguri ai neo-genitori, non possiamo che essere felici che una bimba abbia lo stesso nome di nostra figlia :-).
Aspettiamo di poter vedere le foto.
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il papà e la mamma
sabato 25 settembre 2010
Evviva sono un "domozimurgo" (forse)... [parte seconda]
Sabato mattina, esattamente una settimana dopo aver riposto il mosto nel fermentatore a gorgogliare "allegramente" in cantina, è giunto il momento di imbottigliare la nostra prima birra artigianale.
La densità, misurata con un apposito strumento, era leggermente sopra i valori di riferimento, ma erano ormai tre giorni che i gorgoglii erano assenti e che la densità era stabile, quindi (come indicava il manuale) poteva essere il momento di procedere con l'imbottigliamento.
Abbiamo travasato il contenuto in un secondo fermentatore per aggiungere dello zucchero (5/6 gr per ogni litro) sciolto in poca acqua calda, in modo da far formare nella birra (una volta imbottigliata) l'anidride carbonica e quindi la caratteristica schiuma.
Abbiamo sanificato le bottiglie con una soluzione di potassio metabisolfito (è un antisettico - antiossidante, molto utilizzato in enologia, in pratica è quella sostanza che obbliga i produttori di vino ad indicare nelle etichette la dicitura "contiene solfiti", a cui ahimè un nostro amico è allergico!) e dopo averle lasciate sgocciolare abbiamo iniziato ad imbottigliare...
Sembravamo una catena di montaggio ... e una dopo l'altra abbiamo riempito 45 bottiglie :-) che abbiamo riposto di nuovo in cantina per almeno un paio di settimane di maturazione.
Una bella pulita a tutta l'attrezzatura e a questo punto attendiamo fiduciosi, che la natura faccia il suo corso...
---
il papà
La densità, misurata con un apposito strumento, era leggermente sopra i valori di riferimento, ma erano ormai tre giorni che i gorgoglii erano assenti e che la densità era stabile, quindi (come indicava il manuale) poteva essere il momento di procedere con l'imbottigliamento.
Abbiamo travasato il contenuto in un secondo fermentatore per aggiungere dello zucchero (5/6 gr per ogni litro) sciolto in poca acqua calda, in modo da far formare nella birra (una volta imbottigliata) l'anidride carbonica e quindi la caratteristica schiuma.
Abbiamo sanificato le bottiglie con una soluzione di potassio metabisolfito (è un antisettico - antiossidante, molto utilizzato in enologia, in pratica è quella sostanza che obbliga i produttori di vino ad indicare nelle etichette la dicitura "contiene solfiti", a cui ahimè un nostro amico è allergico!) e dopo averle lasciate sgocciolare abbiamo iniziato ad imbottigliare...
Sembravamo una catena di montaggio ... e una dopo l'altra abbiamo riempito 45 bottiglie :-) che abbiamo riposto di nuovo in cantina per almeno un paio di settimane di maturazione.
Una bella pulita a tutta l'attrezzatura e a questo punto attendiamo fiduciosi, che la natura faccia il suo corso...
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il papà
L'autunno è iniziato e fuori in questo momento piove. Domani, probabilmente, sottolineerò l'evento preparando la tanto desiderata torta alle mele. Casualmente, proprio ieri mia madre mi ha mandata a casa con almeno 3 chili di mele colte direttamente dal suo albero. Come non bastasse proprio oggi a "La prova del cuoco" una delle maestre di cucina ha preparato una crostata che sembra proprio fare al caso mio, quindi come non cedere alla tentazione?
In forno il penultimo degli impasti del pane sta lievitando (ero un po' in ritardo oggi!) , e sembra che domani, anche se non tutto è perfetto, imbottiglieremo la prima birra di nostra produzione.
Di impegni, almeno per quanto mi riguarda, non ricordo di averne e potrò rimanere in casa cercando con il massimo della calma di portare a termine ogni cosa. Lele dovrà fare i compiti e poi forse insieme a Davide andrà dalla nonna per la merenda.
L'argomento pressante di oggi ha riguardato delle carte di un famoso personaggio dei cartoni animati che tutti i compagni di scuola hanno, tranne lui. Ha cominciato prima di uscire a raccontarmi semplicemente come funzionava il gioco e solo ora capisco che è stata la tecnica che ha scelto di adottare per arrivare a ottenere ciò che desiderava.
Stasera poi, al ritorno da scuola, è iniziato il bombardamento a tappeto. Aveva già chiaro in mente quale mazzo voleva, e continuava a ripetere che gliel'avremmo dovuto comprare coi suoi soldi! E' partito da 14 euro di spesa per poi arrivare a 25 euro.
Già questa mattina quando me ne parlava comprendevo bene il suo punto di vista, inoltre è un tipo di gioco che non mi lascia per nulla contrariata. E' un gioco che mi sembra possa stimolare la logica, nonché la capacità di calcolo, visto che occorre tener conto della potenza dei vari mostri e del punteggio e poi bisogna giocarci in compagnia. Soprattutto però comprendo il suo desiderio di non essere escluso.
Insisteva Lele, mentre preparavamo la cena, chiedendo che già questa sera Maurizio ed io arrivassimo ad un decisione netta per poi potergliela comunicare. Il fatto è che ha compiuto gli anni il mese scorso e già gli sono arrivate cose nuove, cose che lui ha apprezzato e mi sembra prematuro esaudire una nuova richiesta.
Così ho ritenuto opportuno dirgli che eravamo possibilisti, ma non le avrebbe avute subito e bisognava aspettare un'occasione, come ad esempio Santa Lucia. Insomma, il classico: "Vedremo".
A quel punto mi ha stupita ascoltare il suo ragionamento, teso a dimostrare che i compagni, a metà dicembre, quando la Santa come da nostra tradizione porterà doni ai bambini buoni, si saranno già stufati di questo gioco, presi da qualche altra: "Stupidaggine - testuali parole - che faranno vedere alla pubblicità, come gli skate". Da solo è riuscito a capire che ci sono desideri davvero effimeri, creati e distrutti nello spazio di poco tempo a scopi puramente commerciali.
Rimane il fatto che non possiamo abituare i nostri figli ad una vita in cui ciò che si desidera diventa immediatamente realtà, perché quando saranno adulti non sarà così e loro dovranno saper reggere alle delusione, alle frustrazione e alle attese.
Occorrerà spiegargli bene le motivazioni che sosterranno la nostra risposta, anche se non sarà contento e poi chissà, magari lui ci darà occasione di volerlo gratificare prima di quella data fatidica. Staremo a vedere.
Nel frattempo, ieri, mi ha chiesto di aiutarlo a scrivere una filastrocca sull'amicizia che poi ha portato a scuola e che adesso vuole regalare ai suoi amici.
Sembra anche che l'abbiano appesa in classe, e che alle maestre sia parecchio piaciuta.
Si intitola: "Chi trova un amico, trova un tesoro!".
Oggi ne abbiamo scritta un'altra che parla di un cuoco, ma non era ispirato come ieri...
Mi sto addormentato e credo di non riuscire più a formulare pensieri coerenti.
Buona notte naviganti, e buon fine settimana.
---
la mamma
In forno il penultimo degli impasti del pane sta lievitando (ero un po' in ritardo oggi!) , e sembra che domani, anche se non tutto è perfetto, imbottiglieremo la prima birra di nostra produzione.
Di impegni, almeno per quanto mi riguarda, non ricordo di averne e potrò rimanere in casa cercando con il massimo della calma di portare a termine ogni cosa. Lele dovrà fare i compiti e poi forse insieme a Davide andrà dalla nonna per la merenda.
L'argomento pressante di oggi ha riguardato delle carte di un famoso personaggio dei cartoni animati che tutti i compagni di scuola hanno, tranne lui. Ha cominciato prima di uscire a raccontarmi semplicemente come funzionava il gioco e solo ora capisco che è stata la tecnica che ha scelto di adottare per arrivare a ottenere ciò che desiderava.
Stasera poi, al ritorno da scuola, è iniziato il bombardamento a tappeto. Aveva già chiaro in mente quale mazzo voleva, e continuava a ripetere che gliel'avremmo dovuto comprare coi suoi soldi! E' partito da 14 euro di spesa per poi arrivare a 25 euro.
Già questa mattina quando me ne parlava comprendevo bene il suo punto di vista, inoltre è un tipo di gioco che non mi lascia per nulla contrariata. E' un gioco che mi sembra possa stimolare la logica, nonché la capacità di calcolo, visto che occorre tener conto della potenza dei vari mostri e del punteggio e poi bisogna giocarci in compagnia. Soprattutto però comprendo il suo desiderio di non essere escluso.
Insisteva Lele, mentre preparavamo la cena, chiedendo che già questa sera Maurizio ed io arrivassimo ad un decisione netta per poi potergliela comunicare. Il fatto è che ha compiuto gli anni il mese scorso e già gli sono arrivate cose nuove, cose che lui ha apprezzato e mi sembra prematuro esaudire una nuova richiesta.
Così ho ritenuto opportuno dirgli che eravamo possibilisti, ma non le avrebbe avute subito e bisognava aspettare un'occasione, come ad esempio Santa Lucia. Insomma, il classico: "Vedremo".
A quel punto mi ha stupita ascoltare il suo ragionamento, teso a dimostrare che i compagni, a metà dicembre, quando la Santa come da nostra tradizione porterà doni ai bambini buoni, si saranno già stufati di questo gioco, presi da qualche altra: "Stupidaggine - testuali parole - che faranno vedere alla pubblicità, come gli skate". Da solo è riuscito a capire che ci sono desideri davvero effimeri, creati e distrutti nello spazio di poco tempo a scopi puramente commerciali.
Rimane il fatto che non possiamo abituare i nostri figli ad una vita in cui ciò che si desidera diventa immediatamente realtà, perché quando saranno adulti non sarà così e loro dovranno saper reggere alle delusione, alle frustrazione e alle attese.
Occorrerà spiegargli bene le motivazioni che sosterranno la nostra risposta, anche se non sarà contento e poi chissà, magari lui ci darà occasione di volerlo gratificare prima di quella data fatidica. Staremo a vedere.
Nel frattempo, ieri, mi ha chiesto di aiutarlo a scrivere una filastrocca sull'amicizia che poi ha portato a scuola e che adesso vuole regalare ai suoi amici.
Sembra anche che l'abbiano appesa in classe, e che alle maestre sia parecchio piaciuta.
Si intitola: "Chi trova un amico, trova un tesoro!".
Chi trova un amico trova un tesoro,
lo dice un proverbio assai famoso.
In ogni momento un amico è prezioso,
per ravvivare un pomeriggio ozioso.
Ti dà calore, fa il cuore contento,
quando con lui trascorri un momento.
Insieme si gioca, si corre nel prato
finché a sera sei senza fiato.
Una giornata è trascorsa, felice in compagnia
e il tempo insieme è volato via.
Vorrei che restassi ancora un po’,
ma i nostri genitori dicon di no!
Ma non mi rattristo, io so aspettare
il giorno in cui insieme potremo tornare.
Faremo fracasso col nostro vociare
e forse insieme potremo mangiare.
Ora ormai stanco vado a letto
con ricordi felici e preziosi in petto!
Mi sto addormentato e credo di non riuscire più a formulare pensieri coerenti.
Buona notte naviganti, e buon fine settimana.
---
la mamma
venerdì 24 settembre 2010
Eccomi qua di nuovo! quasi non ci speravo questa sera...
Ieri abbiamo avuto un impegno parrocchiale, per la predisposizione del percoso formativo del nostro gruppo, e, oltre ad aver finito tardi, ci hanno "incastrati" con un piccolo fuori programma.
Questa è la ragione per cui, terminato di lavare i piatti dopo aver messo a nanna i bambini, erano passate da un pezzo le 22, abbiamo dovuto lavorare per il suddetto fuori programma.
Confesso che in questo momento è un po' dura riportare la mente ai pensieri che solitamente vi albergano nel momento in cui mi accingo a redigere il mio giornale di bordo.
Di sicuro è stata una bella, a tratti intensa, giornata. Il sole, in questo periodo, è davvero godibile e più ce n'è, più ne vorresti, tanto sei consapevole che dietro l'angolo c'è la stagione fredda.
Son giornate dalla temperatura indefinibile, in cui all'ombra fa freddo e al sole fa fin troppo caldo.
Anche oggi mi sono alzata presto e dopo aver stirato per quaranta minuti con Maurizio ho fatto colazione. Stranamente secondo le mie previsioni, prima di uscire con Davide (ed Elisa) con la prua puntata alla scuola materna, son riuscita anche a stendere la biancheria.
Mi rimaneva da impastare la pasta per la buonissima pizza che abbiamo gustato stasera, lavare le tazze della colazione, ancora in pendenza nel lavandino e, almeno, almeno, disfare i letti perché al mio rientro dopo il giovedì dalla nonna, potessi rifarli con le lenzuola pulite.
Qualcuno si chiede, e mi chiede, quante ore dormo per notte, e come riesco a trovare tempo anche per pregare. Chiariamo una cosa. Purtroppo, e sottolineo quel purtroppo, non ho eccellenti doti da casalinga. Non ho il senso pratico e la sveltezza di mia madre, né la finezza di mia suocera, e faccio molta fatica a pensare a come poter organizzare il tempo. Io sono un'incallita pressapochista che a un certo punto della sua vita ha semplicemente deciso di metterci un po' di impegno e di buona volontà in più.
Ho imparato a tenere la mente sveglia. Il senso pratico di mio marito mi guida e se lo scopro far qualcosa meglio, con più efficienza e minor dispendio di tempo, e migliori risultati rispetto a come la farei io, guardo e la volta dopo cerco di fare lo stesso anch'io.
Ho imparato ad ammortizzare i tempi, a pensare velocemente a soluzioni alternative (oggi, p. esempio, sulla strada del ritorno Lele si lamentava del peso della cartella. Oltre a consigliargli di controllare che dentro ci sia solo quello che realmente gli serve, gli ho consigliato anche di non portare libri per la lettura troppo pesanti - come quello di Stilton con la copertina rigida - ma di diversificare le letture. "Potresti predenre un libro dalla biblioteca di classe da tenere nel cestello attaccato al banco - gli ho detto - senza doverlo portare avanti e indietro, e a casa concederti anche libri più voluminosi. Ecco, una cosa così un tempo non mi sarebbe mai neanche venuta in mente). Ho imparato a riorganizzare le giornate a seconda dei possibili imprevisti, spostando in avanti o all'indietro le attività a seconda dell'impegno che richiedono e se si tratta di cose possibili con bimbi svegli e attivi o meno.
Insomma, anch'io mi evolvo.
Nel pomeriggio, per tornare a questo giovedì, ho giocato nuovamente al cantiere con Davide mentre Lele portava a termine con successo i suoi compiti ed Elisa dormiva in braccio alla nonna nella sua camera da letto. Dopo merenda ci siamo trasferiti in cortile. Un po' giocavano e un po' aiutavano la nonna col giardinaggio fino all'arrivo di mio fratello che li ha intrattenuti con qualche calcio al pallone.
Verso le 18 son tornata. Ci sarebbe stato il Judo e per me il cambio delle lenzuola, la cena e i piatti.
Domani è venerdì ma ora, concedetemelo naviganti, un po' di riposo...
Buona notte.
---
la mamma
Ieri abbiamo avuto un impegno parrocchiale, per la predisposizione del percoso formativo del nostro gruppo, e, oltre ad aver finito tardi, ci hanno "incastrati" con un piccolo fuori programma.
Questa è la ragione per cui, terminato di lavare i piatti dopo aver messo a nanna i bambini, erano passate da un pezzo le 22, abbiamo dovuto lavorare per il suddetto fuori programma.
Confesso che in questo momento è un po' dura riportare la mente ai pensieri che solitamente vi albergano nel momento in cui mi accingo a redigere il mio giornale di bordo.
Di sicuro è stata una bella, a tratti intensa, giornata. Il sole, in questo periodo, è davvero godibile e più ce n'è, più ne vorresti, tanto sei consapevole che dietro l'angolo c'è la stagione fredda.
Son giornate dalla temperatura indefinibile, in cui all'ombra fa freddo e al sole fa fin troppo caldo.
Anche oggi mi sono alzata presto e dopo aver stirato per quaranta minuti con Maurizio ho fatto colazione. Stranamente secondo le mie previsioni, prima di uscire con Davide (ed Elisa) con la prua puntata alla scuola materna, son riuscita anche a stendere la biancheria.
Mi rimaneva da impastare la pasta per la buonissima pizza che abbiamo gustato stasera, lavare le tazze della colazione, ancora in pendenza nel lavandino e, almeno, almeno, disfare i letti perché al mio rientro dopo il giovedì dalla nonna, potessi rifarli con le lenzuola pulite.
Qualcuno si chiede, e mi chiede, quante ore dormo per notte, e come riesco a trovare tempo anche per pregare. Chiariamo una cosa. Purtroppo, e sottolineo quel purtroppo, non ho eccellenti doti da casalinga. Non ho il senso pratico e la sveltezza di mia madre, né la finezza di mia suocera, e faccio molta fatica a pensare a come poter organizzare il tempo. Io sono un'incallita pressapochista che a un certo punto della sua vita ha semplicemente deciso di metterci un po' di impegno e di buona volontà in più.
Ho imparato a tenere la mente sveglia. Il senso pratico di mio marito mi guida e se lo scopro far qualcosa meglio, con più efficienza e minor dispendio di tempo, e migliori risultati rispetto a come la farei io, guardo e la volta dopo cerco di fare lo stesso anch'io.
Ho imparato ad ammortizzare i tempi, a pensare velocemente a soluzioni alternative (oggi, p. esempio, sulla strada del ritorno Lele si lamentava del peso della cartella. Oltre a consigliargli di controllare che dentro ci sia solo quello che realmente gli serve, gli ho consigliato anche di non portare libri per la lettura troppo pesanti - come quello di Stilton con la copertina rigida - ma di diversificare le letture. "Potresti predenre un libro dalla biblioteca di classe da tenere nel cestello attaccato al banco - gli ho detto - senza doverlo portare avanti e indietro, e a casa concederti anche libri più voluminosi. Ecco, una cosa così un tempo non mi sarebbe mai neanche venuta in mente). Ho imparato a riorganizzare le giornate a seconda dei possibili imprevisti, spostando in avanti o all'indietro le attività a seconda dell'impegno che richiedono e se si tratta di cose possibili con bimbi svegli e attivi o meno.
Insomma, anch'io mi evolvo.
Nel pomeriggio, per tornare a questo giovedì, ho giocato nuovamente al cantiere con Davide mentre Lele portava a termine con successo i suoi compiti ed Elisa dormiva in braccio alla nonna nella sua camera da letto. Dopo merenda ci siamo trasferiti in cortile. Un po' giocavano e un po' aiutavano la nonna col giardinaggio fino all'arrivo di mio fratello che li ha intrattenuti con qualche calcio al pallone.
Verso le 18 son tornata. Ci sarebbe stato il Judo e per me il cambio delle lenzuola, la cena e i piatti.
Domani è venerdì ma ora, concedetemelo naviganti, un po' di riposo...
Buona notte.
---
la mamma
martedì 21 settembre 2010
Sono stanca questa sera. Su questo vascello sembra proprio non esserci mai tregua!
Volevo passare dalla pettinatrice con Elisa questa mattina e in effetti... ci siamo state. Quando però ho saputo che avremmo dovuto attendere almeno un'ora per regolare un po' i suoi riccioli ormai senza forma e la mia frangia ho preferito desistere.
Oggi Lele è tornato a pranzo e per la prima volta gli hanno assegnato i compiti. Ha iniziato bene ma poi abbiamo avuto un piccolo diverbio per le infinite cancellature che avevano reso la pagina del quaderno di matematica impresentabile. Protestava perché non voleva ricopiarla, così ho preso la matita e ho scritto una comunicazione alla maestra, per informarla che al mio invito lui aveva opposto un rifiuto.
Credo che gli sia preso un po' di timore perché ha cominciato a dirmi: "Va bene, va bene, la ricopio!".
Gli ho imposto una decina di minuti di riposo, che lui non voleva concedersi per avere poi il tempo di giocare a un videogioco, ma se non si fosse rilassato ne sarebbe uscito una seconda volta una lavoro fatto male.
Invece quando siamo usciti per recuperare Davide all'asilo ho potuto constatare che era stato bravo nel ricopiare i numeri in colonna e scritti chiaramente. Volentieri a quel punto l'ho premiato con un bacio.
Con Davide invece, il mio secondogenito, ho passato un po' di tempo giocando con la lavagnetta... Questa mattina da un compagna ho saputo che non aveva voluto ricopiare il suo nome, quando so che ne è perfettamente in grado.
Forse ha bisogno di prendere fiducia in se stesso. Ho trovato un modo simpatico di presentargli le lettere che compongono il suo nome mentre Elisa gattonava in giro, e lui l'ha copiato bene sotto la mia scritta.
Fatto sta che giocandoci ho sentito quanto mi fosse mancanto dedicarmi solo ed esclusivamente a Davide.
La piccola si muove con sempre migliore agilità. Adesso cammina attaccata lungo il bordo del divano, ma oggi faceva anche dei passaggi dal divano al mio braccio. Questa sera però, dopo aver terminato la sua pappa, mentre attendevamo il ritorno di Lele da Judo, si sporgeva dal seggiolone piangendo perché voleva uscire e nonostante fosse legata è mancato veramente poco che cadesse a testa in giù! Grazie a Dio l'ho vista appena in tempo e l'ho presa. E' una vera monella, una monella da oggi con un dentino in più (e fa sette, quattro sopra e tre sotto).
In compenso non mi è riuscito di stirare e già sullo stendino campeggia un altro carico asciutto. Riuscirò mai a venirne fuori? C'ho provato dopo pranzo, prima di cena, per poi, alle 22.15 rendermi conto che sarebbe stata una chimera ed era meglio rinunciare.
Va bè. Ho sentito per telefono due mie amiche stasera, mentre al lavandino lavavo i piatti.
A volte capita di attraversare quei tratti di mare in cui sembra di avere il vento contro... bisogna solo aspettare che cambi...
Buona notte naviganti
---
la mamma
Volevo passare dalla pettinatrice con Elisa questa mattina e in effetti... ci siamo state. Quando però ho saputo che avremmo dovuto attendere almeno un'ora per regolare un po' i suoi riccioli ormai senza forma e la mia frangia ho preferito desistere.
Oggi Lele è tornato a pranzo e per la prima volta gli hanno assegnato i compiti. Ha iniziato bene ma poi abbiamo avuto un piccolo diverbio per le infinite cancellature che avevano reso la pagina del quaderno di matematica impresentabile. Protestava perché non voleva ricopiarla, così ho preso la matita e ho scritto una comunicazione alla maestra, per informarla che al mio invito lui aveva opposto un rifiuto.
Credo che gli sia preso un po' di timore perché ha cominciato a dirmi: "Va bene, va bene, la ricopio!".
Gli ho imposto una decina di minuti di riposo, che lui non voleva concedersi per avere poi il tempo di giocare a un videogioco, ma se non si fosse rilassato ne sarebbe uscito una seconda volta una lavoro fatto male.
Invece quando siamo usciti per recuperare Davide all'asilo ho potuto constatare che era stato bravo nel ricopiare i numeri in colonna e scritti chiaramente. Volentieri a quel punto l'ho premiato con un bacio.
Con Davide invece, il mio secondogenito, ho passato un po' di tempo giocando con la lavagnetta... Questa mattina da un compagna ho saputo che non aveva voluto ricopiare il suo nome, quando so che ne è perfettamente in grado.
Forse ha bisogno di prendere fiducia in se stesso. Ho trovato un modo simpatico di presentargli le lettere che compongono il suo nome mentre Elisa gattonava in giro, e lui l'ha copiato bene sotto la mia scritta.
Fatto sta che giocandoci ho sentito quanto mi fosse mancanto dedicarmi solo ed esclusivamente a Davide.
La piccola si muove con sempre migliore agilità. Adesso cammina attaccata lungo il bordo del divano, ma oggi faceva anche dei passaggi dal divano al mio braccio. Questa sera però, dopo aver terminato la sua pappa, mentre attendevamo il ritorno di Lele da Judo, si sporgeva dal seggiolone piangendo perché voleva uscire e nonostante fosse legata è mancato veramente poco che cadesse a testa in giù! Grazie a Dio l'ho vista appena in tempo e l'ho presa. E' una vera monella, una monella da oggi con un dentino in più (e fa sette, quattro sopra e tre sotto).
In compenso non mi è riuscito di stirare e già sullo stendino campeggia un altro carico asciutto. Riuscirò mai a venirne fuori? C'ho provato dopo pranzo, prima di cena, per poi, alle 22.15 rendermi conto che sarebbe stata una chimera ed era meglio rinunciare.
Va bè. Ho sentito per telefono due mie amiche stasera, mentre al lavandino lavavo i piatti.
A volte capita di attraversare quei tratti di mare in cui sembra di avere il vento contro... bisogna solo aspettare che cambi...
Buona notte naviganti
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la mamma
lunedì 20 settembre 2010
Approdati. Anche questa sera abbiamo attraccato il nostro vascello al molo. Mi sono messa subito a scrivere invece di prendermi un po' di tempo per leggere.
Ieri sera c'ho provata a rimanere in compagnia di un libro, un nuovo libro, prima di aggiornare il diario di bordo, ma è finita che mi sono addormentata e quando Maurizio ha lasciato libero il pc, ho deciso che era meglio "abbandonare la nave!".
"Saggia decisione!", ha commentato lui, e mi sa che ha avuto ragione.
Ieri abbiamo avuto tempo per gli amici e il sole ha favorito gli incontri.
Questa mattina, invece, ha avuto inizio la normale ferialità. In particolar modo Davide ha faticato a risvegliarsi, nonostante ieri sera non si sia addormentato tardi. Non si decideva ad alzarsi dal letto e non è servito nemmeno far finta di spaventarsi davanti all'orologio.
Dopo diversi tentativi son scesa con Elisa e ho iniziato a scaldare il loro latte, facendomi sentire mentre le dicevo: "Guarda, le lancette han messo le scarpe da tennis e adesso corrono, corrono. Chissà cosa ci diranno le suore?".
Erano le 8.45 e alle 9 avrebbero aperto il portone, anche se poi avrei avuto tempo ancora mezz'ora prima del suono dell'ultima campanella. Seduta sulla cassapanca con la piccola in braccio, mentre pensavo e ripensavo a qualcosa che potesse fungere da miele per catturare la mia mosca, ho davvero sobbalzato. Davide si è infatti presentato all'improvviso in cucina tutto vestito e ordinato con le scarpe in mano e un bel sorriso aperto sulla faccia.
Fortuna stiamo vicini alla scuola dell'infanzia e dopo non devo correre al lavoro, altrimenti sarebbero guai seri!
Terminato il tira - molla con Davide è ricominciato tutto da capo con la piccola. Rientrando a casa ho sistemato due cosette prima di salire per rifare i letti e pulire almeno una stanza, ma lei, dopo essere stata lavata e cambiata, non voleva saperne di rimanere sul pavimento a giocare e gattonare ed esplorare il territorio.
Era stanca, inequivocabile.
L'ho presa in braccio perché si addormentasse, ma quando l'ho messa nel lettino si è subito svegliata. Insomma! su no, giù no. Prova questo, prova quello è crollata dopo le 11 e l'ho lasciata sul letto di Davide, mentre in fretta ho cercato di far la polvere in camera sua. Quando si è svegliata era molto più serena e volentieri è rimasta a giocare nel suo lettino mentre io terminavo.
Abbiamo pranzato mentre così, tanto per tenerle compagnia, provavo a raccontarle "Biancaneve". Alle 14.35 si è riaddormentata. Un po' di ferro da stiro e poi via a riprendere Davide.
Al ritorno abbiamo fatto merenda e intanto arrivava una delle nonne perché per le 17 dovevo essere dal dentista con Lele. Forse riuscirà a fare a meno di uno degli apparecchi previsti fino a completamento dello sviluppo. Speriamo!
Quando Maurizio è rientrato dal lavoro ha portato con sé i maschietti che, sudati, avevano entrambe bisogno di un buon bagno.
Abbiamo quindi cenato con le orecchiette e il sugo di cime di rapa rimaste e bevendo... Champagne!
Si, ieri abbiamo aperto la bottiglia per festeggiare gli amici tornati finalmente da questa parte del mondo, ma, non avendola finita abbiamo deciso di usare lo Champagne rimanente per accompanare, appunto, la cena.
In serata sono arrivata, stirando le matrimoniali, al fondo della cesta dei panni e finalmente ho recuperato il ritardo. Ho mandato la lavatrice, messo a nanna i bimbi e finalmente, relativamente presto rispetto al solito, mi son messa sul divano.
Veramente tutto qua per oggi. Buona notte naviganti.
---
la mamma
Ieri sera c'ho provata a rimanere in compagnia di un libro, un nuovo libro, prima di aggiornare il diario di bordo, ma è finita che mi sono addormentata e quando Maurizio ha lasciato libero il pc, ho deciso che era meglio "abbandonare la nave!".
"Saggia decisione!", ha commentato lui, e mi sa che ha avuto ragione.
Ieri abbiamo avuto tempo per gli amici e il sole ha favorito gli incontri.
Questa mattina, invece, ha avuto inizio la normale ferialità. In particolar modo Davide ha faticato a risvegliarsi, nonostante ieri sera non si sia addormentato tardi. Non si decideva ad alzarsi dal letto e non è servito nemmeno far finta di spaventarsi davanti all'orologio.
Dopo diversi tentativi son scesa con Elisa e ho iniziato a scaldare il loro latte, facendomi sentire mentre le dicevo: "Guarda, le lancette han messo le scarpe da tennis e adesso corrono, corrono. Chissà cosa ci diranno le suore?".
Erano le 8.45 e alle 9 avrebbero aperto il portone, anche se poi avrei avuto tempo ancora mezz'ora prima del suono dell'ultima campanella. Seduta sulla cassapanca con la piccola in braccio, mentre pensavo e ripensavo a qualcosa che potesse fungere da miele per catturare la mia mosca, ho davvero sobbalzato. Davide si è infatti presentato all'improvviso in cucina tutto vestito e ordinato con le scarpe in mano e un bel sorriso aperto sulla faccia.
Fortuna stiamo vicini alla scuola dell'infanzia e dopo non devo correre al lavoro, altrimenti sarebbero guai seri!
Terminato il tira - molla con Davide è ricominciato tutto da capo con la piccola. Rientrando a casa ho sistemato due cosette prima di salire per rifare i letti e pulire almeno una stanza, ma lei, dopo essere stata lavata e cambiata, non voleva saperne di rimanere sul pavimento a giocare e gattonare ed esplorare il territorio.
Era stanca, inequivocabile.
L'ho presa in braccio perché si addormentasse, ma quando l'ho messa nel lettino si è subito svegliata. Insomma! su no, giù no. Prova questo, prova quello è crollata dopo le 11 e l'ho lasciata sul letto di Davide, mentre in fretta ho cercato di far la polvere in camera sua. Quando si è svegliata era molto più serena e volentieri è rimasta a giocare nel suo lettino mentre io terminavo.
Abbiamo pranzato mentre così, tanto per tenerle compagnia, provavo a raccontarle "Biancaneve". Alle 14.35 si è riaddormentata. Un po' di ferro da stiro e poi via a riprendere Davide.
Al ritorno abbiamo fatto merenda e intanto arrivava una delle nonne perché per le 17 dovevo essere dal dentista con Lele. Forse riuscirà a fare a meno di uno degli apparecchi previsti fino a completamento dello sviluppo. Speriamo!
Quando Maurizio è rientrato dal lavoro ha portato con sé i maschietti che, sudati, avevano entrambe bisogno di un buon bagno.
Abbiamo quindi cenato con le orecchiette e il sugo di cime di rapa rimaste e bevendo... Champagne!
Si, ieri abbiamo aperto la bottiglia per festeggiare gli amici tornati finalmente da questa parte del mondo, ma, non avendola finita abbiamo deciso di usare lo Champagne rimanente per accompanare, appunto, la cena.
In serata sono arrivata, stirando le matrimoniali, al fondo della cesta dei panni e finalmente ho recuperato il ritardo. Ho mandato la lavatrice, messo a nanna i bimbi e finalmente, relativamente presto rispetto al solito, mi son messa sul divano.
Veramente tutto qua per oggi. Buona notte naviganti.
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la mamma
sabato 18 settembre 2010
Mio marito me l'ha promesso. Non appena scopre in quale negozio le vendono mi compra un'aureola e la lucida personalmente!
Alle sette di questa mattina in cuicna, forse vedendomi stranamente interessata e partecipe, continuava a chiedermi se per caso non volessi diventare santa.
Bè, pensandoci... né più, né meno di quanto qualsiasi cristiano dovrebbe desiderarlo.
E' stata davvero un'avventura quella della preparazione della birra, una bella avventura. Davide, in queste sere, tutte le volte che Maurizio rientrava dal lavoro gli chiedeva: "Papà, adesso costruisci la birra?".
Avremmo quasi voluto svegliarlo questa mattina, ma di proposito ci siamo alzati presto. Se avessimo avuto qualche intoppo sarebbe proprio stato meglio non averli in giro, ma... chi lo sa? Forse renderlo partecipe avrebbe dato all'avventura colori ancora più bellli.
Niente Davide in cucina quindi, ma Lele, sentendo un po' di movimento, si è svegliato e non riuscendo più a prender sonno è sceso ed è rimasto con noi. C'era un po' di tensione nell'aria. Una prima volta è sempre una prima volta e non dev'essere stato piacevole per lui sentirsi dire di continuo: "Sta fermo, non toccare".
Abbiamo in effetti dovuto sterilizzare tutto quello che sarebbe venuto in contatto con la birra e per un bambino di nove anni è praticamente impossibile riuscire ad avere simili cautele, per Lele, sempre curioso di toccare e sperimentare, ancora di più.
Alla fine, non si è trattato di niente di complicato, ma dicevo a Maurizio che è esaltante girare tra casa e dispensa ed accorgersi del bidone della prima birra di nostra produzione, per poi voltare lo sguardo e lasciarlo cadere sul vasetto di marmellata di nostra produzione ed aprire l'armadietto della cucina dove teniamo il pane di nostra produzione e sentirsi avvolgere dal suo profumo.
Non so come mi sono tornate alla mente le confidenze di una coppia di amici. Risalgono ormai a qualche anno fa, quando ancora la vita non li aveva investiti con problemi piuttosto seri. Amavano (e credo ancora amino) ballare latino - americano e dicevano di come questa cosa avesse portato quasi nuova linfa alla vita di coppia.
Allo stesso modo anch'io sento che la passione per le cose fatte in casa, nata di recente nella nostra famiglia, e condivisa con mio marito, ci allena alla collaborazione e all'unità. Forse, mi dico, se ci riusciamo con qualche prodotto casalingo, tanto più riusciremo a farlo navigando insieme su quest'unico vascello per due, tenendo un'unica condivisa rotta nel mare della vita.
Stasera a cena, però, la stanchezza da parte di tutti s'è fatta sentire. I bambini erano parecchio nervosi e noi, purtroppo, poco disposti ad avere pazienza. Come dire, il rischio di entrare in collisione con qualche grosso scoglio c'è stato.
Abbiamo dovuto mantener fermo, con tutte le nostre forze, un "no" detto a Davide e senza cedere, quando è iniziata la crisi di pianto, ho cercato di consolarlo tenendolo per mano (eravamo a tavola e stavo dando il biberon alla piccola). Poi, prima della nanna, quando ancora la sua insistenza non si era placata, l'ho preso tra le braccia e gli ho nuovamente spiegato le motivazione di quel no e gli ho prospettato la possibilità di giocare un po' insieme a me al cantiere non appena avessi finito di asciugare le pentole e... dopo un po' si è sdraiato sulla cassapanca della cucina e lì si è addormentato.
Ancora a tavola, mentre Maurizio imboccava Davide, ho tentato di riprendere un po' il dialogo con Lele. Anche a lui era toccata qualche sgridata, così, gli ho chiesto di raccontarmi com'era andato il pomeriggio dalla nonna, se le avessero raccontato qualcosa riguardo la produzione della birra.
Sono tentativi, solo tentativi che per ora stanno portando spontanei baci sulle mie guance ed altrettanto spontanee richieste di scusa per tornare di nuovo agli incaponimenti un attimo dopo. E' sfiancante, questo vento dell'amore che ti sferza senza sosta.
Ora vado a nanna. Domani mi concederò un po' di sonno in più e poi la Messa e il pranzo. Fuori piove!
Buona notte naviganti e buona domenica.
---
la mamma
Alle sette di questa mattina in cuicna, forse vedendomi stranamente interessata e partecipe, continuava a chiedermi se per caso non volessi diventare santa.
Bè, pensandoci... né più, né meno di quanto qualsiasi cristiano dovrebbe desiderarlo.
E' stata davvero un'avventura quella della preparazione della birra, una bella avventura. Davide, in queste sere, tutte le volte che Maurizio rientrava dal lavoro gli chiedeva: "Papà, adesso costruisci la birra?".
Avremmo quasi voluto svegliarlo questa mattina, ma di proposito ci siamo alzati presto. Se avessimo avuto qualche intoppo sarebbe proprio stato meglio non averli in giro, ma... chi lo sa? Forse renderlo partecipe avrebbe dato all'avventura colori ancora più bellli.
Niente Davide in cucina quindi, ma Lele, sentendo un po' di movimento, si è svegliato e non riuscendo più a prender sonno è sceso ed è rimasto con noi. C'era un po' di tensione nell'aria. Una prima volta è sempre una prima volta e non dev'essere stato piacevole per lui sentirsi dire di continuo: "Sta fermo, non toccare".
Abbiamo in effetti dovuto sterilizzare tutto quello che sarebbe venuto in contatto con la birra e per un bambino di nove anni è praticamente impossibile riuscire ad avere simili cautele, per Lele, sempre curioso di toccare e sperimentare, ancora di più.
Alla fine, non si è trattato di niente di complicato, ma dicevo a Maurizio che è esaltante girare tra casa e dispensa ed accorgersi del bidone della prima birra di nostra produzione, per poi voltare lo sguardo e lasciarlo cadere sul vasetto di marmellata di nostra produzione ed aprire l'armadietto della cucina dove teniamo il pane di nostra produzione e sentirsi avvolgere dal suo profumo.
Non so come mi sono tornate alla mente le confidenze di una coppia di amici. Risalgono ormai a qualche anno fa, quando ancora la vita non li aveva investiti con problemi piuttosto seri. Amavano (e credo ancora amino) ballare latino - americano e dicevano di come questa cosa avesse portato quasi nuova linfa alla vita di coppia.
Allo stesso modo anch'io sento che la passione per le cose fatte in casa, nata di recente nella nostra famiglia, e condivisa con mio marito, ci allena alla collaborazione e all'unità. Forse, mi dico, se ci riusciamo con qualche prodotto casalingo, tanto più riusciremo a farlo navigando insieme su quest'unico vascello per due, tenendo un'unica condivisa rotta nel mare della vita.
Stasera a cena, però, la stanchezza da parte di tutti s'è fatta sentire. I bambini erano parecchio nervosi e noi, purtroppo, poco disposti ad avere pazienza. Come dire, il rischio di entrare in collisione con qualche grosso scoglio c'è stato.
Abbiamo dovuto mantener fermo, con tutte le nostre forze, un "no" detto a Davide e senza cedere, quando è iniziata la crisi di pianto, ho cercato di consolarlo tenendolo per mano (eravamo a tavola e stavo dando il biberon alla piccola). Poi, prima della nanna, quando ancora la sua insistenza non si era placata, l'ho preso tra le braccia e gli ho nuovamente spiegato le motivazione di quel no e gli ho prospettato la possibilità di giocare un po' insieme a me al cantiere non appena avessi finito di asciugare le pentole e... dopo un po' si è sdraiato sulla cassapanca della cucina e lì si è addormentato.
Ancora a tavola, mentre Maurizio imboccava Davide, ho tentato di riprendere un po' il dialogo con Lele. Anche a lui era toccata qualche sgridata, così, gli ho chiesto di raccontarmi com'era andato il pomeriggio dalla nonna, se le avessero raccontato qualcosa riguardo la produzione della birra.
Sono tentativi, solo tentativi che per ora stanno portando spontanei baci sulle mie guance ed altrettanto spontanee richieste di scusa per tornare di nuovo agli incaponimenti un attimo dopo. E' sfiancante, questo vento dell'amore che ti sferza senza sosta.
Ora vado a nanna. Domani mi concederò un po' di sonno in più e poi la Messa e il pranzo. Fuori piove!
Buona notte naviganti e buona domenica.
---
la mamma
Evviva sono un "domozimurgo" (forse)...
Evviva sono un domozimurgo, ma in questo caso il "forse" è d'obbligo.
Innanzitutto vi chiederete cosa significa domozimurgo? (immagino starete già cercando la parola su Google...) E' il tentativo non ufficiale di coniare un termine italiano alternativo alla parola inglese homebrewer (che tradotto significa più o meno "produttore di birra casalingo").
Ebbene sì, sono (anzi siamo, perchè in questa piccola avventura ho coinvolto fattivamente anche mia moglie) per ora soddisfatti di essere riusciti a iniziare il processo di fermentazione della nostra prima birra.
Dopo aver fatto un po' di ricerche in Internet ed essermi letto qualche articolo sull'argomento, avevamo deciso di acquistare l'attrezzatura dal sito "Mr.Malt", che è arrivata puntualmente e senza problemi dopo qualche giorno consegnata da un corriere.
Avendo letto e riletto il breve manualetto a corredo, mi sentivo pronto per il primo passo e così abbiamo pianificato il tutto per questa mattina verso le 7:00 (prima che i pargoli si svegliassero).
Tutto per il verso giusto, in un'ora e mezza avevamo già messo a riposo nel proprio fermentatore il mosto (così viene chiamato in gergo) e dopo aver aggiunto la bustina di lievito attendevamo che iniziasse il processo di fermentazione.
Il segnale rivelatore è un simpatico "gorgoglio" (è il rumore che emette la fuoriuscita dell'anidride carbonica dal gorgogliatore e che fa sorridere non poco i nostri due figli maschi) che però tardava ad arrivare.
Finalmente alle 16:00 di oggi mentre facevo un controllo con in braccio Elisa, ho sentito il primo "gorgoglio" ed allora non ho avuto più dubbi... :-)
Ora non ci resta che attendere dai 5-10 giorni, imbottigliare, lasciare fermentare ancora un paio di settimane in bottiglia e un altro paio di settimane a riposo, dopo finalmente ci dovremmo essere.
Vi starete chiedendo: "ma non è più semplice andare al supermercato e comperare qualche bottiglia di birra?!". Sicuramente è più sbrigativo, ma in una società in cui si vuole sempre trovare la scorciatoia, la strada meno faticosa e più rapida (magari senza fare troppa fatica), penso che possa essere un messaggio educativo "indiretto" anche ai nostri figli.
La fatica della preparazione, la fiducia e l'attesa paziente nel processo naturale di fermentazione, spero possano essere un veicolo migliore per i valori che vogliamo trasmettere ai nostri figli.
Comunque se rimarrete sintonizzati su queso blog, fra qualche settimana ci sarà il primo assaggio (forse!).
---
il papà
Innanzitutto vi chiederete cosa significa domozimurgo? (immagino starete già cercando la parola su Google...) E' il tentativo non ufficiale di coniare un termine italiano alternativo alla parola inglese homebrewer (che tradotto significa più o meno "produttore di birra casalingo").
Ebbene sì, sono (anzi siamo, perchè in questa piccola avventura ho coinvolto fattivamente anche mia moglie) per ora soddisfatti di essere riusciti a iniziare il processo di fermentazione della nostra prima birra.
Dopo aver fatto un po' di ricerche in Internet ed essermi letto qualche articolo sull'argomento, avevamo deciso di acquistare l'attrezzatura dal sito "Mr.Malt", che è arrivata puntualmente e senza problemi dopo qualche giorno consegnata da un corriere.
Avendo letto e riletto il breve manualetto a corredo, mi sentivo pronto per il primo passo e così abbiamo pianificato il tutto per questa mattina verso le 7:00 (prima che i pargoli si svegliassero).
Tutto per il verso giusto, in un'ora e mezza avevamo già messo a riposo nel proprio fermentatore il mosto (così viene chiamato in gergo) e dopo aver aggiunto la bustina di lievito attendevamo che iniziasse il processo di fermentazione.
Il segnale rivelatore è un simpatico "gorgoglio" (è il rumore che emette la fuoriuscita dell'anidride carbonica dal gorgogliatore e che fa sorridere non poco i nostri due figli maschi) che però tardava ad arrivare.
Finalmente alle 16:00 di oggi mentre facevo un controllo con in braccio Elisa, ho sentito il primo "gorgoglio" ed allora non ho avuto più dubbi... :-)
Ora non ci resta che attendere dai 5-10 giorni, imbottigliare, lasciare fermentare ancora un paio di settimane in bottiglia e un altro paio di settimane a riposo, dopo finalmente ci dovremmo essere.
Vi starete chiedendo: "ma non è più semplice andare al supermercato e comperare qualche bottiglia di birra?!". Sicuramente è più sbrigativo, ma in una società in cui si vuole sempre trovare la scorciatoia, la strada meno faticosa e più rapida (magari senza fare troppa fatica), penso che possa essere un messaggio educativo "indiretto" anche ai nostri figli.
La fatica della preparazione, la fiducia e l'attesa paziente nel processo naturale di fermentazione, spero possano essere un veicolo migliore per i valori che vogliamo trasmettere ai nostri figli.
Comunque se rimarrete sintonizzati su queso blog, fra qualche settimana ci sarà il primo assaggio (forse!).
---
il papà
Non so proprio da dove cominciare questa sera. Fatto sta che per navigare qualsiasi vascello ha bisogno che qualcuno prima disegni le mappe e tracci una rotta.
Arrivano nella vita i momenti delle svolte, dei punti di non ritorno. Sempre più persone ultimamente si accorgono preoccupate dei segni che la stanchezza lascia sul mio volto e, che dire?
E' vero. Essere la mamma di tre bambini è una fatica, ma questa fatica nella mia esistenza ha permesso di spostare di almeno 180° la lancetta del mio personale barometro da - pigrizia - a - sollecitudine -.
Il fatto è questo, non voglio tornare indietro, ai giorni in cui ancora ci ritrovavamo con gli ex compagni di scuola che mi dicevano quanto apparissi riposata perché in quel periodo, passatemi il termine, dopo aver lasciato gli studi universitari non facevo "un tubo di niente". Sbandata a cercare un senso e un direzione da dare alla mia vita.
Voglio andare avanti.
Le mie giornate non si riducono ad un cumulo di mestieri e faccende varie. Al primo posto c'è sempre la relazione con mio marito e i miei figli, ma anche con parenti, amici, vicini, conoscenti...
Con i miei figli, per esempio, non mi accontento di instaurare un rapporto di subalternità. Io comando e loro eseguono. Quello normativo è solo un aspetto nel rapporto educativo. Un aspetto non trascurabile, ma nemmeno esaustivo. Se con loro cerco di godermi il momento del gioco, che non mi affatica ma mi rigenera, e rimando per esempio il mio appuntamento col ferro da stiro, questo non vuol dire che poi io debba trascurarlo.
Pulire casa, stirare, fare in modo che possano trovare qualcosa di gustoso a pranzo o a cena, sono vie per far passare loro il mio affetto e la mia attenzione. Se questo vuol dire rimandare il "da fare" alle ore in cui non richiedono la mia attenzione, quando per esempio dormono, sottoscrivo ogni clausola e vado avanti.
Questa è la mia scelta, la possibilità che Dio mi dà di aderire al Vangelo, servendo al modo di Cristo. Per amore di coloro che mi sono affidati, come Marta, mi perdo in mille servizi e per lo stesso motivo, come Maria, scelgo la parte migliore dialogando, giocando, abbracciando e lasciandomi abbracciare.
Al centro, o meglio, a sostegno e come fine ultimo di ogni mia azione c'è sempre l'amore.
Altresì con mio marito non voglio un rapporto che sia del tipo "Per favore fai questo", "per favore mi puoi venire ad aiutare?", "per favore ci pensi tu ai bambini?".
E' lecito chiedere, umano sperare che chi ti sta accanto si accorga del tuo bisogno, ma anch'io mi accorgo del bisogno di chi mi sta accanto di non essere continuamente rintuzzato, e di avere un tempo per fare dell'altro.
Ho scelto, con oggi, giorno numero zero, di alzarmi per prima al mattino perché è bello che gli altri, svegliandosi, trovino me pronta per loro e mi pento per tutte quelle mattine in cui avrei potuto farlo, ma la mia coscienza immatura e indolente me l'ha impedito.
E ora che esaminandomi mi chiedo: "Ho amato oggi?", la risposta è inequivocabile: "Si, ho amato".
E' meraviglioso il panorama che si gode da quassù, dall'alto di questo ponte e auguro a tutti voi, naviganti, di raggiungere presto questi lidi.
Buona notte naviganti e domani, chissà, forse potrò raccontarvi l'inizio di una nuova avventura, una di quelle che si vivono rinunciando a qualche comodità, con un po' di sacrificio e molta, molta soddisfazione.
---
la mamma
Arrivano nella vita i momenti delle svolte, dei punti di non ritorno. Sempre più persone ultimamente si accorgono preoccupate dei segni che la stanchezza lascia sul mio volto e, che dire?
E' vero. Essere la mamma di tre bambini è una fatica, ma questa fatica nella mia esistenza ha permesso di spostare di almeno 180° la lancetta del mio personale barometro da - pigrizia - a - sollecitudine -.
Il fatto è questo, non voglio tornare indietro, ai giorni in cui ancora ci ritrovavamo con gli ex compagni di scuola che mi dicevano quanto apparissi riposata perché in quel periodo, passatemi il termine, dopo aver lasciato gli studi universitari non facevo "un tubo di niente". Sbandata a cercare un senso e un direzione da dare alla mia vita.
Voglio andare avanti.
Le mie giornate non si riducono ad un cumulo di mestieri e faccende varie. Al primo posto c'è sempre la relazione con mio marito e i miei figli, ma anche con parenti, amici, vicini, conoscenti...
Con i miei figli, per esempio, non mi accontento di instaurare un rapporto di subalternità. Io comando e loro eseguono. Quello normativo è solo un aspetto nel rapporto educativo. Un aspetto non trascurabile, ma nemmeno esaustivo. Se con loro cerco di godermi il momento del gioco, che non mi affatica ma mi rigenera, e rimando per esempio il mio appuntamento col ferro da stiro, questo non vuol dire che poi io debba trascurarlo.
Pulire casa, stirare, fare in modo che possano trovare qualcosa di gustoso a pranzo o a cena, sono vie per far passare loro il mio affetto e la mia attenzione. Se questo vuol dire rimandare il "da fare" alle ore in cui non richiedono la mia attenzione, quando per esempio dormono, sottoscrivo ogni clausola e vado avanti.
Questa è la mia scelta, la possibilità che Dio mi dà di aderire al Vangelo, servendo al modo di Cristo. Per amore di coloro che mi sono affidati, come Marta, mi perdo in mille servizi e per lo stesso motivo, come Maria, scelgo la parte migliore dialogando, giocando, abbracciando e lasciandomi abbracciare.
Al centro, o meglio, a sostegno e come fine ultimo di ogni mia azione c'è sempre l'amore.
Altresì con mio marito non voglio un rapporto che sia del tipo "Per favore fai questo", "per favore mi puoi venire ad aiutare?", "per favore ci pensi tu ai bambini?".
E' lecito chiedere, umano sperare che chi ti sta accanto si accorga del tuo bisogno, ma anch'io mi accorgo del bisogno di chi mi sta accanto di non essere continuamente rintuzzato, e di avere un tempo per fare dell'altro.
Ho scelto, con oggi, giorno numero zero, di alzarmi per prima al mattino perché è bello che gli altri, svegliandosi, trovino me pronta per loro e mi pento per tutte quelle mattine in cui avrei potuto farlo, ma la mia coscienza immatura e indolente me l'ha impedito.
E ora che esaminandomi mi chiedo: "Ho amato oggi?", la risposta è inequivocabile: "Si, ho amato".
E' meraviglioso il panorama che si gode da quassù, dall'alto di questo ponte e auguro a tutti voi, naviganti, di raggiungere presto questi lidi.
Buona notte naviganti e domani, chissà, forse potrò raccontarvi l'inizio di una nuova avventura, una di quelle che si vivono rinunciando a qualche comodità, con un po' di sacrificio e molta, molta soddisfazione.
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la mamma
venerdì 17 settembre 2010
Nonostante la concitazione di alcuni momenti questa mattina, quella appena conclusa è sicuramente stata una giornata migliore, una giornata in cui mi son goduta la compagnia dei miei figli.
Non mi è toccato rifare completamente un letto, per esempio, ma ho capito che l'ora che và dalle 8 alle 9 la devo dedicare a Davide, senza mettere niente in mezzo. Quanto sono stata contenta, questa mattina, di averlo fatto! Sapevo di essere in ritardo con alcune cose, anzi, sapevo che non sarei proprio riuscita a farle.
Anche quando c'è scuola il giovedì andiamo a pranzo dalla nonna, ragion per cui consento a Davide di uscire da scuola alle 11.30, che tradotto significa che mi rimane ben poco tempo per occuparmi della casa. Solitamente non torniamo se non a pomeriggio inoltrato.
Davide, come me, non ha un risveglio immediato. A volte capita che scenda in cucina mentre avrebbe ancroa tempo per rimanere a letto, ma se non succede, e devo svegliarlo, rischio se non sto attenta, se non gli dò il giusto tempo, di provocare crisi di pianto difficilmente contenibili.
Passando per la sua stanza comincio ad alzare la tapparella, concedendogli il tempo della toilette di Elisa e poi è tutto un gioco di dolcezza, convincimento, persuasione ed incentivi. Oggi, per esempio, c'era da fargli balenare davanti l'idea del riso e zucca dalla nonna e, nonostante un po' di difficoltà, ha funzionato!
Mi ha raggiunta mentre lavavo la piccola e poi si è vestito da solo. Siamo scesi, senza che avessi più di tanto bisogno di mettergli fretta (cosa che odio, perché so di rendergli difficile l'uscita) e alle 8.30 ha avuto tempo di bere in un sorso il suo latte e di fare l'aerosol davanti ad un cartone.
Al ritorno mi son data una tregua per pregare, tregua che a Elisa è servita per addormentarsi. Nel passeggino si è accoccolata con la testa sul dorso della mia mano e ne ho ricevuto una sensazione di tenerezza incredibile. Mi basta starle accanto per avvertire questa stupefacente sensazione. Poi mi sono alzata e ho impastato e steso la pasta per la pizza in vista della cena ed è stata la miglior pizza fatta in casa che io abbia mai mangiato. A me il merito dell'impasto, a Maurizio quello della farcitura.
Avrei dovuto stendere la biancheria ma non ci sono riuscita, come non sono riuscita a fare i letti. Ho lavato le tazze, ho cambiato di nuovo la piccola e di nuovo sono uscita alla volta della scuola materna prima, e della casa della nonna poi. Nel tragitto Davide mi ha un po' raccontato come aveva trascorso le poche ore che siamo rimasti separati e mi ha chiesto se nel pomeriggio avrei potuto giocare un po' con lui al cantiere. Cosa che ho fatto, mentre Lele guardava per l'ennesiama volta "Asterix e le dodici fatiche".
Anche lui tornando da scuola in mia compagnia (oggi, al ritorno, niente pulmino) mi ha raccontato di aver misurato cattedra, aula, banchi, utilizzando bastoni e cartoline. Nel fattempo lo cingevo con un braccio per comunicargli il mio affetto e sono arrivata a casa di mia mamma orgogliosamente tenendo per mano i miei maschi. Davide ha chiesto e ottenuto di poter venire con me.
Siamo rincasati un po' prima, così ho potuto stendere la biancheria e fare un aerosol anche a Lele che lamenta un principio di sinusite. In questo modo ha poi potuto raggiungere la palestra per il primo allenamento di judo dell'anno.
A tavola si respirava una bella atmosfera. Abbiamo riso e quando abbiamo pregato per ringraziare, prima di addentare la pizza, cantando un ritornello sulle note di una famosa canzone dei Queen, Elisa, insieme a noi, batteva la manina sul tavolino del seggiolone, (Lei però, dato che erano ormai le 20.30, già aveva la pancia piena) che spasso!
Tutti i miei bambini si sono premurati almeno una volta nel corso dell'odierno viaggio di venirmi spontaneamente a dare un bacio almeno una volta, e tornando pensavo che Dio mi ha dato proprio tanto, e nessun ricco è ricco quanto me.
Ora un po' di riposo. Domani Lele rimarrà per la prima volta a mensa a scuola, ma avrò la compagnia di Maurizio che tornerà prima dal lavoro come ogni venerdì estivo fino alla fine di settembre.
Ti lodo o Dio perché compi meraviglie e a voi, naviganti, la mia buona notte.
---
la mamma
Non mi è toccato rifare completamente un letto, per esempio, ma ho capito che l'ora che và dalle 8 alle 9 la devo dedicare a Davide, senza mettere niente in mezzo. Quanto sono stata contenta, questa mattina, di averlo fatto! Sapevo di essere in ritardo con alcune cose, anzi, sapevo che non sarei proprio riuscita a farle.
Anche quando c'è scuola il giovedì andiamo a pranzo dalla nonna, ragion per cui consento a Davide di uscire da scuola alle 11.30, che tradotto significa che mi rimane ben poco tempo per occuparmi della casa. Solitamente non torniamo se non a pomeriggio inoltrato.
Davide, come me, non ha un risveglio immediato. A volte capita che scenda in cucina mentre avrebbe ancroa tempo per rimanere a letto, ma se non succede, e devo svegliarlo, rischio se non sto attenta, se non gli dò il giusto tempo, di provocare crisi di pianto difficilmente contenibili.
Passando per la sua stanza comincio ad alzare la tapparella, concedendogli il tempo della toilette di Elisa e poi è tutto un gioco di dolcezza, convincimento, persuasione ed incentivi. Oggi, per esempio, c'era da fargli balenare davanti l'idea del riso e zucca dalla nonna e, nonostante un po' di difficoltà, ha funzionato!
Mi ha raggiunta mentre lavavo la piccola e poi si è vestito da solo. Siamo scesi, senza che avessi più di tanto bisogno di mettergli fretta (cosa che odio, perché so di rendergli difficile l'uscita) e alle 8.30 ha avuto tempo di bere in un sorso il suo latte e di fare l'aerosol davanti ad un cartone.
Al ritorno mi son data una tregua per pregare, tregua che a Elisa è servita per addormentarsi. Nel passeggino si è accoccolata con la testa sul dorso della mia mano e ne ho ricevuto una sensazione di tenerezza incredibile. Mi basta starle accanto per avvertire questa stupefacente sensazione. Poi mi sono alzata e ho impastato e steso la pasta per la pizza in vista della cena ed è stata la miglior pizza fatta in casa che io abbia mai mangiato. A me il merito dell'impasto, a Maurizio quello della farcitura.
Avrei dovuto stendere la biancheria ma non ci sono riuscita, come non sono riuscita a fare i letti. Ho lavato le tazze, ho cambiato di nuovo la piccola e di nuovo sono uscita alla volta della scuola materna prima, e della casa della nonna poi. Nel tragitto Davide mi ha un po' raccontato come aveva trascorso le poche ore che siamo rimasti separati e mi ha chiesto se nel pomeriggio avrei potuto giocare un po' con lui al cantiere. Cosa che ho fatto, mentre Lele guardava per l'ennesiama volta "Asterix e le dodici fatiche".
Anche lui tornando da scuola in mia compagnia (oggi, al ritorno, niente pulmino) mi ha raccontato di aver misurato cattedra, aula, banchi, utilizzando bastoni e cartoline. Nel fattempo lo cingevo con un braccio per comunicargli il mio affetto e sono arrivata a casa di mia mamma orgogliosamente tenendo per mano i miei maschi. Davide ha chiesto e ottenuto di poter venire con me.
Siamo rincasati un po' prima, così ho potuto stendere la biancheria e fare un aerosol anche a Lele che lamenta un principio di sinusite. In questo modo ha poi potuto raggiungere la palestra per il primo allenamento di judo dell'anno.
A tavola si respirava una bella atmosfera. Abbiamo riso e quando abbiamo pregato per ringraziare, prima di addentare la pizza, cantando un ritornello sulle note di una famosa canzone dei Queen, Elisa, insieme a noi, batteva la manina sul tavolino del seggiolone, (Lei però, dato che erano ormai le 20.30, già aveva la pancia piena) che spasso!
Tutti i miei bambini si sono premurati almeno una volta nel corso dell'odierno viaggio di venirmi spontaneamente a dare un bacio almeno una volta, e tornando pensavo che Dio mi ha dato proprio tanto, e nessun ricco è ricco quanto me.
Ora un po' di riposo. Domani Lele rimarrà per la prima volta a mensa a scuola, ma avrò la compagnia di Maurizio che tornerà prima dal lavoro come ogni venerdì estivo fino alla fine di settembre.
Ti lodo o Dio perché compi meraviglie e a voi, naviganti, la mia buona notte.
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la mamma
giovedì 16 settembre 2010
Va bene, adesso tocca a me. Dopo che il papà ha finalmente pubblicato, dopo lunga attesa, un post con il racconto di ciò che riesce abilmente a combinare con i pargoli, intervengo io con l'aggiornamento del diario di bordo.
Vorrei essere sintetica perché l'ora è tarda e avrei proprio necessità di un buon sonno, ma, pur non sapendo da dove cominciare, so di aver tante cose nel sacco da vuotare.
E' iniziata la scuola, non è una novità, e come prevedevo è iniziato pure il turbinio delle cose da fare, da ricordare e degli orari da rispettare.
Questa sera, per esempio, facendomi del male e sfoderando un po' di senso del dovere, ho acceso il ferro da stiro alle 22 per ottenere, non di arrivare in fondo alla cesta, bensi di stirare almeno un'oretta, e così ho fatto.
Sono asciugati i panni che avevo steso stamattina e sono andati ad aggravare il cumulo di ieri quando, invece di utilizzare quell'ora che mi era rimasta dopo pranzo per smaltire un po' la pigna, ho esaudito il desiderio di Emanuele di fare una lavoretto con me.
"Ma insomma - mi ha detto quando gli ho annunciato che avrei dovuto stirare - non trovi mai neanche un attimo di tempo per stare con me!". Non gli ho ricordato tutta la pasta di sale fatta nel corso dell'estate, ma è pur vero che con questa avrebbero fatto quattro o cinque volte che si sentiva rispondere da me: "No, non posso".
Pur essendo vero, pur dovendo stirare, pur essendo consapevole che un rimando avrebbe solo contribuito ad aggravare ulteriormente la situazione, ho deciso di darla vinta al mio cuore e di stare con lui. A dirla tutta avevo voglia di farlo, di dirgli di si.
Elisa alle 14.30 si è addormentata (stranamente da sola, come non capitava da tempo), Davide era all'asilo. Come non approfittare dell'occasione di condividere un po' di tempo solo noi due? un po' di attenzione esclusiva tutta per lui?
Per il compleanno gli hanno regalato un libro fantastico che si intitola "Il crea giochi", dentro il quale si trovano le istruzioni per creare appunto dei giochi con materiali di riciclo. Lele và a nozze con questo genere di attività! Così abbiamo recuperato l'occorrente e ci siamo imbarcati per quest'avventura, proprio come quando lui era più piccolo e capitava di passare i pomeriggi a creare i lavoretti che proponeva una rivista per bambini della San Paolo Editore. il "G baby". Come volava il tempo!
Oggi, mentre stiravo, lui ha proseguito da solo per completare questo curioso gioco da tavolo.
Mi ha stupito perché si è reso conto che questo avrebbe comporato un po' di ritardo e di accumulo. Quando gli ho detto che avrei stirato il giorno dopo, lui mi ha risposto: "Ma la lavatrice và, và...".
Da parte mia ho cercato di donare questo tempo a mio figlio del tutto gratuitamente, il che ha voluto dire che più tardi, nel pomeriggio, quando ho dovuto riprenderlo per un nuovo litigio con Davide, non gli ho rinfacciato ciò che gli avevo concesso.
La gioranta di oggi invece mi ha voluta nel vortice fin da subito. Elisa nella notte ha costretto Maurizio e me ad alzarci una volta per uno per via del naso un po' chiuso. Al mattino Lele ha raggiunto il papà in bagno che si era appena alzato per lavarsi e poi scendere per la colazione. Erano le sette. In cucina mi sono ricordata che dovevo pulire le copertine dei quadernoni e ho deciso di provare a sistemare la cosa prima che andasse a scuola. Così le ho spruzzate con lo sgrassatore per lasciarle poi qualche minuto nel lavandino. Le avrei sciacquate e asciugate dopo aver bevuto il latte.
Prima che la colazione fosse in tavola è sceso anche Davide... tutto bagnato di pipì e subito dopo, mentre Maurizio mi salutava uscendo, ho sentito Elisa che piangendo mi reclamava. Che fare? Lele doveva assolutamente uscire per le 8.05 per prendere il pulmino che l'avrebbe portato a scuola. Le copertine sono rimaste dov'erano fin quasi a mezzogiorno, quando sono riuscita a riprendere il lavoro lì dove l'avevo interrotto.
Sono salita per lavare Elisa e nel frattempo ho chiesto a Davide di seguirmi, così avrebbe potuto fare il bidé e cambiarsi. Quando poi con calma ho controllato la situazione del suo letto, ho constatato che aveva bagnato non solo il lenzuolo sotto e il coprimaterasso di spugna (per fortuna gli lascio ancora la cerata!), ma anche il lenzuolo sopra e il copriletto. Tutto da rifare...
Quando sono scesa mancava un quarto d'ora alle 8 e il latte, ancora nel bricco, si era già raffreddato. Ho infilato Elisa nel seggiolone con un biscotto e coi maschi ho fatto colazione. Poi Lele ha potuto uscire e mentre scaldavo il biberon alla piccola ho messo Davide, ancora "conciatino" per via del raffreddore sotto aerosol.
Insomma, una corsa già di prima mattino. Non è sempre così, ma solitamente non riesco a far nulla in casa prima delle dieci del mattino, ed Elisa, che se và bene dorme una ventina di minuti, come oggi poi si stufa di stare a gattonare sul pavimento.
Non so più cosa fare per star dietro a tutto, e siamo solo all'inizio. Sto seriamente pensando di togliere un'altra ora al sonno. Va bé, domani si ricomincia cercando di far tutto con gioia e vero spirito di servizio, dando lode a Dio per ciò che mi ha dato.
Buona notte naviganti.
---
la mamma
Vorrei essere sintetica perché l'ora è tarda e avrei proprio necessità di un buon sonno, ma, pur non sapendo da dove cominciare, so di aver tante cose nel sacco da vuotare.
E' iniziata la scuola, non è una novità, e come prevedevo è iniziato pure il turbinio delle cose da fare, da ricordare e degli orari da rispettare.
Questa sera, per esempio, facendomi del male e sfoderando un po' di senso del dovere, ho acceso il ferro da stiro alle 22 per ottenere, non di arrivare in fondo alla cesta, bensi di stirare almeno un'oretta, e così ho fatto.
Sono asciugati i panni che avevo steso stamattina e sono andati ad aggravare il cumulo di ieri quando, invece di utilizzare quell'ora che mi era rimasta dopo pranzo per smaltire un po' la pigna, ho esaudito il desiderio di Emanuele di fare una lavoretto con me.
"Ma insomma - mi ha detto quando gli ho annunciato che avrei dovuto stirare - non trovi mai neanche un attimo di tempo per stare con me!". Non gli ho ricordato tutta la pasta di sale fatta nel corso dell'estate, ma è pur vero che con questa avrebbero fatto quattro o cinque volte che si sentiva rispondere da me: "No, non posso".
Pur essendo vero, pur dovendo stirare, pur essendo consapevole che un rimando avrebbe solo contribuito ad aggravare ulteriormente la situazione, ho deciso di darla vinta al mio cuore e di stare con lui. A dirla tutta avevo voglia di farlo, di dirgli di si.
Elisa alle 14.30 si è addormentata (stranamente da sola, come non capitava da tempo), Davide era all'asilo. Come non approfittare dell'occasione di condividere un po' di tempo solo noi due? un po' di attenzione esclusiva tutta per lui?
Per il compleanno gli hanno regalato un libro fantastico che si intitola "Il crea giochi", dentro il quale si trovano le istruzioni per creare appunto dei giochi con materiali di riciclo. Lele và a nozze con questo genere di attività! Così abbiamo recuperato l'occorrente e ci siamo imbarcati per quest'avventura, proprio come quando lui era più piccolo e capitava di passare i pomeriggi a creare i lavoretti che proponeva una rivista per bambini della San Paolo Editore. il "G baby". Come volava il tempo!
Oggi, mentre stiravo, lui ha proseguito da solo per completare questo curioso gioco da tavolo.
Mi ha stupito perché si è reso conto che questo avrebbe comporato un po' di ritardo e di accumulo. Quando gli ho detto che avrei stirato il giorno dopo, lui mi ha risposto: "Ma la lavatrice và, và...".
Da parte mia ho cercato di donare questo tempo a mio figlio del tutto gratuitamente, il che ha voluto dire che più tardi, nel pomeriggio, quando ho dovuto riprenderlo per un nuovo litigio con Davide, non gli ho rinfacciato ciò che gli avevo concesso.
La gioranta di oggi invece mi ha voluta nel vortice fin da subito. Elisa nella notte ha costretto Maurizio e me ad alzarci una volta per uno per via del naso un po' chiuso. Al mattino Lele ha raggiunto il papà in bagno che si era appena alzato per lavarsi e poi scendere per la colazione. Erano le sette. In cucina mi sono ricordata che dovevo pulire le copertine dei quadernoni e ho deciso di provare a sistemare la cosa prima che andasse a scuola. Così le ho spruzzate con lo sgrassatore per lasciarle poi qualche minuto nel lavandino. Le avrei sciacquate e asciugate dopo aver bevuto il latte.
Prima che la colazione fosse in tavola è sceso anche Davide... tutto bagnato di pipì e subito dopo, mentre Maurizio mi salutava uscendo, ho sentito Elisa che piangendo mi reclamava. Che fare? Lele doveva assolutamente uscire per le 8.05 per prendere il pulmino che l'avrebbe portato a scuola. Le copertine sono rimaste dov'erano fin quasi a mezzogiorno, quando sono riuscita a riprendere il lavoro lì dove l'avevo interrotto.
Sono salita per lavare Elisa e nel frattempo ho chiesto a Davide di seguirmi, così avrebbe potuto fare il bidé e cambiarsi. Quando poi con calma ho controllato la situazione del suo letto, ho constatato che aveva bagnato non solo il lenzuolo sotto e il coprimaterasso di spugna (per fortuna gli lascio ancora la cerata!), ma anche il lenzuolo sopra e il copriletto. Tutto da rifare...
Quando sono scesa mancava un quarto d'ora alle 8 e il latte, ancora nel bricco, si era già raffreddato. Ho infilato Elisa nel seggiolone con un biscotto e coi maschi ho fatto colazione. Poi Lele ha potuto uscire e mentre scaldavo il biberon alla piccola ho messo Davide, ancora "conciatino" per via del raffreddore sotto aerosol.
Insomma, una corsa già di prima mattino. Non è sempre così, ma solitamente non riesco a far nulla in casa prima delle dieci del mattino, ed Elisa, che se và bene dorme una ventina di minuti, come oggi poi si stufa di stare a gattonare sul pavimento.
Non so più cosa fare per star dietro a tutto, e siamo solo all'inizio. Sto seriamente pensando di togliere un'altra ora al sonno. Va bé, domani si ricomincia cercando di far tutto con gioia e vero spirito di servizio, dando lode a Dio per ciò che mi ha dato.
Buona notte naviganti.
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la mamma
mercoledì 15 settembre 2010
Banchetto al mercatino della sagra di San Rocco
Con un po' di ritardo, dopo più di 10 giorni, pubblico il post sulla nostra partecipazione al mercatino della sagra di San Rocco, la Parrocchia di cui facciamo parte.
In particolare si tratta dell'annuale esposizione, che si tiene il sabato pomeriggio, a cui partecipano piccoli artigiani, artisti di vario genere, associazioni sportive, organizzazioni umanitarie e in ultimo (ma non meno importanti) i bambini con il loro bagaglio di giocattoli usati.
E' una bella occasione per passare un paio di ore in mezzo alla nostra comunità, socializzare con i vicini di banchetto e con i passanti e perchè no, "smaltire" parte dei propri giocatolli usati ad un prezzo simbolico.
Emanuele aveva già partecipato l'anno prima al banchetto del suo migliore amico ed era rimasto particolarmente colpito da questa esperienza, tanto che durante tutto l'anno aveva covato il desiderio di partecipare singolarmente alla manifestazione con un banchetto tutto suo.
Quest'anno abbiamo deciso di soddisfare questo suo desiderio e grazie all'iscrizione, a cura di una nostra amica, abbiamo potuto ottenere anche un posto tutto nostro al mercatino dove esporre... ecco cosa potevamo esporre?
Io ho cercato di convincere Lele che potevamo variare leggermente il tipo di merce ed invece di esporre i giocattoli usati proporre al pubblico degli oggetti di nostra produzione.
Cosa abbiamo preparato: un paio di Apple iPhone 4 (per chi non lo sapesse è l'ultimo nato in casa Apple), un Blackberry Bold 9000, alcune macchine fotografiche di ultima generazione (Casio, Nikon, ...) e delle bussole personalizzate che si potevano anche richiudere (grazie ad una piccola cerniera metallica) ed infine un navigatore TomTom.
Come li abbiamo realizzati? Con dei pezzi di legno (alcuni dei quali riciclati da mobili dismessi) tagliati su misura con il seghetto e sagomati pazientemente con una lima, a cui abbiamo applicato, con la ("famosissima") colla vinilica, la stampa dello sviluppo in piano degli oggetti.
Uno strato finale di colla vinilica diluita con poca acqua ed il gioco è fatto: sembrano veri, difficili da distinguere dall'originale :-))
Per diversificare l'offerta commerciale abbiamo preparato anche delle mappe antiche, ispirandoci liberamente ad una mappa, recuperata in internet, delle Cronache di Narnia e aggiungendo elementi di altre storie e leggende (come ad esempio il castello di Camelot)
Durante il pomeriggio si sono aggiunti a dare man forte all'attività, anche Davide ed Elisa, ma le vendite non sono state all'altezza delle nostre aspettative.
Sembra che il pubblico sia stato poco stimolato dalle nostre creazioni.
Comunque dopo aver venduto i telefonini, un paio di bussole e qualche mappa abbiamo raccolto il tutto e siamo ritornati a casa stanchi, ma felici di aver partecipato attivamente alla manifestazione.
Il resto degli articoli è comunque stato piazzato nei giorni successi con abile mossa a parenti (cuginetti, zii, nonne) ed amici.
Il gruzzolo è stato riposto nel salvadanaio insieme ai ricordi di questa mezza giornata da ambulanti...
---
il papà
In particolare si tratta dell'annuale esposizione, che si tiene il sabato pomeriggio, a cui partecipano piccoli artigiani, artisti di vario genere, associazioni sportive, organizzazioni umanitarie e in ultimo (ma non meno importanti) i bambini con il loro bagaglio di giocattoli usati.
E' una bella occasione per passare un paio di ore in mezzo alla nostra comunità, socializzare con i vicini di banchetto e con i passanti e perchè no, "smaltire" parte dei propri giocatolli usati ad un prezzo simbolico.
Emanuele aveva già partecipato l'anno prima al banchetto del suo migliore amico ed era rimasto particolarmente colpito da questa esperienza, tanto che durante tutto l'anno aveva covato il desiderio di partecipare singolarmente alla manifestazione con un banchetto tutto suo.
Quest'anno abbiamo deciso di soddisfare questo suo desiderio e grazie all'iscrizione, a cura di una nostra amica, abbiamo potuto ottenere anche un posto tutto nostro al mercatino dove esporre... ecco cosa potevamo esporre?
Io ho cercato di convincere Lele che potevamo variare leggermente il tipo di merce ed invece di esporre i giocattoli usati proporre al pubblico degli oggetti di nostra produzione.
Cosa abbiamo preparato: un paio di Apple iPhone 4 (per chi non lo sapesse è l'ultimo nato in casa Apple), un Blackberry Bold 9000, alcune macchine fotografiche di ultima generazione (Casio, Nikon, ...) e delle bussole personalizzate che si potevano anche richiudere (grazie ad una piccola cerniera metallica) ed infine un navigatore TomTom.
Come li abbiamo realizzati? Con dei pezzi di legno (alcuni dei quali riciclati da mobili dismessi) tagliati su misura con il seghetto e sagomati pazientemente con una lima, a cui abbiamo applicato, con la ("famosissima") colla vinilica, la stampa dello sviluppo in piano degli oggetti.
Uno strato finale di colla vinilica diluita con poca acqua ed il gioco è fatto: sembrano veri, difficili da distinguere dall'originale :-))
Per diversificare l'offerta commerciale abbiamo preparato anche delle mappe antiche, ispirandoci liberamente ad una mappa, recuperata in internet, delle Cronache di Narnia e aggiungendo elementi di altre storie e leggende (come ad esempio il castello di Camelot)
Durante il pomeriggio si sono aggiunti a dare man forte all'attività, anche Davide ed Elisa, ma le vendite non sono state all'altezza delle nostre aspettative.
Sembra che il pubblico sia stato poco stimolato dalle nostre creazioni.
Comunque dopo aver venduto i telefonini, un paio di bussole e qualche mappa abbiamo raccolto il tutto e siamo ritornati a casa stanchi, ma felici di aver partecipato attivamente alla manifestazione.
Il resto degli articoli è comunque stato piazzato nei giorni successi con abile mossa a parenti (cuginetti, zii, nonne) ed amici.
Il gruzzolo è stato riposto nel salvadanaio insieme ai ricordi di questa mezza giornata da ambulanti...
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il papà
martedì 14 settembre 2010
Si è quasi conclusa questa giornata. E' il 13 settembre 2010. Stavo leggendo qualche mail di amici che, insieme ad altri, che in giornata hanno mandato sms o chiamato, hanno voluto farci gli auguri per il nostro anniversario.
Già, perchè il nostro amore, e il nostro matrimonio, non è cosa che riguarda solo noi. Il nostro amore, infinitesimale tessera di un mosaico del quale solo Dio riesce ad avere la visione generale, costruisce la comunità.
In particolare una coppia ha condiviso con noi uno scritto di un'altra coppia che festeggia il decimo anniversario. Una cosa mi colpiva in particolare. La convinzione che, dopo cinque figli, il meglio debba ancora venire e la necessità di procedere con le braccia spalancate verso il futuro.
Metto questo assieme alle parole con le quali il sacerdote ieri ha concluso l'omelia: "Dio ci chiama alla vita senza che noi possiamo opporre alcuna resistenza, ma non ci salva senza di noi, vuole la nostra collaborazione".
Si leggeva niente meno che la parabola del Figliol prodigo. Questo padre lascia andare il figlio e ansiosamente attende il suo ritorno, ma non può far niente senza che quest'ultimo si ravveda e prenda la decisione del ritorno.
Mi rendo conto adesso che se da una parte metto tutta la mia buona volontà nel cercare di percorrere le strade del Vangelo, sforzandomi e compiendo scelte, dall'altra, forse, sono poco aperta al mistero, alla gratuità di Dio nei nostri confronti.
Per festeggiare, oggi, abbiamo semplicemente deciso di cenare a casa coi bambini, esaltando ciò che per noi è normale. Certo, loro come sempre han creato parecchia confusione... Volentieri, come accadeva in questi ultimi anni, sarei uscita a pranzo o a cena sola con mio marito, ma altrettanto volentieri sono rimasta a casa.
Non mi è mancato nulla. La festa la si porta innanzitutto nel cuore ed è stato ciò a cui stasera mi sono predisposta: avere il cuore in festa.
Non ho cucinato, anche se, nel caso l'avessi fatto, la cena sarebbe di sicuro risultata migliore. Ero in ritardo. Oggi c'era la scuola dei bimbi e certi momenti, per risultare gradevoli, hanno bisogno di un minimo di programmazione.
Avrei potuto preparare un buon roast - beef con le patate, da gustare col Brunello che ho regalato lo scorso anno a Maurizio, ma lo scorso venerdì non avevamo ancora preso una decisione chiara e oggi tutti i negozi erano chiusi. Al centro commerciale la carne è tutt'altro che buona e di lunedì è tutto chiuso. Stesso discorso per la torta. Troppi tentennamenti.
Abbiamo cucinato le orecchiette col sugo alle cime di rapa che ci hanno portato i vicini dalle vacanze in Puglia ed erano davvero buonissime. Poi abbiamo preso un fritto misto ed una torta in gelateria.
E' bastato per uscire dall'ordinario ed è servito a permettermi di non arrivare a sera stremata dalla stanchezza.
Quando sono rientrata, dopo l'asilo, dopo il saluto alla mamma di ritorno dalla Polonia, erano le dieci. Elisa ha dormito un pochino, il tempo di rifare due letti. Poi l'ho cambiata e ho pulito il bagno mentre lei mi gattonava fra i piedi, sperando che non si attaccasse ai bordi dei sanitari ricoperti di detersivo.
L'ho fatta mangiare presto per essere alle 12.30 a scuola a prendere Emanuele all'uscita dal suo primo giorno di scuola. Da domani andrà e tornerà col pullmino... Abbiamo pranzato con un trancio di pizza.
La piccola si è poi addormentata tardi e a fatica. Ho steso la biancheria e finito di lavare il pavimento del bagno ed è venuta l'ora di riprendere Davide. Una settimana di asilo e già abbiamo dovuto ripescare, dal fondo dell'armadio, la macchinetta dell'aerosol.
Stamattina s'è fatto prendere da una piccola, imprevista crisi di insicurezza. Credo per il fatto di aver portato a scuola il fratello maggiore, diceva di non voler andare all'asilo. Per un attimo ho temuto il peggio, ma poi l'ho convinto. Sarà un anno critico, non c'è che dire.
Alla fine ho avuto un po' di tempo per stare con loro sul pavimento.
Stasera, davanti a Elisa addormentata, per un attimo ho pensato a ciascuno di loro e ho sentito che voglio loro molto bene. Sarei tornata dai maschi per dare il bacio della buona notte a Lele, ma già dormiva.
Chissà se sono loro che rendono complicata la nostra vita, o se siamo noi, a volte, che rendiamo complicata la loro.
Adesso vi saluto. Buona notte naviganti.
---
la mamma
Già, perchè il nostro amore, e il nostro matrimonio, non è cosa che riguarda solo noi. Il nostro amore, infinitesimale tessera di un mosaico del quale solo Dio riesce ad avere la visione generale, costruisce la comunità.
In particolare una coppia ha condiviso con noi uno scritto di un'altra coppia che festeggia il decimo anniversario. Una cosa mi colpiva in particolare. La convinzione che, dopo cinque figli, il meglio debba ancora venire e la necessità di procedere con le braccia spalancate verso il futuro.
Metto questo assieme alle parole con le quali il sacerdote ieri ha concluso l'omelia: "Dio ci chiama alla vita senza che noi possiamo opporre alcuna resistenza, ma non ci salva senza di noi, vuole la nostra collaborazione".
Si leggeva niente meno che la parabola del Figliol prodigo. Questo padre lascia andare il figlio e ansiosamente attende il suo ritorno, ma non può far niente senza che quest'ultimo si ravveda e prenda la decisione del ritorno.
Mi rendo conto adesso che se da una parte metto tutta la mia buona volontà nel cercare di percorrere le strade del Vangelo, sforzandomi e compiendo scelte, dall'altra, forse, sono poco aperta al mistero, alla gratuità di Dio nei nostri confronti.
Per festeggiare, oggi, abbiamo semplicemente deciso di cenare a casa coi bambini, esaltando ciò che per noi è normale. Certo, loro come sempre han creato parecchia confusione... Volentieri, come accadeva in questi ultimi anni, sarei uscita a pranzo o a cena sola con mio marito, ma altrettanto volentieri sono rimasta a casa.
Non mi è mancato nulla. La festa la si porta innanzitutto nel cuore ed è stato ciò a cui stasera mi sono predisposta: avere il cuore in festa.
Non ho cucinato, anche se, nel caso l'avessi fatto, la cena sarebbe di sicuro risultata migliore. Ero in ritardo. Oggi c'era la scuola dei bimbi e certi momenti, per risultare gradevoli, hanno bisogno di un minimo di programmazione.
Avrei potuto preparare un buon roast - beef con le patate, da gustare col Brunello che ho regalato lo scorso anno a Maurizio, ma lo scorso venerdì non avevamo ancora preso una decisione chiara e oggi tutti i negozi erano chiusi. Al centro commerciale la carne è tutt'altro che buona e di lunedì è tutto chiuso. Stesso discorso per la torta. Troppi tentennamenti.
Abbiamo cucinato le orecchiette col sugo alle cime di rapa che ci hanno portato i vicini dalle vacanze in Puglia ed erano davvero buonissime. Poi abbiamo preso un fritto misto ed una torta in gelateria.
E' bastato per uscire dall'ordinario ed è servito a permettermi di non arrivare a sera stremata dalla stanchezza.
Quando sono rientrata, dopo l'asilo, dopo il saluto alla mamma di ritorno dalla Polonia, erano le dieci. Elisa ha dormito un pochino, il tempo di rifare due letti. Poi l'ho cambiata e ho pulito il bagno mentre lei mi gattonava fra i piedi, sperando che non si attaccasse ai bordi dei sanitari ricoperti di detersivo.
L'ho fatta mangiare presto per essere alle 12.30 a scuola a prendere Emanuele all'uscita dal suo primo giorno di scuola. Da domani andrà e tornerà col pullmino... Abbiamo pranzato con un trancio di pizza.
La piccola si è poi addormentata tardi e a fatica. Ho steso la biancheria e finito di lavare il pavimento del bagno ed è venuta l'ora di riprendere Davide. Una settimana di asilo e già abbiamo dovuto ripescare, dal fondo dell'armadio, la macchinetta dell'aerosol.
Stamattina s'è fatto prendere da una piccola, imprevista crisi di insicurezza. Credo per il fatto di aver portato a scuola il fratello maggiore, diceva di non voler andare all'asilo. Per un attimo ho temuto il peggio, ma poi l'ho convinto. Sarà un anno critico, non c'è che dire.
Alla fine ho avuto un po' di tempo per stare con loro sul pavimento.
Stasera, davanti a Elisa addormentata, per un attimo ho pensato a ciascuno di loro e ho sentito che voglio loro molto bene. Sarei tornata dai maschi per dare il bacio della buona notte a Lele, ma già dormiva.
Chissà se sono loro che rendono complicata la nostra vita, o se siamo noi, a volte, che rendiamo complicata la loro.
Adesso vi saluto. Buona notte naviganti.
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la mamma
lunedì 13 settembre 2010
Eccomi qua sola, soletta. Maurizio sta uscendo or ora. Deve andare a riprendere mia mamma che arriva dopo una settimana di tour in Polonia.
Ci siamo guardati un film insieme e ho rimandato fino ad ora l'aggiornamento del diario di bordo.
Domani grande giornata! Lele torna a scuola e noi, pur essendo un giorno lavorativo, vedremo in qualche modo di festeggiare il nostro undicesimo anniversario di matrimonio.
Oggi è stata una giornata di quelle che all'ombra cominci ad avvertire un po' di freddo, mentre al sole senti di star proprio bene.
Non avendo ospiti a pranzo abbiamo cercato di mettere i motori al minimo e di goderci il viaggio. Penso che la domenica, giorno di riposo, diventa veramente tale e ne apprezzi fino in fondo la bellezza, e la particolarità, soltanto se negli altri sei giorni hai lavorato dando tutta te stessa.
Se probabilmente fossi rimasta a casa avrei trovato altre cose da fare, cose che, inevitabilmente, si sono tutte rovesciate sul lunedì.
Al mattino abbiamo partecipato alla Messa, fermandoci poi nella vietta laterale alla chiesa per le solite quattro chiacchiere con gli amici. Tornando Elisa si è addormentata e ha continuato a dormire mentre noi preparavamo il pranzo.
(Ecco, è mezzanotte. In questo momento preciso mio marito, con un sms, mi ha mandato gli auguri...).
Nel pomeriggio la proposta era di andare insieme a tutti gli altri in un paesino qui vicino dove avevano allestito una rievocazione medievale, ma no. Anche se Lele era incuriosito dalla cosa, né Maurizio, né io eravamo in vena di stare in mezzo alla mischia.
Non so come ma arrivano quei momenti in cui, senza far torti ad alcuno, senti il desiderio di rimaner sola con i tuoi. Non era proprio il caso oggi di disperdere pensieri, sentimenti, ed emozioni. Proprio non mi andava di frastagliare fra la folla quel qualcosa di molto intimo che ultimamente mi porto dentro e così, semplicemente, son fuggita.
Volentieri avrei rivisto una coppia di amici conosciuti lo scorso anno in occasione del ricovero di Davide e del loro unico figlio. Sembrava la domenica fatta apposta per questo incontro. Il sole benigno, l'essere liberi dagli impegni che tra non molto riprenderanno... ma loro non potevano. Sarà forse per la prossima domenica.
Ecco si, qualcosa di più intimo non l'avrei disdegnato. E' andata a finire che siamo rimasti noi, noi cinque a goderci un bella passeggiata, le vetrine, la compagnia e un buon gelato. Passeggiavamo e raccontavamo ai bambini episodi dalle remote spiagge del nostro fidanzamento. E' bello parlare ai bambini di quanto si è vissuto, di come è nata la nostra storia, che poi è anche la loro, perché senza quel noi che è nato, oggi loro non sarebbero qui.
La brezza marina porta qualcosa di speciale, una gioia che è sempre stata lì, davanti ai miei occhi e che finalmente riesco a gustare.
I miei tre bimbi, al cui pensiero la mia anima prende il volo. Ora la sento quell'esaltazione di cui parlavo inizialmente, diversi mesi fa, che è come vento sul ponte più alto che ti soffia contro e ti lascia senza fiato. Ti aggrappi per resistere, ma forse non puoi e non devi.
Mio marito, che è il sostegno forte della mia vita, perché se lui c'è la sua forza diventa la mia.
Continuerà il mio impegno ad amare lui, ad amare i miei figli per lanciarli nella vita, ad essere sempre presente a me stessa.
Ed ora vado perché le emozioni, tutte le emozioni, soprattutto quelle più profonde, han bisogno di un po' di solitudine che non è tristezza, ma solo desiderio di prendere il largo dal mare della superficialità. C'è bisogno di lentezza, di tempo per accorgersi delle impercettibili sfumature che cambiano, di creare dentro di sè il vuoto che rende possibile l'accoglienza.
Io sono così, per cui, naviganti, semplicemente buona notte e buona settimana a tutti.
---
la mamma
Ci siamo guardati un film insieme e ho rimandato fino ad ora l'aggiornamento del diario di bordo.
Domani grande giornata! Lele torna a scuola e noi, pur essendo un giorno lavorativo, vedremo in qualche modo di festeggiare il nostro undicesimo anniversario di matrimonio.
Oggi è stata una giornata di quelle che all'ombra cominci ad avvertire un po' di freddo, mentre al sole senti di star proprio bene.
Non avendo ospiti a pranzo abbiamo cercato di mettere i motori al minimo e di goderci il viaggio. Penso che la domenica, giorno di riposo, diventa veramente tale e ne apprezzi fino in fondo la bellezza, e la particolarità, soltanto se negli altri sei giorni hai lavorato dando tutta te stessa.
Se probabilmente fossi rimasta a casa avrei trovato altre cose da fare, cose che, inevitabilmente, si sono tutte rovesciate sul lunedì.
Al mattino abbiamo partecipato alla Messa, fermandoci poi nella vietta laterale alla chiesa per le solite quattro chiacchiere con gli amici. Tornando Elisa si è addormentata e ha continuato a dormire mentre noi preparavamo il pranzo.
(Ecco, è mezzanotte. In questo momento preciso mio marito, con un sms, mi ha mandato gli auguri...).
Nel pomeriggio la proposta era di andare insieme a tutti gli altri in un paesino qui vicino dove avevano allestito una rievocazione medievale, ma no. Anche se Lele era incuriosito dalla cosa, né Maurizio, né io eravamo in vena di stare in mezzo alla mischia.
Non so come ma arrivano quei momenti in cui, senza far torti ad alcuno, senti il desiderio di rimaner sola con i tuoi. Non era proprio il caso oggi di disperdere pensieri, sentimenti, ed emozioni. Proprio non mi andava di frastagliare fra la folla quel qualcosa di molto intimo che ultimamente mi porto dentro e così, semplicemente, son fuggita.
Volentieri avrei rivisto una coppia di amici conosciuti lo scorso anno in occasione del ricovero di Davide e del loro unico figlio. Sembrava la domenica fatta apposta per questo incontro. Il sole benigno, l'essere liberi dagli impegni che tra non molto riprenderanno... ma loro non potevano. Sarà forse per la prossima domenica.
Ecco si, qualcosa di più intimo non l'avrei disdegnato. E' andata a finire che siamo rimasti noi, noi cinque a goderci un bella passeggiata, le vetrine, la compagnia e un buon gelato. Passeggiavamo e raccontavamo ai bambini episodi dalle remote spiagge del nostro fidanzamento. E' bello parlare ai bambini di quanto si è vissuto, di come è nata la nostra storia, che poi è anche la loro, perché senza quel noi che è nato, oggi loro non sarebbero qui.
La brezza marina porta qualcosa di speciale, una gioia che è sempre stata lì, davanti ai miei occhi e che finalmente riesco a gustare.
I miei tre bimbi, al cui pensiero la mia anima prende il volo. Ora la sento quell'esaltazione di cui parlavo inizialmente, diversi mesi fa, che è come vento sul ponte più alto che ti soffia contro e ti lascia senza fiato. Ti aggrappi per resistere, ma forse non puoi e non devi.
Mio marito, che è il sostegno forte della mia vita, perché se lui c'è la sua forza diventa la mia.
Continuerà il mio impegno ad amare lui, ad amare i miei figli per lanciarli nella vita, ad essere sempre presente a me stessa.
Ed ora vado perché le emozioni, tutte le emozioni, soprattutto quelle più profonde, han bisogno di un po' di solitudine che non è tristezza, ma solo desiderio di prendere il largo dal mare della superficialità. C'è bisogno di lentezza, di tempo per accorgersi delle impercettibili sfumature che cambiano, di creare dentro di sè il vuoto che rende possibile l'accoglienza.
Io sono così, per cui, naviganti, semplicemente buona notte e buona settimana a tutti.
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la mamma
domenica 12 settembre 2010
Ho il dito indice della mano destra leggermente gonfio e dolorante oggi. Ieri, pulendo l'aiuola, nonostante indossassi i guanti da giardinaggio, davvero molto leggeri, devo essermi punta con una spina.
E' probabilmente in corso una leggera infiammazione, ragion per cui, nel tardo pomeriggio, ho mandato Maurizio in farmacia a prendermi una pomata anti - infiammatoria che già, dopo un paio di applicazioni, mi sta dando beneficio.
Il sole è tornato a pieno titolo a illuminare questo strano settembre per il quale sembrava ormai l'estate fosse finita. Quando siamo scesi in cucina erano le 9, ma Elisa si è svegliata presto, prestissimo. L'abbiamo tenuta un po' nel lettone. Si è riaddormentata per poi risvegliarsi. Quando ho aperto gli occhi per controllare l'ho trovata seduta che mi guardava e rideva.
Ho tentato di sonnecchiare ancora un po', mentre lei vagava nello spazio tra i cuscini e le nostre gambe che facevano da muraglia di protezione. Ogni tanto vi si appoggiava e si sollevava sui piedi, per poi tornare punto e a capo verso di noi. Piegava la schiena e proprio come un cagnolino veniva a succhiarmi la guancia.
Alla fine, nonostante la prepotenza del sonno, ci siamo alzati. E' arrivato Lele in camera nostra a un certo punto e poi se n'è andato e per ultimo è arrivato anche Davide.
In mattinata ho pulito un po' la cucina mentre i maschi, per mia gentile concessione, si guardavano un paio di puntate di Heidi, il mio cartone animato preferito. In questi ultimi anni mi è più volte capitato di guardare con loro cartoni che hanno accompagnato la mia infanzia trovandoli davvero deludenti, ma Heidi no. Heidi più cresco e più lo apprezzo, e mai come ora, che sono mamma, sono riuscita ad accorgermi dei messaggi positivi che questa storia trasmette. La sobrietà, per esempio. Ciò che però mi colpisce è il personaggio del nonno, che resta una delle mie figure educative di riferimento. Così solido e fermo e allo stesso tempo così disponibile nei confronti della sua nipotina. Come vorrei riuscire ad essere come lui!
Nel pomeriggio ho stirato, iniziando un po' più tardi del previsto. Elisa, che è crollata verso le 13, mezz'ora dopo era sveglia e pimpante e, come se non bastasse, Davide chiedeva insistentemente che giocassi con lui a memory. Dopo qualche tentennamento ho accettato e ben presto al gioco si è unito anche Lele. Occasione speciale per parlare, al più piccolo che ha le sue fatiche, della possibilità di perdere e dell'importanza di accettare le regole!
Poi Maurizio li ha caricati in macchina per portarli dalla nonna a far merenda, così io ho attaccato il ferro. E' rientrato dopo una mezz'ora con la piccola che si è addomentata sulle sue gambe mentre stava seduto alla scrivania. Per caricarmi di energia, in una giornata che non mi ha concesso tregua, ho spalmato un po' della nostra marmellata sul pane e me la sono gustata offrendola, naturalmente anche a Maurizio. Anche Elisa ha poi fatto merenda.
Erano le 18 quando in cortile Lele si faceva tagliare i capelli dal papà ed io spolveravo i mobili della sala. Mi son ridotta a fare il bagno dopo cena, con Elisa che si ostinava a rimanere in piedi. La reggevo sotto le ascelle proteggendola dalle cadute e lasciandola sufficientemente libera di muoversi ed è stato bello osservarla mentre, una volta di più, esplorava l'elemento acqua.
Terminato il bagno mi son lavata i capelli per poi tirarli col phon e Maurizio, il capo - famiglia, si è riservato di lavarsi domani mattina.
Ora è meglio che anch'io approfitti della calma per andarmi a riposare.
Buona notte naviganti e buona domenica.
---
la mamma
E' probabilmente in corso una leggera infiammazione, ragion per cui, nel tardo pomeriggio, ho mandato Maurizio in farmacia a prendermi una pomata anti - infiammatoria che già, dopo un paio di applicazioni, mi sta dando beneficio.
Il sole è tornato a pieno titolo a illuminare questo strano settembre per il quale sembrava ormai l'estate fosse finita. Quando siamo scesi in cucina erano le 9, ma Elisa si è svegliata presto, prestissimo. L'abbiamo tenuta un po' nel lettone. Si è riaddormentata per poi risvegliarsi. Quando ho aperto gli occhi per controllare l'ho trovata seduta che mi guardava e rideva.
Ho tentato di sonnecchiare ancora un po', mentre lei vagava nello spazio tra i cuscini e le nostre gambe che facevano da muraglia di protezione. Ogni tanto vi si appoggiava e si sollevava sui piedi, per poi tornare punto e a capo verso di noi. Piegava la schiena e proprio come un cagnolino veniva a succhiarmi la guancia.
Alla fine, nonostante la prepotenza del sonno, ci siamo alzati. E' arrivato Lele in camera nostra a un certo punto e poi se n'è andato e per ultimo è arrivato anche Davide.
In mattinata ho pulito un po' la cucina mentre i maschi, per mia gentile concessione, si guardavano un paio di puntate di Heidi, il mio cartone animato preferito. In questi ultimi anni mi è più volte capitato di guardare con loro cartoni che hanno accompagnato la mia infanzia trovandoli davvero deludenti, ma Heidi no. Heidi più cresco e più lo apprezzo, e mai come ora, che sono mamma, sono riuscita ad accorgermi dei messaggi positivi che questa storia trasmette. La sobrietà, per esempio. Ciò che però mi colpisce è il personaggio del nonno, che resta una delle mie figure educative di riferimento. Così solido e fermo e allo stesso tempo così disponibile nei confronti della sua nipotina. Come vorrei riuscire ad essere come lui!
Nel pomeriggio ho stirato, iniziando un po' più tardi del previsto. Elisa, che è crollata verso le 13, mezz'ora dopo era sveglia e pimpante e, come se non bastasse, Davide chiedeva insistentemente che giocassi con lui a memory. Dopo qualche tentennamento ho accettato e ben presto al gioco si è unito anche Lele. Occasione speciale per parlare, al più piccolo che ha le sue fatiche, della possibilità di perdere e dell'importanza di accettare le regole!
Poi Maurizio li ha caricati in macchina per portarli dalla nonna a far merenda, così io ho attaccato il ferro. E' rientrato dopo una mezz'ora con la piccola che si è addomentata sulle sue gambe mentre stava seduto alla scrivania. Per caricarmi di energia, in una giornata che non mi ha concesso tregua, ho spalmato un po' della nostra marmellata sul pane e me la sono gustata offrendola, naturalmente anche a Maurizio. Anche Elisa ha poi fatto merenda.
Erano le 18 quando in cortile Lele si faceva tagliare i capelli dal papà ed io spolveravo i mobili della sala. Mi son ridotta a fare il bagno dopo cena, con Elisa che si ostinava a rimanere in piedi. La reggevo sotto le ascelle proteggendola dalle cadute e lasciandola sufficientemente libera di muoversi ed è stato bello osservarla mentre, una volta di più, esplorava l'elemento acqua.
Terminato il bagno mi son lavata i capelli per poi tirarli col phon e Maurizio, il capo - famiglia, si è riservato di lavarsi domani mattina.
Ora è meglio che anch'io approfitti della calma per andarmi a riposare.
Buona notte naviganti e buona domenica.
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la mamma
sabato 11 settembre 2010
Mio marito mi ha appena ricordato il pane nuovo, quello che abbiamo sfornato ieri in tarda serata. Quasi non mi ricordavo più che, nel ripercorrere la giornata, avrei voluto parlare anche di questo.
Il fatto è che abbiamo fianlmente raggiunto un livello superiore. Acquistare una pirofila antiaderente relativamente stretta, coi bordi alti, è stata probabilmente la mossa vincente. Se non altro in questo modo l'impasto ha avuto modo, lievitando, di arrampicarsi e acquistare in spessore, anziché semplicemente espandersi sulla telia che usiamo per la pizza.
Il sapore era migliore, ma quel che più ci ha soddisfatti e stupiti è stata la sofficità. Quando l'ho sollevato per affettarlo il coltello è affondato nella forma senza che dovessi assolutamente forzare la mano. Una meraviglia! e... soprattutto, una bontà!
Mancava poco a mezzogiorno quando ho condiviso questo piacere con Emanuele, e anche lui ha notato la differenza. Non so come, ma sono convinta che le cose siano veramente buone solo quando passano il giudizio dei bambini. Sono loro i più critici, quelli che non sempre accettano facilmente ciò che proponi (o propini) loro.
Ero talmente entusiasta che ho detto a mio figlio che non vedevo l'ora rincasasse anche il papà, perché anche lui potesse al più presto gustarlo ed essere, con noi, contento del risultato e lo è stato.
Quando è arrivato Elisa già dormiva da cira un'ora. Come ieri era molto, molto stanca. Durante la mattinata, purtroppo, nonostante la decisione di andare a piedi fino alla cartoleria per la spesa della scuola e ritorno, non è riuscita a fare un salutare pisolino. Una mezz'ora sarebbe stata più che sufficiente, e invece niente.
Al ritorno, erano le 11, ho tentato di stendere la biancheria lasciandola sul passeggino e portandola in bagno con me, ma si è arrabbiata, perché stufa di rimanere legata. Allora l'ho lasciata sul tappeto e ci sarebbe anche rimasta volentieri, ma non voleva saperne di star da sola. Emanuele era lì che leggeva, ma la stanchezza le faceva desiderare che io stessi con lei.
La biancheria però andava stesa, così l'ho rimessa sul passeggino e ho offerto anche a lei un pezzetto di pane. Per un po' ha funzionato ed io son riuscita a stendere. Poi l'ho dovuta mettere nel seggiolone per la pappa e ci son riuscita con un altro pezzetto di pane. Ha mangiato a stento e alle 12.30, nonostante fosse presto e nonostante bollisse l'acqua per la nostra pasta, le ho cambiato il pannolino e l'ho messa a nanna.
Nel pomeriggio, con Lele abbiamo terminato di sistemare il materiale scolastico e ora tutto è pronto. Lui avrebbe preferito fare qualche lavoretto col papà o con me. Il papà però è rimasto con Elisa, che si è svegliata alle 14.30 e io, purtroppo, ero nelle stesse condizioni di ieri. Non ho stirato per esempio.
Mi è spiaciuto non concedermi a lui, però so, come spero lui sappia, che non è così sempre. Non era ispirato per giocare coi lego e il livello della noia, come alcune volte la marea, stava velocemente salendo. Girava "sciabattando" per casa in cerca di un posto "dove fare l'uovo".
Poi è tornato Davide, abbracci, racconti, merende e un po' di tv e infine, spesa col papà. Elisa ed io nel contempo siamo uscite. Come ogni venerdì ho scopato il marciapiede davanti a casa e poi mi sono messa a pulire la nostra aiuola. Ho potato i rami più lunghi di alcune piante, come la rosa canina, e poi ho raccolto col rastrello le foglie secche e strappato le erbacce.
Che bello! Ho fatto un lavoro un po' diverso da quelli che solitamente mi occupano, e ho cercato di mettere attenzione e cura e alla fine sono rimasta soddisfatta. Elisa è rimasta buona buona ed è anche riuscita a riappisolarsi un po'.
Io, è vero, ho fatto un po' di fatica rimanendo a lungo accovacciata sulle ginocchia e cercando, a tratti, di evitare le spine, ma in cambio ho ottenuto di godermi i tiepidi raggi del sole.
Quando è tornato dal centro commerciale Maurizio ha pensato alla cena, e poi mi ha aiutata a tagliare i rami lunghi che avevo potato, in modo da poterli smaltire più agevolmente e i maschietti han giocato un po' facendomi compagnia con le loro voci allegre.
Due pensieri hanno sostato oggi nella mia mente, accompagnandomi alternativamente. Proprio questa mattina, in una lettera di San Paolo ai Corinti, ho ritrovato uno dei concetti ai quali mi è capitato di pensare tra ieri e ieri l'altro. Farsi tutto a tutti.
L'ho sempre pensato rivolto a coloro che si consacrano al sacerdozio, piuttosto che a una vita verginale. Chi si sposa si dona tutto esclusivamente ad un'unica altra persona, anima e corpo. Vivendo però ho scoperto che è così e allo stesso tempo, così non è. I miei tre figli sempre più spesso mi inducono a provare la sensazione di non bastare a me stessa, a desiderare di potemi sdoppiare, per non dire triplicare.
Poi però ho ripensato a questo passo... prima ancora che questa mattina potessi rileggerlo. Mi sono resa conto che sbagliavo. La via non è dividersi, ma darsi tutta a ciascuno di loro, e se Gesù insegna che per chi ama questo è perseguibile, allora anch'io dovrò imparare a farlo.
Un altro pensiero poi mi "tormenta", ma è un tormento che mi istruisce. Nella vita, per ragioni diverse, non riesco a trovare sufficiente spazio per fare ciò che amo. Ho scoperto però che forse è più saggio imparare ad amare ciò che si fa e ciò che si ha. Si scopre una bellezza del tutto diversa. Più nascosta, più assurda forse per tanti. Una bellezza e una gioia che non sono scontate, ma vanno cercate e perseguite, e richiedono fiducia. Fiducia nel fatto che ciò che abbiamo è dono di Dio, così come le opportunità che ci vengono offerte.
Va bene. Per un desiderio che non sono riuscita a realizzare, si sono aperte mille altre possibilità, mille altre prospettive, vere, concrete, possibili e condivise. Il tutto nella normalità di sempre, nel tran tran che può sembrare banale, ma che è lo spazio nel quale mi gioco la mia capacità d'amare, nel quale ciascuno di noi si gioca la propria santità.
Mi rendo conto che potrei continuare per ore su questa falsa riga e forse... è opportuno interrompere.
Domani è sabato. L'inizio di un fine settimana che fungerà da preludio ad un'importantissima settimana. Nostro anniversario, inizio scuola, ritorno amici carissimi, ritorno nonna dal suo viaggio in Polonia.
Che dite, naviganti? meglio un po' di riposo.
Buona notte
---
la mamma
Il fatto è che abbiamo fianlmente raggiunto un livello superiore. Acquistare una pirofila antiaderente relativamente stretta, coi bordi alti, è stata probabilmente la mossa vincente. Se non altro in questo modo l'impasto ha avuto modo, lievitando, di arrampicarsi e acquistare in spessore, anziché semplicemente espandersi sulla telia che usiamo per la pizza.
Il sapore era migliore, ma quel che più ci ha soddisfatti e stupiti è stata la sofficità. Quando l'ho sollevato per affettarlo il coltello è affondato nella forma senza che dovessi assolutamente forzare la mano. Una meraviglia! e... soprattutto, una bontà!
Mancava poco a mezzogiorno quando ho condiviso questo piacere con Emanuele, e anche lui ha notato la differenza. Non so come, ma sono convinta che le cose siano veramente buone solo quando passano il giudizio dei bambini. Sono loro i più critici, quelli che non sempre accettano facilmente ciò che proponi (o propini) loro.
Ero talmente entusiasta che ho detto a mio figlio che non vedevo l'ora rincasasse anche il papà, perché anche lui potesse al più presto gustarlo ed essere, con noi, contento del risultato e lo è stato.
Quando è arrivato Elisa già dormiva da cira un'ora. Come ieri era molto, molto stanca. Durante la mattinata, purtroppo, nonostante la decisione di andare a piedi fino alla cartoleria per la spesa della scuola e ritorno, non è riuscita a fare un salutare pisolino. Una mezz'ora sarebbe stata più che sufficiente, e invece niente.
Al ritorno, erano le 11, ho tentato di stendere la biancheria lasciandola sul passeggino e portandola in bagno con me, ma si è arrabbiata, perché stufa di rimanere legata. Allora l'ho lasciata sul tappeto e ci sarebbe anche rimasta volentieri, ma non voleva saperne di star da sola. Emanuele era lì che leggeva, ma la stanchezza le faceva desiderare che io stessi con lei.
La biancheria però andava stesa, così l'ho rimessa sul passeggino e ho offerto anche a lei un pezzetto di pane. Per un po' ha funzionato ed io son riuscita a stendere. Poi l'ho dovuta mettere nel seggiolone per la pappa e ci son riuscita con un altro pezzetto di pane. Ha mangiato a stento e alle 12.30, nonostante fosse presto e nonostante bollisse l'acqua per la nostra pasta, le ho cambiato il pannolino e l'ho messa a nanna.
Nel pomeriggio, con Lele abbiamo terminato di sistemare il materiale scolastico e ora tutto è pronto. Lui avrebbe preferito fare qualche lavoretto col papà o con me. Il papà però è rimasto con Elisa, che si è svegliata alle 14.30 e io, purtroppo, ero nelle stesse condizioni di ieri. Non ho stirato per esempio.
Mi è spiaciuto non concedermi a lui, però so, come spero lui sappia, che non è così sempre. Non era ispirato per giocare coi lego e il livello della noia, come alcune volte la marea, stava velocemente salendo. Girava "sciabattando" per casa in cerca di un posto "dove fare l'uovo".
Poi è tornato Davide, abbracci, racconti, merende e un po' di tv e infine, spesa col papà. Elisa ed io nel contempo siamo uscite. Come ogni venerdì ho scopato il marciapiede davanti a casa e poi mi sono messa a pulire la nostra aiuola. Ho potato i rami più lunghi di alcune piante, come la rosa canina, e poi ho raccolto col rastrello le foglie secche e strappato le erbacce.
Che bello! Ho fatto un lavoro un po' diverso da quelli che solitamente mi occupano, e ho cercato di mettere attenzione e cura e alla fine sono rimasta soddisfatta. Elisa è rimasta buona buona ed è anche riuscita a riappisolarsi un po'.
Io, è vero, ho fatto un po' di fatica rimanendo a lungo accovacciata sulle ginocchia e cercando, a tratti, di evitare le spine, ma in cambio ho ottenuto di godermi i tiepidi raggi del sole.
Quando è tornato dal centro commerciale Maurizio ha pensato alla cena, e poi mi ha aiutata a tagliare i rami lunghi che avevo potato, in modo da poterli smaltire più agevolmente e i maschietti han giocato un po' facendomi compagnia con le loro voci allegre.
Due pensieri hanno sostato oggi nella mia mente, accompagnandomi alternativamente. Proprio questa mattina, in una lettera di San Paolo ai Corinti, ho ritrovato uno dei concetti ai quali mi è capitato di pensare tra ieri e ieri l'altro. Farsi tutto a tutti.
L'ho sempre pensato rivolto a coloro che si consacrano al sacerdozio, piuttosto che a una vita verginale. Chi si sposa si dona tutto esclusivamente ad un'unica altra persona, anima e corpo. Vivendo però ho scoperto che è così e allo stesso tempo, così non è. I miei tre figli sempre più spesso mi inducono a provare la sensazione di non bastare a me stessa, a desiderare di potemi sdoppiare, per non dire triplicare.
Poi però ho ripensato a questo passo... prima ancora che questa mattina potessi rileggerlo. Mi sono resa conto che sbagliavo. La via non è dividersi, ma darsi tutta a ciascuno di loro, e se Gesù insegna che per chi ama questo è perseguibile, allora anch'io dovrò imparare a farlo.
Un altro pensiero poi mi "tormenta", ma è un tormento che mi istruisce. Nella vita, per ragioni diverse, non riesco a trovare sufficiente spazio per fare ciò che amo. Ho scoperto però che forse è più saggio imparare ad amare ciò che si fa e ciò che si ha. Si scopre una bellezza del tutto diversa. Più nascosta, più assurda forse per tanti. Una bellezza e una gioia che non sono scontate, ma vanno cercate e perseguite, e richiedono fiducia. Fiducia nel fatto che ciò che abbiamo è dono di Dio, così come le opportunità che ci vengono offerte.
Va bene. Per un desiderio che non sono riuscita a realizzare, si sono aperte mille altre possibilità, mille altre prospettive, vere, concrete, possibili e condivise. Il tutto nella normalità di sempre, nel tran tran che può sembrare banale, ma che è lo spazio nel quale mi gioco la mia capacità d'amare, nel quale ciascuno di noi si gioca la propria santità.
Mi rendo conto che potrei continuare per ore su questa falsa riga e forse... è opportuno interrompere.
Domani è sabato. L'inizio di un fine settimana che fungerà da preludio ad un'importantissima settimana. Nostro anniversario, inizio scuola, ritorno amici carissimi, ritorno nonna dal suo viaggio in Polonia.
Che dite, naviganti? meglio un po' di riposo.
Buona notte
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la mamma
giovedì 9 settembre 2010
C'è profumo di pane in casa nostra. Un'ora insolita per cuocerlo. Normalmente attendiamo il mattino, ma oggi abbiamo ottenuto lievitazioni fantastiche in brevissimo tempo. Terminato il secondo rinfresco, causa la sbadataggine, ho messo la palla di pasta in forno senza incidere il taglio a croce.
Due ore dopo, dando una sbirciatina per vedere come andava, l'ho vista gonfia oltre il bordo della tazza! Incredibile! E questo è stato l'andazzo per tutti i successivi rinfreschi, ma non so ancora a cosa sia dovuto.
Forse la nuova farina acquistata da Maurizio... speriamo solo sia tanto buono, quanto bello. Per ora godiamoci il profumo.
Come al solito anche oggi avrei voluto fare almeno due milioni di cose: pagare finalmente la retta dell'asilo, fare un salto in cartoleria, avere un po' di tempo per proseguire col cambio di stagione, cambiare le lenzuola ai letti, stirare, ecc. ecc. e... come al solito ne ho fatte meno della metà.
Questa mattina, tanto per cominciare, sono stata incastrata in fila per il pagamento della retta almeno per mezz'ora. Quando sono rientrata e ho alzato lo sguardo verso la sveglia a muro della cucina ho visto che erano già le dieci.
Dovevo appunto passare al secondo rinfresco, preparare il brodo vegetale per il pranzo di Elisa che a fatica ho trattenuto nel passeggino mentre Lele, come sempre, leggeva e lavare le tazze della colazione.
Erano le 11 quando sono salita al piano superiore. Giusto il tempo di cambiare il pannolino alla piccola e disfare i letti per il previsto cambio di lenzuola e poi sono ridiscesa per preparare il pranzo.
Dato che non aveva dormito, Elisa era abbastanza nervosa. Piangeva sul seggiolone e capivo che chiedeva di essere messa a letto, ma era un po' troppo presto. L'ho accontentata alle 13, rimandando di un po' il lavaggio dei piatti. Prevedevo anche di lavare il pavimento della cucina, visibilmente sporco dopo la pioggia di ieri, e mettere le lenzuola pulite.
Lele nel frattempo mi chiedeva se avessi un po' di tempo per giocare con lui... mi si stringeva letteralmente il cuore. Desideravo stare con lui, ma so anche che per me è una settimana un po' complicata. Lunedì inizia la scuola ed è tornato il tempo delle scadenze, quello in cui alcune cose devono essere puntualmente pronte. Ecco il brutto della fine dell'estate.
Mentre stavo al lavandino gli ho chiesto se voleva, come ieri, leggermi qualche barzelletta dall'ultimo libro di Geronimo Stilton prelevato dalla biblioteca e ha subito accettato.
Mentre riempivo il secchio dei pavimenti, lui, che già mi aveva preceduta di sopra, è venuto a dirmi che Elisa si era svegliata. Di nuovo. I muratori che stanno lavorando qui di fronte stavano per l'ennesima volta gettando macerie da un appartento al terzo piano provocando rumore e polvere!
Ben presto mi sono resa conto che era impossibile riuscire a riaddormentarla e ho rinunciato. Erano le 14!
Alle 16 era a casa anche Davide. Dopo merenda, approfittando del sole, siamo usciti in cortile a giocare. Oggi baseball. Lele, rovistando, ha ritrovato un vecchio guanto di proprietà del papà nella scatola dei giochi. Non abbiamo usato la palla originale. Troppo pesante e pericolosa, ma una più innocua palla da tennis. Elisa, nel passeggino a far da spettatrice, nel frattempo si divertiva esercitandosi a dire mamma e papà.
Per cena polpette di pollo con prosciutto. I bambini hanno apprezzato e mangiato, anche Davide, che insiste nel dire che mangia solo all'asilo perché lì è tutto più buono.
Va bé, vado a mettere a nanna Maurizio.
Buona notte naviganti.
---
la mamma
Due ore dopo, dando una sbirciatina per vedere come andava, l'ho vista gonfia oltre il bordo della tazza! Incredibile! E questo è stato l'andazzo per tutti i successivi rinfreschi, ma non so ancora a cosa sia dovuto.
Forse la nuova farina acquistata da Maurizio... speriamo solo sia tanto buono, quanto bello. Per ora godiamoci il profumo.
Come al solito anche oggi avrei voluto fare almeno due milioni di cose: pagare finalmente la retta dell'asilo, fare un salto in cartoleria, avere un po' di tempo per proseguire col cambio di stagione, cambiare le lenzuola ai letti, stirare, ecc. ecc. e... come al solito ne ho fatte meno della metà.
Questa mattina, tanto per cominciare, sono stata incastrata in fila per il pagamento della retta almeno per mezz'ora. Quando sono rientrata e ho alzato lo sguardo verso la sveglia a muro della cucina ho visto che erano già le dieci.
Dovevo appunto passare al secondo rinfresco, preparare il brodo vegetale per il pranzo di Elisa che a fatica ho trattenuto nel passeggino mentre Lele, come sempre, leggeva e lavare le tazze della colazione.
Erano le 11 quando sono salita al piano superiore. Giusto il tempo di cambiare il pannolino alla piccola e disfare i letti per il previsto cambio di lenzuola e poi sono ridiscesa per preparare il pranzo.
Dato che non aveva dormito, Elisa era abbastanza nervosa. Piangeva sul seggiolone e capivo che chiedeva di essere messa a letto, ma era un po' troppo presto. L'ho accontentata alle 13, rimandando di un po' il lavaggio dei piatti. Prevedevo anche di lavare il pavimento della cucina, visibilmente sporco dopo la pioggia di ieri, e mettere le lenzuola pulite.
Lele nel frattempo mi chiedeva se avessi un po' di tempo per giocare con lui... mi si stringeva letteralmente il cuore. Desideravo stare con lui, ma so anche che per me è una settimana un po' complicata. Lunedì inizia la scuola ed è tornato il tempo delle scadenze, quello in cui alcune cose devono essere puntualmente pronte. Ecco il brutto della fine dell'estate.
Mentre stavo al lavandino gli ho chiesto se voleva, come ieri, leggermi qualche barzelletta dall'ultimo libro di Geronimo Stilton prelevato dalla biblioteca e ha subito accettato.
Mentre riempivo il secchio dei pavimenti, lui, che già mi aveva preceduta di sopra, è venuto a dirmi che Elisa si era svegliata. Di nuovo. I muratori che stanno lavorando qui di fronte stavano per l'ennesima volta gettando macerie da un appartento al terzo piano provocando rumore e polvere!
Ben presto mi sono resa conto che era impossibile riuscire a riaddormentarla e ho rinunciato. Erano le 14!
Alle 16 era a casa anche Davide. Dopo merenda, approfittando del sole, siamo usciti in cortile a giocare. Oggi baseball. Lele, rovistando, ha ritrovato un vecchio guanto di proprietà del papà nella scatola dei giochi. Non abbiamo usato la palla originale. Troppo pesante e pericolosa, ma una più innocua palla da tennis. Elisa, nel passeggino a far da spettatrice, nel frattempo si divertiva esercitandosi a dire mamma e papà.
Per cena polpette di pollo con prosciutto. I bambini hanno apprezzato e mangiato, anche Davide, che insiste nel dire che mangia solo all'asilo perché lì è tutto più buono.
Va bé, vado a mettere a nanna Maurizio.
Buona notte naviganti.
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la mamma
mercoledì 8 settembre 2010
Ancora una volta mi sono addormentata leggendo. Elisa non ha faticato a prender sonno stasera e Davide è crollato sul divano. Lele, invece, si è goduto fino alla fine il suo "Super Gulp" e poi anche lui è salito.
Desideravo il momento di poter rimanere finalmente un po' tranquilla a leggere, ma la stanchezza mi ha come bastonata. Pazienza, riproveremo domani sera.
Siamo intanto arrivati a mercoledì, lo spartiacque fra l'inizio e la fine della settimana. Il cielo questa mattina era ancora grigio, ma quando mi sono affacciata dalla finestra della cucina, per sbirciare e farmi un'idea della situazione, sembrava si stesse rasserenando. Così, quando la mia vicina ha suonato il campanello per venire a badare a Elisa mentre portavo Davide all'asilo, ho gentilmente respinto la sua offerta dicendole che dovevo assolutamente fermarmi al mercato.
Lele, che lunedì inizierà scuola, aveva assolutamente bisogno di almeno un paio di felpe nuove e di uno smanicato altrimenti, nel caso avesse iniziato a far fresco (cosa che sta già avvenendo), mi sarei trovata impreparata.
Ci siamo preparati senza troppi intoppi e alle 9, mettendo per sicurezza il parapioggia del passeggino nel carrello posto sotto il sedile dello stesso, siamo usciti. Apro la porta di casa e, accidenti! ho visto il pavimento del cortile spruzzato dalle prime gocce, ma ormai era tardi per cambiare idea.
Abbiamo aperto gli ombrelli, ho sistemato il parapioggia e siamo usciti. Dopo aver lasciato Davide, che stamattina ha trovato l'aula invasa dai piccoli che han fatto oggi il loro ingresso e dai loro genitori, ci siamo avviati al banco di abbigliamento per bambini dove mi servo di solito. Prezzi abbordabili, buona qualità e per me, cosa che ha il suo peso, veramente facile da raggiungere. Mi servo da questi ragazzi da quando è nato Emanuele e ora, che sono una cliente fidelizzata, mi concedono anche qualche sconto!
Elisa si è poi addormentata durante il tragitto del rientro e ha continuato a dormire per un po' una volta a casa. Lele si è messo a leggere ed io, dopo aver lavato le tazze della colazione, ho impastato la pasta per la pizza che abbiamo mangiato stasera a cena.
Nel pomeriggio son tornata ad affrontare una cesta piena di panni da stirare e, grazie anche all'aiuto di mia suocera, giunta a trovare me e i bambini, sono riuscita ad arrivare al fondo.
Non c'è molto altro da raccontare. La pizza era proprio buona e chissà se domani riuscirò a fare ciò che ho in mente. Non andremo da mia mamma, come ogni giovedì, perché è in viaggio, per cui vedremo.
Buona notte naviganti.
---
la mamma
Desideravo il momento di poter rimanere finalmente un po' tranquilla a leggere, ma la stanchezza mi ha come bastonata. Pazienza, riproveremo domani sera.
Siamo intanto arrivati a mercoledì, lo spartiacque fra l'inizio e la fine della settimana. Il cielo questa mattina era ancora grigio, ma quando mi sono affacciata dalla finestra della cucina, per sbirciare e farmi un'idea della situazione, sembrava si stesse rasserenando. Così, quando la mia vicina ha suonato il campanello per venire a badare a Elisa mentre portavo Davide all'asilo, ho gentilmente respinto la sua offerta dicendole che dovevo assolutamente fermarmi al mercato.
Lele, che lunedì inizierà scuola, aveva assolutamente bisogno di almeno un paio di felpe nuove e di uno smanicato altrimenti, nel caso avesse iniziato a far fresco (cosa che sta già avvenendo), mi sarei trovata impreparata.
Ci siamo preparati senza troppi intoppi e alle 9, mettendo per sicurezza il parapioggia del passeggino nel carrello posto sotto il sedile dello stesso, siamo usciti. Apro la porta di casa e, accidenti! ho visto il pavimento del cortile spruzzato dalle prime gocce, ma ormai era tardi per cambiare idea.
Abbiamo aperto gli ombrelli, ho sistemato il parapioggia e siamo usciti. Dopo aver lasciato Davide, che stamattina ha trovato l'aula invasa dai piccoli che han fatto oggi il loro ingresso e dai loro genitori, ci siamo avviati al banco di abbigliamento per bambini dove mi servo di solito. Prezzi abbordabili, buona qualità e per me, cosa che ha il suo peso, veramente facile da raggiungere. Mi servo da questi ragazzi da quando è nato Emanuele e ora, che sono una cliente fidelizzata, mi concedono anche qualche sconto!
Elisa si è poi addormentata durante il tragitto del rientro e ha continuato a dormire per un po' una volta a casa. Lele si è messo a leggere ed io, dopo aver lavato le tazze della colazione, ho impastato la pasta per la pizza che abbiamo mangiato stasera a cena.
Nel pomeriggio son tornata ad affrontare una cesta piena di panni da stirare e, grazie anche all'aiuto di mia suocera, giunta a trovare me e i bambini, sono riuscita ad arrivare al fondo.
Non c'è molto altro da raccontare. La pizza era proprio buona e chissà se domani riuscirò a fare ciò che ho in mente. Non andremo da mia mamma, come ogni giovedì, perché è in viaggio, per cui vedremo.
Buona notte naviganti.
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la mamma
E' successa un'altra cosa straordinaria oggi. Fuori il cielo era grigio e nuvoloso e un velo d'umidità e di baganto ricopriva l'asfalto. Verso le 17 stavamo ancora tutti sul pavimento a giocare.
Davide era ormai rientrato dopo l'asilo, Lele leggeva sul divano e Maurizio sarebbe rincasato poco dopo le 18 ed Elisa, come ieri, gironzolava in cerca di sempre nuove attrazioni. Come ieri dovevo allontanarla da ruspe e betoniere. Davide proprio non la voleva nel suo cantiere e credo proprio ormai stia covando un po' di gelosia. Scappava a nascondere la faccia fra i cuscini ogni volta che la piccola si avvicinava furbescamente protestando che voleva giocare solo con me.
Ho tentato così di sminuire la piccola (che ancora non comprende) rassicurandolo che tanto lei: "Non sa giocare al cantiere", mentre lui era molto bravo e a stuzzicarlo con nuove idee, come quella di costruire un'intera città immaginaria, ma lui si alzava e col piede voleva schiacciare la mano di sua sorella dicendole: "Brutta".
Non mi ricordo con esattezza la sequenza degli eventi. A un certo punto però mi son voltata verso di lei, alla quale comunque cercavo di dare attenzione, e l'ho vista in piedi aggrappata al bordo del divano. E' incredibile... gattona si e no da tre giorni e già s'aggrappa cercando di stare in piedi.
Come ogni volta che compie un progresso, gongolava di consapevolezza.
Tutt'attorno a questo evento c'è stata la normalità di sempre. Questa luce malinconica invece di intristirmi mi ha quasi coccolata, facendomi pregustare l'autunno, con una nota di calore che è vicinanza umana, rassicurandomi che la casa, come luogo prievilegiato del cuore, è un posto buono per vivere.
E prima o poi, chissà, appena sarà possibile, preparerò una fantastica torta di mele.
Buona notte naviganti di tutti i mari.
---
la mamma
Davide era ormai rientrato dopo l'asilo, Lele leggeva sul divano e Maurizio sarebbe rincasato poco dopo le 18 ed Elisa, come ieri, gironzolava in cerca di sempre nuove attrazioni. Come ieri dovevo allontanarla da ruspe e betoniere. Davide proprio non la voleva nel suo cantiere e credo proprio ormai stia covando un po' di gelosia. Scappava a nascondere la faccia fra i cuscini ogni volta che la piccola si avvicinava furbescamente protestando che voleva giocare solo con me.
Ho tentato così di sminuire la piccola (che ancora non comprende) rassicurandolo che tanto lei: "Non sa giocare al cantiere", mentre lui era molto bravo e a stuzzicarlo con nuove idee, come quella di costruire un'intera città immaginaria, ma lui si alzava e col piede voleva schiacciare la mano di sua sorella dicendole: "Brutta".
Non mi ricordo con esattezza la sequenza degli eventi. A un certo punto però mi son voltata verso di lei, alla quale comunque cercavo di dare attenzione, e l'ho vista in piedi aggrappata al bordo del divano. E' incredibile... gattona si e no da tre giorni e già s'aggrappa cercando di stare in piedi.
Come ogni volta che compie un progresso, gongolava di consapevolezza.
Tutt'attorno a questo evento c'è stata la normalità di sempre. Questa luce malinconica invece di intristirmi mi ha quasi coccolata, facendomi pregustare l'autunno, con una nota di calore che è vicinanza umana, rassicurandomi che la casa, come luogo prievilegiato del cuore, è un posto buono per vivere.
E prima o poi, chissà, appena sarà possibile, preparerò una fantastica torta di mele.
Buona notte naviganti di tutti i mari.
---
la mamma
lunedì 6 settembre 2010
Leggevo mentre Maurizio di là terminava di scrivere il post commentando l'ultimo film visto e... sono crollata dal sonno!
Non me l'aspettavo, tanto più che i bambini si sono addormentati veramente presto. Quando riaprendo gli occhi ho guardato l'ora focalizzando i numeri digitali sul lettore dvd, mi sono accorta che non erano nemmeno le 22.30.
Sarà solo colpa del grigiore delle nuvole che hanno nascosto il sole e reso un po' pesante l'aria per via dell'umidità, ma adesso ci sono e... sono sveglia!
Davide è tornato all'asilo questa mattina. Nel corridoio della scuola saltava d'impazienza perché m'attardavo ad appendere la sua felpa nell'armadietto. Voleva a tutti i costi entrare in classe e rivedere tutti i suoi amici. Non so come, ma difficilmente l'estate riesce a trovare coetanei come compagni di giochi e va sempre a finire che deve star dietro a suo fratello e ai suoi amici, senza riuscirci. Una perenne rincorsa.
E' tornato con la prima macchia di sugo dell'anno sul grembiulino e, non appena mi ha visto senza i suoi fratelli, mi ha chiesto: "Dov'è Lele?".
Lele era rimasto a casa con Elisa affidato ad una vicina. Non ho voluto portarli fuori correndo il rischio che si mettesse a piovere da un momento all'altro. Rientrati abbiamo fatto merenda e anch'io sono tornata al mio thé delle 16. Ci siamo anche visti "Il fantabosco" alla tv, insomma, tutto come prima.
Mentre tentavo di preparare velocemente e sistemare nella pirofila le melanzane alla parmigiana che avevo deciso di preparare per cena, sul tavolo comparivano ruspe, trattori, camion, escavatori betoniere.
Davide voleva giocare al cantiere. Con me. Lele ha chiesto e ottenuto di poter guardae un cartone e, considerato che dovevo terminare di cucinare e cambiare poi la piccola, per un po' s'è aggregato anche lui. Poi tutti sul pavimento in attesa dell'arrivo del papà.
Elisa diventa ogni minuto sempre più abile nel suo modo di gattonare e non era in alcun modo intenzionata a rimanere nel perimetro del suo tappeto. Con poco ci raggiungeva e metteva le sue zampine sull'intero corredo da provetto muratore e allora: "Elisa tu non puoi toccare niente!".
Ma come si fa a tenere una piccola esploratrice lontano da tutto ciò che la circonda? Comunque per oggi ho ritenuto opportuno prenderla e dirottarla tutte le volte che si avvicinava minacciosa, ma non è stato semplice, così poi ho proposto di uscire per quattro calci al pallone, con la piccola in braccio e, nel frattempo, papà è arrivato.
Lele oggi ha avuto tempo per leggere e nel pomeriggio abbiamo sistemato il materiale per la scuola. Ciò che manca lo compreremo venerdì.
Ora forse, naviganti, è meglio qualche ora di riposo, quindi...
buona notte.
---
la mamma
Non me l'aspettavo, tanto più che i bambini si sono addormentati veramente presto. Quando riaprendo gli occhi ho guardato l'ora focalizzando i numeri digitali sul lettore dvd, mi sono accorta che non erano nemmeno le 22.30.
Sarà solo colpa del grigiore delle nuvole che hanno nascosto il sole e reso un po' pesante l'aria per via dell'umidità, ma adesso ci sono e... sono sveglia!
Davide è tornato all'asilo questa mattina. Nel corridoio della scuola saltava d'impazienza perché m'attardavo ad appendere la sua felpa nell'armadietto. Voleva a tutti i costi entrare in classe e rivedere tutti i suoi amici. Non so come, ma difficilmente l'estate riesce a trovare coetanei come compagni di giochi e va sempre a finire che deve star dietro a suo fratello e ai suoi amici, senza riuscirci. Una perenne rincorsa.
E' tornato con la prima macchia di sugo dell'anno sul grembiulino e, non appena mi ha visto senza i suoi fratelli, mi ha chiesto: "Dov'è Lele?".
Lele era rimasto a casa con Elisa affidato ad una vicina. Non ho voluto portarli fuori correndo il rischio che si mettesse a piovere da un momento all'altro. Rientrati abbiamo fatto merenda e anch'io sono tornata al mio thé delle 16. Ci siamo anche visti "Il fantabosco" alla tv, insomma, tutto come prima.
Mentre tentavo di preparare velocemente e sistemare nella pirofila le melanzane alla parmigiana che avevo deciso di preparare per cena, sul tavolo comparivano ruspe, trattori, camion, escavatori betoniere.
Davide voleva giocare al cantiere. Con me. Lele ha chiesto e ottenuto di poter guardae un cartone e, considerato che dovevo terminare di cucinare e cambiare poi la piccola, per un po' s'è aggregato anche lui. Poi tutti sul pavimento in attesa dell'arrivo del papà.
Elisa diventa ogni minuto sempre più abile nel suo modo di gattonare e non era in alcun modo intenzionata a rimanere nel perimetro del suo tappeto. Con poco ci raggiungeva e metteva le sue zampine sull'intero corredo da provetto muratore e allora: "Elisa tu non puoi toccare niente!".
Ma come si fa a tenere una piccola esploratrice lontano da tutto ciò che la circonda? Comunque per oggi ho ritenuto opportuno prenderla e dirottarla tutte le volte che si avvicinava minacciosa, ma non è stato semplice, così poi ho proposto di uscire per quattro calci al pallone, con la piccola in braccio e, nel frattempo, papà è arrivato.
Lele oggi ha avuto tempo per leggere e nel pomeriggio abbiamo sistemato il materiale per la scuola. Ciò che manca lo compreremo venerdì.
Ora forse, naviganti, è meglio qualche ora di riposo, quindi...
buona notte.
---
la mamma
Sono passate circa tre settimane dall'ultimo post sull'argomento "Cineteca", in effetti non è facile trovare qualche film per cui valga veramente la pena una segnalazione :-(
Sicuramente la pellicola (sinonimo che ormai non si dovrebbe più utilizzare nell'era digitale...) "The blind side" merita di essere citata.
Il film è tratto dal libro "The Blind Side: Evolution of a Game" e racconta una storia vera e contemporanea.
Il protagonista "Michael Oher" è un ragazzo di colore nato a Memphis nel Tennessee, che da una condizione di abbandono viene accolto in una famiglia benestante che lo adotterà. Grazie al loro aiuto e al loro sostegno riuscirà ad arrivare al college e diventare un giocatore di football americano professionista.
La protagonista Sandra Bullock e la partecipazione, se pur minimale, di Kathy Bates (premio Oscar in "Misery non deve morire") ne fanno un film che merita di essere visto.
---
il papà
Sicuramente la pellicola (sinonimo che ormai non si dovrebbe più utilizzare nell'era digitale...) "The blind side" merita di essere citata.
Il film è tratto dal libro "The Blind Side: Evolution of a Game" e racconta una storia vera e contemporanea.
Il protagonista "Michael Oher" è un ragazzo di colore nato a Memphis nel Tennessee, che da una condizione di abbandono viene accolto in una famiglia benestante che lo adotterà. Grazie al loro aiuto e al loro sostegno riuscirà ad arrivare al college e diventare un giocatore di football americano professionista.
La protagonista Sandra Bullock e la partecipazione, se pur minimale, di Kathy Bates (premio Oscar in "Misery non deve morire") ne fanno un film che merita di essere visto.
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il papà
Può iniziare un giornale di bordo con un pensiero riguardo all'avvenire, anziché col resoconto ordinato degli ultimi avvenimenti?
Il fatto è che domani si ricomincia. Non solo perché è lunedì, ma soprattutto per il fatto che Davide ritornerà all'asilo. Dicevo or ora a Maurizio che dopo un'intera estate dovrei aver avuto modo di accumulare tutte le energie necessarie per affrontare un nuovo anno e invece...
Invece mi sembra di aver esaurito buona parte delle mie risorse. Stiravo prima e, facevo non ricordo cosa nel pomeriggio, e intanto dicevo a me stessa di stare attenta, di non iniziare con un atteggiamento da "gomme a terra" o la realtà si sarebbe rivelata peggiore della mia immaginazione.
E' vero. Per buona parte della giornata loro saranno a scuola ed io, a casa con Elisa, avrò forse un po' di tranquillità in più. Se non altro non dovrò pensare a come intrattenerli. Saranno relativamente frenetiche le prime ore del mattino, quando dovrò aver tutto ben incasellato per evitare ritardi, e poi... poi pian piano trascorreranno anche le altre ore, sperando di non trovarsi alle 22 ad accendere il ferro da stiro.
Mi sento come in quelle annate in cui decidevo di dar tutta me stessa dal primo giorno di scuola per poi trovarmi a gennaio, all'inizio del secondo quadrimestre letteralmente spossata. Ore sui libri, rendimento zero.
Ma si, alla fine sarà solo questione di una buona organizzazione e di tanta fiducia nella Provvidenza. In fondo, ogni mamma è sollevata solo all'idea dell'apertura delle scuole.
Oggi siamo rimasti in casa esclusa, naturalmente, la Messa del mattino. Cerimonia solenne, come sempre partecipata, per celebrare S. Rocco.
E' venuto mio fratello a pranzo insieme alla sua fidanzata e siamo stati bene. Abbiamo chiacchierato amabilmente e anche i bambini si sono divertiti. Davide, nonostante le iniziali resistenze, ha assaggiato i cannelloni dividendo la mia porzione e la crostata, tagliata al momento del caffè, è venuta buona.
Quando se ne sono andati ho sistemato i letti e poi mi son messa sulla panchina in cortile a cucire uno strappo sullo zainetto che Davide usa per l'asilo. Son passati mio cognato con la moglie e mio nipote e poi bagno ai più grandi e cena con latte e una fetta di torta.
Altri litigi han tolto un po' la pace e ho dovuto rimettere le cose in chiaro tanto con Davide, quanto con Emanuele ma, come ha detto il nostro parroco qualche omelia fa, in alcuni momenti si alza la voce coi nostri figli perché vogliamo tirar fuori il meglio da loro. E così ho fatto.
Chiudiamo in bellezza. Elisa gattona e... dice mamma, ma solo quando mangia!
Buona notte naviganti.
---
la mamma
Il fatto è che domani si ricomincia. Non solo perché è lunedì, ma soprattutto per il fatto che Davide ritornerà all'asilo. Dicevo or ora a Maurizio che dopo un'intera estate dovrei aver avuto modo di accumulare tutte le energie necessarie per affrontare un nuovo anno e invece...
Invece mi sembra di aver esaurito buona parte delle mie risorse. Stiravo prima e, facevo non ricordo cosa nel pomeriggio, e intanto dicevo a me stessa di stare attenta, di non iniziare con un atteggiamento da "gomme a terra" o la realtà si sarebbe rivelata peggiore della mia immaginazione.
E' vero. Per buona parte della giornata loro saranno a scuola ed io, a casa con Elisa, avrò forse un po' di tranquillità in più. Se non altro non dovrò pensare a come intrattenerli. Saranno relativamente frenetiche le prime ore del mattino, quando dovrò aver tutto ben incasellato per evitare ritardi, e poi... poi pian piano trascorreranno anche le altre ore, sperando di non trovarsi alle 22 ad accendere il ferro da stiro.
Mi sento come in quelle annate in cui decidevo di dar tutta me stessa dal primo giorno di scuola per poi trovarmi a gennaio, all'inizio del secondo quadrimestre letteralmente spossata. Ore sui libri, rendimento zero.
Ma si, alla fine sarà solo questione di una buona organizzazione e di tanta fiducia nella Provvidenza. In fondo, ogni mamma è sollevata solo all'idea dell'apertura delle scuole.
Oggi siamo rimasti in casa esclusa, naturalmente, la Messa del mattino. Cerimonia solenne, come sempre partecipata, per celebrare S. Rocco.
E' venuto mio fratello a pranzo insieme alla sua fidanzata e siamo stati bene. Abbiamo chiacchierato amabilmente e anche i bambini si sono divertiti. Davide, nonostante le iniziali resistenze, ha assaggiato i cannelloni dividendo la mia porzione e la crostata, tagliata al momento del caffè, è venuta buona.
Quando se ne sono andati ho sistemato i letti e poi mi son messa sulla panchina in cortile a cucire uno strappo sullo zainetto che Davide usa per l'asilo. Son passati mio cognato con la moglie e mio nipote e poi bagno ai più grandi e cena con latte e una fetta di torta.
Altri litigi han tolto un po' la pace e ho dovuto rimettere le cose in chiaro tanto con Davide, quanto con Emanuele ma, come ha detto il nostro parroco qualche omelia fa, in alcuni momenti si alza la voce coi nostri figli perché vogliamo tirar fuori il meglio da loro. E così ho fatto.
Chiudiamo in bellezza. Elisa gattona e... dice mamma, ma solo quando mangia!
Buona notte naviganti.
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la mamma
domenica 5 settembre 2010
Qualche altro giorno d'assenza e anche stasera è tardi. Molte delle riflessioni dei giorni scorsi sono andate purtroppo perdute.
Il desiderio di ritrovarmi qui a fine giornata, a ponderare un po' tutto, a condividerlo con qualche volto noto e tanti volti anonimi che potrebbero leggere queste righe era alto.
Ieri, per esempio, avrei potuto e voluto raccontare, fra le tante cose che una delle mie vicine e amiche nel pomeriggio mi ha raggiunta telefonicamente chiedendomi se avessi bisogno che rimanesse un po' con Elisa. Avrei potuto così stirare... Avrei potuto e voluto raccontare del senso di gratitudine profondo che ho provato, che provo ogni qual volta la Provvidenza, nelle sue molteplici forme, mi raggiunge e io capisco di non essere abbandonata. Grazie, profondamente grazie amica mia, per aver pensato a me e al mio possibile bisogno.
Maurizio però si è servito del portatile fino allo scoccare della mezzanotte. Preparava le mappe che oggi, con Emanuele, avrebbero esposto e venduto sul loro banchetto. Avrebbe finito prima, forse, ma da uno strano gorgoglio dei tubi del bagno, ci siamo resi conto di avere il sifone otturato e Maurizio, sollevando il tombino d'ispezione, ha dovuto liberarlo. Nel contempo si è pure accorto che le luci di posizione dell'auto non funzionavano, ragion per cui questa mattina è passato dal meccanico.
Iniziava la sagra di S. Rocco, patrono del rione, e in serata ci saremmo dovuti spostare in auto per la tradizionale grigliata in oratorio.
Doveva essere una sabato semplice. Già avevo pensato, con la confezione di pasta fresca per lasagne che mi era rimasta in frigorifero, di preparare dei cannelloni per il pranzo della domenica. Avendo la marmellata, da consumare entro il 23 settembre, la cosa migliore era sicuramente farne una crostata, magari sbriciolando assieme degli amaretti e poi... poi questa mattina avremmo cotto il pane.
Alle 8 del mattino, però, il vascello è andato ad incagliarsi e solo verso sera ha potuto riprendere il largo, giusto il tempo per tornare sicuro in porto. Emanuele, mentre ancora tutti noi dormivamo, al buio ha voluto prendere il suo cubo di Rubik che sta su una mensola in alto e... scivolandogli dalle mani è caduto per infrangersi irrimediabilmente sul pavimento!
E' stato come il segno negativo alla chiusura della Borsa, o meglio, il segno profetico che non tutto sarebbe andato per il verso giusto. Desideravo concedergli il pomeriggio col papà e il suo amico per la pelle. Un momento in esclusiva. Davide sarebbe rimasto con me in cucina e, dato che si trattava di preparare cose per nulla elaborate, ci saremmo sbrigati coprendo il tempo del pisolino di Elisa.
Quando sono usciti, alle 13.30, la piccola già dormiva. Io dovevo lavare i piatti mentre Davide si guardava un cartone, ma già chiedeva di poter andare anche lui con papà. L'ho convinto a rimanere con me. E' andata bene.
Ha pesato la farina, ci abbiamo messo dentro tre occhi di drago (i tuorli) e poi il burro, che mi son dimenticata di tirar fuori per tempo dal congelatore e a ritardato un po' i tempi. Dopo poco però l'ho visto scendere dalla sedia e: "Vado a giocare". Si era stufato. E' rimasto un po' in cortile con le sue ruspe mentre io, in attesa di poter impastare la frolla, preparavo il sugo che avrebbe fatto da letto ai miei cannelloni.
Ogni tanto rientrava in cucina e ben presto è tornato a chiedere di poter andare con papà. Io, nonostante desiderassi farlo, non potevo nemmeno portarlo a fare un giro per i banchetti. Dovevo terminare le preparazioni. Avevo deciso che quello sarebbe stato il nostro pranzo, perché domani per noi sarebbe stato un giorno di festa e, visto che comunque quello era il menù e si trattava di cose buone, avevo anche invitato il più giovane dei miei fratelli con la sua fidanzata da noi.
Alle 15 Elisa si è svegliata e ho dovuto sederla nel seggiolone. Un po' c'è rimasta, ma ben presto s'è stancata, mentre le richieste di Davide, avvicinandosi ormai le 16 a grandi passi, diventavano più insistenti. Ho dato loro la merenda e, visto che dovevo ancora terminare di riempire i cannelloni, preparare la besciamella, riordinare, lavare capelli e pavimenti dopo aver passato l'aspirapolvere.. (ripreso fiato?), informavo Maurizio che rinunciavo alla grigliata, rinviando alcune di queste cose alla sera, lasciando che ci andassero lui coi due maschi.
Poi però è venuto a prendere anche Davide ed Elisa. Pensa e ripensa non riuscivo a trovare una ragione valida per il mio irrigidimento sul fatto che Davide dovesse rimanere a casa. In fondo era festa anche per lui!
Rimasta sola ho terminato quel che dovevo con più calma, dicendomi che forse non avrei dovuto prendermi un simile impegno, sapendo di dover fare poi a meno del supporto di Maurizio per tutto il pomeriggio. Speravo che Davide gradisse rimanere un po' con me in cucina, ma preferiva altro.
Mi sono rimproverata di essere la Marta del Vangelo, quella che pensa alle cose da fare prima che alle persone. Se Maurizio non fosse tornato, terminato il riempimento dei cannelloni, avrei smesso di cucinare per stare coi bimbi. Già avevo proposto a Davide di uscire con me a tirar quattro calci al pallone, ma prima dovevo cambiare il pannolino alla piccola.
Alle 18.30, dopo aver venduto almeno una parte degli oggetti preparati (cellulari, macchine fotografiche, bussole, navigatori e mappe di Camelot), sono rientrati. Stavo finendo di asciugare i capelli e nonostante un mezz'ora di ritardo, alle 20 stavamo in oratorio. Tutti.
E' stata una serata tranquilla. Di gente, come già mi aveva detto Maurizio, non ce n'era molta in giro. Davvero strano, perché nei giorni della sagra c'è solitamente un gran via vai. Vedremo domani a Messa.
Abbiamo rivisto gli amici del gruppo famiglie e anche tornare in oratorio, dopo tutta estate che non ci mettevo piede, mi ha fatto un effetto strano, come se mi fosse mancato, come vederlo per la prima volta dopo tanto, tanto tempo e ricordarsi di com'era bello starci.
All'occhio, naturalmente, è balzata anche l'assenza di alcuni amici speciali, ma, per fortuna, manca poco al loro rientro.
C'è ancora molto da vivere naviganti. Domani.
Buona notte, buona domenica e buona vita in famiglia.
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la mamma
Il desiderio di ritrovarmi qui a fine giornata, a ponderare un po' tutto, a condividerlo con qualche volto noto e tanti volti anonimi che potrebbero leggere queste righe era alto.
Ieri, per esempio, avrei potuto e voluto raccontare, fra le tante cose che una delle mie vicine e amiche nel pomeriggio mi ha raggiunta telefonicamente chiedendomi se avessi bisogno che rimanesse un po' con Elisa. Avrei potuto così stirare... Avrei potuto e voluto raccontare del senso di gratitudine profondo che ho provato, che provo ogni qual volta la Provvidenza, nelle sue molteplici forme, mi raggiunge e io capisco di non essere abbandonata. Grazie, profondamente grazie amica mia, per aver pensato a me e al mio possibile bisogno.
Maurizio però si è servito del portatile fino allo scoccare della mezzanotte. Preparava le mappe che oggi, con Emanuele, avrebbero esposto e venduto sul loro banchetto. Avrebbe finito prima, forse, ma da uno strano gorgoglio dei tubi del bagno, ci siamo resi conto di avere il sifone otturato e Maurizio, sollevando il tombino d'ispezione, ha dovuto liberarlo. Nel contempo si è pure accorto che le luci di posizione dell'auto non funzionavano, ragion per cui questa mattina è passato dal meccanico.
Iniziava la sagra di S. Rocco, patrono del rione, e in serata ci saremmo dovuti spostare in auto per la tradizionale grigliata in oratorio.
Doveva essere una sabato semplice. Già avevo pensato, con la confezione di pasta fresca per lasagne che mi era rimasta in frigorifero, di preparare dei cannelloni per il pranzo della domenica. Avendo la marmellata, da consumare entro il 23 settembre, la cosa migliore era sicuramente farne una crostata, magari sbriciolando assieme degli amaretti e poi... poi questa mattina avremmo cotto il pane.
Alle 8 del mattino, però, il vascello è andato ad incagliarsi e solo verso sera ha potuto riprendere il largo, giusto il tempo per tornare sicuro in porto. Emanuele, mentre ancora tutti noi dormivamo, al buio ha voluto prendere il suo cubo di Rubik che sta su una mensola in alto e... scivolandogli dalle mani è caduto per infrangersi irrimediabilmente sul pavimento!
E' stato come il segno negativo alla chiusura della Borsa, o meglio, il segno profetico che non tutto sarebbe andato per il verso giusto. Desideravo concedergli il pomeriggio col papà e il suo amico per la pelle. Un momento in esclusiva. Davide sarebbe rimasto con me in cucina e, dato che si trattava di preparare cose per nulla elaborate, ci saremmo sbrigati coprendo il tempo del pisolino di Elisa.
Quando sono usciti, alle 13.30, la piccola già dormiva. Io dovevo lavare i piatti mentre Davide si guardava un cartone, ma già chiedeva di poter andare anche lui con papà. L'ho convinto a rimanere con me. E' andata bene.
Ha pesato la farina, ci abbiamo messo dentro tre occhi di drago (i tuorli) e poi il burro, che mi son dimenticata di tirar fuori per tempo dal congelatore e a ritardato un po' i tempi. Dopo poco però l'ho visto scendere dalla sedia e: "Vado a giocare". Si era stufato. E' rimasto un po' in cortile con le sue ruspe mentre io, in attesa di poter impastare la frolla, preparavo il sugo che avrebbe fatto da letto ai miei cannelloni.
Ogni tanto rientrava in cucina e ben presto è tornato a chiedere di poter andare con papà. Io, nonostante desiderassi farlo, non potevo nemmeno portarlo a fare un giro per i banchetti. Dovevo terminare le preparazioni. Avevo deciso che quello sarebbe stato il nostro pranzo, perché domani per noi sarebbe stato un giorno di festa e, visto che comunque quello era il menù e si trattava di cose buone, avevo anche invitato il più giovane dei miei fratelli con la sua fidanzata da noi.
Alle 15 Elisa si è svegliata e ho dovuto sederla nel seggiolone. Un po' c'è rimasta, ma ben presto s'è stancata, mentre le richieste di Davide, avvicinandosi ormai le 16 a grandi passi, diventavano più insistenti. Ho dato loro la merenda e, visto che dovevo ancora terminare di riempire i cannelloni, preparare la besciamella, riordinare, lavare capelli e pavimenti dopo aver passato l'aspirapolvere.. (ripreso fiato?), informavo Maurizio che rinunciavo alla grigliata, rinviando alcune di queste cose alla sera, lasciando che ci andassero lui coi due maschi.
Poi però è venuto a prendere anche Davide ed Elisa. Pensa e ripensa non riuscivo a trovare una ragione valida per il mio irrigidimento sul fatto che Davide dovesse rimanere a casa. In fondo era festa anche per lui!
Rimasta sola ho terminato quel che dovevo con più calma, dicendomi che forse non avrei dovuto prendermi un simile impegno, sapendo di dover fare poi a meno del supporto di Maurizio per tutto il pomeriggio. Speravo che Davide gradisse rimanere un po' con me in cucina, ma preferiva altro.
Mi sono rimproverata di essere la Marta del Vangelo, quella che pensa alle cose da fare prima che alle persone. Se Maurizio non fosse tornato, terminato il riempimento dei cannelloni, avrei smesso di cucinare per stare coi bimbi. Già avevo proposto a Davide di uscire con me a tirar quattro calci al pallone, ma prima dovevo cambiare il pannolino alla piccola.
Alle 18.30, dopo aver venduto almeno una parte degli oggetti preparati (cellulari, macchine fotografiche, bussole, navigatori e mappe di Camelot), sono rientrati. Stavo finendo di asciugare i capelli e nonostante un mezz'ora di ritardo, alle 20 stavamo in oratorio. Tutti.
E' stata una serata tranquilla. Di gente, come già mi aveva detto Maurizio, non ce n'era molta in giro. Davvero strano, perché nei giorni della sagra c'è solitamente un gran via vai. Vedremo domani a Messa.
Abbiamo rivisto gli amici del gruppo famiglie e anche tornare in oratorio, dopo tutta estate che non ci mettevo piede, mi ha fatto un effetto strano, come se mi fosse mancato, come vederlo per la prima volta dopo tanto, tanto tempo e ricordarsi di com'era bello starci.
All'occhio, naturalmente, è balzata anche l'assenza di alcuni amici speciali, ma, per fortuna, manca poco al loro rientro.
C'è ancora molto da vivere naviganti. Domani.
Buona notte, buona domenica e buona vita in famiglia.
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la mamma
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