Un vento costante, anomalo per queste zone umide in cui l'inquinamento s'annida senza più andarsene, ha spazzato dal mattino ben bene l'aria regalandoci una rara luminosità e una temperatura tutto sommato sopportabile.
E' sabato oggi, e il mio umore ne ha subito tratto giovamento. Maurizio, dopo le colazioni e la spesa in centro, ha portato i bambini al parco qui vicino. Io sono rimasta a casa intenzionata a portami avanti con le faccende.
Forse questa è la giusta organizzazione estiva. Un po' di mestieri il sabato per aver più tempo da dedicare ai pargoli quando il babbo sarà al lavoro ed abbattere, almeno un po', l'ansia e... sembra funzionare.
Non appena sono usciti, allegri e saltellanti coi loro palloni fra le mani, sono rientrata in casa. Ho preso il messalino nella libreria e ho letto le letture del giorno. Sta diventando, per me, un appuntamento irrinunciabile, un vivo desiderio per poter essere veramente in comunione con Cristo, ma non è finita. Ciò che sento è che non posso andare verso di Lui senza portarmi dietro coloro che amo. Così mi alimento e come un bicchiere raggiunto l'orlo trabocca bagnando inesorabilmente ciò ha attorno, anche la fede in me, quando raggiungerà il colmo, qualche ricaduta dovrà pur avere su quelli di casa mia.
Mancava poco allo scoccare del mezzogiorno quando i "fantastici quattro" sono rientrati dal parco e nel frattempo ero riuscita a stendere la biancheria e a pulire la sala. Avevo tempo, nel pomeriggio, non dovendo stirare, per pulire anche la cucina e forse ricamare un po'.
Abbiamo preparato il pranzo mentre Maurizio mi raccontava di aver incontrato un ragazzo separato e ricongiunto e della sua vita con la sua nuova compagna. Queste situazioni, attorno a noi, vicino a noi, si stanno purtroppo moltiplicando, ma non commentiamo. Anche Lele, a partire da ciò che sente raccontare dai compagni, viene a conoscenza di queste situazioni e con lui è un po' difficile, pur non volendo essere reticenti, trovare le parole giuste per affrontare questi temi.
Mi accorgo che osservandolo, vivendoci assieme, affrontando la fatica di crescerlo, comincio a conoscerlo meglio ed anche ad apprezzarne la personalità. Non è un bambino che ci segue docilmente. Emanuele è "un contestatore nato!", polemico e testardo però... Eh già, mi accorgo solo ora che c'è un però.
Emanuele è un bambino solido. Quante volte, quasi con spavento, mi è capitato di pensare a lui come ad un bambino impermeabile, insensibile, ma la sua non è insensibilità. Emanuele non traballa come una casa senza fondamenta davanti alle emozioni che lo raggiungono. Non è vero che non esterna facilmente ciò che prova. Non lo fa nell'immediato. Sono passati mesi prima che le sue maestre sapessero che gli sarebbe nata una sorellina, ma la sua non era volontà di esclusione, o riservatezza, o timidezza, o incapacità di condividere. E' come se dovesse prima metabolizzare dentro di sé i sentimenti che prova per poi essere pronto a condividerli col mondo o a porre le sue domande.
Da questo punto di vista è davvero un bambino fantastico, una roccia, uno su cui poter contare e sono felice di aver finalmente aperto gli occhi.
Mesi fa ha chiesto a Maurizio: "Ma voi litigate mai?". In effetti, nonostante capiti di avere idee e opinioni divergenti, e i confronti non manchino, non capita mai che alziamo la voce, o ci rivolgiamo all'altro in maniera offensiva. Ho cercato di spiegargli tutto questo, ma dopo un po' di tempo, mi ricordo di avergli sentito dire: "Ma tanto voi non litigate mai". Il punto è che ho scoperto solo pochi giorni fa, l'altro ieri per l'esattezza, che anche i genitori di uno dei suoi compagni si sono separati ed è stato lui a raccontarmelo.
Non è semplice stare accanto a un bambino così, un bambino che non ti dice tendenzialmente tutto subito e tu devi imparare a rispettarlo, ad aspettare certa che verrà anche il momento della rivelazione e della comunicazione dei suoi sentimenti e pensieri, dovessero passare mesi o anni.
Fra tutti i viaggi che questo vascello potrà fare, i più stupefacenti resteranno quelli nel cuore di marito e figli.
A volte basta sporgersi un po' da uno dei ponti, avere la prontezza di trattenersi prima di qualche brusca manovra e restare ad osservare in paziente attesa.
Maurizio, che mi sente picchiettare freneticamente sui tasti, chiede già quanto ho intenzione ancora di scrivere e chiede pietà per la tastiera.
Sarà meglio accontentarlo.
A tutti i naviganti buona notte e buona domenica.
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orgogliosamente, la mamma
domenica 25 luglio 2010
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