venerdì 9 luglio 2010

Giornata di alti e bassi quella appena trascorsa. Quando pensi di aver raggiunto qualche bel traguardo, di poter riposare la vista su qualche bel panorama pensando di aver raggiunto una seppur piccola vetta, subito si presenta qualche evento che infido fa emergere i punti di debolezza.

Che delusione, mista a dolore, mista a rabbia, ma anche che beneficio accorgersi che sono ancora lì. Vedi, sempre grazie alle relazioni che vivi, i lati di te sui quali ancora devi lavorare e ti accorgi che da tempo sei ferma!

Nel frattempo iniziano ad arrivare le cartoline spedite dal mare, anzi, le cartoline del mare spedite da Assisi, e amici e parenti telefonano per ringraziare e scambiare quattro chiacchiere. E' sorprendente quante telefonate abbiamo ricevuto oggi...

Bella occasione di ritrovarsi. Davvero! In serata ho anche sentito un'amica che non ero riuscita a salutare prima della partenza, e spero in settimana di poterla vedere.

Con Davide abbiamo rinfrescato il lievito madre che purtroppo, al momento, dopo aver passato venti giorni nel congelatore, non dà segni di vita. E' stato piacevole stare in sua compagnia, e Lele ha così potuto costruire la sua macchina con le costruzioni senza l'intrusione per lui fastidiosa del fratello.

Con la fantasia e l'amore di una mamma ho trovato modo di rendere contenti entrambi i miei figli (Elisa si era appisolata), ma dentro, pur sapendo di aver agito per il bene, e che Lele in fondo voleva solo potersi dedicare tranquillamente al suo gioco, avevo un piccolo dubbio.

In queste occasioni, infatti, mi chiedo sempre se togliere il fastidio sia la cosa migliore. Non ne sono del tutto convinta. Mi rendo conto di pretendere troppo e che soprattutto trovare la via giusta, quella che non è prevaricazione, o ingiustizia, o parzialità non è semplice.

Vorrei che i miei figli imparassero la tolleranza, che non è semplice sopportazione, ma un sentimento che ha alla base l'amore. Come riuscirci, mi chiedo, senza trascurare nessuno dei sentimenti in gioco? quelli del più grande, che chiede "pace", come assenza di conflitto, e quelli del più piccolo, che ha una diversa idea di coinvolgimento nel gioco?

Ritorno col pensiero a ieri e mi dico che sarebbe meglio cominciare ad apprezzare i bellissimi sforzi fatti da Lele e che il tempo e la crescita della coscienza faranno il resto. La parola chiave resta la fiducia, quella che mi ha trattenuta dal ricordargli l'impegno dei compiti delle vacanze, perché ho preferito credere in lui, credere che da solo se né sarebbe ricordato e... i fatti mi hanno dato ragione.

Poco dopo, infatti, è venuto spontaneamente a ricordarmi che, montata l'ultima ruota, si sarebbe messo all'opera.

Nel pomeriggio Maurizio ha dovuto assentasi da casa e ho trascorso la prima mezza giornata da sola coi tre bimbi. E' andata bene. Aver stirato la mattina mi ha concesso del tempo da trascorrere con loro, ma prima delle 16, aspettandomi un suo ritorno a breve, la nostalgia ha cominciato a pungere e ho fatto fatica ad avere pazienza.

Un'ora dopo ho ceduto e gli ho inviato un sms sul cellulare per chiedergli a che punto fosse. Meglio questo, mi son detta, che lasciar crescere dentro ogni sorta di pensieri negativi. Proprio in quel momento l'ho visto arrivare e tutto si è risolto.

Essere aperti, concedersi anche agli altri nel bisogno, è uno dei punti cardine della nostra famiglia, uno di quei valori nei quali più crediamo e sui quali più investiamo. I sentimenti provati oggi, però, mi hanno sbattutto in faccia la dura realtà di me, di quella me che deve ancora subire una trasformazione, che ancora fatica a convertirsi, a lasciare che le cose siano non come le ho pensate e volute.

Ho lasciato che rimettesse la macchina nel box, si andasse a rinfrescare, mi raccontasse le cose essenziali e poi subito gli ho parlato di ciò che avevo sentito, senza inutili bronci e dannose accuse. Solo per dirgli: "Vedi? sono ancora qua! a inciampare negli stessi ostacoli!", e ho sperimentato una volta di più che il dialogo salva da crinali pericolosi, che induriscono e mettono in crisi le relazioni più belle.

E' bello averlo accanto, anche adesso, seduto qui sul divano e, anche se non temo di restar sola con i miei bimbi, perché ho imparato a godere della loro compagnia, e che loro sono il motivo del mio sfaccendare, e non viceversa, sento che sarà dura lunedì.

Già temo il suo approssimarsi, già desidero il momento del ritorno, perché sarà impagabile vederlo arrivare e tornare ad incrociare i nostri sguardi dopo le ore che ci avranno fisicamente divisi. Sarà un momento di freschezza, il momento in cui l'amore troverà le sue conferme, e la voglia di vicinanza si scioglierà nel primo abbraccio.

E' di nuovo tardi, avrei voluto leggere un po', ma non so se darò seguito a questa intenzione.

Nel frattempo, a tutti i naviganti, buona notte, ovunque voi siate.

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la mamma

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