mercoledì 13 ottobre 2010

Sembra che il viaggio di questo vascello ultimamente proceda a stento, ma non è così. L'unica cosa che procede a stento, per le innumerevoli variabili che causano turbolenze al nostro lento andamento, è l'aggiornamento del diario di bordo.

Ieri per esempio Lele aveva l'allenamento di Judo e... una cosa tira l'altra, mi son ritrovata verso le 22 a ritirare i panni asciutti e a stendere poi quelli bagnati. Nel frattempo... confronto con Maurizio circa l'educazione dei nostri figli e alla fine era troppo tardi per qualsiasi cosa.

Cosa facciamo con uno? cosa facciamo con l'altro? non è per niente facile capire quale rotta tenere con ciascuno di loro e un confronto diventa assolutamente necessario per individuare e mantenere una linea comune.

Una cosa mi stupisce. Il fatto che pur essendo entrambi genitori non abbiamo una percezione sovrapponibile dei nostri figli. Questo, credo, dipende dal fatto che la relazione di uno di noi con ciascuno di loro è assolutamente originale.

Dove io faccio fatica e procedo col fiato corto, Maurizio trova terreno buono per alcune predilezioni. C'è ancora molto da lavorare, su noi adulti prima ancora che sui bambini.

Ieri "la miccia", (che non ha portato all'esplosione di alcuna bomba) si è accesa per un videogioco che Lele frequenta un paio di volte la settimana per un'ora, e che lo appassiona tantissimo. Il fatto è che, guardandolo, ho cominciato a nutrire qualche dubbio sui messaggi insiti nel gioco stesso. Messaggi, a mio modo di vedere, non proprio positivi.

Un bambino di nove anni è in grado di distinguere nitidamente realtà e finzione? Maurizio è stato come "svegliato" dalle mie osservazioni e, sensi di colpa a parte, (perché forse un po' superficialmente questo gioco è stato installato sul pc che il nostro pargolo usa) adesso dobbiamo decidere in che modo far retromarcia.

Si può togliere qualcosa che prima gli hai concesso dicendo semplicemente: "Ops... mi sono sbagliato!". No, non si può. Stiamo quindi vedendo se riusciamo a spostare la sua attenzione su qualcos'altro senza troppi traumi e... si vedrà.

Ieri però il mio primogenito mi ha fatto perdere le staffe quando candidamente ha affermato che avrebbe detto all'insegnante di religione di essersi dimenticato di colorare la scheda allo scopo di vedere il suo cartone serale. Questa superficialità, mancanza di responsabilità o di semplice paura delle conseguenze, sentimento che ben si adatterebbe a un bambino della sua età, a volte mi sconcerta.

Dicevo domenica ad un'amica, con la quale guarda caso si parlava di figli, che ho il timore che quando sarà grande mio figlio mi rimprovererà di non averlo mai capito profondamente.

Davanti a mio figlio mi rendo conto, una volta di più, della mia fraglilità. Non è sicuramente lui ad essere sbagliato, sono io ad avere una personalità forse troppo cedevole e remissiva davanti ad un "duro". Mi ricordo che prima di imparare ad essere per lui una mamma (e ce n'è voluto!) quasi, d'istinto, di fronte ai suoi capricci e alle sue ostinazioni, avrei d'istinto obbedito. Per me è difficile restare salda davanti alle sue intemperanze e, avendo imparato quanto sia indispensabile farlo, il risultato è stato un mio irrigidimento.

E' difficile.... difficile spiegare che tipo di rapporto ho con lui, difficile averlo un rapporto sereno e distensivo con lui. Emanuele chiede, Emanuele esige, Emanuele succhia le energie che non hai, Emanuele sempre, per partito preso, contesta, ma Emanuele impara ed Emanuele cambia.

Già pensiamo a quando sarà adolescente, e sarà proprio lui il primo adolescente di famiglia, ma, visto che con lui nulla è mai stato facile, almeno per me, forse non è nemmeno il caso di preoccuparsi.

Comunque sia, il motivo per cui ieri ho voluto un confronto con Maurizio, è che a volte con lui ci poniamo nel modo sbagliato, finendo per colpevolizzarlo. Se entrambi però ci rendiamo conto che farlo è sbagliato e controproducente, vicendenvolmente ci possiamo aiutare a trovare vie alternative, più giuste che gli diano la certezza di essere in ogni momento un figlio amato.

Che viaggio! un viaggio che non risparmia nulla e che proprio per questo è sempre più sorprendente.

Buona notte e... buon viaggio naviganti.

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la mamma

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