lunedì 25 ottobre 2010

Domenica e lunedì sono stati segnati da una pioggia torrenziale che ha resi un po' impacciati i nostri movimenti senza riuscire, però, a rinchiuderci dentro le mura di casa.

Oggi, a metà pomeriggio, sembrava che la situazione fosse notevolmente migliorata. Non pioveva più. Niente più scrosci come sottofondo musicale ad ogni nostra azione.

Altre volte la pioggia ha quasi fatto emergere il mio lato romantico, ma oggi, e ieri notte, questo ininterrotto e travolgente scroscio mi infastidiva. Chissà poi perché? credo non ci siano risposte razionali.

Questa mattina poi, nonostante fossi decisamente di buon umore, abbiamo raggiunto l'apoteosi. Mi è toccato convincere Davide a indossare un diverso paio di scarpe, un po' più adatto alle condizioni atmosferiche e la cosa ci ha fatto perdere non poco tempo.

Quando siamo scesi in cucina la sveglia a muro segnava le 9:05. Dovevo ancora fargli un aerosol e poi attender che bevesse il suo latte. Già la mia vicina era arrivata per permettermi di uscire senza la piccola.

Per farla breve siamo usciti quando mancavano cinque minuti al suono dell'ultima campanella. Fortuna che non abitiamo troppo distanti dalla scuola materna.

In questi frangenti, purtroppo, riesco solo a pensare all'orologio che cammina, "strattonando" mio figlio per far si che si sbrighi invece di partire da lui e fare in modo che riesca a star bene.

Al rientro ho lavato le ultime stoviglie nel lavandino per poi, una volta riaddormentata la piccola, stendere la biancheria. Mi è rimasto giusto il tempo di rifare i letti prima di pranzo.

Nel cuore oggi avevo ancora tutte le sollecitazioni ricevute ieri in parte dalla bella omelia del mattino e in parte dalla coppia di coniugi che ha guidato la riflessione per il gruppo famiglie nel tardo pomeriggio.

Mi sono come svegliata. Ho chiaramente visto, nonostante tutti gli sforzi compiuti, quanta altra strada possiamo ancora fare Maurizio ed io per nutrire la nostra comunione.

Ci sono cose che ancora io devo imparare, come vedermi attraverso i suoi occhi. Lo so, con la testa, ma mi rendo conto di non viverlo sempre, di dare ascolto ad altre voci giudicatorie (reali o immaginarie) che poi mi trasformano in una persona che sa mettere dell'acido nelle relazioni familiari.

Come vorrei essere, in alcuni momenti e per alcuni aspetti, un mamma diversa! Una mamma che riesce a far sentire accolti e ben voluti i propri figli per quello che sono, una persona che riesce, per esempio, a concedersi di essere la "Maria" del Vangelo (sempre contrapposta alla povera Marta), consapevole che sono proprio quelli di casa sua a chiederle di assumere quella posizione nel gioco delle relazioni.

Come vorrei essere una moglie capace prima di tutto di dire grazie al marito per come ha saputo accoglierla, per quello che le ha saputo dare, tralasciando il resto.

Forse in me alberga più egoismo di quanto credo... ma si può sempre ricominciare, si può sempre progredire nel cammino di conversione e quanto si ha bisogno di persone accanto che ci ricordino come si fa ad amare e accogliere l'altro...

Va bé, ci sono almeno due cose per le quali devo ringraziare mio marito oggi e... non mettiamo tempo in mezzo.

Non lo farò io e, se volete provare quanto bene fa al cuore e alla coppia, non fatelo nemmeno voi naviganti.

A tutti la mia buona notte nella speranza che domani torni il sereno.

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la mamma

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