Recuperare tutte le tessere che hanno composto questo sabato e ricondurle all'armonia di un mosaico non è cosa semplice.
Albergano sentimenti profondi proprio ora nell'intimo di me, e la mente è come in viaggio negli abissi dell'anima. Il vascello naviga e ben al largo si ferma e getta l'ancora. Non esiste solo la dimensione orizzontale del nostro peregrinare nel mare dell'esistenza. Esiste anche una dimensione che non ha tempo. Non è presente, non passato, né futuro, ma è profondità. Non sta sopra, non sta sotto, ma sta dentro ciascuno di noi.
Bisogna navigare a lungo per raggiungere questi luoghi, per mari infidi che ci rendono perfino odiosi ai nostri compagni di viaggio.
Troppe tessere oggi, per esempio, hanno portato impresso il marchio della discussione, della fatica, del buio nel quale a tentoni si cercano risposte, della tolleranza che fatica a farsi spazio.
Stamattina ancora, in un momento "morto", tra la lavatrice da avviare e i letti da rifare, leggevo il pressante invito di S. Paolo all'unità. Una lettera stupenda che, per chi come noi ha riflettuto a lungo sulla nuzialità, gronda significato in ogni termine. "E io? - mi chiedevo - quando riuscirò a creare questo nella mia famiglia?", come comporre le diversità in armonia?
Capisco che la strada che ho davanti è ancora lunga, il cammino di conversione è ancora lungo. Oggi per esempio non mi sono goduta la mia famiglia, non abbiamo per nulla badato a star bene insieme. Non siamo stati divisi, ma nemmeno siamo stati uniti.
Con Lele più volte ho alzato la voce per richiamarlo a uno studio più consapevole e in serata ancora è stato necessario riaffermare le motivazioni di alcune scelte. Chissà come si è sentito nell'occhio di questo ciclone!
In compenso Elisa, nel pomeriggio, ha dormito due ore e mezza e alla fine ho deciso di svegliarla. Gli impasti del pane han portato via tempo ad altre cose, ma non posso lamentare un giornata inconcludente.
Ho lavato e steso le lenzuola, stirato almeno un po', fatto i letti (cosa del tutto eccezionale il sabato). Maurizio è uscito il mattino portando con sé Davide per qualche commissione, e, nel pomeriggio, è riuscito anche a confessarsi. Avrei dovuto fare il cambio delle nostre scarpe ma... sarà per un'altra volta.
Dopo cena la piccola ed io ci siamo immerse nella vasca e così, almeno con lei, ho potuto recuperare un po' di vicinanza.
Si stanno creando delle piccole situazioni nel rapporto tra fratelli che vanno gestite. Davide trattiene per le gambe Elisa ogni volta che minaccia di avvicinarsi a qualcosa con cui lui sta giocando e vedremo come poter fare.
Chissà! si sentiranno amati i nostri bimbi? Che fatica! Ringrazio il Signore che mette al mio fianco tante mamme dalle quale prendere esempio: mamme che trovano il modo di non colpevolizzarli, che rimangono divertite davanti alle loro marachelle e mamme che sanno coinvolgerli nelle attività più disparate.
Quanto ancora ho da imparare!
Un po' sconclusionata questa pagina del giornale ma, leviamo l'ancora e proseguiamo il viaggio.
Una buona notte a tutti voi, naviganti, e buona domenica.
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la mamma
sabato 23 ottobre 2010
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