domenica 30 gennaio 2011

Venti da tutte le direzioni hanno mosso i miei pensieri nell'ultima settimana e adesso mi trovo qui, a veleggiare su questa superficie stranamente calma, con una profonda, quasi irreale, immobile pace nel cuore.

Elisa, che sembra aver finalmente trovato la via del sonno profondo dopo un paio di notti di maretta, sta ondeggiando tra innocui rialzi di temperatura e colpi di tosse grassa tenuti a bada da frequenti aerosol.

Davide ha di tanto in tanto alzato la cresta sfidando la nostra pazienza. E' andato regolarmente all'asilo e venerdì, bruciandomi sul tempo, è tornato con un piatto di carta contenente varie forme di pasta fresca. L'avevano fatta in classe, tutti insieme con l'ausilio delle cuoche e quando l'ho vista quasi non ci credevo. Naturalmente aveva un largo sorriso sul volto quando, entrando dalla porta, me l'ha mostrato.

 Lele, invece, ha mosso parecchio vento di burrasca. La situazione comportamento non è ancora rientrata. Giovedì, andando a prenderlo a scuola, mi son trattenuta qualche minuto con le maestre che, ancora dopo una settimana di prediche, ammonimenti, ragionamenti, faticano a governare il suo irrefrenabile impulso alla chiacchiera.

Sempre in settimana è arrivato un grosso pacco della signora che gestisce l'agriturismo ad Assisi con dentro diversi mostaccioli, tipici dolci natalizi, per noi e tutti gli amici che nel tempo sono stati da loro per un periodo. Guardando meglio ho anche trovato una lunga, confidenziale lettera tutta per me. Che bello quando i cuori si aprono e l'amicizia, la condivisione, l'unione passano a livelli sempre più profondi

Ieri sera abbiamo avuto nuovo sellecitazioni educative, sempre dal più grande e sempre più sarà così.

Stasera, dopo una veloce tazza di latte e biscotti che mi ha consentito di recuperare parte dell'arretrato al ferro da stiro, abbiamo avuto occasione di un nuovo confronto a causa dell'ennesima litigata col fratello, anzi no. Non è stata una vera e propria litigata, ma più che altro uno scatto di nervi. Motivo: il suo palloncino era scoppiato e quello di suo fratello no.

Lì per lì il nervosismo di mio figlio si è propagato fino a farmi esplodere. Non eravamo scesi dalla macchina nemmeno da due minuti, avevo gli stivali ai piedi, le borse in mano, il piumino ancora indosso e già dovevo sedare un turbine. Nel frattempo Elisa stava in macchina già in lacrime perché nessuno aveva ancora pensato a prenderla.

Non trovando di meglio ho alzato la voce perché l'aggressione smettesse, e Lele smettesse di ripetere a Davide, sempre più astioso, cose come: "Ascolta me, tanto damani sarà già sgonfio!".

Lucidamente so che mio figlio porta in sé emozioni talmente potenti che da solo non riesce a governare. In lui la forza si compone alla fragilità, l'ostinazine al senso della sopraffazione, la spavalderia alla timidezza e come fa da solo a mettere ordine, a trovare un nome per tutto, il giusto modo di incanalare ciò che ha il sopravvento su di lui?

Comincio a capire che in sé stesso porta una sofferenza che solo il nostro amore, la nostra vicinanza e la preghiera possono guarire. Devo imparare a pregare per mio figlio, perché la sua forza diventi una forza vera, perché riesca ad essere padrone di sé.

Lo Spirito sta davvero progressivamente portando nuova luce alla mia mente, al mio cuore.

E domani si riparte verso tutti i luoghi in cui il vento dello Spirito ci spingerà.

Buona notte e buona settimana naviganti

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la mamma

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