giovedì 20 gennaio 2011

Quasi non ce la faccio ad aggiornare il giornale di bordo questa sera. Quella appena trascorsa è stata una giornata cruciale, la giornata in cui abbiamo preso una decisione circa l'iscrizione di Davide alla scuola elementare.

Sarà un'esperienza completamente nuova per lui, ma anche per noi. Abbiamo difatti deciso di fargli frequentare una scuola diversa, rispetto a quella in cui Emanuele concluderà, il prossimo anno, il suo percorso, la scuola che anche noi abbiamo frequentato e la motivazione è il nostro forte senso di appartenenza ad una comunità.

Lo Spirito ci ha veramente guidati. Più passavano i giorni più si chiudevano le strade che ci portavano in una direzione, dirottandoci in canali che divenivano quasi obbligati.

Alla riunione però ho incontrato l'insegnante di religione di Emanuele, anche lei alle prese con l'iscrizione della figlia, che mi ha messa al corrente del fatto che l'ultimo mercoledì, durante la verifica, ha dovuto riprenderlo per un comportamento sopra le righe.

Tornando, mentre tentava di informarsi sull'andamento della riunione intromettendosi di fatto pesantemente in questioni da genitori, ho dovuto, alla presenza di papà, riprenderlo. E' dall'inizio dell'anno che le sue insegnanti mi mettono sull'avviso di questa sua difficoltà a contenersi nelle ore di lezione e la cosa, invece di rientrare, sta andando per le lunghe.

Maurizio ha ritenuto opportuno negargli l'ora di gioco al computer del prossimi sabato pomeriggio ed io non ho avuto obiezioni.

Stasera, pregando, ha chiesto al Signore di aiutarlo a superare questo suo momento di difficoltà a scuola. Starà cominciando a prendere coscienza della serietà della cosa?

Proprio lei, la sua insegnante di religione, mi dava ragione di quanto le dicevo allorché Lele frequentava la prima. Di quanto, in sostanza, fosse dura con lui.

Mio figlio è così, come una scalata su una parete rocciosa, come terrazzare una montagna, come domare un cavallo selvaggio. Bisogna solo far presa sulla propria fermezza e allo stesso tempo, ed è il passaggio che purtroppo a volte mi son persa, lasciarli comunque il convincimento di essere amato e grandemente amato.

Mentre stava in palestra, per l'allenamento di judo, ho raccontanto a Davide quanto fosse bella la sua nuova scuola e alla fine l'ho visto entusiasta sprizzare gioia da tutti i pori.

Speriamo bene, per tutto, speriamo bene.

Questa mattina, dato che in casa A. stanno scarseggiando i biscotti per la prima colazine, dopo aver cotto il pane, ho fatto un plum cake alle mele. Non sono nemmeno riuscita a scattare una foto e adesso ce n'è metà. Il papà non ha resistito alla tentazione e stasera dopo cena ha messo nel piatto di ciascuno una grossa fetta.

Io sono contenta di essermi presa il tempo per farlo.

E' venuta la nonna a pranzo, ma il pomeriggio è stato un po' confusionario. La piccola ha pisolato poco, e la presenza in casa dei fratelli non ha aiutato. Mentre la nonna stirava io tentavo di rifare i letti. Davide mi ha raggiunta e non c'era verso di indurlo ad abbassare il tono della voce. Lele, che avrebbe dovuto rimanere in cucina e portare a termine l'analisi logica e un paio di problemi prima di studiare una paginetta di storia, è venuto su più di una volta per questioni che avrebbe potuto tranquillamente risolvere da solo.

In un attimo è arrivata l'ora di merenda. Il tempo di imboccare la piccola mentre la nonna rammendava qua e là qualche indumento dei bambini e son dovuta scappare.

Abbiamo cenato con un buon passato di verdure (da busta di minestrone surgelata!), alla quale ho aggiunto del cous cous integrale. Gli uomini di casa si son concessi un bis!

Bé, naviganti, mettiamo uno stop e vediamo domani come riusciamo a conlcudere la settimana.

Buona notte

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la mamma

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