lunedì 30 maggio 2011

Già comincio a sbadigliare, forse ho bisogno di dormire e di appoggiare da qualche parte, come uno zaino un po' pesante che grava sulle spalle, le responsabilità quotidiane.

Vorrei davvero non dover pensare a niente almeno per un po', ma so che è perssoché utopico quindi...

Il vascello ha navigato fra cieli limpidi anche oggi, ma non mi sembra di aver patito afa.

Elisa era in cucina con noi già molto presto, ma questo non mi ha impedito di pregare. Davide è riuscito a salutare i muratori venuti solo a prendere le loro cose. Domani credo venga il lattoniere e poi, con la posa delle tegole sopra il tettuccio che sovrasta l'ingresso, sarà finita anche questa tornata di lavori.

Quando sono rientrata, dopo aver portato il mio secondogenito all'asilo, ho inziato la routine delle faccende domestiche. La piccola non fa altro che svuotare cassetti attorno a me e gettar roba sul pavimento che poi la sottoscritta deve raccogliere.

Questa mattina, per esempio, ha aggredito il cassetto dei calzini di suo papà, riuscendo a sfilare dalla plastica quelli comprati di recente.

Le ho dato da mangiare, a mezzogiorno in punto, faticando non poco a tenerla sveglia. Dopo mezza porzione di pasta non né voleva più. Ha sgranocchiato volentieri due scaglie di grana e poi, sperando di tenerla ancora sveglia, le ho frullato una banana.

Proprio non riusciva a tenere gli occhi aperti mentre le infilavo i cucchiaini in bocca uno dopo l'altro. Prima che il bicchiere fosse vuoto ho rinunciato. L'ho levata dal seggiolone e l'ho messa a dormire. Con calma ho poi lavato i piatti, messo a bagno della biancheria e stirato.

Poco dopo le 14 lei era sveglia e io avevo terminato le mie incombenze. Ho lasciato che ascoltasse le sue canzoncine mentre con lei di fianco, mi sono concessa di riposare un po' seduta sul divano.

Quando anche Davide ed Emanuele sono stati a casa ci siamo portati fino al parco, che sta diventando il luogo numero uno delle nostre avventure. Oggi l'esperienza è stata purtroppo segnata in negativo da un fatto che mi ha turbato. Una persona adulta ha strattonato un bimbo perché, inavvertitamente, nel tentativo di riprendere la palla lanciata in aria, è caduto addosso al nipotino provocandogli la solita sbucciatura.

Io mi sono avvicinata al bambino ritenuto "colpevole", poco più grande di quell'altro (quattro anni?) e l'ho consolato perché cadendo aveva preso una storta alla caviglia e credo anche si sia spaventato per il trattamento ricevuto.

Aggiungiamo l'aver sentito altri commenti sugli stranieri che dovrebbero stare solo coi connazionali e l'amarezza è salita dallo stomaco al cuore. Nel frattempo mi son messa a parlare con due mamme rumene di quello di cui parlano tutte le mamme: la tosse, i dentini ecc. ecc.

Non voglio far commenti, affido tutto al Signore. Solo pregherò con più inensità quelle parole: "...venga il Tuo Regno, Sia fatta la Tua volontà, come in cielo, così in terra....".

Voglio che il mio cuore di mamma sia per tutti i bimbi e non solo per i miei.
 
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la mamma

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