lunedì 30 aprile 2012

Approfitto di un momento di calma per aggiornare un po' il giornale.

Non so in che condizioni sarò questa sera, quando finalmente i bambini saranno a letto, quindi meglio approfittare del vento a favore di questo momento.

Sono tutti fuori per assistere al trasloco dei nonni e proprio ora mi è venuto in mente che Emanuele deve anche servire la Messa delle 17. Ho avvisato Maurizio appena in tempo...

Nonostante sia a casa anche mio marito per il ponte del primo maggio, quella in corso si sta rivelando una giornata per nulla leggera. Già questa mattina, aprendo gli occhi, mi sono scorse davanti agli occhi tutte quelle cose che un po' io, un po' lui avremmo dovuto portare a termine.

Il fatto che Emanuele e Davide siano a casa significa anche trovare un po' di tempo per seguirli nello studio. Ci sono momenti in cui i tre fratelli esagerano e dandosi manforte se ne vanno alla deriva, per cui occorrono forti richiami per riportarli all'ordine e impedire che quello che nelle loro intenzioni è un gioco finisca in tragedia.

Quanta attenzione e quanta prontezza occorrono per allevare dei figli. Sempre più spesso mi accorgo di come raggiungere un'oasi di pace e armonia abbia significato attraversare diverse leghe di mari tempestosi e burrascosi, rischiare rovesciamenti per poi tornare a raddrizzar la chiglia.

Le discussioni, anche aspre, che io ho sempre giudicato negativamente, non sono da evitare. Solo ora mi rendo conto di come vadano accolte e affrontate e dirette al raggiungimento di una pace e di un accordo veramente profondi.

C'è una pace che ci viene tolta, perché finta, perché è solo apparenze e quieto vivere, e c'è una pace che dev'essere raggiunta, conquistata  gradatamente, senza arrendersi e senza perdere di vista la meta.

Tutto questo battagliare con Emanuele prima o poi sortirà qualche effetto? so che in me c'è un'intenzione di bene, è come un allenamento duro che porta poi a risultati eccellenti e tempra, ma so anche che lui percepisce tutto l'opposto.

Arriverà il tempo delle rivalutazioni e dei ripensamenti. Forse un po' imparerà da tutte le volte che andrà a sbattere contro gli scogli che per lui è proprio meglio cambiar rotta.

Guarda caso nel Vangelo si trova anche questa Parola, di un Gesù che si annuncia come portatore di una spada in seno alla famiglia e non della pace. Annuncia scontri fra padri e figli, madri e figlie.... ma in Lui e per Lui non saranno mai scontri fini a sé stessi, scontri che nello scontro esauriranno tutta la loro carica, ma tappe di un cammino verso una pace più duratura.

Succede che l'amore prenda i tratti della lotta, ma il fine rimane il bene. Se ti amo ingaggio una guerra contro di te pur di non lasciarti invischiato nel male e di smuoverti da dove sei.

La pazienza, non potrebbe essere nel concedere tempo al tempo della lotta, perché ciò che non conquisti oggi potrai conquistarlo domani, o dopo domani?

Ma il niente che cosa produce?

Io amo mio figlio, ne ho la riprova tutte le volte che in sua assenza sento la sua mancanza e il vuoto perché qualcun altro se lo sta godendo, proprio nel modo che a me tante volte è negato per il ruolo che ho nei suoi confronti.

Come sempre, naturalmente ci vuole equilibrio e quindi sento il desiderio di tornare a far pace al termine di ogni battaglia con un bacio che confermi l'affetto e cerco di dosare in ogni dimensione e aspetto del rapporto lode e rimprovero, impegno e spensieratezza, fatica e riposo ecc. ecc., ma molto dipende da lui.

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La mamma

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