giovedì 26 aprile 2012

Finalmente un po' di pace... non solo perché i bambini sono finalmente ciascuno nel proprio letto.

La mia mente ed il mio cuore hanno avuto fin troppe sollecitazioni nell'ultimo periodo e per ognuna di esse avrei sicuramente potuto scrivere fiumi di riflessioni.

Credo sarebbe spudorato parlare dei problemi scolastici di Emanuele, e quindi non lo farò. Il colloquio di ieri sera con le sue insegnanti però è il motivo di tanto, tanto, tanto mio pensare.

Rientrata a casa la cena era in tavola e quindi ho rimandato ogni discussione a dopo.

La discussione c'è stata ma non è servita a svuotarmi la testa e oggi non ho visto nessun apprezzabile cambiamento.

Non voglio parlare di lui, ma di me. Come mamma so che con lui devo ricominciare ogni giorno e non arrendermi, non abbandonarlo a sé stesso.

Nonostante tutto, proprio prima di questo colloquio che ha messo in evidenza ciò che già sapevo, dicevo a Maurizio di come sia cresciuta la mia stima nei confronti di Emanuele.

Mi chiedo inoltre come si faccia a educare un bambino senza la fiducia e la speranza che qualcosa, che lui possa cambiare tirare fuori il meglio di quello che è.

Sempre più spesso mi torna in mente la fiaba di Pinocchio, che dopo tanto rinnegare e zittire la voce della coscienza, del babbo, della fatina buona, dopo essersi lasciato abbindolare dal gatto e dalla volpe o dal Lucignolo di turno alla fine diventa un bambino vero capace di grandi cose.

Io prego che anche Emanuele presto possa diventare un bambino vero e la luce che Dio ha posto in lui possa illuminare e mettere in fuga ogni suo aspetto ombroso.

Ogni educatore dovrebbe lasciarsi guidare dalla parabola della gramigna che cresce accanto al grano buono, che il padrone chiede di non estirpare fino a maturazione e poi... poi si vedrà.

Io decido di credere e vado avanti.

Buona notte naviganti.

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la mamma

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