mercoledì 28 marzo 2012

Se mio marito non mi avesse invitata a prendere il computer per scrivere quasi sicuramente questa sera avrei ceduto alla stanchezza. Già la sento bussare, infatti, ancora con passo strisciante ma sempre più distintamente.

E' stata una giornata colma di lavoro e fatica, ma anche di pensieri gioiosi e di tenerezze.

I primi due giorni della settimana Davide è entrato a scuola tranquillamente, senza pianti ed è davvero rassicurante. Domenica sera si è confidato ancora riguardo le sue insicurezze. E' emerso anche un rapporto un po' problematico con una delle insegnanti. Ha un piglio forse un po' più distaccato e a volte lo intimorisce.

Dato che l'emersione di quest'ulteriore risvolto della vicenda era già iniziata tra giovedì e venerdì della scorsa settimana, ho passato diverso tempo a interrogarmi su come affrontare quest'ulteriore difficoltà e, naturalmente, a confrontarmi.

Fino a che punto è giusto lasciare o aiutare un bambino ad affrontare le difficoltà della vita con le sue forze e quando è il caso di intervenire in prima persona? Non sono quel tipo di mamma che prende i figli e li getta oltre l'ostacolo e che, semplicemente, spiana loro la strada davanti.

Davide ha indubbiamente delle fragilità caratteriali e deve assolutamente trovare modo di irrobustirsi e non so se queste tempeste abbiano l'effetto di irrobustirlo o di abbatterlo. In diverse occasioni mi ha dimostrato di avere forze sufficienti e risorse nascoste, deve solo imparare a credere di più in sé stesso.

Anche Emanuele continua a rimanere al centro dei miei pensieri e del mio cuore. Ha picchi di luce vivissima che alterna a momenti di precipizio. Di sicuro è un bambino speciale, davvero in pochi a dieci anni sono come lui e ancora in meno, a dieci anni, cercano Dio come lo cerca lui.

Lancia sfide, si ribella, polemizza e intanto chiede di essere frenato, corretto e guidato.

Anche Elisa cresce fin troppo rapidamente sotto i nostri occhi. Compone le frasi in modo molto articolato, ma ancora non riesce a pronunciare bene le parole e spesso è difficile interpretare quello che dice. Averla in giro è davvero divertente, anche se quando mi chiede: "Ti posso aiutare mamma?", comincio a tremare all'idea di quello che può succedere.

Non riesco ad avvicinarmi al lavandino senza che lei non trascini una sedia fino a posizionarsi al mio fianco e inzupparsi fino ai gomiti.

Va bé, vista l'ora meglio fermarsi qua.

Buona notte a tutti naviganti

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la mamma

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