giovedì 15 marzo 2012

E' un già po' tardi ma, nonostante sia pressoché impossibile non sentirsi stanchi a quest'ora, è quasi d'obbligo scrivere un post al termine di una giornata davvero memorabile per la nostra famiglia.

Davide finalmente sembra essere giunto a Pasqua e con lui, naturalmente, tutti noi.

Per questa ragione questa sera abbiamo deciso di festeggiare, ma non condividendo un dolce qualsiasi. Sono stata in pasticceria oggi ed ho comprato, con poca spesa, cinque piccoli agnelli farciti ma... forse si rende necessario fare un passo indietro ed essere un po' più espliciti riguardo la ragione della nostra gioia.

Chi costantemente legge il giornale avrà sicuramente già intuito, ma è un piacere raccontare e fare in modo che rimanga memoria del fatto che questa mattina, dopo circa due mesi, Davide ha dichiarato di avere la forza di entrare a scuola senza lacrime, in un giorno che prevedeva di fermarsi a mensa e lezione anche nel pomeriggio.

Le parole sono diventate fatti, e quando la campanella è suonata trainando il suo zaino provvisto di rotelle è corso dentro come volesse prendere il fiato per una lunga immersione.

Già ieri si è svegliato con santi propositi nel cuore e in macchina, percorrendo il tragitto casa scuola, snocciolava tutti gli aspetti del suo essere bambino che voleva impegnarsi a cambiare: niente più lacrime a scuola, meno cartoni, apparecchiare la tavola senza far capricci...

Era davvero troppo così, pur lodandolo, ho ritenuto ridimensionare questa sua spinta al cambiamento.

Gli agnelli, in accordo con Maurizio, ci hanno dato nuovamente l'occasione di raccontare loro la storia del popolo d'Israele, al quale Dio, la notte in cui sarebbe iniziata la loro liberazione dalla schiavitù, ha ordinato di mangiare carne d'agnello.

Abbiamo spiegato loro che proprio questi animali solitamente venivano offerti in sacrificio, e che poi Gesù stesso ha detto di sé di essere l'Agnello di Dio che libera dal peccato, (cosa che viene sempre ricordata nelle parole della consacrazione del pane e vino). Così abbiamo concluso ricordando che anche noi saremo un giorno risuscitati, e Gesù ci farà passare dalla morte alla vita.

Anche Davide ha compiuto il suo passaggio, smettendo gli abiti del bambino vecchio ed indossando quelli consoni al bambino nuovo che frequenta la scuola elementare, proprio come S. Paolo ricorda la necessità di questo passaggio dall'uomo vecchio a quello nuovo vestito di Cristo.

Senza Gesù però la barriera tra il male e il bene rimane invalicabile.

Non so, forse per qualcuno potrà essere un caso, ma è assolutamente singolare come il martedì 13, la sera, io abbia partecipato ad una Messa e pregato intensamente in cerca di un consiglio e chiedendo aiuto per mio figlio, il mercoledì 14 Davide si sia svegliato con tutti quei buoni propositi nel cuore, e oggi, 15 marzo, abbia dichiarato di sentirsi forte e sia finalmente entrato a scuola sereno.

Maurizio ed io non siamo semplicemente rimasti a guardare in questo periodo. Abbiamo messo in campo tutte le nostre risorse, passando dalla comprensione, alla rabbia, alla tolleranza, alla decisione.

Posso però con certezza affermare che senza Gesù molto probabilmente saremmo ancora qui ad assistere alla pena di un bambino tentennante e timoroso nell'abbandonare un ruolo che non gli compete più.

Ben vengano gli psicologi e le teorie educative, che con meraviglia e approvazione scopriamo andare nella direzione del Vangelo.

Io però sono una mamma cristiana e ritengo che solo due siano le mie armi: l'amore e la preghiera.

E ora c'è Emanuele, la cui situazione pone altri spinosi quesiti, ma... ne parleremo.

Buona notte a tutti naviganti.

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la mamma

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