Prosegue a fatica il viaggio del nostro vascello, quasi sempre col vento contro nonostante la primavera si stia ormai avvicinando.
E' una fatica fisica, ma anche mentale.
Neanche a dirlo Davide, il cucciolo di casa, è ancora in crisi con la scuola. Per ben due volte questa settimana ho dovuto trascinarlo giù dalla macchina a forza e chiedere l'aiuto dei bidelli e di un'insegnante per staccarlo da me.
E' davvero una situazione controversa. Da scuola mi dicono che dopo neanche cinque minuti dall'ingresso tutto il tormento sparisce e io stessa, quando lo riprendo all'uscita, ritrovo un bambino contento per non dire entusiasta della giornata trascorsa.
Ha raccontato di aver preso l'iniziativa di chiedere alla maestra di portarli in cortile e che lei l'ha accontentato, di aver lavorato e giocato. Ieri sera, con l'aiuto di un'arancia, spiegava al papà di aver imparato che la Terra gira intorno al sole, mentre oggi riferiva perfino dei riti funebri degli Egizi.
E' un rebus che potrebbe far impazzire chiunque. Questa sera, pregando, ha detto: "Grazie Signore che sono andato a scuola!".
A volte sembra che faccia quel che fa per mettermi alla prova. Credo davvero che lui viva una certa sofferenza, che sta prendendo sempre più i risvolti del capriccio e quando io sparisco lui recuperara le sue risorse interiori.
Il minimo comune denominatore, fino a questo momento, è la mia fermezza che questa mattina sono riuscita a non condire da alcuna manifestazione di rabbia.
A lui sto mostrando comprensione e decisione, e quando da solo non trova il coraggio di varcare l'ingresso deve supplire la sottoscritta.
Mentre piange prendo lo zaino e lo porto fino in cima alla scala esterna, poi torno, prendo lui in braccio (perché non c'è alternativa) e rifaccio lo stesso percorso, il più delle volte sotto gli occhi delle altre mamme.
Domani rientrerà per pranzo e inoltre lo porteranno ad assistere ad una recita, per cui andrà quasi liscia, ma lunedì?
Ha un attaccamento a me che lo fa retrocedere anziché progredire e con Maurizio dobbiamo trovare un modo sano di fare in modo che guardi avanti con fiducia.
Io amo i miei figli, ciascuno per quello che è e il compito dei genitori è anche quello di spingerli nella vita. Come partorendo li ho spinti fuori da me, così devo fare ogni giorno.
Forse con Davide ho commesso lo sbaglio di darla vinta alle sue fragilità, o di ritenerlo più fragile di quanto in realtà non sia.
Passeremo oltre, sono sicura che con l'aiuto di Dio, passeremo oltre.
Buona notte naviganti
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la mamma
giovedì 1 marzo 2012
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