Orario decente. Serata tranquilla. Riesco a scrivere.
E' un momento per molti versi faticoso per la nostra famiglia, come se il battello venisse sballottato da più parti da venti a dir poco dispettosi e, caso strano, nonostante debba trovare la forza di mantenere la rotta tenendo salde le mani sul timone, giunta a sera non mi sento come se stessi nel vortice di una tempesta.
Vedo oltre, in quell'oltre in cui la tempesta si è placata, i venti sono stati zittiti, e la calma è ritornata. Faccio fatica, molta fatica, una fatica davvero enorme a volte. Arrivo a sera e sul divano accanto a mio marito, a volte mi scappano esclamazioni riferite ai nostri figli, del tipo: "Non sono ancora diventati grandi!", ma non ho paura, nessuna paura. Al contrario, sono davvero fiduciosa e come vedo il mare oltre la tempesta, così mi sembra di vedere nel loro futuro e di scorgere le persone belle che potranno diventare e che ora sono solo in potenza.
Emanuele sarà l'uomo solido capace di essere valido sostegno, ma dovrà vincere le forze autodistruttive che lo trascinano verso il basso. Davide sarà l'uomo della pacifica tranquillità, colui che può guarire dalle tempeste del cuore, ma dovrà vincere chiusure e paure.
Sabato li pensavo mentre mi preparavo per andare in chiesa a confessarmi e mi sembrava di intuire come già ora i miei figli possano essere un dono l'uno per l'altro, un sostegno e una guarigione l'uno per l'altro, e come Elisa, la cui personalità è sintesi tra i due fratelli con l'originalità del suo sorriso, sia come un ponte tra uno e l'altro.
Sto pregando davvero molto e giorno dopo giorno mi sembra che le mie insicurezze diventino sicurezze, e il buio si faccia luce.
Se a volte li rimprovero, anche aspramente, so che è per il loro bene, ma sono anche pronta a trasmettere loro la mia stima, a gratificarli, consolarli e riempirli di tenerezze e dato che queste cose vengono loro elargite in abbondanza posso permettermi, quando serve, un po' di severità.
Certo non tutto è perfetto. Nei due giorni in cui sono rimasti a casa per il Carnevale ho notato che la domanda (loro) e l'offerta (mia) di investire tempo nella relazione è veramente alta, ma ci sono cose che non possono essere trascurate, cose da fare e non sono molto disposti alla collaborazione.
In questo modo l'asse del peso si sposta quasi tutto su di me. Io devo essere quella disposta al gioco, e a seguirli nei compiti o a dar attenzione alle loro richieste, ma non ottengo molta collaborazione e la cosa non è per nulla equa e, naturalmente, è lo stesso col papà (letteralmente subissato, a volte, dalle loro richieste).
Assolutamente da correggere.
Purtroppo, o per fortuna, la mia spinta alla riflessione è sempre molto alta e non mi accontento facilmente.
Comunque, per un verso o per l'altro, ma soprattutto mettendo il Signore tra noi, io so che ce la faremo.
Lode al Dio che ci ha creati e a voi, naviganti, la mia buona notte.
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la mamma
martedì 21 febbraio 2012
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