Se mio marito non mi avesse invitata a prendere il computer per scrivere quasi sicuramente questa sera avrei ceduto alla stanchezza. Già la sento bussare, infatti, ancora con passo strisciante ma sempre più distintamente.
E' stata una giornata colma di lavoro e fatica, ma anche di pensieri gioiosi e di tenerezze.
I primi due giorni della settimana Davide è entrato a scuola tranquillamente, senza pianti ed è davvero rassicurante. Domenica sera si è confidato ancora riguardo le sue insicurezze. E' emerso anche un rapporto un po' problematico con una delle insegnanti. Ha un piglio forse un po' più distaccato e a volte lo intimorisce.
Dato che l'emersione di quest'ulteriore risvolto della vicenda era già iniziata tra giovedì e venerdì della scorsa settimana, ho passato diverso tempo a interrogarmi su come affrontare quest'ulteriore difficoltà e, naturalmente, a confrontarmi.
Fino a che punto è giusto lasciare o aiutare un bambino ad affrontare le difficoltà della vita con le sue forze e quando è il caso di intervenire in prima persona? Non sono quel tipo di mamma che prende i figli e li getta oltre l'ostacolo e che, semplicemente, spiana loro la strada davanti.
Davide ha indubbiamente delle fragilità caratteriali e deve assolutamente trovare modo di irrobustirsi e non so se queste tempeste abbiano l'effetto di irrobustirlo o di abbatterlo. In diverse occasioni mi ha dimostrato di avere forze sufficienti e risorse nascoste, deve solo imparare a credere di più in sé stesso.
Anche Emanuele continua a rimanere al centro dei miei pensieri e del mio cuore. Ha picchi di luce vivissima che alterna a momenti di precipizio. Di sicuro è un bambino speciale, davvero in pochi a dieci anni sono come lui e ancora in meno, a dieci anni, cercano Dio come lo cerca lui.
Lancia sfide, si ribella, polemizza e intanto chiede di essere frenato, corretto e guidato.
Anche Elisa cresce fin troppo rapidamente sotto i nostri occhi. Compone le frasi in modo molto articolato, ma ancora non riesce a pronunciare bene le parole e spesso è difficile interpretare quello che dice. Averla in giro è davvero divertente, anche se quando mi chiede: "Ti posso aiutare mamma?", comincio a tremare all'idea di quello che può succedere.
Non riesco ad avvicinarmi al lavandino senza che lei non trascini una sedia fino a posizionarsi al mio fianco e inzupparsi fino ai gomiti.
Va bé, vista l'ora meglio fermarsi qua.
Buona notte a tutti naviganti
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la mamma
mercoledì 28 marzo 2012
martedì 20 marzo 2012
Ogni tanto capita anche di perdersi, andando a zonzo per quant'è grande il mare e allora arrivano le latitanze.
Passano i giorni e anche se con tutto il cuore vorrei lasciare impressi sul giornale molti fotogrammi a futura memoria di quel che è stato, altro mi porta via. Sono i momenti in cui la corrente prende il sopravvento e la volontà cede, o forse, cambiando un po' il punto di vista, potrebbero anche essere i momenti in cui con molta umiltà si ammettono i propri limiti e inizia, meravigliosamente, l'affidamento.
L'ultimo sabato per esempio... il mattino Davide ha partecipato ad una manifestazione a scuola e c'è stato con il papà e il pomeriggio (alle 13.20 dovevamo stare tutti e cinque in macchina!) ci siamo concessi di andare tutti insieme ad assistere ad una delle partite di pallone di Lele che giocava fuori casa.
Hanno vinto! La prima partita su tutto il campionato. Degli amici ci hanno raggiunti più tardi e così, invece di far rotta verso casa, terminato l'incontro siamo stati a fare un giro a Piacenza, città per me sempre carica di buoni ricordi.
E' sempre un piacere tornarci! Abbiamo dovuto convincere Davide, che non aveva nessuna voglia di far quattro passi, a scendere dalla macchina e quello che all'inizio sembrava l'esordio di un grosso capriccio, poi si è smontato nel giro di breve tempo.
Il centro era piacevolmente affollato e in piazza Cavalli c'erano diversi banchetti con le specialità regionali. La sera proprio Davide ha commentato: "Che bella giornata! tutta trascorsa fuori!", e come non concordare con lui?
Nonostante gli aspetti infantili della sua attuale personalità si mettano ancora per traverso (questa mattina non ha voluto mettere la blusina perché le sue stavano in lavatrice e quella proposta semplicemente non gli andava) sto riscoprendo quell'amabilità che da sempre mi porta ad apprezzarlo.
Ieri è tornato da scuola dicendo di avere tre caramelle in cartella, ricevute per il compleanno di una compagna, che desiderava condividere con i suoi fratelli e questa sera di nuovo ha voluto condividere l'ultimo vasetto di yogurt rimasto in frigorifero con Elisa che ha gran voce lo reclamava.
Sempre ieri abbiamo festeggiato il papà terminando in fretta e furia il cartellone sul quale avevamo scritto a lettere cubitali e coloratissime: "Sei il papà più fantastico del mondo". I bambini erano eccitatissimi e nonostante i tempi stretti, causati da una mia improrogabile uscita per partecipare a un lutto con la recita del rosario e gli allenamenti di Lele, non è andata poi così male.
In realtà sono arrivata a sera con il cuore e la mente carichi di tanti pensieri e di tante emozioni. Se avessi potuto avrei tralasciato i miei doveri per mettermi a scrivere subito nella mattinata, al ritorno da scuola. Dopo aver lasciato Davide, infatti, dopo mesi ho rivisto una cara amica che mi ha raccontato molte cose di sé, condividendo tristezze e fatiche della sua vita attuale.
Questi incontri mi arricchiscono enormemente, non mi lasciano mai vuota. In qualche modo mi vengono ceduti tesori da conservare nelle stive del vascello che saranno preziose risorse per il nostro futuro, perché ci preparano a ciò che sarà.
Scopro una me stessa capace di voler bene, un bene autentico e profondo anche agli amici, alle amiche che accettano di giocarsi sinceramente nella relazione, così come ho scoperto, sorprendendomi da me, di provare tenerezza per le fragilità che conseguono dal procedere dell'età. Accorgersi che l'anziano diviene ogni giorno più fragile e bisognoso accende dentro di me un desiderio del tutto nuovo, mai provato prima, di muovermi verso di loro, con umanità e tenerezza, per colmare quanto più possibile con la presenza e l'affetto proprio quelle fragilità.
E' bello, lascia senza parole contemplare il firmamento del cielo riconoscendo l'opera mirabile del Creatore, ma quanta più gioia nella coscienza che quel firmamento è creato anche dentro di noi, nei sentimenti buoni che come stelle s'accendono e ci rendono persone capaci di carità.
Una serena notte naviganti.
---
la mamma
Passano i giorni e anche se con tutto il cuore vorrei lasciare impressi sul giornale molti fotogrammi a futura memoria di quel che è stato, altro mi porta via. Sono i momenti in cui la corrente prende il sopravvento e la volontà cede, o forse, cambiando un po' il punto di vista, potrebbero anche essere i momenti in cui con molta umiltà si ammettono i propri limiti e inizia, meravigliosamente, l'affidamento.
L'ultimo sabato per esempio... il mattino Davide ha partecipato ad una manifestazione a scuola e c'è stato con il papà e il pomeriggio (alle 13.20 dovevamo stare tutti e cinque in macchina!) ci siamo concessi di andare tutti insieme ad assistere ad una delle partite di pallone di Lele che giocava fuori casa.
Hanno vinto! La prima partita su tutto il campionato. Degli amici ci hanno raggiunti più tardi e così, invece di far rotta verso casa, terminato l'incontro siamo stati a fare un giro a Piacenza, città per me sempre carica di buoni ricordi.
E' sempre un piacere tornarci! Abbiamo dovuto convincere Davide, che non aveva nessuna voglia di far quattro passi, a scendere dalla macchina e quello che all'inizio sembrava l'esordio di un grosso capriccio, poi si è smontato nel giro di breve tempo.
Il centro era piacevolmente affollato e in piazza Cavalli c'erano diversi banchetti con le specialità regionali. La sera proprio Davide ha commentato: "Che bella giornata! tutta trascorsa fuori!", e come non concordare con lui?
Nonostante gli aspetti infantili della sua attuale personalità si mettano ancora per traverso (questa mattina non ha voluto mettere la blusina perché le sue stavano in lavatrice e quella proposta semplicemente non gli andava) sto riscoprendo quell'amabilità che da sempre mi porta ad apprezzarlo.
Ieri è tornato da scuola dicendo di avere tre caramelle in cartella, ricevute per il compleanno di una compagna, che desiderava condividere con i suoi fratelli e questa sera di nuovo ha voluto condividere l'ultimo vasetto di yogurt rimasto in frigorifero con Elisa che ha gran voce lo reclamava.
Sempre ieri abbiamo festeggiato il papà terminando in fretta e furia il cartellone sul quale avevamo scritto a lettere cubitali e coloratissime: "Sei il papà più fantastico del mondo". I bambini erano eccitatissimi e nonostante i tempi stretti, causati da una mia improrogabile uscita per partecipare a un lutto con la recita del rosario e gli allenamenti di Lele, non è andata poi così male.
In realtà sono arrivata a sera con il cuore e la mente carichi di tanti pensieri e di tante emozioni. Se avessi potuto avrei tralasciato i miei doveri per mettermi a scrivere subito nella mattinata, al ritorno da scuola. Dopo aver lasciato Davide, infatti, dopo mesi ho rivisto una cara amica che mi ha raccontato molte cose di sé, condividendo tristezze e fatiche della sua vita attuale.
Questi incontri mi arricchiscono enormemente, non mi lasciano mai vuota. In qualche modo mi vengono ceduti tesori da conservare nelle stive del vascello che saranno preziose risorse per il nostro futuro, perché ci preparano a ciò che sarà.
Scopro una me stessa capace di voler bene, un bene autentico e profondo anche agli amici, alle amiche che accettano di giocarsi sinceramente nella relazione, così come ho scoperto, sorprendendomi da me, di provare tenerezza per le fragilità che conseguono dal procedere dell'età. Accorgersi che l'anziano diviene ogni giorno più fragile e bisognoso accende dentro di me un desiderio del tutto nuovo, mai provato prima, di muovermi verso di loro, con umanità e tenerezza, per colmare quanto più possibile con la presenza e l'affetto proprio quelle fragilità.
E' bello, lascia senza parole contemplare il firmamento del cielo riconoscendo l'opera mirabile del Creatore, ma quanta più gioia nella coscienza che quel firmamento è creato anche dentro di noi, nei sentimenti buoni che come stelle s'accendono e ci rendono persone capaci di carità.
Una serena notte naviganti.
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la mamma
giovedì 15 marzo 2012
E' un già po' tardi ma, nonostante sia pressoché impossibile non sentirsi stanchi a quest'ora, è quasi d'obbligo scrivere un post al termine di una giornata davvero memorabile per la nostra famiglia.
Davide finalmente sembra essere giunto a Pasqua e con lui, naturalmente, tutti noi.
Per questa ragione questa sera abbiamo deciso di festeggiare, ma non condividendo un dolce qualsiasi. Sono stata in pasticceria oggi ed ho comprato, con poca spesa, cinque piccoli agnelli farciti ma... forse si rende necessario fare un passo indietro ed essere un po' più espliciti riguardo la ragione della nostra gioia.
Chi costantemente legge il giornale avrà sicuramente già intuito, ma è un piacere raccontare e fare in modo che rimanga memoria del fatto che questa mattina, dopo circa due mesi, Davide ha dichiarato di avere la forza di entrare a scuola senza lacrime, in un giorno che prevedeva di fermarsi a mensa e lezione anche nel pomeriggio.
Le parole sono diventate fatti, e quando la campanella è suonata trainando il suo zaino provvisto di rotelle è corso dentro come volesse prendere il fiato per una lunga immersione.
Già ieri si è svegliato con santi propositi nel cuore e in macchina, percorrendo il tragitto casa scuola, snocciolava tutti gli aspetti del suo essere bambino che voleva impegnarsi a cambiare: niente più lacrime a scuola, meno cartoni, apparecchiare la tavola senza far capricci...
Era davvero troppo così, pur lodandolo, ho ritenuto ridimensionare questa sua spinta al cambiamento.
Gli agnelli, in accordo con Maurizio, ci hanno dato nuovamente l'occasione di raccontare loro la storia del popolo d'Israele, al quale Dio, la notte in cui sarebbe iniziata la loro liberazione dalla schiavitù, ha ordinato di mangiare carne d'agnello.
Abbiamo spiegato loro che proprio questi animali solitamente venivano offerti in sacrificio, e che poi Gesù stesso ha detto di sé di essere l'Agnello di Dio che libera dal peccato, (cosa che viene sempre ricordata nelle parole della consacrazione del pane e vino). Così abbiamo concluso ricordando che anche noi saremo un giorno risuscitati, e Gesù ci farà passare dalla morte alla vita.
Anche Davide ha compiuto il suo passaggio, smettendo gli abiti del bambino vecchio ed indossando quelli consoni al bambino nuovo che frequenta la scuola elementare, proprio come S. Paolo ricorda la necessità di questo passaggio dall'uomo vecchio a quello nuovo vestito di Cristo.
Senza Gesù però la barriera tra il male e il bene rimane invalicabile.
Non so, forse per qualcuno potrà essere un caso, ma è assolutamente singolare come il martedì 13, la sera, io abbia partecipato ad una Messa e pregato intensamente in cerca di un consiglio e chiedendo aiuto per mio figlio, il mercoledì 14 Davide si sia svegliato con tutti quei buoni propositi nel cuore, e oggi, 15 marzo, abbia dichiarato di sentirsi forte e sia finalmente entrato a scuola sereno.
Maurizio ed io non siamo semplicemente rimasti a guardare in questo periodo. Abbiamo messo in campo tutte le nostre risorse, passando dalla comprensione, alla rabbia, alla tolleranza, alla decisione.
Posso però con certezza affermare che senza Gesù molto probabilmente saremmo ancora qui ad assistere alla pena di un bambino tentennante e timoroso nell'abbandonare un ruolo che non gli compete più.
Ben vengano gli psicologi e le teorie educative, che con meraviglia e approvazione scopriamo andare nella direzione del Vangelo.
Io però sono una mamma cristiana e ritengo che solo due siano le mie armi: l'amore e la preghiera.
E ora c'è Emanuele, la cui situazione pone altri spinosi quesiti, ma... ne parleremo.
Buona notte a tutti naviganti.
---
la mamma
Davide finalmente sembra essere giunto a Pasqua e con lui, naturalmente, tutti noi.
Per questa ragione questa sera abbiamo deciso di festeggiare, ma non condividendo un dolce qualsiasi. Sono stata in pasticceria oggi ed ho comprato, con poca spesa, cinque piccoli agnelli farciti ma... forse si rende necessario fare un passo indietro ed essere un po' più espliciti riguardo la ragione della nostra gioia.
Chi costantemente legge il giornale avrà sicuramente già intuito, ma è un piacere raccontare e fare in modo che rimanga memoria del fatto che questa mattina, dopo circa due mesi, Davide ha dichiarato di avere la forza di entrare a scuola senza lacrime, in un giorno che prevedeva di fermarsi a mensa e lezione anche nel pomeriggio.
Le parole sono diventate fatti, e quando la campanella è suonata trainando il suo zaino provvisto di rotelle è corso dentro come volesse prendere il fiato per una lunga immersione.
Già ieri si è svegliato con santi propositi nel cuore e in macchina, percorrendo il tragitto casa scuola, snocciolava tutti gli aspetti del suo essere bambino che voleva impegnarsi a cambiare: niente più lacrime a scuola, meno cartoni, apparecchiare la tavola senza far capricci...
Era davvero troppo così, pur lodandolo, ho ritenuto ridimensionare questa sua spinta al cambiamento.
Gli agnelli, in accordo con Maurizio, ci hanno dato nuovamente l'occasione di raccontare loro la storia del popolo d'Israele, al quale Dio, la notte in cui sarebbe iniziata la loro liberazione dalla schiavitù, ha ordinato di mangiare carne d'agnello.
Abbiamo spiegato loro che proprio questi animali solitamente venivano offerti in sacrificio, e che poi Gesù stesso ha detto di sé di essere l'Agnello di Dio che libera dal peccato, (cosa che viene sempre ricordata nelle parole della consacrazione del pane e vino). Così abbiamo concluso ricordando che anche noi saremo un giorno risuscitati, e Gesù ci farà passare dalla morte alla vita.
Anche Davide ha compiuto il suo passaggio, smettendo gli abiti del bambino vecchio ed indossando quelli consoni al bambino nuovo che frequenta la scuola elementare, proprio come S. Paolo ricorda la necessità di questo passaggio dall'uomo vecchio a quello nuovo vestito di Cristo.
Senza Gesù però la barriera tra il male e il bene rimane invalicabile.
Non so, forse per qualcuno potrà essere un caso, ma è assolutamente singolare come il martedì 13, la sera, io abbia partecipato ad una Messa e pregato intensamente in cerca di un consiglio e chiedendo aiuto per mio figlio, il mercoledì 14 Davide si sia svegliato con tutti quei buoni propositi nel cuore, e oggi, 15 marzo, abbia dichiarato di sentirsi forte e sia finalmente entrato a scuola sereno.
Maurizio ed io non siamo semplicemente rimasti a guardare in questo periodo. Abbiamo messo in campo tutte le nostre risorse, passando dalla comprensione, alla rabbia, alla tolleranza, alla decisione.
Posso però con certezza affermare che senza Gesù molto probabilmente saremmo ancora qui ad assistere alla pena di un bambino tentennante e timoroso nell'abbandonare un ruolo che non gli compete più.
Ben vengano gli psicologi e le teorie educative, che con meraviglia e approvazione scopriamo andare nella direzione del Vangelo.
Io però sono una mamma cristiana e ritengo che solo due siano le mie armi: l'amore e la preghiera.
E ora c'è Emanuele, la cui situazione pone altri spinosi quesiti, ma... ne parleremo.
Buona notte a tutti naviganti.
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la mamma
martedì 13 marzo 2012
E' un po' difficile concentrarsi. Con Maurizio stiamo nel frattempo vedendo un film davvero interessante che ancora una volta racconta altre sfaccettature della storia dei neri d'America. Un film iniziato tre sere fa.
Ci tenevo proprio però a scrivere questa pagina del diario di bordo.
Davide ci ha di nuovo messi un po' alla prova tanto nel fine settimana appena concluso, quanto oggi. Così stamattina al ritorno, dopo l'ennesima fatica fisica del distacco, pensavo, pensavo e ripensavo.
Sabato sera, oppure ieri, neanche mi ricordo, prima che s'addormentasse ho raccontato a Davide che è come un dentino che dondola e non si decide a cadere, ma sotto c'è già un nuovo e robusto dente che spinge e chiede di venire fuori, ed è così.
Sabato e poi domenica Davide ha giocato con bambini che neanche conosceva e molto liberamente e senza la mia presenza, e questo è il bambino nuovo che spinge per venire fuori. Domenica Davide ha fatto capricci per andare a catechesi e oggi ha di nuovo pianto a dirotto e si è ribellato e ha tentato con tutte le sue forze di non andare a scuola, e questo è il bambino vecchio, che dondola ma ancora non cede.
I miei figli... a volte per loro mi sembra di dover tornare ad essere pancia in modo da offrire loro un ambiente protetto nel quale poter con tranquillità continuare a formarsi e altre volte... altre volte mi sembra di doverli nuovamente partorire, di doverli nuovamente spingere fuori, verso la vita, verso il luogo dove, per troppa paura dell'ignoto, forse non vorrebbero andare. Così mi ritrovo a spingerli e basta, senza troppe parole e troppi perché, convinta che ciò che troveranno ad attenderli, la vita, sarà qualcosa di bello, di grandioso.
Oggi poi ho trovato illuminazione, nei miei "pensa, pensa", niente meno che nel racconto di un passaggio da una situazione di schiavitù ad una di libertà, ed è il racconto dell'Esodo.
Per farla breve, anche Davide deve arrivare alla sua Pasqua, la Pasqua della sua crescita. Stasera, mentre stava seduto sulle mie ginocchia per la preghiera insieme, gli ho nuovamente raccontato quella storia, e dei prodigi di Dio, lo stesso Dio, l'unico, che può liberarci e portarci oltre il male che sta dentro di noi.
Mi viene da dire: "Grazie Dio perché credo".
Siamo giusto, giusto a mezzanotte. Buona notte naviganti.
---
la mamma
Ci tenevo proprio però a scrivere questa pagina del diario di bordo.
Davide ci ha di nuovo messi un po' alla prova tanto nel fine settimana appena concluso, quanto oggi. Così stamattina al ritorno, dopo l'ennesima fatica fisica del distacco, pensavo, pensavo e ripensavo.
Sabato sera, oppure ieri, neanche mi ricordo, prima che s'addormentasse ho raccontato a Davide che è come un dentino che dondola e non si decide a cadere, ma sotto c'è già un nuovo e robusto dente che spinge e chiede di venire fuori, ed è così.
Sabato e poi domenica Davide ha giocato con bambini che neanche conosceva e molto liberamente e senza la mia presenza, e questo è il bambino nuovo che spinge per venire fuori. Domenica Davide ha fatto capricci per andare a catechesi e oggi ha di nuovo pianto a dirotto e si è ribellato e ha tentato con tutte le sue forze di non andare a scuola, e questo è il bambino vecchio, che dondola ma ancora non cede.
I miei figli... a volte per loro mi sembra di dover tornare ad essere pancia in modo da offrire loro un ambiente protetto nel quale poter con tranquillità continuare a formarsi e altre volte... altre volte mi sembra di doverli nuovamente partorire, di doverli nuovamente spingere fuori, verso la vita, verso il luogo dove, per troppa paura dell'ignoto, forse non vorrebbero andare. Così mi ritrovo a spingerli e basta, senza troppe parole e troppi perché, convinta che ciò che troveranno ad attenderli, la vita, sarà qualcosa di bello, di grandioso.
Oggi poi ho trovato illuminazione, nei miei "pensa, pensa", niente meno che nel racconto di un passaggio da una situazione di schiavitù ad una di libertà, ed è il racconto dell'Esodo.
Per farla breve, anche Davide deve arrivare alla sua Pasqua, la Pasqua della sua crescita. Stasera, mentre stava seduto sulle mie ginocchia per la preghiera insieme, gli ho nuovamente raccontato quella storia, e dei prodigi di Dio, lo stesso Dio, l'unico, che può liberarci e portarci oltre il male che sta dentro di noi.
Mi viene da dire: "Grazie Dio perché credo".
Siamo giusto, giusto a mezzanotte. Buona notte naviganti.
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la mamma
martedì 6 marzo 2012
Prosegue il vascello il suo viaggio tra un'onda e l'altra in questi mari che proprio agitati non sono, ma nemmeno calmi.
Tra improvvise primavere e ritorni d'inverno è tutto un cercare di barcamenarsi.
Davide non ha ancora superato la crisi e anche sua sorella mostra segni d'irrequietezza. Dorme meno e ha un po' perso l'appetito. Sono sempre dure le fasi di transizione e non resta che avere pazienza e attendere che passino.
Anche Lele, quando era più piccolo, diventava a dir poco ingestibile. Faceva capricci assurdi dei quali faticavo a capire il senso e ci voleva una buona dose di fermezza per riportare tutto ad una normalità accettabile.
Probabilmente col fatto che è un po' più grande riesce meglio a gestire l'instabilità e forse regge meglio il colpo.
Nonostante questo il vascello cerca di tenere ben dritta la sua prua. Mi sono accorta di alcune cose che nella nostra famiglia andrebbero sistemate e l'educazione alla collaborazione è uno degli obiettivi che intendo raggiungere.
Sembra sempre che ci sia una scusa buona per eludere alcuni compiti (la stanchezza, la mancanza di tempo per altro, i compiti da finire...), ma tutto questo è enormemente dispersivo.
Mi rendo conto che a volte come genitori manchiamo di quel tocco di coraggio in più che non farebbe male, soprattutto a chi è chiamato a capitanare. Come se prendere delle decisioni di indirizzo forte togliesse ai figli qualcosa.
Le sere scorse per esempio ho dovuto sopportare i pianti di Elisa per fare in modo che si addormentasse nel suo lettino e non chiedesse continuamente di essere presa in braccio, senza alcun motivo valido.
Le cose però non possono essere affrontate se non una alla volta, ed essere disposta ai brontolamenti dei figli pur di trasmettere loro un valore, che poi porterà a dei vantaggi (disponibilità di tempo in più p. es.) è ciò che mi sono proposta e sarà oggetto della prossima condivisione anche con il papà.
Ci sono altre scelte difficili che dovremmo fare non per rendere loro la vita impossibile, ma per il loro bene, ma ne parlerò casomai in un'altra occasione.
Grazie a Dio non mancano anche i momenti di tenerezza vera e sincera e gli scambi d'affetto. Ci vuole davvero un profondo senso del discernimento e solo l'invocazione dello Spirito la può ottenere.
Mai come in questo periodo mi sto rendendo conto di quanto la preghiera possa cambiare la realtà in noi e attorno a noi, e di come lo Spirito di consiglio non manchi di farci arrivare le sue ispirazioni.
Lunedì, tanto per dirne una, portavo a scuola Davide trascinandolo per un braccio (purtroppo), e a un certo punto mi sono sentita pervadere da una serenità inspiegabile per il momento che stavo vivendo, quasi fuori luogo. Subito dopo una maestra e una bidella sono venute incontro a noi e hanno portato Davide in classe con loro.
Ciò che sento è che devo semplicemente, senza tentennamenti, portarlo oltre la barriera e non commettere l'errore di ritenerlo più fragile di quanto in realtà non sia per poi permettermi di essere affettuosa con lui, quanto desidero, quando lo ritrovo al rientro. Questo perché trovi conferma che, nonostante l'apparente durezza del mattino, lui è un figlio grandemente amato.
Ora vi lascio naviganti, forse sono andata un po' troppo per le lunghe e chiedo perdono.
Buona notte
---
la mamma
Tra improvvise primavere e ritorni d'inverno è tutto un cercare di barcamenarsi.
Davide non ha ancora superato la crisi e anche sua sorella mostra segni d'irrequietezza. Dorme meno e ha un po' perso l'appetito. Sono sempre dure le fasi di transizione e non resta che avere pazienza e attendere che passino.
Anche Lele, quando era più piccolo, diventava a dir poco ingestibile. Faceva capricci assurdi dei quali faticavo a capire il senso e ci voleva una buona dose di fermezza per riportare tutto ad una normalità accettabile.
Probabilmente col fatto che è un po' più grande riesce meglio a gestire l'instabilità e forse regge meglio il colpo.
Nonostante questo il vascello cerca di tenere ben dritta la sua prua. Mi sono accorta di alcune cose che nella nostra famiglia andrebbero sistemate e l'educazione alla collaborazione è uno degli obiettivi che intendo raggiungere.
Sembra sempre che ci sia una scusa buona per eludere alcuni compiti (la stanchezza, la mancanza di tempo per altro, i compiti da finire...), ma tutto questo è enormemente dispersivo.
Mi rendo conto che a volte come genitori manchiamo di quel tocco di coraggio in più che non farebbe male, soprattutto a chi è chiamato a capitanare. Come se prendere delle decisioni di indirizzo forte togliesse ai figli qualcosa.
Le sere scorse per esempio ho dovuto sopportare i pianti di Elisa per fare in modo che si addormentasse nel suo lettino e non chiedesse continuamente di essere presa in braccio, senza alcun motivo valido.
Le cose però non possono essere affrontate se non una alla volta, ed essere disposta ai brontolamenti dei figli pur di trasmettere loro un valore, che poi porterà a dei vantaggi (disponibilità di tempo in più p. es.) è ciò che mi sono proposta e sarà oggetto della prossima condivisione anche con il papà.
Ci sono altre scelte difficili che dovremmo fare non per rendere loro la vita impossibile, ma per il loro bene, ma ne parlerò casomai in un'altra occasione.
Grazie a Dio non mancano anche i momenti di tenerezza vera e sincera e gli scambi d'affetto. Ci vuole davvero un profondo senso del discernimento e solo l'invocazione dello Spirito la può ottenere.
Mai come in questo periodo mi sto rendendo conto di quanto la preghiera possa cambiare la realtà in noi e attorno a noi, e di come lo Spirito di consiglio non manchi di farci arrivare le sue ispirazioni.
Lunedì, tanto per dirne una, portavo a scuola Davide trascinandolo per un braccio (purtroppo), e a un certo punto mi sono sentita pervadere da una serenità inspiegabile per il momento che stavo vivendo, quasi fuori luogo. Subito dopo una maestra e una bidella sono venute incontro a noi e hanno portato Davide in classe con loro.
Ciò che sento è che devo semplicemente, senza tentennamenti, portarlo oltre la barriera e non commettere l'errore di ritenerlo più fragile di quanto in realtà non sia per poi permettermi di essere affettuosa con lui, quanto desidero, quando lo ritrovo al rientro. Questo perché trovi conferma che, nonostante l'apparente durezza del mattino, lui è un figlio grandemente amato.
Ora vi lascio naviganti, forse sono andata un po' troppo per le lunghe e chiedo perdono.
Buona notte
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la mamma
giovedì 1 marzo 2012
Prosegue a fatica il viaggio del nostro vascello, quasi sempre col vento contro nonostante la primavera si stia ormai avvicinando.
E' una fatica fisica, ma anche mentale.
Neanche a dirlo Davide, il cucciolo di casa, è ancora in crisi con la scuola. Per ben due volte questa settimana ho dovuto trascinarlo giù dalla macchina a forza e chiedere l'aiuto dei bidelli e di un'insegnante per staccarlo da me.
E' davvero una situazione controversa. Da scuola mi dicono che dopo neanche cinque minuti dall'ingresso tutto il tormento sparisce e io stessa, quando lo riprendo all'uscita, ritrovo un bambino contento per non dire entusiasta della giornata trascorsa.
Ha raccontato di aver preso l'iniziativa di chiedere alla maestra di portarli in cortile e che lei l'ha accontentato, di aver lavorato e giocato. Ieri sera, con l'aiuto di un'arancia, spiegava al papà di aver imparato che la Terra gira intorno al sole, mentre oggi riferiva perfino dei riti funebri degli Egizi.
E' un rebus che potrebbe far impazzire chiunque. Questa sera, pregando, ha detto: "Grazie Signore che sono andato a scuola!".
A volte sembra che faccia quel che fa per mettermi alla prova. Credo davvero che lui viva una certa sofferenza, che sta prendendo sempre più i risvolti del capriccio e quando io sparisco lui recuperara le sue risorse interiori.
Il minimo comune denominatore, fino a questo momento, è la mia fermezza che questa mattina sono riuscita a non condire da alcuna manifestazione di rabbia.
A lui sto mostrando comprensione e decisione, e quando da solo non trova il coraggio di varcare l'ingresso deve supplire la sottoscritta.
Mentre piange prendo lo zaino e lo porto fino in cima alla scala esterna, poi torno, prendo lui in braccio (perché non c'è alternativa) e rifaccio lo stesso percorso, il più delle volte sotto gli occhi delle altre mamme.
Domani rientrerà per pranzo e inoltre lo porteranno ad assistere ad una recita, per cui andrà quasi liscia, ma lunedì?
Ha un attaccamento a me che lo fa retrocedere anziché progredire e con Maurizio dobbiamo trovare un modo sano di fare in modo che guardi avanti con fiducia.
Io amo i miei figli, ciascuno per quello che è e il compito dei genitori è anche quello di spingerli nella vita. Come partorendo li ho spinti fuori da me, così devo fare ogni giorno.
Forse con Davide ho commesso lo sbaglio di darla vinta alle sue fragilità, o di ritenerlo più fragile di quanto in realtà non sia.
Passeremo oltre, sono sicura che con l'aiuto di Dio, passeremo oltre.
Buona notte naviganti
---
la mamma
E' una fatica fisica, ma anche mentale.
Neanche a dirlo Davide, il cucciolo di casa, è ancora in crisi con la scuola. Per ben due volte questa settimana ho dovuto trascinarlo giù dalla macchina a forza e chiedere l'aiuto dei bidelli e di un'insegnante per staccarlo da me.
E' davvero una situazione controversa. Da scuola mi dicono che dopo neanche cinque minuti dall'ingresso tutto il tormento sparisce e io stessa, quando lo riprendo all'uscita, ritrovo un bambino contento per non dire entusiasta della giornata trascorsa.
Ha raccontato di aver preso l'iniziativa di chiedere alla maestra di portarli in cortile e che lei l'ha accontentato, di aver lavorato e giocato. Ieri sera, con l'aiuto di un'arancia, spiegava al papà di aver imparato che la Terra gira intorno al sole, mentre oggi riferiva perfino dei riti funebri degli Egizi.
E' un rebus che potrebbe far impazzire chiunque. Questa sera, pregando, ha detto: "Grazie Signore che sono andato a scuola!".
A volte sembra che faccia quel che fa per mettermi alla prova. Credo davvero che lui viva una certa sofferenza, che sta prendendo sempre più i risvolti del capriccio e quando io sparisco lui recuperara le sue risorse interiori.
Il minimo comune denominatore, fino a questo momento, è la mia fermezza che questa mattina sono riuscita a non condire da alcuna manifestazione di rabbia.
A lui sto mostrando comprensione e decisione, e quando da solo non trova il coraggio di varcare l'ingresso deve supplire la sottoscritta.
Mentre piange prendo lo zaino e lo porto fino in cima alla scala esterna, poi torno, prendo lui in braccio (perché non c'è alternativa) e rifaccio lo stesso percorso, il più delle volte sotto gli occhi delle altre mamme.
Domani rientrerà per pranzo e inoltre lo porteranno ad assistere ad una recita, per cui andrà quasi liscia, ma lunedì?
Ha un attaccamento a me che lo fa retrocedere anziché progredire e con Maurizio dobbiamo trovare un modo sano di fare in modo che guardi avanti con fiducia.
Io amo i miei figli, ciascuno per quello che è e il compito dei genitori è anche quello di spingerli nella vita. Come partorendo li ho spinti fuori da me, così devo fare ogni giorno.
Forse con Davide ho commesso lo sbaglio di darla vinta alle sue fragilità, o di ritenerlo più fragile di quanto in realtà non sia.
Passeremo oltre, sono sicura che con l'aiuto di Dio, passeremo oltre.
Buona notte naviganti
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la mamma
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