martedì 17 gennaio 2012

Anche se non sono ancora le 23, e considerati i nostri standard non è nemmeno troppo tardi, ho gli occhi che bruciano per la stanchezza.

Diversi tentativi di rovesciamento del vascello durante il corso delle ore mi hanno portata a chiedermi se davvero io sia una mamma, o non sia piuttosto un pompiere, chiamato ad ogni pié sospinto a tamponare falle e gestire emergenze.

Non appena mi voltavo, oggi, una sirena squarciava l'aria segnalando un allarme.

Era la festa patronale, le scuole erano chiuse e i bambini a casa tutti e tre. Nelle mie intenzioni, e davvero vorrei esser creduta, volevo solo rimanere a coccolarli tutto il giorno e a godere della loro presenza.

Emanuele sembrava voler andare sul sagrato della chiesa nel pomeriggio, dove per tradizione avrebbero benedetto gli animali domestici e già stavo pensando a come potermi organizzare senza far perdere a Elisa il suo pisolino e senza farle prendere troppo freddo (davvero rigido ormai!).

Già ieri sera però le mie sensazioni erano tutt'altro che promettenti e, lo Spirito, dico io, mi metteva sull'avviso di quel che poi è accaduto. Non so, ma in qualche modo presentivo che non sarebbe stato facile.

Ho fatto lo sforzo di non rimanere ad indugiare sotto il tepore  delle coperte più del previsto, proprio per avere tempo a disposizione per qualche semplice faccenda prima del loro risveglio, ma.... Elisa alle 7 era già in cucina con noi piagnucolante e appiccicosa.

Va  bé, mi son, detta, vediamo almeno di non consentire alla luna di mettersi troppo per traverso. Ho pregato con Maurizio, dopodiché colazione e primo impasto del pane mentre la intrattenevo con album e pennarelli.

Avevo pregato bene, ragion per cui nel cuore avevo un surplus di dolcezza. Verso le 8.30 siamo salite. Aveva ancora il pigiama e, quel che è peggio, il pannolino della notte ed era proprio ora che venisse cambiata.

Uno alla volta si sono svegliati i suoi fratelli. Con molta delicatezza ho dovuto informare Emanuele che nel pomeriggio di sabato i "pulcini" erano convocati all'oratorio, il che significava appesantire il fine settimana di quel tanto che poteva mettere in forse un pomeriggio di gioco col suo migliore amico.

Se le cose non cambiano, però, con un aggravio di compiti o altro, non dovrebbe essere un problema. Speriamo bene.

Fin dopo colazione, tutto sommato, il vascello sembrava filare liscio fendendo l'acqua in modo netto e pulito, ma poi...

Abbandonando qualsiasi altro pensiero o progetto o intenzione per dedicarmi completamente ai bambini mi son seduta vicino a Davide per aiutarlo a trovare la voglia di finire una pagina di parole da scrivere in corsivo (cosa nella quale è molto bravo) ed è passata quasi un'ora tra distrazioni e tentativi ripetuti di ammutinamento.

Quando anche Emanuele ha terminato di assumere la sua dose di impegno scolastico quotidiano, e dopo una telefonata con una mamma interrotta da ulteriori tentativi di ammutinamento di mie indicazioni, pianti, richieste e quant'altro, ho giusto tentato di stendere la biancheria.

Attorno, come satelliti, giravano tre bambini annoiati in cerca del permesso (negato) di mettersi davanti ai cartoni. Davide ha costruito torri coi mattoncini di legno, e Lele... dopo un po' mi è venuta un'idea.

Ultimamente ha imparato ad intrecciare gli Scooby doo, ma ci sono diverse possibilità di intreccio e diverse figure da comporre. Gli ho proposto un avanzamento. Doveva leggere alcuni fogli già stampati da Maurizio e io l'avrei aiutato a liberare altri fili sciogliendoli da alcune trecce che avevamo fatto per gioco.

Dai fogli non aveva tratto granché, ragion per cui mi ha chiesto di aiutarlo a cercare in Internet ulteriori istruzioni. Ho acconsentito, spingendo in fondo alla stiva l'idea assurda di rifare i letti.

In meno di mezz'ora mi son trovata a dover gestire una delle sue crisi di nervi per non essere riuscito ad imparare immediatamente la pratica, e più tentavo di aiutarlo a far chiarezza respingendo via le nubi che gli stavano occludendo la vista, più lo sentivo premere e respingere ogni salvagente che gli gettavo.

Non restava che lasciarlo sfogare...

Poi il pomeriggio, ancora non so come, il cielo si è pian piano rasserenato, per arrivare a sera a godere di un orizzonte ormai completamente sgombro e nitido. Dopo pranzo ho messo Elisa a dormire, e mentre Lele si portava avanti coi compiti, mi son seduta con Davide davanti al pc e, cosa per me davvero insolita, son rimasta con lui a guardarlo giocare.

Quando, più tardi, i fratelli si son dati il cambio coi videogiochi, io, seduta sul divano mentre la piccola mi preparava il caffé, sono riuscita con un po' di calma ad intrecciare gli scooby doo. Quando Lele ha smesso di giocare, anche lui ci ha provato riuscendo nell'impresa.

Come mamma credo di aver dato veramente fondo alle mie risorse come mai prima d'ora, e mi chiedo se questo mio continuo mettermi in discussione e condividere tutto con mio marito, riesca a sortire qualche effetto.

A volte ho come l'impressione di girare a vuoto e che nonostante tutti i miei sforzi io mi ritrovi sempre allo stesso punto dal quale ripartire.

Però amo i miei figli, li amo moltissimo, li amo singolarmente, ognuno con le sue caratteristiche, i suoi doni, i suoi limiti e, anche alla fine di giornate come questa, sento che li ho amati sicuramente più del giorno passato e amo mio marito immensamente ed il suo amore per me, ogni volta, mi rianima.

Non mi arrendo, non scendo dalla nave, non getto i remi. Riprendo il mio posto, al timone, con la prua dritta a ciò che sta oltre la tempesta: il sole e il vento dello Spirito sarà sempre lì, a gonfiare le vele e a guidarci per la giusta rotta.

Per oggi è tutto naviganti.

A tutti voi la mia buona notte.

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la mamma

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